Intervista immaginaria a Rita Levi
Montalcini
Professoressa Montalcini, il sistema nervoso dell’uomo può essere considerato una “normale”evoluzione di quello degli animali più vicini a noi? Il sistema nervoso dei vertebrati, e cioè di quelle specie animali suddivise nelle 5 classi: Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi è organizzato in base a uno stesso piano strutturale, ben riconoscibile in tutte le specie nelle prime fasi dello stato embrionale. In tutti i vertebrati, da quelli di origine più remota quali i Pesci, a quelle di più recente comparsa, i Mammiferi, le cellule nervose deputate alla recezione degli stimoli dagli organi di senso e dai visceri, o preposte all’esecuzione di atti motori, o interposte tra le prime e le seconde, non presentano differenze sostanziali né nelle caratteristiche morfologiche e funzionali, né nel piano strutturale dell’asse cerebro-spinale. Qual è la sostanziale differenza del sistema nervoso tra le varie classi di vertebrati? Le differenze importanti sussistono invece per quanto riguarda il volume della massa encefalica dai Pesci ai Mammiferi, differenze da attribuire essenzialmente all’enorme aumento in volume delle strutture nervose derivate dal proencefalo, che nei Mammiferi danno origine ai due emisferi celebrali. Ci sorge spontanea una domanda: c’è un rapporto tra intelligenza e il numero di neuroni? Perché solo i mammiferi hanno il cervello con le circonvoluzioni? Alcuni studi comportamentali stanno tentando di definire il rapporto tra intelligenza e il numero dei neuroni. I mammiferi hanno le circonvoluzioni semplicemente perché sono più evoluti. La nostra evoluzione è stata lineare nel tempo? Se si, ci sarà una specie più evoluta di noi in futuro? Si è ritenuto, sino al passato decennio, che il volume del cervello e le capacità intellettuali fossero andate incontro a un parallelo a un progressivo aumento lineare. Fu soltanto in questo ultimo decennio che s’impose una revisione di questo punto di vista informato a un principio teleologico che vede nelle alte capacità intellettuali della specie umana l’obiettivo ultimo dell’evoluzione della specie animale. Allora in quale modo ci siamo evoluti e per quale motivo? Le nostre capacità si sono evolute alla pari o in modo diverso? All’ipotesi della evoluzione lineare progressiva, si è sostituita una a rami: le aree del cervello si sono evolute in modo diverso in tutte le specie. Probabilmente la nostra evoluzione è stata una conseguenza diretta dell’acquisizione del linguaggio, che ci ha permesso di comunicare tra noi. Perché si pensa che il linguaggio abbia determinato la nostra evoluzione? Sono state formulate delle ipotesi? Le ipotesi sono tre: 1) Lo sviluppo della facoltà linguistica è la conseguenza del fatto che la specie umana è più intelligente delle altre specie. 2) Il cervello umano non differisce sostanzialmente da quello dei vertebrati, ma possiede un meccanismo o un insieme di meccanismi che gli conferiscono la capacità di comunicare con la parola. 3) L’uomo non differisce dagli altri vertebrati soltanto per le capacità linguistiche, ma anche nel possesso di altri sistemi celebrali non direttamente connessi con quello del linguaggio. Scartata le prima ipotesi, rimangono la seconda e la terza che riconoscono il ruolo fondamentale del linguaggio nel determinare la differenza qualitativa dell’intelligenza umana da quella di altri vertebrati. Come ha agito l’evoluzione su di noi? Perché alcune nostre capacità non sono sviluppate più degli altri vertebrati? “L’evoluzione”, scrive Salvador Luria, “non agisce ai fini di perfezionare determinate funzioni, ma i meccanismi evolutivi sfruttano condizioni preesistenti. Queste a loro volta agiscono come un moltiplicatore degli effetti determinati dall’integrazione di nuove componenti genetiche, allo stesso modo come una struttura economica già operante incrementa il potenziale di nuovi capitali aggiunti.” Lorenzo Carnevale e Fernando Cataldi (corso D) |
In questo numeroAnche le api conoscono la Geometria Con il pianoforte a lezione di musica e fisica Intervista immaginaria a Rita Levi Montalcini Fegato rigenerato con l'ossigeno Le missioni spaziali dalla prima esplorazione alle nuove tecnologie
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