Soppiantato in questo mondo, illuso dai propri occhi, condannato dalle sue potenzialità, frustrabile, inconsistente, vigoroso, energico, l'uomo ha impiegato molti secoli per capire che posto detiene assegnato nell'universo. Egli è soltanto una minuscola forma di vita, che vive su un piccolo pianeta abitato da altre migliaia di specie, che gira intorno ad un sole anch'esso di secondo ordine ai margini di una galassia di cento miliardi di stelle, la Via Lattea. Questa galassia è a sua volta soltanto una tra un miliardo d'altre galassie dell'universo in cui abitiamo.
Con questo piccolo prologo voglio farvi capire che forse noi non possiamo definire la scienza, probabilmente è lei che definisce noi, e a tal proposito riporto una curiosità redatta da un filosofo: "Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica d'aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare"(Igor Sikorsky).
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