Pagine livello successivo:
Richieste alle FS
Indirizzi
a cui protestare
Indirizzi
MassMedia
Info:
5 per mille
Modulo reclami fronte
(116Kb)
Modulo reclami retro
(112Kb)
Come fondare
un'associazione pendolari
Presentazione Reclami
Per scriverci:
Recapiti
associazione
| |
Problemi con le ferrovie
Ferrovie: salgono i
prezzi scendono i servizi (7/3/2004)
I peggioramenti
del nuovo orario (16/12/2003 aggiornato il 23/12/2003)
L'importanza dei
minuti (16/12/2003)
Resoconto
convegno pendolari 2004 (3/2/2004)
Perché
il biglietto FS è obbligatorio fino a Milano Centrale? (3/8/2001)
Tariffe
ferroviarie: sempre più complesse e meno economiche (19/5/2003)
La beffa dei
rimborsi sui ritardi (18/9/2003)
Come fare
abbonamenti per Milano Rogoredo meno cari (1/6/2003)
Presentazione dei reclami alle
ferrovie (24/2/2002)
Siamo sicuri che i nuovi Treni
ad Alta Frequentazione (TAF) siano meglio degli attuali? (18/2/2001)
Campagne
pubblicitarie FS: un insulto ai pendolari! (10/2/2001)
I ritardi non sono l'unico
disagio: ora mancano anche i posti a sedere (3/2/2001)
Tariffe FS più alte
del tasso d'inflazione (13/1/2001)
Vorremmo
dirigenti FS più aggiornati e attenti ai problemi dei pendolari! (2/1/2001)
Ferrovie:
Salgono i prezzi peggiorano i servizi (7/3/2004)
La pubblicazione del nuovo orario ferroviario di Trenitalia costituisce, per i viaggiatori
pendolari, il momento in cui si addensano nuove incognite sulla durata dei loro
spostamenti. Ciò è vero soprattutto in questi ultimi anni, da quando cioè Trenitalia
non riesce più a nascondere la propria vocazione ad una spregiudicata redditività, forte
della totale assenza di concorrenti (e pensare che quella delle FFSS era stata venduta ai
cittadini come unaltra delle privatizzazioni/liberalizzazioni che avrebbero dovuto
portare allabbattimento dei prezzi e al miglioramento della qualità dei servizi).
Ecco allora che la manutenzione comincia a fare acqua da tutte le
parti: si va dalle ganasce dei freni bloccate (perché non più controllate prima della
partenza) con lodore di ferodo bruciato che intossica i viaggiatori e costringe al
fermo il convoglio, alle locomotive che smettono di funzionare o addirittura vanno in
fiamme poco dopo aver lasciato la stazione di partenza, dai topi della discarica di
Tavazzano che, rosicchiando i cavi della Rete Ferroviaria, bloccano letteralmente il
traffico su rotaia lungo lasse Milano-Bologna (uno dei più importanti e trafficati
del Paese) - come candidamente ha dichiarato un dirigente di RFI nel recente convegno sul
pendolarismo piacentino - ai guasti sistematici o addirittura perenni dei tabelloni
informativi di stazioni come Milano Lambrate o Piacenza.
Sempre nellottica di massimizzare i profitti in regime di
monopolio vanno inquadrate la limitazione dellorario di apertura della biglietteria
e la chiusura degli Uffici Informazione (non ultimo quello della stazione di Piacenza).
Il confronto del nuovo orario con il precedente consente solo di vedere
i piccoli cambiamenti introdotti ogni volta, non è invece così semplice un confronto tra
orari pubblicati a distanza di anni. Questa analisi fornisce interessanti informazioni e
permette di cogliere in modo più marcato le strategie di lungo periodo messe in atto da
Trenitalia. Ovviamente non ci aiuta il sito Internet di Trenitalia che offre la
consultazione dellorario ferroviario attuale e di quelli futuri ma, astutamente, non
permette una consultazione "allindietro". Così ogni analisi è permessa
solo a chi abbia avuto la pazienza, la costanza e la possibilità di accumulare di anno in
anno gli orari in formato cartaceo. Per quanto ci è stato possibile fare riportiamo di
seguito una tabella comparativa tra i tempi di percorrenza dei treni diretti e
interregionali in fascia pendolare negli orari 2003-04 e 1997-98 per la tratta Piacenza -
Milano. E interessante notare come i tempi di percorrenza siano mediamente
peggiorati a fronte di un vertiginoso aumento delle tariffe. Una nota particolare merita
linserimento di treni Intercity in fascia pendolare serale che vanno a penalizzare
pesantemente i tempi di percorrenza dei vicini treni pendolari. Sembra quasi un caldo
invito ad utilizzare gli IC (ovviamente più cari e meno comodi da prendere) per avere
tempi di percorrenza che in passato erano tipici dei treni interregionali, come dimostra
il caso dellIR2139 o dellallora diretto D2927 che da pochi anni è stato
brillantemente declassato a regionale.
Tempi di
percorrenza di interregionali e diretti
nelle fasce orarie pendolari e costi di viaggio |
Anno |
1997-98 |
2003-04 |
Variazione |
Mattina |
|
IR 2120 (PC 6.45) |
1h |
1h |
0 |
IR 2122 (PC 7.08) |
57 |
52 |
- 5 (- 9%) |
IR 2124 (PC 8.03) |
50 |
57 |
+7 (+14%) |
Sera |
|
IR 2039 (MI 17.05) |
44 |
1h04 |
+20 (+45%) |
IR 2135 (MI 17.25) |
55 |
55 |
0 |
IR 2137 (MI 18.00) |
50 |
52 |
+2 (+4%) |
IR 2139 (MI 18.50) |
58 |
1h08 |
+10 (+17%) |
D 2927 (*) (MI 19.15) |
51 |
1h01 |
+10 (+20%) |
IR 2141 (MI 20.00) |
50 |
57 |
+7 (+14%) |
Costo abb. annuale Piacenza -
Milano |
819.000£
(per 13
mesi) |
653Euro = 1.264.000£
(per 12
mesi e validità solo da inizio mese) |
+67%
considerando le diverse durate |
(*) Ora declassato a regionale
Come si può osservare il peggioramento è stato netto e pesantissimo a
fronte di un aumento spaventoso delle tariffe pari al 67% per labbonamento da
Piacenza e comunque superiore al 32% anche considerando labbonamento da Pontenure.
