Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata
Qui non si sente altro che il caldo buono
Sto con le quattro capriole di fumo del focolare
Napoli il 26 dicembre 1916
Eterno
Tra un fiore colto e l'altro Donato l’inesprimibile nulla.
Tappeto
Ogni colore si espande e si adagia negli altri colori Per essere più solo se lo guardi.
Silenzio
Conosco una città che ogni giorno s'empie di sole e tutto è rapito in quel momento Me ne sono andato una sera Nel cuore durava il limio delle cicale Dal bastimento verniciato di bianco ho visto la mia città sparire lasciando un poco un abbraccio di lumi nell'aria torbida sospesi.
Sono una creatura
Come questa pietra del S. Michele così fredda così dura così prosciugata così refrattaria così totalmente disanimata Come questa pietra è il mio pianto che non si vede La morte si sconta vivendo.
Monotonia
Fermato a due sassi languisco sotto questa volta appannata di cielo Il groviglio dei sentieri possiede la mia cecità Nulla è più squallido di questa monotonia Una volta non sapevo ch'è una cosa qualunque perfino la consunzione serale del cielo E sulla mia terra africana calmata a un arpeggio perso nell'aria mi rinnovavo.
Nostalgia
Quando la notte è a svanire poco prima di primavera e di rado qualcuno passa Su Parigi s'addensa un oscuro colore di pianto In un canto di ponte contemplo l'illimitato silenzio di una ragazza tenue Le nostre malattie si fondono E come portati via si rimane.
Mattina
M'illumino d'immenso.
Preludio
Magica luna, tanto sei consunta che, rompendo il silenzio, poggi sui vecchi lecci dell'altura, un velo lubrico.
Per i morti della resistenza
Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce.
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