Frammenti di Storia
Questa
non ha la pretesa di essere una storia di Teverola ma il tentativo di
mettere insieme le poche notizie che gli articoli in rete ci hanno fornito.
E' comunque affascinante scoprire anche semplici tasselli di una storia
millenaria, sicuramente non contraddistinta da eventi eccezionali ma non
per questo meno importante e significativa.L'eroismo della gente umile
consiste forse nell'affronatre con coraggio la durezza della quotidianità.
Andare indietro nel tempo è come andare alla ricerca di se stessi
e quando qualcosa si trova è come trovare o riscoprire qualcosa
che si pensava di aver perso.
Purtroppo non per tutti è così. Per alcuni il passato è
qualcosa da cancellare e dimenticare, altrimenti non ci sarebbe bisogno
di andare lontano a cercare testimonianze. Esse sono lì, intorno
a noi; sono lì, sotto di noi. Basterebbe volerle cercare.
Infatti immaginiamo che non di rado le vanghe e gli aratri dei nostri
contadini abbiano risvegliato dal loro sonno millenario le genti che questi
luoghi hanno abitato prima di noi, le abbiano spogliate degli oggetti
che per tanto tempo avevano fatto loro compagnia per poi definitivamente
condannarle all'oblio.
Teverola è collocata
in quella zona della Campania denominata Terra di Lavoro. La sua storia
è ovviamente la storia di questo territorio e dei centri che lo
compongono. La scoperta, ad esempio di insediamenti preistorici nei vicini
comuni di Gricignano e Orta di Atella, fanno
desumere una presenza umana nella zona già nel III- IV millennio
a.C. Ulteriori scavi per la realizzazione della linea veloce Roma-Napoli
hanno portato alla scoperta di innumerevoli altri ritrovamenti
in tutta la zona, anche in territorio di Teverola.
Le popolazioni vivevano lungo il corso del fiume Clanio,
fiume che sicuramente scorreva anche nel territorio di Teverola. Questo
era un fiume a carattere torrentizio che spesso causava alluvioni ed inondazioni.
Per questo in seguito fu canalizzato e fatto confluire nei Regi Lagni.
I primi abitanti di cui si ha notizia sono i Liburni
dai quali deriva il nome Liburia che indicava il territorio compreso
tra Napoli e Capua, in seguito conosciuto come Campania felix, rinomato
per il clima mite e la fertlità del terreno. Successivamente questi
si unirono con gli Osci, Etruschi campani, e i Sanniti.
Qualche notizia di Teverola la ritroviamo al tempo dei Romani e precisamente
durante la dittatura di Cesare quando alcune colonie furono fondate in
Campania. Dal nome della famiglia Tuberani avrebbe
avuto origine Teverola , prima con il nome di Tuberoniola, poi Tuberoila
e Tuberola ed infine Teverola.
D'altra parte Teverola si trovava su una strada di grande importanza
durante il periodo romano, la via Consolare
Campana, strada che collegava Pozzuoli (l'antica Puteoli) a Capua
e da lì, attraverso l'Appia, a Roma . La strada si inoltrava nell'agro
Aversano dove, attraversato Lusciano, costeggiava il monastero di S. Lorenzo
(labbazia di S. Lorenzo ad Septimum, cioè al settimo miglio
della città di Capua) e arrivava a Teverola da cui poi raggiungeva
S.Maria C.V., l'antica Capua, città che all'epoca era seconda solo
a Roma. Per questa strada quindi saranno certamente transitati merci,
eserciti e personaggi illlustri che hanno
fatto la storia civile e religiosa del nostro paese.
Caduta Roma, seguirono secoli
di instabilità, contrassegnati dalle invasioni di Goti (410), Vandali
(456) e Longobardi (570). Le cose migliorarono con la conversione dei
Longobardi nel VII sec. e il fiorire del monachesimo con la fondazione
delle abbazie di S. Vincenzo al Volturno e la ricostruzione di Montecassino.