Per fortuna che linflazione è ferma al 2%.
E infine da sottolineare che la modifica al regolamento delle
precedenze tra convogli, sbandierata da Trenitalia dicendo che i treni Interregionali non
avrebbero più subito i ritardi di Intercity ed Eurostar, viene periodicamente disattesa
quando i treni pendolari giunti alla stazione di Lodi restano fermi anche 10-15 minuti per
far passare gli Intercity o gli Eurostar in ritardo!
Nonostante tutto questo i signori dirigenti FS si arrampicano sugli
specchi per dimostrare che il servizio è migliorato e ci vengono a dire che i prezzi di
biglietti e abbonamenti purtroppo dovranno ancora subire aumenti: vuoi vedere che i
servizi continueranno a peggiorare? Di questo passo si arriverà prima con la bicicletta.
I
peggioramenti del nuovo orario (16/12/2003 aggiornato il 23/12/2003)
Ad ogni cambio di orario arrivano ormai solo peggioramenti per i
pendolari pendolari. Questo nonostante le ferrovie sperperino miliardi di vecchie lire in
inutili, disgustosi e vergognosi spot televisivi. La realtà è ben diversa, i tempi di
percorrenza dei treni vengono continuamente allungati per compensare i ritardi, riducendo
quindi le multe che le ferrovie devono pagare. Bell'esempio di miglioramento del servizio!
Ovviamente le modifiche sono tenute segrete fino all'ultimo per
impedire ai pendolari di attuare ogni iniziativa di protesta. Modifiche tanto segrete che
nemmeno la Regione Emilia, che paga il servizio, dice di esserne al corrente.
Ecco la lista di alcuni dei peggioramenti che siamo riusciti ad
individuare, altri potrebbero annidarsi tra le pieghe dell'orario e per questo invitiamo
tutti a segnalarci ulteriori modifiche penalizzanti.
Da Piacenza
IR2124 8.03PC - 9.00 MI Centrale (+5 minuti sul tempo
di percorrenza in barba alla Regione Emilia che paga quel treno).
R33296 7.25PC 8.34PV (+16 minuti sul tempo di
percorrenza)
Da Milano
IR2039 17.05MI Centrale - 18.09 PC (+7 minuti sul
tempo di percorrenza).
IR2135 17.25MI Centrale - 18.20 PC (+5 minuti sul
tempo di percorrenza in barba alla Regione Emilia che paga quel treno).
R2139 18.50MI Centrale - 19.58 PC (+8 minuti sul tempo
di percorrenza in barba alla Regione Emilia che paga quel treno)
Da Pavia
R 33297 16.25PV 17.29PC (+8 minuti sul tempo di
percorrenza).
R 33291 17.43PV 18.49PC (+4 minuti sul tempo di
percorrenza).
Rimaniamo sbalorditi dal vedere come i rallentamenti siano stati
imposti ad alcuni treni pagati dalla Regione Emilia senza l'avvallo dalla Regione. Per
alcuni addirittura sembra che la Regione non fosse nemmeno a conoscenza delle modifiche,
visto che nulla ci è stato detto dai tecnici dell'Agenzia Regionale dei Trasporti
Pubblici nel corso della riunione tenutasi a Bologna lo scorso 1° dicembre.
Ed intanto i nostri colleghi pendolari Piemontesi ci hanno scritto di
aver ricevuto un forte aiuto dalla loro Regione per imporre alle ferrovie il rispetto
delle richieste dei pendolari, addirittura prima dell'entrata in vigore del nuovo orario.
Come mai da noi non è avvenuta la stessa cosa? Come mai siamo sempre noi a dover subire e
poi rincorrere le assurde scelte delle ferrovie?
Come abbiamo detto siamo disposti ad unire gli sforzi con le
amministrazioni per arginare la tracotanza delle ferrovie. Ora però tocca alle
amministrazioni intraprendere delle azioni immediate e precise contro l'arroganza delle
ferrovie.
Chiediamo come minimo che venga immediatamente ripristinato l'orario ferroviario in vigore
prima del 14 dicembre.
Le migliaia di pendolari piacentini non possono più aspettare!
Invitiamo tutti a protestare contro i peggioramenti del nuovo orario ai
seguenti due indirizzi (spargete la voce):
direzione.emilia@trenitalia.it;
rapporticlienti.pax@trenitalia.it;
rapporticlienti.dtr@trenitalia.it;
rapclientela.er@trenitalia.it
e mandare la protesta per conoscenza a:
tpl@regione.emilia-romagna.it;
ass_mobilita@regione.emilia-romagna.it;
segpres@regione.emilia-romagna.it;
sindaco@comune.piacenza.it;
si può anche protestare sul sito: http://www.ferroviaer.it/contatti.html
o telefonando al numero verde del Servizio Ferroviario Regionale:
800-388988 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.00)
Ritorna all'indice
L'importanza
dei minuti (16/12/2003)
Chi non è pendolare spesso non comprende l'aggravio prodotto dagli
aumenti dei tempi di percorrenza che ogni anno vanno ad allungare il tragitto dei treno.
Per questo motivo vogliamo fare chiarezza.
Il pendolare medio che viaggia sulla linea Piacenza - Milano impiega
circa 3 ore ogni giorno per spostarsi da casa al lavoro e viceversa. Se si considera che
un normale lavoratore impiega mediamente 1 ora tra andata e ritorno, si comprende come il
pendolare bruci ogni giorno ben 2 ore in più per spostarsi. Questo equivale a 10 ore in
più a settimana (cioè oltre ad una giornata di lavoro in più) ovvero circa 480 ore in
più all'anno (cioè 20 giorni consecutivi o se si preferisce 3 mesi di ore lavorative in
più)!
