LOCANA - Anche una recente
puntata della bella trasmissione televisiva di Rai3 - “Ambiente Italia”,
condotta da Beppe Novera - ha celebrato l’ottantesimo compleanno del Parco
nazionale del Gran Paradiso. Tra i partecipanti, il presidente del parco
d’Abruzzo Folco Quilici che ha riconosciuto la precedente istituzione dell’ente
protetto piemontese rispetto a quello da lui presieduto (rispettivamente
2 dicembre 1922 e primi mesi del 1923). Si è parlato della fauna
protetta, dagli stambecchi (circa tremila esemplari) e camosci (circa seimila),
dell’aquila reale, del gipeto (grande avvoltoio con apertura alare imponente
prima estinto e poi reintrodotto), della reintroduzione dei caprioli e
della presenza delle linci (grosso felino selvatico).
Solo sfiorato nella circostanza
il difficile e annoso problema del contemperamento della salvaguardia dell’ambiente
con le esigenze della popolazione locale e del turismo. In verità,
da sempre, la popolazione residente si lamenta dei vincoli e servitù
imposti dall’Ente protetto. E’ giusto che fauna e flora vengano protetti;
è altrettanto sacrosanto che gli automobilisti non abbandonino i
rifiuti dei pic-nic nei prati; è vero poi che non si possono costruire
opere imponenti come il traforo della Galisia o poderosi impianti di risalita
invernali, che striderebbero enormemente con un contesto naturalistico
ancora incontaminato.
Ma è altrettanto giusto che
l’economia locale non risulti essere troppo penalizzata dalla presenza
del Parco, che può e anzi deve diventare una risorsa di crescita
per l’intera zona. Esempi di convivenza compatibile e fruttuosa ne esistono
già: l’anello per lo sci di fondo sul lungo lago di Ceresole, la
patinoire, l’impianto di risalita di Chiapili sono risorse effettive, ma
non bastano. E’ di questi giorni la notizia che il lago di Ceresole potrebbe
diventare navigabile, ad esclusione dei natanti a motore a scoppio: Tutto
dipende dalla Giunta regionale, cui il consigliere di opposizione Giancarlo
Tappa-ro ha lanciato la proposta. Se l'amministrazione Ghigo predisporrà
gli atti normativi adeguati, il lago di Ceresole navigabile potrebbe diventare
una risorsa turistica notevole. D’altra parte, il lago è già
meta da sempre di amanti del windsurf: renderlo praticabile anche da piccole
imbarcazioni, aumenterebbe sicuramente l’offerta turistica. Per concludere,
l’ottantesimo compleanno del Parco non deve ridursi a una formale celebrazione
ma costituire un momento di riflessione su come contemperare esigenze antitetiche
ma entrambe valide.
piero valesano