Frequenti erano anche le scorrerie dei Saraceni, che nel 841 devastarono
la stessa Capua (l'attuale S. Maria Capua Vetere) che poi fu ricostruita
lungo il Volturno nel luogo che una volta era Casilinum, l'antico porto
fluviale Romano. In questo periodo il territorio della Liburia risultava
dominato dai Longobardi di Benevento.
Nell'anno 1016 arrivarono i primi Normanni che combatterono nel 1017 contro
i Bizantini in Puglia . Poi nel 1030, il duca di Napoli, Sergio IV, offrì
loro un podere nei pressi di Aversa in cambio della
difesa della città di Napoli contro i Longobardi di Capua. Il capo
Normanno Rainulfo Drengot, accettò l'offerta e sposò la
sorella del duca Sergio IV, gettando in tal modo le prime fondamenta del
loro sviluppo che, partendo dalla Campania , cominciò a raggiungere
tutta l'Italia meridionale (Campania Felix, ottobre 1997 n.17). Sotto
il dominio normanno caddero Capua (1062) e, infine, la stessa Napoli (1139).
Nel 1050 venne istituito il vescovado di Aversa
che riuniva quelli di di Atella e Cuma. Azolino fu il primo vescovo
e la diocesi comprendeva anche il casale di Teverola con la sua chiesa
parrocchiale. Tra le numerose testimonianze lasciate dai Normanni nell'agro
aversano, oltre a quelle presenti nella stessa Aversa tra le quali spicca
il bel Duomo, è da segnalare il castello della contigua Casaluce,costruito
nel 1030 per volere di Reinulfo Drengot ed in seguito trasformato in monastero
dai monaci Celestini.
I secoli successivi portarono
nuovi signori (Angioini, Aragonesi) e la Liburia cominciò a dipendere
sempre di più da Napoli, che si avviava ad essere il centro principale
della Campania. Cambiavano i padroni ma probabilmente la vita della gente
comune rimaneva più o meno la stessa. Ai signori di turno bisognava
dare quasi tutto quello che si riusciva a produrre, tenendo per sè
solo lo stretto necessario per la sopravvivenza e chiedendo in cambio
protezione e un minimo di sicurezza.
Per secoli Teverola, come altri centri della zona, continuò ad
essere uno dei tanti casali che si susseguivano
da Napoli a Capua. Erano questi piccoli insediamenti agricoli che avevano
avuto origine dalle prime colonie romane e si erano poi lentamente trasformati
in villagi.Il casale di Teverola era nella giurisdizione di Aversa,
il centro che continuò ad esercitare la sua egemonia sul territorio
circostante, potendo vantare perfino un numero maggiore di casali della
stessa Napoli. Un casale che era sopravvissuto fino ai nostri giorni era
quello di Casignano, situato appena fuori Teverola
sulla strada che conduce a Gricignano, ma l'incuria di questi ultimi anni
ha portato al crollo quasi totale di questa preziosa testimonianza.
Con i Borboni venne iniziata
la costruzione della reggia di Caserta, che da allora ,da piccolo insediamento
collinare (l'attuale Casertavecchia), si avviò a diventare il centro
più importante di Terra di Lavoro. Nelle campagne situate nelle
immediate vicinanze di Teverola si trova un'altra opera voluta dai Borboni,
la tenuta di caccia di Carditello, che è
tuttora in un buono stato di conservazione ma risulta ancora poco valorizzato.Ma
l'opera che doveva in quel periodo segnare un radicale cambiamento nella
conformazione del territorio fu la bonifica e la canalizzazione del fiume
Clanio, opera voluta dal re Carlo di Borbone, che permise di migliorare
il controllo e la gestione delle acque. Legata a questo corso d'acqua
e poi ai Regi Lagni era la coltivazione della canapa, che veniva messa
a macerare in grandi vasche. Questa attività è stata portata
avanti per secoli ed era praticata ancora negli anni cinquanta, quando
era frequente vedere nelle aie uomini intenti alla maciullazione e i Regi
Lagni erano ancora un corso d'acqua limpida costeggiato da bei filari
di pioppi, meta anche di allegre scampagnate.
