Il primo anno di guerra non si era concluso molto bene per l'Italia.
Tralasciando quello che combinava il Regio Esercito in Nord Africa e in Grecia, possiamo con tutta tranquillità asserire che la Marina, di cui il Regime andava tanto fiero e che aveva collocato a pieno diritto l'Italia al quinto posto tra le potenze militari del mondo e alla pari con la Francia, aveva deluso le aspettative.
Due battaglie, Punta Stilo e Capo Teulada, conclusesi con un nulla di fatto, al dì là dei bollettini di guerra di entrambe le parti, la Notte di Taranto, in cui erano state messe fuori combattimento in una notte sola ben tre navi da battaglia italiane, tra cui la nuovissima Littorio.
Qualche affondamento da parte di sommergibili o di singole unità c'era stato, ma nulla da poter annunciare alla Nazione con orgoglio e niente che mettesse in discussione la superiorità inglese. Anche l'alleato germanico premeva perché la Regia Marina venisse messa in campo in maniera più smaliziata, facendo valere tutto il peso della sua potenza.L'occasione venne data dalla presenza di traffico mercantile tra Alessandria e la Grecia, dove gli inglesi stavano trasportando forti aliquote di soldati per combattere contro gli italiani.
Pressioni furono esercitate anche dall'alleato tedesco, in vista di un suo intervento contro la Jugoslavia ed in seguito la Grecia, che presto si sarebbe concretizzato.Intanto è da notare che il 26 marzo con un attacco di barchini esplosivi italiani nella baia di Suda, a Creta, fu affondato l'incrociatore pesante York, unica nave del genere presente in Mediterraneo tra le fila degli inglesi.
Il relitto dell'incrociatore York a Suda
dopo l'attacco dei barchini esplosivi italiani
Essenziali per la buona riuscita della missione di attacco ai convogli erano considerate due condizioni : l'effetto sorpresa e la scorta aerea, resa necessaria dalla ben nota mancanza di navi portaerei, che sarebbe stata garantita, oltre che da Superaereo (la Regia Aeronautica) anche dal X C.A.T. (Corpo Aereo Tedesco), frattanto giunto sulle basi della Sicilia.
Vedremo poi come tutte queste condizioni vennero a mancare, e come nonostante ciò si volle follemente proseguire la missione, per mere motivazioni politiche.
26 marzo 1941 : la Vittorio Veneto, in
arrivo da La Spezia, manovra per ormeggiarsi al molo San Vincenzo nel porto di
Napoli
Presero parte alla puntata offensiva :
corazzata Vittorio Veneto, nave ammiraglia di Iachino
I divisione incrociatori pesanti : Fiume, Pola, Zara
III divisione incrociatori pesanti : Bolzano, Trento, Trieste
VIII divisione incrociatori leggeri : Abruzzi, Garibaldi
XIII squadriglia cacciatorpediniere : Alpino, Bersagliere, Fuciliere, Granatiere
XVI squadriglia cacciatorpediniere : Da Recco, Pessagno
IX squadriglia cacciatorpediniere : Alfieri, Carducci, Gioberti, Oriani
XII squadriglia cacciatorpediniere : Ascari, Carabiniere, Corazziere
sulle probabili rotte delle navi inglesi erano stati schierati i sommergibili di Lero :
5o gruppo sommergibili : Ambra, Ascianghi, Dagabur, Galatea, Nereide
La corazzata Warspite, nave ammiraglia
di Cunningham
Per quanto riguarda la Royal Navy, furono messe in campo :
Forza A :
corazzate : Warspite, Barham, Valiant
portaerei Formidable
14a flottiglia cacciatorpediniere : Jervis, Janus, Mohawk, Nubian
10a flottiglia cacciatorpediniere : Stuart, Greyhound, Griffin, Hotspur, Havock
Forza B :
Incrociatori leggeri : Orion, Ajax, Perth, Gloucester
2a flottiglia cacciatorpediniere : Ilex, Hasty, Hereward, Vendetta
Forza D :
cacciatorpediniere : Juno, Jaguar, Defender
I rapporti di forza, considerando comunque che non ebbro scontri tra i grossi di entrambe le parti, erano i seguenti :
ITALIA | INGHILTERRA | |
Corazzate | 1 | 3 |
Portaerei | 0 | 1 |
Incrociatori pesanti | 6 | 0 |
Incrociatori leggeri | 2 | 4 |
Cacciatorpediniere | 13 | 16 |
Si può immediatamente notare l'enorme disparità di forze tra una squadra, quella italiana, messa insieme con unità veloci e con una sola nave da battaglia, predisposta per una puntata offensiva contro il traffico mercantile, e un'altra, quella inglese, messa in campo per attaccare la formazione nemica, con ben 3 navi da battaglia, un portaerei, determinante in questo scontro, e poche unità leggere.