10 luglio, una scalinata poco
fuori il campeggio, ci conduce nel centro storico di Sandomierz,
dalla terrazza del castello, una bella vista si apre sulla
Vistola. Isolato al centro della piazza del mercato, il palazzo
del municipio ed a limitarne i contorni, case d'epoca con
balconcini e finestre infiorate. Dalla piazza, una strada
acciottolata, conduce alla "Brama Opatowska" (porta di Opatow)
unica superstite della 4 che si aprivano nelle mura della città.
11 luglio, lasciata Sandomierz,
dopo un paio d'ore arriviamo a Lublino e sostiamo in un
parcheggio custodito ai margini del centro storico. Anche qui
visitiamo la parte antica della città a cui si accede attraverso
la porta di Cracovia, degna di nota la cattedrale con la
splendida sacrestia affrescata, dove si può ascoltare un effetto
acustico simile a quello dell'ossario di Austerlitz. In pratica,
due persone si mettono agli angoli opposti sulla diagonale della
grande sala rivolte verso il muro, a questo punto basterà un
lieve sussurro di una, che l'altra lo sentirà chiaramente come
se avesse l'interlocutore davanti a se al posto del muro. Nel
pomeriggio ripartiamo per Kazimierz Dolny bellissimo borgo sulla
riva destra della Vistola e sostiamo in un campeggio molto
spartano, ma dall'ospitalità davvero unica. All'imbrunire un bel
fuoco arde sotto una griglia, decidiamo di approfittarne per
cuocerci la carne, ma il buon Gregor (gestore del campeggio) ci
anticipa portandoci delle enormi e gustose salsicce con annesse
salsine e pane. La "Sbrisolona" ed il "Recioto" dei nostri amici
Federico e Luisa, chiudono una buona cena ed una splendida
giornata. 12 luglio, il premuroso
Gregor ci fa trovare del buon pane fresco. Dopo la colazione ci
incamminiamo verso il pittoresco paese che dista 1 km. Saliamo
alle rovine del castello da cui si gode una bella vista sul
borgo e sul fiume. Visitiamo la parrocchiale dei Ss Giovanni
Battista e Bartolomeo del 1325, dove è conservato uno dei più
antichi organi di Polonia risalente al 1607.
13 luglio, dopo aver pagato 70
zloti!! per 2 notti; salsicce, birra e vodka comprese, salutiamo
i nostri straordinari ospiti e partiamo alla volta di Varsavia,
che ormai dista soltanto un centinaio di km. Arrivati nella
capitale, prendiamo posto nel campeggio Rapsodia (il peggiore di
tutto il viaggio), e nel primo pomeriggio ci rechiamo in centro.
L'autobus ci porta all'inizio della Strada Reale, l'ultimo
tratto della quale, è stato inaugurato proprio oggi.
L'importante via pedonale fiancheggiata da bellissimi palazzi e
chiese, è piena di gente che passeggia. Qua e là, giovani
musicisti eseguono al pianoforte musiche di Schopin. Alla fine
del secondo conflitto mondiale, la città era quasi totalmente
distrutta. Per l'84% era stata rasa al suolo e gli abitanti, da
1.300.000 si erano ridotti ad appena 600.000. Dopo la guerra
però, Varsavia ha saputo risorgere, ricostruendo i vecchi
quartieri com'erano prima del conflitto e per farlo, si sono
serviti dei quadri dipinti nel '700 da Bernardo Bellotto nipote
del "Canaletto", dal quale anche lui prese il nomignolo. Giunti alla triangolare
piazza su cui si affaccia il castello reale, imbocchiamo una
stretta via che ci porta alla cattedrale ed alla chiesa dei
gesuiti, dietro quest'ultima, passato un arco giungiamo nella
piazzetta dei canonici e da qui alla straordinaria piazza del
mercato. Sul perimetro della piazza si affacciano edifici di
svariati stili; gotico, barocco, rinascimentale ecc. con le
facciate dipinte con bei colori pastello. Al centro della
piazza, la Sirenetta, simbolo della città. Proseguiamo la visita
passando per il barbacane e lungo le vecchie mura, finchè
stanchi ci sediamo in un ristorantino nella piazza del castello
e ceniamo. 14 luglio, purtroppo
Federico e Luisa oggi ci lasciano, per loro le vacanze sono
finite e devono rientrare in Italia. Ci salutiamo con un groppo
in gola e mentre loro fanno rotta verso Cracovia, noi
proseguiamo verso nord. Lungo la strada che porta a Bialystok,
incrociamo le indicazioni per Treblinka, e decidiamo per una
sosta e visita. Il crollo di un ponte ci costringe ad un lungo
giro in mezzo alle campagne. La strada molto stretta ha il fondo
in piastroni di cemento e bisogna andare piano per i sobbalzi.
Finalmente una stradina sulla sinistra reca l'indicazione per
Treblinka, la imbocchiamo, attraversiamo un tratto di binario
ferroviario e dopo poche centinaia di metri arriviamo
all'ingresso del campo di sterminio. Parcheggiati i camper, ci
avviamo verso il sito, delle grosse traversine di cemento
ricalcano in mezzo al bosco, il percorso del vecchio binario e
vanno a terminare presso il marciapiede ferroviario dove
venivano sbarcati i prigionieri. Da qui si entra in quello che
fu il campo vero e proprio. Una grande spianata si apre dinanzi
a noi, tutto intorno al perimetro, al limitare del bosco, 17.000
pietre grezze conficcate nel terreno, ricordano i luoghi di
provenienza delle vittime. Un monumento in pietra sorge nel
punto dov'era in funzione la camera a gas, dietro, la
ricostruzione di un'enorme pira, fa capire come venivano
bruciati i corpi. Presso il monumento, un folto gruppo di
soldati israeliani stanno commemorando i caduti, il silenzio
suonato da un trombettiere ed il canto malinconico di una
giovane ragazza ci riempie di struggente emozione.
