La sindrome
respiratoria acuta grave, denominata SARS (Severe Acute Respiratory
Sindrome) è una malattia che colpisce i polmoni, la cui causa è ancora
sconosciuta, che si è sviluppata di recente in alcune zone dell'Asia, per
giungere poi fino in Europa e Nord America.
E' noto che il primo caso si è verificato il 26 febbraio 2003, quando un
uomo è stato ricoverato in un Ospedale ad Hanoi (Vietnam), con febbre alta,
tosse, dolori muscolari e lieve mal di gola. Nei giorni successivi al
ricovero, ha sviluppato anche crescenti difficoltà respiratorie e la
necessità di respirazione assistita. Gli esami di laboratorio hanno
dimostrato un importante calo di piastrine nel sangue e, nonostante le
immediate cure, il paziente è deceduto.
In alcuni casi i sintomi respiratori si manifestano sin dal primo insorgere
della malattia e, dopo un primo periodo di tempo che varia dai tre a sette
giorni, la malattia progredisce con tosse asciutta. Il periodo di
incubazione della SARS è vario e comunque piuttosto breve, tra i due e i
sette giorni, anche se, in alcuni casi isolati, può raggiungere i dieci
giorni.
La malattia ha contagiato più di 7.000 persone e ha fatto più di 600 vittime
tra cui anche il suo scopritore: Carlo Urbani, medico dell'associazione
"Medici senza frontiere".
Le ricerche sull'effettivo responsabile della malattia sono freneticamente
in corso. I medici cinesi sostengono che sia un batterio, la Chlamydia, in
coppia con un virus (coronavirus) responsabile dell'epidemia. I coronavirus
sono un gruppo di virus che hanno un aspetto simile ad una corona (da cui il
nome) gli stessi che causano leggere malattie alla parte alta del sistema
respiratorio (naso, gola). Dall'analisi di laboratorio è stato dimostrato
che il coronavirus era presente in una varietà di campioni clinici prelevati
dai malati di SARS.
Questo tipo di coronavirus, pur appartenendo alla famiglia, differisce però
dagli altri precedentemente identificati: è un virus tondo, dall'involucro
esterno escono delle protuberanze come dei piedini che servono ad agganciare
la cellula per inserire il DNA del virus all'interno di essa e
schiavizzarla. Una volta infettata una persona, il virus si riproduce
incontrollatamente e la riproduzione è permessa da una proteina: gli
scienziati sostengono che bloccando l'azione della proteina in questione si
riuscirebbe a bloccare la riproduzione del virus.
I danni che il corpo subisce però non sono solo provocati dal virus: in
risposta al virus il sistema immunitario reagisce esageratamente e una
proteina (citokina) rende permeabili i vasi sanguigni provocando così la
trasudazione dai vasi dei polmoni agli alveoli.
La comparsa della malattia è piuttosto recente, pertanto è difficile
individuare con esattezza come avviene il contagio, ciò che si è osservato è
che le persone a stretto contatto con i pazienti, medici e familiari
prossimi, hanno sviluppato la stessa patologia; si ritiene perciò che il
contatto stretto con i malati e con le loro secrezioni respiratorie o fluidi
corporei siano causa di probabile contagio.
Sono state ipotizzate anche altre modalità di trasmissione: si sta prendendo
in considerazione l'eventualità che le secrezioni contenente l'agente
causale possono entrare in sistemi comuni che collegano le stanze o gli
appartamenti.
La SARS non è di per sé una malattia altamente contagiosa, ma si è diffusa
rapidamente a causa della velocità degli spostamenti internazionali,
pertanto le persone che si recano nelle zone colpite dal contagio, dovrebbero
essere informate dei sintomi principali della SARS e sulla necessità di
avvisare immediatamente l'Autorità Sanitaria di una eventuale comparsa di
sintomi noti quali febbre alta, tosse e/o difficoltà respiratorie, durante
il loro viaggio di ritorno o al ritorno a casa. Ad ogni modo, la
consapevolezza dell’esistenza della malattia è ora molto alta nel mondo
intero.
Maria Giovanna Aceti, Lorenzo Carnevale,
Valeria Mattia, Valentina Mattiocco