Il fiume Clanio in una mappa del seicento http://spazioweb.inwind.it/scuolaperla/scuolaperla/res/ |
La scoperta di due insediamenti del
neolitico finale (fine IV inizi III mill. a. C.) con ceramica di
facies Diana ed industria litica in selce e ossidiana nei comuni
di Gricignano (loc. Fusarello) e Orta di Atella (loc. Ponterotto),
entrambi in prossimità del fiume Clanio, distanziati solo
da 4 km, dischiude nuove prospettive alle ricerche archeologiche
in Terra di Lavoro. http://www.cib.na.cnr.it/capua/testi/ins.html
Dell'antica città di Aversa rimarrebbero alcune suppellettili della necropoli della sua zona nord, presso Teverola, qualche scritta, rilievi di animali, vasellame nonché una rete di cunicoli sotterranei, in buona parte ancora percorribili, che collegavano tra loro le varie aree sacre. http://web.tiscali.it/arte_aversa/A-Italiano/2.htm
|
Rinvenimeti
archeologici
I principali interventi della Società o dei suoi soci sono stati: -Treno alta velocità Roma-Napoli Tratto campano: Ricognizione
archeologica di superficie aree tralicci elettrodotto. Ultimo aggiornamento: 27-02-2002 |
Il comprensorio atellano si estende su una superficie non indifferente, parte in provincia di Napoli, parte in quella di Caserta. I centri che lo compongo sono i seguenti: nella provincia di Napoli - Frattamaggiore, Frattaminore, Afragola, Grumo Nevano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Arzano, Caivano, Crispano, Sant'Antimo, Cardito; nella provincia di Caserta - Sant'Arpino, Succivo, Orta di Atella, Cesa, Gricignano d'Aversa, Carinaro, Teverola, né va esclusa la stessa città di Aversa, splendida di monumenti che ricordano il prestigioso passato, ma le cui origini, prima che etrusche, sono osche ( P. Cirillo, Documenti per la città di Aversa, Napoli 1805). Quale il vincolo comune? Il ricordo dell'antica Atella, il centro urbano più importante della civiltà osca, ristrutturato poi dagli Etruschi. Quella città, posta a metà strada fra Capua e Napoli, fu, fino alla conquista romana, la scolta avanzata per la protezione del territorio dominato dagli Etruschi di fronte a quello dominato dai Greci. Per la sua posizione, Atella fu anche il fulcro di
tre civiltà. Quella primitiva, bonaria e pacifica degli Osci,
quella raffinata dei Greci, quella circonfusa di ermetico fascino
degli Etruschi. Ma aldilà del semplice ricordo della mitica
antichissima città, sul cui territorio, dopo la sua scomparsa,
sono sorte tutte le località sopra indicate, il vincolo comune
resta la lingua, una lingua che, anche dopo tutte le trasformazioni
ed i nuovi termini acquisiti nel corso dei secoli, è ancora
la nostra e lo testimoniano i tanti toponimi di derivazione osca
ampiamente presenti nel nostro idioma. http://victorian.fortunecity.com/prado/587/documenti.htm |
Secondo Plinio gli abitanti più remoti
del territorio furono i Liburni da Leuterni da cui Leboria
o Leburnia.. Un ruolo importante ma non determinante fu quello dei Greci che occuparono la fascia costiera tirrenica del territorio - quella interna era già stata in parte occupata dai Sanniti che si unirono agli Osci - ma che ben presto furono soppiantati dai Romani http://members.it.tripod.de/provinciaAversa/cecere.html |
(...) Iannelli, storiografo accurato e profondo, pensa che Giulio Cesare, dopo il suo ritorno dalla Spagna e la sua nomina a dittatore da Roma e dall'antica Capua deduceva varie colonie che, sotto la condotta dei diversi duci, andarono a fondare diversi paesi. Così dai Tuberani ebbe origine Tuberoniola, Tuberoila, Tuberola - per processo fonetico - Teverola; dai Marziani Marcianise; dai Franchi o Franchis Francolise, dagli Sparani Sparanise; dai Graziani Grazzanise; http://www.geocities.com/Athens/Styx/6527/origini.htm |
..................poco
prima di entrare in Lusciano, scorgiamo alcuni basoli sul viottolo.