A Treblinka sono stati assassinati 800.000
ebrei!
Alla fine della visita, ci rechiamo in un piccolo paesino
nelle vicinanze e sostiamo nel sagrato di una chiesa, per
trascorrervi la notte. 15 luglio, le campane della chiesa ci
danno la sveglia, dopo le consuete operazioni, ci rimettiamo in
viaggio alla volta di Bialystok. Arrivati in questa città,
prendiamo la strada per Suprasl e dopo l'abitato, una
deviazione con l'indicazione Ritowisko, ci porta su una strada
dal fondo sabbioso che s'inoltra in un fittissimo bosco.
Salendo lungo questa pista, arriviamo ad una rotonda, dove si
trovano alcune sculture di legno e dopo pochi km giungiamo in un
minuscolo centro abitato. Siamo ormai usciti dal folto del
bosco, e la vista può spaziare su panorami più ampi, ancora 1 km
ed entriamo nell'agriturismo di Cesar e Rita. La fattoria conta
nelle sue stalle una ventina di cavalli, tra cui alcuni
imponenti Lipizani, poi ci sono pecore e vari animali da
cortile. La sera, ceniamo nella bella e rustica sala della casa
padronale. Si socializza un po' con Cesar e le sue due figlie.
Egli, grande amante dei cavalli, è proprio un vero cow boy,
indossa stivaloni di cuoio e porta i capelli alla Bufalo Bill, La nostra ospite Rita ci prepara alcuni piatti
tipici, il fuoco arde nel caminetto e l'atmosfera è
piacevolmente rilassante. 16 luglio,
splende un bellissimo sole, nella fattoria, gli animali coi loro
versi, sollecitano i padroni alle prime cure del mattino.
Andiamo a curiosare nelle stalle, e fra la paglia scopriamo le
chiocce con tanti pulcini e le oche che covano. Un maschio per
difendere la sua oca, insegue minaccioso M. Rosa. Atmosfere
d'altri tempi.
Alle 10 arriva Ania (una delle figlie), e ci fa salire su di un
calesse tirato da una coppia di stupendi lipizani bianchi e ci
porta a fare un bel giro per i boschi. Gli alberi sono talmente
fitti che a malapena si vede il cielo ed il sole fatica a
filtrare. Il terreno è ricoperto di piante di mirtilli e
fragoline. Arriviamo alla rotonda delle statue di legno, che
ricordano gli sanguinosi scontri fra russi e polacchi
avvenuti nel passato, in questa, che per lungo tempo, fu terra
di confine. La sera, andiamo a salutare i nostri ospiti ed a
pagare il conto (50 zloti x 2 notti, 80 la cena e 40 la gita in
calesse) in tutto 58 euro!!! 17 luglio,
lasciamo l'oasi di Ritowisko per raggiungere la Masuria ovvero
la regione dei laghi. All'ora di pranzo sostiamo a Mikolajki nel
camping Wagabunda (61 zl a camper). Nel pomeriggio ci dedichiamo
alla visita della cittadina che troviamo affollatissima di
turisti. 18 luglio, un'ora di
strada fra dolci colline coperte di messi dorate ed arriviamo a
Gierloz, nei cui pressi, mimetizzata in un foltissimo bosco, c'è
la "Tana del Lupo" (Wolfsschanze), ossia il quartier generale di
Hitler dal 1941 al 1944. Vera e propria cittadella fortificata,
poteva ospitare fino a 2000 persone. Ogni gerarca nazista aveva
un suo bunker, le cui pareti di cemento armato erano spesse 6 -
8 metri ed i soffitti 10. Fu qui, che il 20 luglio 1944,
il colonnello Von Stauffenberg mise in atto il famoso attentato
al fuhrer, che purtroppo fallì. La continuazione della guerra,
costò ancora oltre 1.000.000 di vite umane. Recentemente è
uscito un film con Tom Cruise (Operazione Walchiria) che tratta
molto fedelmente l'argomento. Dopo pranzato, ci spostiamo al
Santuario di Swieta Lipka, ovvero Santuario della Madonna del
piccolo tiglio. Sostiamo nel parcheggio all'ingresso del paese
in prossimità di un piccolo cimitero, il posto è tranquillo e si
presta alla sosta notturna. A piedi raggiungiamo il Santuario,
la chiesa si presenta in forme barocche con due belle torri ai
lati. L'interno è un incanto, la volta del soffitto è affrescata
con colori delicati, l'altare a tre piani ospita l'icona della
Vergine e la figura in argento della Madonna su un tronco di
tiglio, orna una delle colonne della navata e ricorda il punto
in cui cresceva l'albero del miracolo. Sopra l'ingresso, il
grande organo del 1721 a figure mobili accompagna il canto di
una bravissima soprano. Ci sediamo e ci gustiamo il magnifico
concerto di questo inusuale organo, le cui figure di Santi,
Angeli, Putti campane e stelle, ogni qual volta la musica
raggiunge l'acme, si animano.
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