Ecco allora che si comprende perché l'aggiunta anche di pochi minuti
ad un orario così pesante abbia tanta importanza. Per esempio l'aggravio di soli 5 minuti
in più al giorno (ovvero l'aumento medio prodotto da questo nuovo orario per i pendolari
piacentini che lavorano a Milano) significa la bellezza di 1200 minuti persi ogni anno in
più, ovvero 2 giorni e mezzo di ferie bruciati per compensare gli allungamenti del tempo
di percorrenza dei treni! Vi sembra poco? Se moltiplichiamo questa cifra per i 5000
pendolari piacentini ecco che il danno prodotto ogni anno diventa di 12500 giorni
lavorativi! Considerando uno stipendio medio di 100mila lire al giorno il danno per i
pendolari piacentini ammonta a ben 1250 milioni di lire all'anno o se preferite
650.000Euro!
Tutto questo per soli 5 minuti in più!
Le ferrovie ci rimborseranno mai questo denaro? Verrà il giorno
(speriamo presto) in cui chi amministra avrà il coraggio di controllare il loro operato,
e metterà fine a queste vessazioni, allora ci dovranno rimborsare di tutto.
Ritorna all'indice
Resoconto
convegno pendolari 2004 (3/2/2004)
Il giorno 31 gennaio si è tenuto presso il Palazzo Farnese di Piacenza
il convegno dal titolo "I pendolari risorsa del territorio" organizzato dalla
Camera di Commercio di Piacenza in collaborazione con il Laboratorio di Economia Locale
dell'Università Cattolica di Piacenza, il quotidiano Libertà e la nostra associazione.
Al convegno, coordinato dal Dr. Rizzuto (Direttore di Libertà), oltre alle autorità e
amministrazioni cittadine, provinciale e regionale, ai rappresentanti dell'Università
Cattolica, di Piacenza Intermodale, della società Tempi e della Polfer, ha partecipato
anche una nutrita delegazione di dirigenti e funzionari delle ferrovie (Trenitalia e Rete
Ferroviaria Italiana) sia dell'Emilia che della Lombardia.
Per i pendolari è stata un'occasione unica per poter confrontarsi con i rappresentanti FS
e a cui poter chiedere ragione degli innumerevoli disservizi.
Dopo la presentazione introduttiva tenuta dal presidente della Camera
di Commercio di Piacenza Dr. Gatti, l'Ing. Carlo Merli di Piacenza Intermodale comunica
un'importante informazione ai pendolari: sembra che di notte vi siano tantissime tracce
orarie libere che potrebbero essere utilizzate dai treni merci, queste tracce però non
vengono utilizzate e molti treni merci vengono fatti viaggiare di giorno intralciando il
traffico pendolari. Come mai ciò avviene? Perché non si sfruttano quelle tracce? Forse
per tener occupate le tracce diurne ed evitare che possano essere usate da un'eventuale
concorrenza?
Durante l'incontro vengono poi presentati i risultati dell'indagine condotta lo scorso
anno con i questionari ai pendolari. I risultati mostrano un elevato livello di
scolarizzazione dei pendolari, che mostrano un forte desiderio di venire a lavorare a
Piacenza, anche accettando una modesta riduzione dello stipendio. L'indagine ha messo
anche in risalto, se ce n'era bisogno, il disastroso giudizio sull'attuale servizio
fornito dalle ferrovie.
Le risposte delle ferrovie
Ci focalizziamo ora sulle risposte date dai dirigenti delle ferrovie,
chiamati a giustificare l'attuale disastrosa situazione. Sembra di notare che i
rappresentanti delle ferrovie (soprattutto la delegazione lombarda) utilizzino il
solito espediente dello scarica barile, evitando anche di rispondere alle domande più
impegnative, come è avvenuto per alcuni chiarimenti richiesti dalla Regione Emilia. La
risposta delle ferrovie suscita lo stupore dei partecipanti, dapprima il dirigente FS
tenta di scaricare alcune colpe sulla Regione Lombardia (unica assente), poi, quando il
rappresentante della Regione Emilia fa notare che tra le due Regioni non esistono
conflitti, il rappresentante delle ferrovie dice di prenderne atto con soddisfazione,
senza però rispondere alla domanda, tanto da indurre il coordinatore a richiedere una
risposta concreta.
Riportiamo di seguito altre chicche relative agli interventi delle
ferrovie.
Un rappresentante di Rete Ferroviaria Italiana Emilia si lamenta perché purtroppo sono i
"ritardi prossimi all'ora ad innalzare la media", altrimenti i ritardi medi
sarebbero più contenuti.
E' forse una proposta per eliminare i ritardi troppo elevati dalla statistica? Forse le
ferrovie vogliono fondare una nuova scuola di pensiero matematico, basta su "logica
FS", che toglie dalle medie i valori poco graditi?
Sempre lo stesso signore afferma che "la stazione di Piacenza è gradevole e dotata
di un'ampia sala d'aspetto". Secondo lui non esiste alcun locale (citato invece dai
pendolari) che anziché essere utilizzato come sala d'aspetto viene impiegato come
magazzino.
Invitiamo il Signore a farsi un giro alla stazione di Piacenza, saremo felici di
mostrarglielo. Inoltre il signore forse non sa (ma dovrebbe essere il suo lavoro) che la
stazione di Piacenza, fino a qualche anno fa, possedeva una bellissima ed amplissima sala
d'aspetto, costruita pochi anni prima e costata svariate centinaia di milioni dell'epoca.
Poi è arrivato il "restyling", una parola magica che invece di recuperare
quella sala d'aspetto, già pronta, ha rifatto tutto (ovviamente con spese enormi)
distruggendola e comprimendo lo spazio per l'attesa ad un bugigattolo largamente
insufficiente all'elevato numero di pendolari piacentini: si informi!
Un altro signore delle FS ha tirato fuori le solite frasi: "ci
vuole l'impegno di tutti", "dobbiamo lavorare insieme", "il servizio
in futuro migliorerà" e così via.
Un pendolare gli ha fatto notare che a promesse del genere non ci crede più nessuno.
Anche dieci anni fa le ferrovie firmarono un accordo con il Comune di Piacenza che avrebbe
dovuto garantire entro un paio d'anni treni IR cadenzati a mezz'ora e tempi di percorrenza
ridottissimi, ma ciò non è mai avvenuto. Non solo, a proposito di trasparenza e
collaborazione è stato fatto notare che le ferrovie si guardano bene dal fornire in
anticipo (come invece è previsto dal contratto di servizio) le bozze dei nuovi orari per
discuterle con le amministrazioni che pagano il servizio. Le ferrovie si comportano come
se quella fosse solo "cosa loro". Quando si tratta di decidere gli orari non
interpellano mai i pendolari o le amministrazioni piacentine come invece fanno per le
altre provincie lombarde (solo perché noi non votiamo in quella regione) e quindi
prendono tutte le decisioni sulla pelle dei pendolari piacentini, gli unici che non
possono difendere i propri diritti.