E la loro forma non lascia dubbi: è lantica strada
che riaffiora! Itinerario a cura di Rosario Serafino |
Aversa fu donata in feudo nel 1030 dal conte di Napoli Sergio IV al normanno Rainulfo Drengot che, costruì il castello e le mura di cinta, ne fece la prima contea autonoma realizzata in Italia dai Normanni e nel 1038 ebbe l'investitura imperiale da Corrado II. Sede vescovile nel 1050, vi furono istituite scuole grammaticali. Attivo centro culturale, incrementò i propri commerci soprattutto dopo che i conti di Aversa divennero anche principi di Capua nel 1058. Passata nel secolo XIV sotto il dominio angioino, vi fu costruito un castello.Qui, nel 1345, fu strangolato Andrea d'Ungheria; tre anni dopo il fratello Ludovico vi fece trucidare tutti i sospetti assassini. Coinvolta nelle lotte per la conquista del trono di Napoli, cadde nelle mani di Alfonso I d'Aragona nel 1440 e nel 1529 fu assediata dagli Spagnoli che ottennero la capitolazione del marchese di Saluzzo, comandante delle truppe francesi. Ad Aversa nacquero i musicisti Niccolò Jommelli e Domenico Cimarosa. Nell'abitato sono conservati pregevoli monumenti d'arte e di storia, in buona parte risalenti al periodo normanno. Fra le opere più significative sono il duomo, eretto nel secolo XI, ricostruito nel 1145 e parzialmente rifatto nel secolo XVIII, la chiesa trecentesca di S.Maria a Piazza e quella barocca dell'Annunziata. http://www.casertaweb.com/casertaweb/dintorni.html |
Azolino fu il primo vescovo intorno al 1050, come risulta dalla Bolla di Callisto. In origine la Diocesi di Aversa, chiamata all'inizio anche Atellana per l'inglobamento dei Casali appartenenti alle diocesi di Atella e di Literno scomparse, era così costituita: AVERSA - Gricignano - Casolla - Casapozzano - Succivo - S. Elpidio - Orta d'Atella - Cesa - S. Antimo - Pomigliano - Fratta piccola - Crispano - Caivano - Pascarola -Teverola - Aprano - Casaluce - Frignano maggiore - Frignano piccolo - Ducenta - Trentola - Lusciano - Parete - Giugliano - S. Cipriano - Casal di Principe - Bosco di Vico. Ciascun Casale aveva la sua chiesa parrocchiale (o Cappellania), mentre la città di Aversa, centro giurisdizionale nonché sede Vescovile, era divisa in quattro Parrocchie: la Cattedrale (chiesa di S. Paolo), S. Giovanni Battista (in Savignano), S. Maria a Piazza e S. Giovanni Evangelista: il totale era di 30 parrocchie. http://members.it.tripod.de/provinciaAversa/diocesi.html |
Niun luogo al mondo, cantava il poeta Pugliese,
era più (16) Guill. Apul. Gesta Roberti l. v. 170 sgg. MON. GERM. Vol. IX 244. http://utenti.tripod.it/CASANDRINO/lastor.htm
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Carlo I d'Angiò, eliminati gli ultimi avanzi della dinastia sveva, affidò il blocco dei casali con Aversa al centro, ben 53 feudi, al suo fedelissimo Guglielmo Estendardo. La regina Isabella d'Aragona determinò la giurisdizione di Aversa sui casali circostanti, definì i confini con il tenimento di Capua. Carlo VIII, passando per Aversa, ove alloggiò per una notte nell'episcopio, confermò alla città la giurisdizione civile e criminale su tutti i casali circostanti. Nel 1526 all'epoca della terribile peste, Aversa risultava essere la città più popolosa di Terra di Lavoro. Da una scrittura rinvenuta nell'Archivio della città si ravvisava che fin dal 1311 sia Aversa che Napoli avevano territori separati e che da Napoli dipendevano 33 casali, mentre da Aversa 43. Il