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Politica
in breve
Dopo un lungo alternarsi di momenti di scintillio
pubblicitario, austerità, discese in campo, rallentamenti e rincorse,
la politica prova, all'inizio del 2000, a ridefinire il rapporto
con le forme della propria rappresentazione.
La legge sulla par condicio nega la possibilità che testi brevi
audiovisivi possano essere strumenti dell'argomentare politico e
obbliga candidati ed eletti a "motivare" i propri discorsi
(le ragioni delle proprie proposte, forse, o, ancor più, le modalità
di relazione con gli elettori), lasciando vuoti sostanziali (da
riempire) nelle forme contrattuali della politica.
Da una parte i rappresentanti istituzionali cancellano gli spot;
dall'altra la testualità politica cerca di affermare e ricostituire
quei meccanismi enunciativi e relazionali brevi e promozionali che
molti, ricordando gli spot, guardano con nostalgia.
Si riscopre così la pubblicità pretelevisiva dei manifesti, si guarda
ai canali che la legge non tocca, al cinema e ad internet, e si
cercano spazi leciti del flusso televisivo, con testi lunghi nei
tempi di orologio, ma brevi nelle forme interne di organizzazione
e significazione.
L'essere audiovisivo, in senso ampio, si presenta
all'analisi come caratteristica che la politica ama e necessita,
avendone fatte proprie (senza ammetterlo) le forme di costruzione
di senso e interazione, e si offre ancora, nei modi oggi possibili,
come luogo di rappresentazione della comunità, del sentirsi collettivo,
di definizione dell'identità e di relazione con gli altri.
Allora, forse, gli spot non erano elemento corruttore della politica,
ma ne rappresentavano forme enunciative e contrattuali nuove, in
grado di qualificare l'esperienza identitaria individuale e collettiva:
non un modo nuovo di fare politica, ma di essere politici.
I testi presi in analisi
ci offrono interessanti supporti in tal senso, mostrando come attraverso
internet o la televisione (e in maniera bypartisan) siano queste
le strade formali e sostanziali percorse dalla (comunicazione) politica.
Il discorso politico si fa flusso seriale e intermittente, la politica
forma breve che avanza in un percorso di autopromozione continua,
in cui la brevità è relazionale più che temporale.
Nulla di rivoluzionario,
semplici riflessioni sulle nuove forme di partecipazione alla vita
comune, sui modi di creazione di collettivi, con la semiotica, nel
suo piccolo, che si mette alla prova per cercare di aiutare la politica
a comprendere se stessa.
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