Lo stesso signore ha aggiunto che presto saranno necessari dei rincari dei prezzi di
biglietti e abbonamenti ferroviari. Uno scrosciante applauso della platea ha sottolineato
l'affermazione.
Forse quel dirigente non sa che i pendolari piacentini diretti a Milano Rogoredo e
Lambrate pagano anche per tratti che non utilizzano; inoltre devono subire stranissimi
regolamenti secondo cui Piacenza è in Lombardia quando fa comodo alle FS lombarde (cioè
per la tratta su Milano) e in Emilia quando fa comodo alle FS Emiliane (cioè per la
tratta su Bologna). In questo modo questi signori riescono far figurare che, partendo da
Piacenza, sia che si vada verso Milano, sia che si vada verso Bologna, si resta sempre
nella stessa regione! In questo modo si è obbligati a pagare le tariffe regionali,
incassate dalle stesse ferrovie regionali, che guarda caso sono molto più care delle
tariffe nazionali). Come è possibile tutto ciò? Questa storia merita davvero una lettera
al Presidente della Repubblica e a qualche trasmissione televisiva.
Dulcis in fundo la serie d chicche inanellate da quello che sembrava il
più alto in grado dei dirigenti FS Lombardia.
Il Signore parte bene, ammettendo che in effetti negli ultimi tempi il servizio è un po'
peggiorato, ma scivola subito dicendo di essere indignato di ciò.
Come, è lui a indignarsi? Sta a vedere che ora i colpevoli sono i pendolari. Ed infatti
una delle importanti cause di ritardi citate nella presentazione è il tempo che ci
mettono i viaggiatori a salire o scendere dai treni. Avete capito pendolari, è colpa
vostra se vi accalcate attorno alle poche porte che funzionano, dovete imparare ad entrare
come i fantasmi che attraversano le pareti. E poi, vedete di non stiparvi tutti su quei
pochi treni che hanno ancora una velocità superiore a quella delle tartarughe, le FS non
riescono a considerare diversi afflussi di persone per i vari treni, perché pensano che
tutti i treni forniscano un ottimo servizio.
Con un tocco esemplare di classe, e dimostrando molta sensibilità verso chi sta peggio di
noi, il dirigente invita senza mezzi termini gli aspiranti suicidi a buttarsi giù dai
ponti "come fanno qui sul Po" anziché buttarsi sotto ai treni, per non
intralciare il traffico ferroviario. Precisa comunque che quei casi di ritardo dipendono
da "fattori esterni" e quindi non vanno conteggiati nei disservizi causati dalle
FS.
Il tipo prosegue poi con un'informazione utilissima. I pendolari saranno felici di sapere
che i malfunzionamenti dei riscaldamenti sui treni sono passati dal 4,2% al 3%. Ahh
tiriamo davvero un sospiro di sollievo. Ci voleva un'iniezione di fiducia. Poi ci viene un
dubbio: non è che quelle sono le percentuali dei riscaldamenti che funzionano
correttamente? E poi, avranno considerato anche l'effetto "brezza invernale" dei
finestrini che non restano chiusi?
Per i problemi con le linee aeree dice testualmente "ehh... purtroppo siamo incappati
in una ditta che...".
Cosa avrà voluto dire? Che hanno stipulato un contratto con una ditta che usa filo
interdentale per fare le linee aeree? Oppure che giuntano i cavi di rame con il nastro
adesivo? Chissà, forse hanno appaltato il tutto ad una squadra di elettricisti? Ci
piacerebbe sapere chi è stato a firmare il contratto con quella ditta. E chi esegue le
necessarie verifiche a lavoro ultimato. Non sono le FS che verificano? Vuoi vedere che
hanno appaltato anche la verifica?
Il signore prosegue col dire che, sembrerà strano, ma hanno grossi problemi con i topi
che vivono dalle parti di Tavazzano e che si divertono a rosicchiargli i cavi. Guarda caso
lì c'è un loro importante bivio proprio in prossimità di una discarica.
Forse conveniva utilizzare cavi "resistenti ai topi". Lo avranno fatto? Sapranno
che esistono?
L'ultima affermazione è davvero ridicola, un autentico autogol. Il dirigente ammette di
non saper come risolvere l'attuale disastrosa situazione , ma si premura subito di dire
che nemmeno altri sarebbero in grado di farlo.
Come fa ad esserne così sicuro? Perché, gli suggerisce un pendolare, se ammette di non
saper fare il suo lavoro, non si dimette come dovrebbe fare qualunque dirigente in
un'azienda seria?
L'incontro è proseguito con altri interventi di pendolari, tutti
applauditi con forza dalla platea che invece commentava pesantemente alcune affermazioni
delle ferrovie. Gli interventi rimarcavano come l'attuale orario abbia portato forti
peggioramenti al servizio, tanto che una ragazza si è vista detrarre i minuti di ritardo
dalla busta paga. Perché non lasciare allora l'orario come prima? Perché si considerano
i ritardi solo nelle stazioni di arrivo e non in quelle intermedie? Come è possibile
considerare accettabile un treno che arriva con 10-15 minuti di ritardo? Perché non
considerare i ritardi anche inferiori? Perché le ferrovie, come fornitori di un servizio,
non ascoltano le richieste degli utenti, ma impongono ciò che fa comodo a loro?
E' stato anche chiesto alle amministrazioni locali di intraprendere vie legali contro le
ferrovie che, solo per i ritardi, costringono ogni anno i pendolari a bruciare decine di
migliaia di ore lavorative, con danni complessivi di diversi miliardi per i lavoratori e
per le ditte in cui lavorano.