territorio aversano in base ad una rilevazione fatta in quel periodo confinava con Pozzuoli, Capua, Caserta, Acerra e Napoli e contava 38 casali laicali e 5 ecclesiastici (Nella mappa del i maggio 1772 di Vincenzo Fioravanti sono riportati gli agglomerati della giurisdizione laicale ed ecclesiastica di Aversa. Essi sono: Aprano, Caivano, Casaluce, Casal di Principe, Casalnuovo, Casapisenna, Casapuzzana, Casignano, Casolla, S. Ajton, Casolla Valenzana, Carginara, Cesa, Crispano, Ducenta, Fratta piccola, Frignano Magg., Frignano piccolo, Giugliano, Grecignano, Isola, Lusciano, Orta, Pareta, Pascarola, Pomigliano, Qualiano, 5. Antimo, 5. Arcangelo, 5. Cipriano, 5. Elpidio, 5. Marcellino, Socivo, Teverola, Teverolazzo, Trentola, Torre Villa Ariam, Vico, Zaccaria per quella laicale e Cardeto, Casandreno, Fratta Maggiore, Grumo, Nivano per quella ecclesiastica), sui quali il Governatore di Aversa esercitava la giurisdizione con la condizione di tutte le cause civili, criminali e miste, faceva riconoscere i suoi pesi e bilance, poneva l'assisa ai commestibili, esigeva gabelle ecc. A convalida di questa sua pretesa esibiva un privilegio del 1440 emesso dal re Alfonso I e un Diploma di Federico I datato il 1 settembre 1499. Leopoldo Santagata |
Casignano, Fu anch'esso un casale di natura feudale. Il bellissimo palazzo baronale di Casignano è stato abbattuto in questi anni a causa del suo deplorevole stato di abbandono. Nel 1500 contava circa 173 abitanti con diverse abitazioni sparse, si componeva di un vasto territorio che si estendeva fino ai Regi Lagni. Aveva al suo interno la chiesa intitolata a S.Martino in cui vi era un battistero del 1597, lampade in argento e diversi paramenti sacri. Le lampade in argento furono vendute nel 1630, insieme a diverse abitazioni della parrocchia, alla chiesa di S.Eufemia di Carinaro. Il battistero venne trasferito nella chiesa dello Spirito Santo ad Aversa. Ciò avvenne per la soppressione e sconsacrazione della chiesa di Casignano, avvenuta con decreto episcopale nel 1848 dall'allora vescovo di Aversa, Mons. De Lucia. http://utenti.tripod.it/taglialatela
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Carditello, graziosa frazione del comune di S. Tammaro, ubicata a circa 7,5 chilometri da Santa Maria Capua Vetere, ospita una residenza reale (una via di mezzo, in realta', tra una tenuta di caccia e una villa di campagna con azienda agricola) realizzata nel 1787 dagli artisti e dai decoratori che lavoravano presso la Reggia di Caserta. L'edificio, progettato dall'architetto Francesco Collecini, su disegno del celebre Luigi Vanvitelli, era destinato ad accogliere i Borbone, che gia' dal 1745 avevano acquistato il terreno per la costruzione di un casa di campagna destinata alla caccia. La residenza reale di Carditello è costituita da un edificio centrale, ai cui lati sono posti due corpi laterali, rientranti e meno elevati. Il piano terra accoglieva le cucine, le sale di servizio e l'armeria, mentre il salone per i ricevimenti e le camere per la famiglia reale si trovavano invece al primo piano. Il complesso di Carditello ospita oggi il Museo della civilta' contadina. La residenza reale, normalmente visitabile previa richiesta al Consorzio di bonifica della citta' di Caserta, e' attualmente chiusa perche' in fase di restauro. http://campania.esperia.it/attrazionicampania/capuaveterecarditello.htm
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