ANCHE LE API CONOSCONO LA GEOMETRIA

L'esagono è la forma migliore per costruire le celle dell'alveare

Le api utilizzano la forma esagonale per costruire le celle dei loro alveari. Il perché non è noto agli studiosi, ma certamente le api saprebbero tassellare il piano, cioè ricoprirlo con "mattonelle" piane in modo che esse non si sovrappongano e che non restino porzioni di piano vuote. Solamente tre figure geometriche piane, il triangolo equilatero, il quadrato e l'esagono sono candidate alla tassellatura, vediamo perché. In ogni vertice delle figure che compongono la tassellatura devono convergere angoli la cui somma sia un angolo giro. Poiché gli angoli interni dell'esagono, del quadrato e del triangolo equilatero misurano rispettivamente 120°, 90° e 60°, nel caso della tassellatura con gli esagoni in ogni vertice convergono 3 angoli per una somma complessiva di 360°, nella pavimentazione con i quadrati se ne hanno 4 e, infine con il triangolo equilatero 6. Se provassimo con il pentagono l'operazione non riuscirebbe in quanto gli angoli interni misurano 108°. Le api hanno scelto l'esagono perché possono sfruttare meglio lo spazio e lavorare più comodamente: a parità di area, l'esagono ha un perimetro minore del triangolo equilatero e del quadrato.  L'architettura esagonale, per la sua perfezione, è stata studiata da zoologi e matematici e lo scienziato Renè Antoine de Réaumur propose la forma esagonale come unità di misura per il sistema metrico decimale, che si stava affermando nel XVIII secolo.

Le api sono inoltre in grado di usare la posizione del sole come una bussola per trovare la direzione del loro alveare. Esse conoscono nei minimi dettagli la zona dove si trova l'alveare tanto da possederne una vera e propria "mappa mentale" . Le capacità di orientamento sono molto potenziate in quasi tutti gli animali che volano, ma le api hanno anche un modo molto particolare di segnalare la posizione del bottino.

L' ape operaia, infatti, una volta reperita una nuova fonte di nettare o di polline, di ritorno all’alveare, trasmette l’informazione alle altre operaie effettuando una danza con movimenti circolari: nel caso di fonte vicina (meno di cento metri) con movimenti a forma di otto, con particolari scodinzolamenti nel caso di area di bottinatura distante oltre cento metri .

Il ritmo della danza è in funzione della distanza, mentre l’angolo fra la posizione del sole indica la direzione dell’area di bottinatura. Le api hanno la capacità di percepire l’ultravioletto e la luce polarizzata, ciò facilita l’orientamento, che resta possibile anche con tempo nuvoloso.

Nell'immagine il messaggio completo di una esploratrice che indica alle altre operaie che a 400 m dall’arnia, a 60° a desta del sole c’è un bottino.

Jessica Soave e Edoardo Attardi (corso D)

Home Su Successiva

In questo numero

Notte di luna rossa

Anche le api conoscono la Geometria

Il misterioso Pianeta X

Con il pianoforte a lezione di musica e fisica

Intervista immaginaria a Rita Levi Montalcini

Fegato rigenerato con l'ossigeno

Le missioni spaziali dalla prima esplorazione alle nuove tecnologie