Dal canto loro le amministrazioni, nella persona del Sindaco e
dell'Assessore ai Trasporti della Provincia, hanno dato pieno sostegno ai pendolari,
annunciando che saranno al loro fianco per eventuali azioni di protesta. L'Ing. Ginocchini
rappresentante della Regione ha chiesto chiarezza e trasparenza nei comportamenti delle
ferrovie, esigendo per tempo le bozze complete dei nuovi orari. Anche il Direttore di
Libertà Dr. Rizzuto si è schierato dalla parte dei pendolari dicendo che questi
continueranno a ricevere l'appoggio del suo quotidiano che periodicamente verificherà lo
stato di avanzamento delle promesse fatte dalle ferrovie.
In conclusione possiamo dire di essere soddisfatti di questo convegno
che ha mostrato tutto l'appoggio della città di Piacenza a noi pendolari e ha messo in
luce una grande fragilità e inadeguatezza dell'attuale sistema di governo delle ferrovie
che mostra una scarsa cognizione dei reali problemi vissuti quotidianamente dai pendolari.
Per fortuna sembra stia venendo meno quel consenso, soprattutto politico, ad una classe
dirigente che mostra di non saper risolvere i problemi reali dei viaggiatori. Auspichiamo
che chi ha il potere di decidere le nomine abbia il coraggio di inserire presto una nuova
classe dirigente fatta di persone competenti, disponibili e con la reale volontà di
risolvere i tanti problemi di noi pendolari.
Ritorna all'indice
Perché il biglietto FS è obbligatorio fino a
Milano Centrale? (3/8/2002)
Vi è un curioso regolamento delle ferrovie secondo il quale, per
alcune grandi città tra cui Milano, il biglietto deve sempre essere pagato fino alla
stazione di riferimento, che in questo caso è Milano Centrale, anche se il viaggio
termina in una stazione di periferia. Facciamo un esempio concreto: un viaggiatore che
debba andare da Piacenza a Milano Rogoredo (62Km) o a Milano Lambrate (68Km) deve comunque
acquistare il biglietto o labbonamento fino a Milano Centrale (72Km) ricadendo così
nella fascia chilometrica successiva che ovviamente costa di più. A causa di questa
ingiusta legge ogni anno le FS intascano decine di milioni di vecchie lire da migliaia di
viaggiatori piacentini che devono pagare per un servizio che non utilizzano e che non
hanno richiesto! Vi sembra giusto?
Le FS replicano che questa regola è stata sancita da un decreto ministeriale del 1980. In
quellanno forse, data la ridotta automazione delle biglietterie, poteva risultare
comodo unificare le tariffe delle tante stazioni di una città per semplificare il calcolo
del costo dei biglietti. Oggi però i biglietti vengono emessi da sistemi computerizzati e
questa regola non ha più alcun motivo di esistere. Perché allora le ferrovie non fanno
nulla per toglierla? Le FS si difendono dicendo che grazie a questa regola è anche
possibile raggiungere le stazioni più lontane, come Milano Porta Garibaldi, senza pagare
alcun sovrapprezzo. Ma per quale motivo un viaggiatore che scende in una stazione come
Rogoredo o Lambrate deve pagare un servizio che non utilizza e che non ha richiesto? Per
di più sono pochi i treni che consentono di andare oltre Milano Centrale, ma soprattutto
sono pochi i viaggiatori che hanno quest'esigenza. Sulla linea Bologna-Milano infatti, dei
viaggiatori diretti a Milano, solo una minima parte raggiunge la stazione di Milano Porta
Garibaldi, un'alta percentuale scende invece a Milano Rogoredo e Milano Lambrate.
Va detto inoltre che a Milano è possibile viaggiare tra le stazioni ferroviarie della
città anche con il solo biglietto dei mezzi pubblici (ATM). Chi ha un biglietto ATM
potrebbe quindi andare da Milano Rogoredo a Milano Centrale e viceversa senza bisogno di
avere un biglietto ferroviario, con un risparmio sul costo del biglietto o
dell'abbonamento FS. Come dicevamo però le FS si rifiutano di emettere biglietti fino a
Milano Rogoredo o Milano Lambrate ed obbligano ad acquistali con destinazione Milano
Centrale. I più sfortunati sono quei viaggiatori che scendono prima di Milano Centrale ed
utilizzano i mezzi pubblici, questi pagano ben due volte (nel biglietto FS e nel biglietto
ATM) il servizio ferroviario fino a Milano Centrale che però non utilizzano. Vi sembra
giusto?
Le ferrovie ripetono da quasi un decennio che presto arriverà l'integrazione tariffaria
che dovrebbe consentire di fare abbonamenti fino alle cosiddette "stazioni
porta". Intanto però da molti anni i viaggiatori continuano a pagare per un servizio
che non utilizzano, inoltre l'abbonamento fino alle "stazioni porta" (nel nostro
caso Milano Rogoredo) non modificherà la situazione dei viaggiatori diretti a Milano
Lambrate che saranno comunque costretti a pagare il biglietto fino a Milano Centrale.
Se avete segnalazioni da farci speditecele via mail.
Ritorna all'indice
Tariffe ferroviarie: sempre
più complesse e meno economiche (versione completa 19/5/2003)
Ci sembra che negli ultimi tempi le ferrovie si stiano sbizzarrendo a
trovare espedienti per imporre sempre più balzelli ai viaggiatori, inventando tariffe
diversificate che costringono chi viaggia a dover continuamente considerare nuovi vincoli
e cercare nuove alternative.
La responsabilità dell'attuale caos nelle tariffe ferroviarie è nato con un legge che,
qualche anno fa, ha assegnato alle regioni la competenza sul trasporto ferroviario locale.
Questa legge ha dato la facoltà ad ogni regione di definire le proprie tariffe
ferroviarie. La legge era nata per avvicinare i bisogni dei viaggiatori e delle singole
realtà locali a coloro che devono prendere decisioni in ambito ferroviario. Purtroppo
però l'effetto non è stato solo quello desiderato. Il legislatore infatti non ha
minimamente considerato la disparità di trattamento che si veniva a creare per i numerosi
viaggiatori, soprattutto pendolari, che si spostano a cavallo di più Regioni.
