Le immagini della festa in onore di
Sant'Antonio Abate
in Piazza Cavour
organizzata dall'Azione Cattolica
il 17 gennaio 2009
(foto di Giovanni Felica)
La tradizione di S.Antonio Abate:
La lampa
Ogni 17 gennaio i ragazzi, appena
tornati da scuola, cominciavano a girare per le case e chiedevano fascine
e legna per fare il falò ( in dialetto "a lampa 'e sant'antuono").
Ogni strada o rione aveva il suo falò. Si faceva a gara tra i
rioni a chi aveva la "lampa" più alta e a chi riusciva
a far bruciare il fuoco più a lungo. Di sera il falò veniva
acceso e intorno si suonava e ballava a lungo. Poi, quando ormai la
fiamma si era esaurita, i ragazzi davano prova di abilità e coraggio
saltando e scavalcando la brace. Alla fine le donne arrivavano con i
loro bracieri e portavano a casa quello che era rimasto per scaldare
le loro case con il fuoco di Sant'Antonio.
Benedizione degli animali .
Nella società contadina sopravvissuta fino agli anni sessanta,
gli animali rappresentavano un aiuto e una fonte di sussistenza insostituibile.
Quando ancora non c'erano trattori e altri macchinari i lavori più
pesanti erano fatti con l'ausilio di animali quali cavalli, asini, buoi
e la sopravvivenza derivava anche da animali da ingrasso e da cortile.
Erano una presenza quindi costante nella vita delle famiglie e per questo
la benedizione del santo doveva servire a mantenerli sani e forti perchè
potessero assolvere ai loro compiti.
Festa del perdono
Un'altra singolare tradizione legata al giorno di Sant'Antonio era la
festa del perdono. Via Cavour si riempiva di bancarelle che, oltre ad
essere la gioia dei bambini, costituivano l'occasione per i giovanotti,
che avevano qualcosa da farsi perdonare, per regalare torrone e dolci
alle fidanzate. Così Sant'Antonio e ...i dolci spesso facevano
il miracolo di far superare le gelosie e le ripicche delle ragazze e
l'armonia tornava tra le coppie un pò in crisi.