L'ANGOLO DELLE FIABE

Per la serie "Giochiamo a trasformare le fiabe"

IL BRUTTO ANATROCCOLO

di Mario Picano, classe I sez. D

C'era una volta un laghetto, dove tutti gli animali erano tranquilli e pacifici. Qui abitava una famiglia di anatre composta da mamma anatra e da 5 piccoli anatroccoli. I piccini giocavano allegramente, ma ce n'era uno che restava in disparte. Esso aveva un grande difetto: era completamente nero.

L'anatroccolo si vergognava del suo colore e perciò usciva solamente di sera, quando gli altri animali dormivano. Mamma anatra era preoccupata per il suo figliolo e non sapeva come risolvere il problema. Decise allora di andare dal saggio Re del Laghetto, per chiedere un consiglio. Arrivata al cospetto del grande Re Gallo, con poche ma efficaci parole, gli spiegò il dramma che l'affliggeva.

Il Re, dopo aver pensato a lungo, rispose:

"Chiederò un parere ai miei consiglieri e domani le riferirò ciò che abbiamo deciso."

Mamma anatra, riacquistando un po' di coraggio, si diresse verso casa. L'indomani il re si recò nell'abitazione dell'anatroccolo e,appena lo vide,esclamò:

"E' proprio come sospettavo. Tu sei la prova che la leggenda è vera!"

Il piccolo incuriosito domandò:

"Quale leggenda? Di cosa sta parlando?"

Il re gallo continuò: "Tanti anni fa regnava in questo lago un mio antenato, anch'egli a suo tempo re.In quel tempo però, in questo luogo, non regnava la pace e la tranquillità che ora noi conosciamo. La zona era totalmente in mano alle faine che in breve tempo resero schiavi tuttti gli abitanti. Il re non sapeva proprio come fare per togliere dalla schiavitù i suoi sudditi, compì così un lungo viaggio per cercare qualcuno che lo potesse aiutare. Dopo mesi e mesi di faticosa ricerca sentì parlare di un anatroccolo molto potente,re del lago del nord. Lo cercò, lo trovò e quando gli fu davanti si chinò raccontandogli brevemente ciò che stava accadendo nel suo reame. Re anatroccolo lo ascoltò, decise di aiutare re gallo e insieme ripresero il viaggio di ritorno al villaggio. Arrivarono a notte fonda per non essere visti dalle faine e il re anatroccolo cominciò a pensare al suo piano. Re anatroccolo era dotato di grandi poteri e aveva la facoltà di trasformarsi in qualsiasi cosa volesse. Per fare ciò gli occorreva solo agire in una notte di luna piena. Guardò su nel cielo e vide che la luna era solo uno spicchio e occorreva aspettare. La magica notte finalmente arrivò:la luna piena brillava alta nel cielo. A notte fonda re anatroccolo guardò la luna per alcuni istanti e si trasformò in un'anatra talmente grande che terrorizzò le faine, a tal punto che fuggirono veloci.Devi sapere, piccolo amico mio, che re anatra per rendersi più mostruoso cambiò il suo colore e divenne nero come la pece. Però non andò tutto per il verso giusto. Il re delle faine, prima di fuggire, lanciò una maledizione:ogni mille anni sarebbe nato un anatroccolo nero che avrebbe sofferto la solitudine."

Re gallo disse alla piccola anatra:

"Sei tu dunque il brutto anatroccolo. Non disperare però,ho creato una pozione capace di mutare il colore delle piume. Tornerò tra una settimana e tu diventerai finalmente giallo."

Detto questo il re se ne andò. Nei giorni che seguirono l'antica leggenda si diffuse tra gli abitanti del laghetto. L'anatroccolo divenne celebre e tutti gli animaletti gli fecero visita. Il piccolo animale ora giocava felicemente con i suoi amici: era finalmente uguale agli altri! Una sera a casa dell'anatroccolo, si sentì bussare alla porta e mamma anatra aprì. Era il re gallo. Egli salutò la signora e, rivolgendosi al piccolo, esclamò:

"Ecco il magico filtro! Dai bevilo!"

Il piccolo anatroccolo prontamente ribattè:

"No grazie. Non desidero cambiare colore. In fondo è bello essere diversi."

 

Per la serie "Giochiamo a inventare le fiabe"

LA PRIMAVERA

di Greta Bianchini, classe I sez. D

Molto tempo fa, c'era un paese che si chiamava Ricordello. Era un paese davvero molto strano, dove le stagioni sembrava non arrivassero mai.

Gli abitanti di questo paese aspettavano con ansia la primavera e non solo, anche qualche timido animaletto che si sforzava di risvegliarsi, ma non ci riusciva. Nel bosco qualcuno aveva acceso il fuoco: il fumo che saliva rendeva il cielo grigio. Qualcuno degli abitanti di Ricordello vedendo quel fumo si avvicinò, ma all'mprovviso si spaventò perché quel fumo veniva da una pentola che conteneva neve.

Nella pentola la neve scoppiettava e di giorno in giorno si faceva sempre più densa, disperdeva vapore raffreddandosi, mentre il fuoco si consumava. Gli abitanti preoccupati e non avendo più cibo si chiedevano il perché del ritardo della primavera. In realtà la pentola era maledetta da una fattucchiera che era la coordinatrice dell'inverno.

Per fortuna, una mattina, molto strana per tutti, il cielo incominciò ad aprirsi e gli abitanti meravigliati erano affacciati alle finestre per guardare il cielo che piano piano tra le nuvole grigie fece apparire finalmente il sole! Ecco, all�orizzonte dietro l�arcobaleno "la fata Primavera".

Era veramente bella, aveva gli occhi azzurri e i boccoli biondi e indossava un vestito celeste di seta, pronta a riportare serenità a Ricordello, si chiamava "Madre Natura". Ma non fece in tempo, perché le venne incontro presuntuoso, gelido e pieno di cattiveria Malibù, l�inverno, indossava un vestito grigio e i suoi capelli erano all�insù, contornati da tuoni, lampi e neve. Madre Natura si fece avanti, coraggiosa e disse:

"Cosa ci fai qui! Non sei più degno di rimanere, questa è la mia stagione e tu non me la potrai portar via!"

Ma Malibù rispose:

"Io sono ancora forte!"

Madre Natura stanca delle parole di Malibù lanciò la sua corolla magica di fiori e l'inverno piano piano scomparve e con lui anche la strega. Così la neve dopo un paio di giorni scomparve del tutto, il ruscello ricominciò a scorrere, i fiori sembravano danzare al ritmo del cinguettio degli uccelli. Tutti erano felici, gli alberi si riempirono di fiori, la vegetazione tornò a riempire le case degli abitanti e il sole era più splendente che mai. Tutti gli animaletti si risvegliarono e felicissimi tornarono a vivere la vita di ogni giorno. Uno scoiattolo rivolgendosi alla primavera disse:

"Finalmente sei tornata a far splendere le nostre tane!"

L�uccellino rispose:

"Che bello, potrò così tornare a cantare liberamente!"

Una tartaruga replicò:

"Sapevo che saresti arrivata, siamo fieri di te!".

Quella sera nel paese tutti festeggiarono l'arrivo della primavera con balli, canti e dolci.

E Ricordello ricordò sempre questo memorabile giorno in cui il sole splendeva più che mai!!

In questo numero

Conoscere la Sindrome Cri du chat

 

L'Orienteering

 

SARS, nuovo nemico invisibile

 

Lo strano virus della polmonite killer

 

Pitagora, il più misterioso dei matematici

 

Noi vogliamo la pace

 

L'angolo delle fiabe

 

L'angolo della poesia

 

 

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