Il caso Piacenza
Il caso di Piacenza è un esempio eclatante anche se non è l'unico. Per Piacenza subentra
anche il fatto di trovarsi proprio sul confine della Regione. Gli appetiti di chi ha
gestito la spartizione tra regioni, hanno dato a Piacenza una posizione anomala con una
duplice identità. Se infatti si acquista un biglietto da Piacenza verso la Lombardia,
Piacenza viene considerata città lombarda e la tariffa applicata è quella lombarda. Al
contrario se si acquista un biglietto da Piacenza verso l'Emilia, Piacenza è considerata
emiliana e le tariffe sono diverse!
Questo dono dell'ubiquità sembra prodotto solo da meri interessi economici. In questo
modo infatti gli introiti dei biglietti e degli abbonamenti stipulati dalle migliaia di
pendolari piacentini diretti a Milano finiscono principalmente, guarda caso, alla
Lombardia. Se invece Piacenza fosse considerata sempre in Emilia le tariffe sarebbero più
basse perché, per tragitti a cavallo di più Regioni, si applicano le tariffe nazionali
che sono inferiori a quelle regionali, e tra l'altro non verrebbero più intascate dalle
regioni.
A causa di questo giochetto i pendolari piacentini diretti a Milano, pur di usufruire
della tariffa nazionale e risparmiare denaro rispetto alle esose tariffe lombarde, sono
costretti a stipulare l'abbonamento da Pontenure, pagando per ulteriori 10Km di percorso
che non utilizzano. Persino i pendolari di Codogno e Casalpusterlengo diretti a Milano
trovano più conveniente stipulare l'abbonamento da Pontenure che non dal proprio paese!
Qualcuno con molta fantasia ha già proposto di obbligare i pendolari a stipulare
l'abbonamento solo tra la città di residenza e quella di lavoro. Forse questa sarebbe
davvero la goccia che fa traboccare il vaso.
Come si è visto la regionalizzazione del servizio ferroviario tende a privilegiare i
servizi all'interno di ogni regione penalizzando quelli a cavallo di più regioni, perché
in quest'ultimo caso i soldi pagati dai viaggiatori finiscono in misura più ridotta se
non nulla alle regioni.
Si paga anche per tratti che non si utilizzano
La fame di soldi delle ferrovie non finisce qui. Da molti anni i pendolari diretti a
Milano sono costretti a pagare fino a Milano Centrale anche se scendono nelle stazioni
prima di Milano Rogoredo e Milano Lambrate.
Per esempio, un pendolare piacentino che scende a Rogoredo o Lambrate attualmente è
costretto a stipulare l'abbonamento da Pontenure fino a Milano Centrale per un totale di
82Km, ricadendo nella fascia chilometrica dei 90Km, con costo mensile di 55.26 Euro. Se
invece Piacenza fosse considerata, come dovrebbe, in Emilia e non fosse obbligatorio
pagare fino a Milano Centrale, il tratto sarebbe di soli 62 o 68Km, rientrando nella
fascia dei 70Km al costo di 48.55 Euro. Grazie alla regionalizzazione del servizio
ferroviario e alla legge che obbliga a pagare fino a Milano Centrale quel pendolare sborsa
quindi il 14% in più per un servizio che non utilizza! E' giusto questo?
Ci è stato detto che comunque un viaggiatore che paga fino a Milano Centrale può recarsi
allo stesso prezzo anche in una stazione più lontana come Milano Porta Garibaldi. Peccato
che i pendolari che usufruiscono di questo vantaggio siano pochissimi perché, com'è
ovvio, ognuno cerca di trovare lavoro il più vicino possibile a casa.
Resta comunque da capire perché si è obbligati a pagare un servizio che non si è
richiesto e come mai nell'era dei computer e dell'informatizzazione il percorso venga
arrotondato a fasce di 10Km. Per quale motivo non possiamo pagare per gli effettivi
chilometri che percorriamo?
Il sovrapprezzo fino a Milano Centrale dà diritto al viaggiatore di raggiungere qualsiasi
stazione ferroviaria di Milano, ma la Regione Lombardia o le ferrovie lombarde (non
abbiamo ben capito chi dei due sia stato l'ideatore) ha imposto la regola, chissà in base
a quale diritto, che per il passante ferroviario non si può utilizzare l'abbonamento da
Pontenure, ovvero quello a tariffa nazionale, ma è necessario avere quello
"lombardo". Allora per quale motivo ci costringono a pagare il sovrapprezzo per
un servizio che non abbiamo chiesto, se poi non possiamo usufruire dei diritti che questo
sovrapprezzo ci dovrebbe garantire?
Gli abbonamenti solari
Le ferrovie non si accontentano di questi ingiustificati pedaggi. Dal primo marzo 2003
anche la Regione Emilia si è adeguata approvando la sostituzione degli abbonamenti
ferroviari mensili ed annuali con quelli solari. Una brillante trovata che obbliga le
migliaia di pendolari a rinnovare l'abbonamento anche nei periodi in cui non ne hanno
bisogno, per di più senza incidere in alcun modo sul tasso d'inflazione. Il rinnovo
avviene contemporaneamente per tutti alla fine di ogni mese, come ben sanno coloro che
hanno perso il treno facendo le lunghe code in biglietteria. Le ferrovie si difendono
dicendo che non intascheranno nulla in più di prima e che l'abbonamento può essere
rinnovato anche diverse settimane prima della scadenza. Perché allora accalcarsi tutti
alla data di scadenza?
Forse chi fa questo invito non si rende conto che stipulare l'abbonamento 20 o 30 giorni
prima vuol dire pagare in anticipo un servizio che verrà utilizzato molto tempo dopo; chi
è tanto sciocco da farlo? Per di più dopo averlo acquistato in anticipo si può scoprire
che il mese successivo si deve andare a lavorare o fare un corso altrove, o ancora ci si
può ammalare, o decidere di prendersi una vacanza; perché allora spendere dei soldi in
anticipo per un servizio che non si sa se si utilizzerà?
L'altra motivazione all'introduzione dell'abbonamento solare è quella secondo cui
l'abbonamento stipulato all'inizio del mese può essere sincronizzato con quello di altri
servizi come quello per gli autobus. Ma siamo sicuri? A Piacenza l'abbonamento per gli
autobus lo si può fare da qualsiasi giorno del mese, per di più scontato se acquistato
insieme all'abbonamento ferroviario. Ora, grazie a questo vincolo sull'abbonamento
ferroviario, anche l'abbonamento degli autobus a Piacenza, per chi lo vuole scontato,
dovrà partire dall'inizio del mese con relativi disagi ed incrementi dei costi effettivi.
