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I racconti del castello:

Delitto al castello
La Fonte della giovinezza
Quattro ragazzi e un fantasma

Seconda giornata

Al mattino, dopo un’abbondante colazione a base di biscotti, latte e cereali, peraltro  molto gradita da Matteo, che nella notte aveva perso molti sali, i quattro si misero alla ricerca del documento. 
Gioakkino li condusse in una parte appartata del castello. Lì cominciarono a bussare alle pareti nell’intento di trovare quel vano vuoto menzionato dal fantasma.
- Ecco l’ho trovato!- disse Bea- Sento del vuoto!
Il muro d’improvviso si aprì. Involontariamente la ragazza, appoggiandosi ad un davanzale della finestra, aveva fatto scattare una serie di ingranaggi che mossero la parete in avanti, lasciando libero un piccolo spazio d’accesso con una scaletta molto ripida che si immergeva nell’abisso.
- Entriamo raga, non è pericoloso, Gioakkino sta dormendo nel mio zainetto!- disse Fede.
La scala di legno era pericolante e ad ogni passo i ragazzi  sentivano uno scricchiolio sotto i piedi.
Giunti nel sotterraneo, i ragazzi notarono subito l’ambiente cupo, buio e puzzolente.
- Guardate là, in fondo alla stanza c’è una pietra!- disse Bea.
- Non è una pietra è una tomba!- esclamò Matteo.
- Ma sei sicuro?- chiese Sara.
- Certo, osservate la forma! E’ un sarcofago, vi dico!- rispose sicuro.
 Ad un tratto tutti sentirono freddo e Gioacchino produsse un suono stridulo ed assordante e… Di fronte a loro si stagliò una sagoma scura. Tutti  in quel momento pensarono  che potesse essere l'assassino del monaco Adalberto.
L'ombra aveva le sembianze di un anziano monaco, dagli occhi piccoli e strabici, piuttosto basso, grasso e con uno sguardo diabolico.
- Guai a voi se provate ad aprirlo! Se lo farete, vi accadrà qualcosa di brutto !- disse in tono perentorio il fantasma.
I ragazzi non gli diedero ascolto e si avvicinarono al sarcofago e lo scoperchiarono. Sul fondo v'era una pergamena.
D’un tratto si sentì un grido: ahhhh!!!! E poi più nulla.
- Ma è la zia!- esclamò Bea riconoscendone la voce.
I ragazzi presi dal terrore,  afferrarono la pergamena  adagiata sul fondo e salirono in fretta.
La zia era sparita!
Abbinarono subito la scomparsa alla minaccia del fantasma.- Ecco cosa voleva dire con ”Qualcosa di brutto vi accadrà!”, se l'è presa con la zia quel maledetto- disse impaurita Beatrice.
- Ora cosa facciamo?- chiese Sara. La domanda cadde nel vuoto!
I ragazzi provarono a leggere  il documento. Era indecifrabile!
- Nascondiamolo nel camino- propose Federica e gli amici acconsentirono.
S'era fatto ormai  buio, e non restava  altro che aspettare che il fantasma buono riapparisse loro con qualche indicazione utile per salvare la zia. 
Si diressero così nelle loro stanze. Quella notte i ragazzi non riuscirono a prendere sonno.
A mezzanotte, il  monaco Adalberto apparve, ma questa volta la prescelta fu Beatrice.
- Avete fatto un buon lavoro- le disse il fantasma - Ma ora dovete correre  a salvare la vostra cara zia che si trova in pericolo.
- Ma come?-  chiese Bea intimorita .
- Capirete da soli all'alba come fare! 
Dopo aver detto ciò il monaco sparì, dissolvendosi piano, senza lasciare alcuna traccia.
Bea corse subito dagli altri.
- Dai, ragazze, svegliatevi! Dai su!- disse la ragazza ancora emotivamente provata. 
-  Ma cosa è successo, Bea?- chiese Federica, che con un balzo si era messa ritta sul letto.
- Mi è appena apparso il fantasma e mi ha riferito che la zia è in pericolo e che noi dobbiamo accorrere a salvarla. Non mi ha detto di più. Anzi, per la verità, mi ha detto che  scopriremo all'alba da soli come procedere… e non so proprio cosa intendesse dire di preciso con questa  frase sibillina -.
- Allora ragazze- aggiunse Matteo con tono deciso- domani bisognerà svegliarsi presto per risolvere il mistero della sparizione.
Accordatisi  sull'ora, un po’ inquieti per la sorte della zia, i ragazzi tornarono a letto e si addormentarono.

 

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