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Itinerario:
Trieste -
Slavonskj
Brod
-
Belgrado - Sofia - Koprivstica
- Monastero Trojanski -
Gabrovo - Etar - Bozenci -
Trjavna - Monastero Drjanovski -
Veliko Tarnovo - Monastero
Preobrazenski - Nicopolis ad
Istrum - Ruse (Rusenski lom) -
Madara - Varna - Nesebar -
Kazanlak - Plovdiv - Monastero
Backovski - Monastero Rozenski -
Melnik -
Volos - Kala Nera - Vergina -
Pella - Salonicco - Calcidica
- Rila (Monastero Rilski)
- Sofia - Belgrado - Catec -
Trieste
13 giugno,
al confine fra Italia e
Slovenia, ci incontriamo con i
nostri amici Grazia e Gino, per
iniziare questo nuovo viaggio,
che attraverso Slovenia, Croazia
e Serbia, ci condurrà in
Bulgaria con una puntatina in
Grecia. Il traffico sulle
autostrade slovene e croate è
scarso, arriviamo quindi a
Slavonskj Brod per nulla
affaticati. Nel paese, sostiamo
in un piccolo |
piazzale alberato, molto comodo per
trascorrervi la notte.
14 giugno, il camper di Gino ha dei problemi con le
batterie, cerchiamo un distributore per comprarne almeno una, ma
ne sono sprovvisti. Rimandiamo quindi l'acquisto e proseguiamo
il viaggio. Attraversiamo il confine con la Serbia senza alcuna
formalità, e nel primo pomeriggio arriviamo a Kalatina,
frontiera serbo-bulgara. Siamo rassegnati ad una sosta di 3 - 4
ore per le lungaggini burocratiche, invece con nostro grande
stupore, tempo 1/4 d'ora siamo in Bulgaria. L'ingresso ci è
costato 5 Euro per la disinfezione delle
ruote ed altri 13 per la vignetta che da diritto a
circolare sulle strade bulgare per 1 mese. Il primo tratto di
strada che porta a Sofia è un disastro, ma per fortuna dopo
qualche km migliora e diventa scorrevole. Giunti in città,
chiediamo ad una pattuglia della polizia l'ubicazione del
campeggio, ma ciò nonostante fatichiamo non poco a trovarlo. Il
camping si presenta piuttosto dismesso, ha visto senz'altro
tempi migliori, peccato perchè immerso com'è in un folto bosco
avrebbe tutte le potenzialità per essere bello ed accogliente.
15 giugno, con un taxi
raggiungiamo il centro nei pressi dell'università, dopo di che,
ci rechiamo a visitare la cattedrale "Aleksandar Nevski", che è
l'edificio più celebre della capitale ed il più grande tempio
ortodosso della penisola balcanica. La cattedrale fu costruita
nei primi anni del '900 per commemorare la liberazione dai
turchi da parte delle armate russe che lasciarono sul campo
oltre 200.000 caduti. Nella cripta è allestito un museo di
preziosissime icone risalenti dal XIII al XIX sec. provenienti
da tutte le regioni della Bulgaria. La chiesa è collocata al
centro di una grande piazza a sud della quale si erge l'edificio
dell'Assemblea Nazionale ed il monumento equestre dello zar di
Russia Alessandro II. Proseguiamo il nostro giro con la visita
della Chiesa Russa (Svjatoj Nikolaj), assistiamo al cambio della
guardia davanti al parlamento e ci rechiamo nei pressi
dell'hotel Sheraton dove possiamo vedere la cosiddetta "rotonda
di S.Giorgio", l'edificio più antico di Sofia. Questa
costruzione fu edificata tra il II e IV secolo, ma la sua
funzione è ancora incerta, forse fu un tempio, un mausoleo, o
ancora, una parte delle terme. Nel 447 fu gravemente danneggiato
dagli unni, ricostruito dall'imperatore Giustiniano venne usato
come tempio cristiano, infine sotto la dominazione turca ebbe
funzioni di moschea. Dietro alla rotonda, i resti della città
romana con un tratto di strada lastricata. Proseguiamo il nostro
giro giungendo in piazza "Sveta Nedelja" la quale sorge sui
resti del foro romano. Sulla piazza, che fino al 1990 era
intitolata a Lenin, si affaccia la chiesa russo-ortodossa di
Santa Nedelja, una martire del III secolo. La chiesa fu
gravemente danneggiata nel 1925 in occasione dell'attentato
subito dallo zar Boris. Comincia a piovere e ci rifugiamo in un
affollatissimo ristorante dove mettiamo alla prova la cucina
locale. Le ottime pietanze ed il prezzo irrisorio ci porteranno
spesso a mangiare nei localini tipici che troveremo lungo il
percorso in terra bulgara. 16 giugno,
si riparte destinazione la cittadina museo di Koprivstica, che
raggiungiamo dopo aver percorso strade fra bei boschi di
conifere e querce. Posteggiamo i camper in uno spiazzo vicino al
fiume alle porte del paese, il posto si presenta tranquillo ed
adatto per trascorrervi la notte. Questo tipico villaggio di
montagna fu culla del risveglio nazionale che nel 1876 sfociò
nell'insurrezione contro l'occupatore turco. Le case museo più
significative da visitare sono sei, ma tutto il villaggio è
pressochè un museo all'aperto. Fortuna vuole che entrando in una
di queste case, troviamo un folto gruppo corale che si esibisce
indossando abiti tradizionali. Finita la suggestiva esibizione e
la visita delle case, andiamo a mangiare in un simpatico
localino, tutto buono al modico prezzo di 15 lev a coppia (8,00
euro!). Torniamo ai camper e con l'aiuto di un gentile paesano,
facciamo chiamare un meccanico per sostituire le batterie del
camper di Gino, che abbiamo acquistato lungo la strada.
Un'oretta di lavoro 5 lev di spesa (2,50 euro) più altrettanti
ovviamente di mancia. Finalmente i nostri amici hanno di nuovo
la corrente e possono viaggiare tranquilli.
17 giugno, lasciata la bella
Koprivstica, ci avviamo verso la "valle delle rose" fino a
giungere all'incrocio con la strada che porta al passo Trojan ed
al monastero Trojanski. Varchiamo l'ingresso del monastero, che
nonostante la grande affluenza di persone (oggi è domenica),
riesce comunque a trasmettere un gran senso di pace e
tranquillità. Il monastero fu fondato nel XVI sec. ma più volte
devastato dai turchi, venne ricostruito nelle forme attuali nel
1821. Sulle pareti esterne della chiesa, bellissimi affreschi
riproducono scene del giudizio universale, mentre all'interno,
degne di nota sono l'iconostasi e l'icona della Vergine
proveniente dal Monte Athos. Riprendiamo la strada verso Gabrovo
nei cui pressi visitiamo il villaggio museo di Etar, quindi ci
dirigiamo a Bozenci, un villaggio nascosto nel folto di una
foresta e dal 1949 dichiarato anch'esso museo. Sostiamo in uno
spiazzo all'ingresso del paese adatto a trascorrervi la notte e
dopo aver passeggiato per le stradine dell'abitato, ci rechiamo
nella piazzetta e ceniamo in un caratteristico ristorantino.
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