Ma se veramente la Regione e le ferrovie vogliono favorire i viaggiatori pendolari, se
veramente l'introduzione dell'abbonamento solare non aumenta gli introiti delle ferrovie,
per quale motivo non si sono invece trasformati gli altri abbonamenti solari facendoli
diventare liberi? Si sarebbero rispettate una volta tanto le richieste che a gran voce
giungono dai viaggiatori pendolari e dagli utenti dei servizi, come dimostrano anche le
2000 firme raccolte in poco tempo dalla nostra associazione.
Come risparmiare soldi
Per fortuna si sa "fatta la legge scoperto l'inganno". I pendolari abituati a
confrontarsi con un ambiente ostile riescono sempre a trovare qualche rimedio. A
dimostrazione che "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi" le
complicatissime regole tariffarie, studiate per spillare più soldi a chi viaggia, hanno
sempre qualche tallone d'Achille. L'esempio più eclatante è il già citato abbonamento
da Pontenure a Milano Centrale, ma esiste anche la possibilità per chi viaggia su
Rogoredo di fare un abbonamento Pontenure - Locate Triulzi che, nonostante obblighi a
pagare anche per un tratto di linea Milano - Pavia, risulta essere più conveniente che
pagare fino a Milano Centrale! Per chi volesse poi accedere alle stazioni successive di
Lambrate e Milano Centrale sembra ci sia la possibilità, per chi ne fa uso, di utilizzare
gli abbonamenti ATM.
Per qualche tempo è stato anche possibile continuare a stipulare abbonamenti a partire da
qualsiasi giorno utilizzando l'acquisto via Internet o quelli chilometrici che sul retro
riportavano l'esempio "dal 10 febbraio al 9 marzo". Ora sono diventati
rarissimi.
Come si vede la giungla delle tariffe è molto più fitta di quanto non sembri. Ogni tanto
qualcuno si fa bello parlando di "integrazione tariffaria". E' da oltre un
decennio che ne sentiamo parlare invano ed intanto il numero e gli importi delle tariffe
aumentano sempre più. Siamo sicuri poi che l'integrazione tariffaria non sia un altro
espediente per spillare più soldi ai viaggiatori?
L'ultima beffa: gli abbonamenti rateizzati
L'ultima beffa che desideriamo segnalare si riferisce agli accordi che Trenitalia, nelle
diverse regioni, stipula con alcune società per consentire il pagamento dell'abbonamento
annuale mediante una trattenuta sullo stipendio scaglionata nel tempo. Abbiamo scoperto
che questo servizio vale solo per i viaggiatori che stipulano abbonamenti all'interno di
una singola regione. Se, come per la maggioranza dei poveri viaggiatori piacentini, ci si
trova a cavallo di più regioni l'accordo decade. Nel caso dei Piacentini diretti a Milano
l'alternativa è rinunciare all'abbonamento da Pontenure e accettare quello molto più
costoso da Piacenza, vanificando però il risparmio offerto dal pagamento diluito. E se
uno viene da Fiorenzuola cosa può fare? Ci chiediamo come possa esistere una tale
disparità di trattamento tra i viaggiatori: non siamo forse tutti italiani? E allora
perché alcuni possono usufruire di facilitazioni ed altri no?
Morale
Fintanto che si continuerà ad architettare nuovi espedienti per aumentare gli incassi o
evitare ricadute sul tasso d'inflazione la vita per noi pendolari non può che diventare
sempre più complicata. Ci dicono che un giorno la concorrenza tra le diverse società
ferroviarie abbatterà i prezzi. Ci auguriamo che non accada come per le assicurazioni
auto!
Un giorno forse tutti questi supplementi, maggiorazioni, soprattasse e prenotazioni
obbligatorie verranno sostituiti da un unico biglietto. Speriamo solo che per scegliere
quel biglietto non serva la consulenza di un esperto come avviene ora per la scelta delle
tariffe telefoniche o degli abbonamenti per Milano.
Come se non bastassero i soliti problemi di ritardi, coincidenze e posti a sedere ora ci
sono anche le tariffe sempre più care e complicate. Non ci resta che sperare che qualcuno
decida presto e senza ipocrisie di considerare le persone prima del profitto.
Ritorna all'indice
La beffa
dei rimborsi sui ritardi (18/9/2003)
I rimborsi sbandierati dalle ferrovie per i ritardi sulla linea
Milano-Piacenza sono praticamente un miraggio (o magari una presa in giro) per i pendolari
piacentini, e ora spieghiamo il perché.
Quando qualche anno fa sono state separate le competenze relative al trasporto regionale,
ogni Regione ha potuto modificare le proprie tariffe a piacimento. Per uno strano caso (a
tutto vantaggio della regione Lombardia) per i pendolari diretti in Lombardia Piacenza
viene considerata città Lombarda e soggetta alle tariffe di quella regione.
E' così che un abbonamento sulla tratta Piacenza Milano è lievitato in poco tempo fino a
raggiungere le seguenti cifre:
68 Euro per il mensile
653 Euro per l'annuale
Poiché i pendolari piacentini non sono del tutto sprovveduti si sono accorti che conviene
fare l'abbonamento dal paese emiliano prima di Piacenza che è Pontenure. In questo caso
per fortuna non vale la tariffa regionale Lombarda (e ovviamente non si ha diritto ad
alcun rimborso per i ritardi), ma quella nazionale prevista per le tratte a cavallo di
più regioni, i cui prezzi sono decisamente inferiori (nonostante il tratto percorso sia
più lungo!):
55 Euro per il mensile
516 Euro per l'annuale
Questo significa che il rimborso fornito è puramente di facciata, anzi di fatto i
pendolari che utilizzano gli abbonamenti a tariffa regionale, anche nel caso in cui
ricevano i rimborsi, pagano comunque molto di più di quelli che usano a tariffa
nazionale.
Pur sostenendo il principio secondo cui ad un disagio deve corrispondere un congruo
rimborso, diffidiamo di queste iniziative che fingono di agevolare i pendolari e invece li
ingannano clamorosamente.
