DAVIDE TIZZANO, CAMPIONE DI SPORT E DI FAIR PLAY

Ha ricordato che in venticin-que anni di sport agonistico ai massimi livelli, non è stato mai né espulso e né squalifi-cato. Anche quando ha conquista-to l’oro olimpico, salendo sul punto più alto del podio, nel 1988 a Seul e nel 1996 ad Atlanta non si è mai montato la testa ma – per dirla con le sue parole- “è rimasto con i piedi per terra”. Davide Tizzano, 37 anni, na-poletano, un “santantonio” di un metro e novanta, è venuto nella nostra scuola a parlarci del Fair Play, che, come sap-piamo si basa sul rispetto, sull’onestà, sull’accettazione delle regole, sull’aiutare chi è in difficoltà e via dicendo. Lo abbiamo accolto con un caloroso applauso nell’auditorium della nostra “Di Biasio” in una delle ul-time tappe del progetto Comenius. Ci ha affascinato il suo fisico imponente, certo, ma anche la sua capacità di mettersi subito in sintonia con noi, il racconto della sua esperienza di vita e di campione di canottaggio. A vederlo oggi così grosso e ro-busto non lo si crede, ma da pic-colo era gracile e malandato al punto che ai genitori i medici consigliarono a fargli fare nuoto. “Preferivo, però stare sopra l’acqua” ci confessa. Da qui il canottaggio che lo ha reso forte, sano e poi gli ha dato la gloria . Ci ha fatto vivere l’emozione che si agita nel cuore di un atleta alla vigilia di un evento agonisti-co così importante, la paura di non farcela, di deludere i tifosi, di mandare a monte ore e ore di allenamenti. “Avevi paura prima di una ga-ra?”, lo abbiamo incalzato. “Si, tanta paura perché credevo di non essere all’altezza , sentivo tutta la responsabilità su di me, ma la paura e le tensioni devono trasformarsi in armi per vincere”. Dopo la vittoria, c’è l’incredulità. “A Seul appesi la medaglia d’oro al lampadario della camera d’albergo perché, vedendola, non avessi più dubbi sulla vittoria”, confessa Davide. Tra le tante domande, gli abbia-mo posto anche questa: “Ti sei mai fermato durante una gara per soccorrere un’ avversario, pur sapendo che ciò avrebbe com-promesso il risultato?”. Si, è ac-caduto”. Nel prosieguo della risposta ar-riva per tutti noi un grande inse-gnamento: soccorrere l’avversario in difficoltà, essere altruisti, oltre che leali è una delle regole del fair play da non dimenticare mai.

Classe II D Scuola Media “Di Biasio” Cassino - Italia

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In questo numero

Davide Tizzano, campione di sport e di fair play

Fair play esiste davvero?

L’amicizia è più importante della medaglia d'oro

Il fair play nello sport

Fair play, un gioco di coscienza

La vera competizione

La posta dei lettori

TEST: sei un vero sportivo?

Gioco: le parole nascoste