Come fare abbonamenti per Milano
Rogoredo meno cari (28/3/2003
aggiornato l'1/6/2003)
Ci è stato segnalato che per chi scende alla stazione di Milano
Rogoredo, e quindi non deve transitare a Lambrate o Centrale, è più conveniente
stipulare l'abbonamento tra Pontenure e Locate Triulzi via Lodi anziché tra Pontenure e
Milano. Locate Triulzi è la stazione subito dopo Rogoredo verso Pavia. In questo caso
infatti non si è costretti a pagare la tariffa fino a Milano Centrale e l'abbonamento
risulta meno caro.
Dalle informazioni che abbiamo ricevuto le tariffe (che vi invitiamo comunque a
verificare) sono le seguenti:
abbonamento mensile 52,16 Euro contro i 55,26 Euro attuali;
abbonamento annuale 487,54 Euro contro i 516,46 Euro attuali.
Ricordiamo che tale abbonamento è utile solo per chi scende a Rogoredo. E' infatti valido
solo fino alla stazione di Rogoredo e non lo si può utilizzare nel tratto tra Rogoredo e
Centrale. Molti viaggiatori ci hanno confermato che nel tratto tra Rogoredo e Centrale è
possibile utilizzare il biglietto o l'abbonamento ATM.
Ritorna all'indice
Presentazione dei
reclami alle ferrovie (24/2/2002)
Purtroppo lo sportello per l'assistenza alla clientela della stazione
di Piacenza effettua un orario di apertura inadatto per consentire ai pendolari di fare
segnalazioni e presentare lamentele. Ricordiamo però che i reclami scritti possono essere
inoltrati alle ferrovie anche presso gli sportelli delle biglietterie mediante un apposito modulo fronte (110Kb) e apposito modulo retro (110Kb) che
deve essere compilato dal reclamante e che potete scaricare dal nostro sito o ritirare in
biglietteria.
Se vi è possibile vi chiediamo di farci avere una copia di ogni vostra protesta
lasciandola nella nostra casella delle lettere o inviandocela per fax o E-mail. In questo modo l'Associazione
potrà avere una visione completa dei disservizi ferroviari e segnalare direttamente agli
organi competenti i problemi riscontrati dai viaggiatori.
Abbiamo inserito nel sito la possibilità di inviarci direttamente da
Internet i vostri messaggi con un "form"
(per il momento di prova)
Ritorna all'indice
Siamo sicuri che i
nuovi Treni ad Alta Frequentazione (TAF) siano meglio degli attuali? (18/2/2001)
Da alcuni mesi le FS hanno annunciato di aver introdotto su alcune
linee i nuovi treni ad alta frequentazione. Questi treni, a detta delle FS e di alcune
associazioni di utenti interpellate dalle FS, dovrebbero consentire un viaggio più
confortevole. Noi li abbiamo visitati ed abbiamo diverse riserve in proposito.
Il principale elemento di distinzione rispetto alle vecchie carrozze è il sistema di
condizionamento dell'aria, che d'estate dovrebbe consentire viaggi più confortevoli. Una
domanda sorge spontanea: "Cosa succederà quando il sistema di condizionamento si
guasta, o quando verrà a mancare la tensione sulla linea? Si potranno aprire i
finestrini?". Sappiamo bene che le cadute di linea capitano con una certa frequenza
sulle linee ferroviarie. Inoltre la manutenzione non è certo il fiore all'occhiello delle
ferrovie, visto che capita spesso di trovare carrozze con il riscaldamento guasto. Ebbene
i progettisti dei treni TAF hanno previsto solo sei piccolissimi finestrini (apribili
solo dal controllore) per ogni carrozza che tra l'altro è divisa su due piani. Quei
finestrini inoltre si aprono solo parzialmente, mentre tutti gli altri sono sigillati! E'
facile immaginare cosa succederà nei mesi estivi se il condizionamento si guasta: quelle
carrozze diventeranno dei forni crematori, come è già successo in passato ad alcuni
treni pendolini bloccati a causa delle cadute di linea.
Esiste poi il problema opposto, cosa succede se si guasta il controllo che regola la
temperatura ed il sistema di condizionamento si mette ad andare al massimo?
Bisognerà scegliere se prendersi una polmonite o spegnere il condizionamento e morire dal
caldo.
I problemi però non finiscono qui, i
sedili dei nuovi TAF sono poco imbottiti e molto ravvicinati, Il posto per riporre vestiti
borse e bagagli è molto ridotto e nei mesi invernali non è certo sufficiente a contenere
il cappotto e la borsa che ogni pendolare usa.
L'ultima chicca sono gli avveniristici poggiatesta progettati forse da qualche designer
molto creativo, ma senza alcuna esperienza di viaggio pendolare. Come è noto molti
pendolari fanno uso dei poggiatesta per riposare durante il viaggio. Nei nuovi treni TAF
però la forma del poggiatesta non è per nulla adatta a sostenere la testa di una persona
che riposa, per di più ogni passeggero ha a disposizione un solo poggiatesta! Chi ne fa
uso sa benissimo quanto sia comodo cambiare posizione dopo una decina di minuti per
evitare di farsi venire il torcicollo, ma con i nuovi treni TAF questo non sarà più
possibile! |
Interno treno TAF
Nuovi poggiatesta
|
A questo punto ci sentiamo di dire che i treni TAF possono forse
considerarsi un miglioramento rispetto ad alcuni treni locali sgangherati che circolano
sulle nostre linee, ma ci sembra proprio che le carrozze dei nostri vecchi treni
Interregionali, se funzionanti, non siano poi così male. Teniamocele strette!
Ritorna all'indice
Campagne
pubblicitarie FS: un insulto ai pendolari! (10/2/2001)
Tra i mesi di Novembre 2000 e Febbraio 2001 le FS hanno diffuso sulle
reti nazionali l'ennesima campagna pubblicitaria con l'intento di dare un'immagine di
efficienza che non rispecchia in alcun modo la realtà. Ancora una volta alcuni spot sono
stati solo un insulto alle migliaia di pendolari che vivono quotidianamente i disagi
dell'attuale sistema ferroviario. Uno spot ad esempio vantava il tempo di percorrenza di 1h
46 impiegato da un treno Eurostar per andare da Milano a Bologna (219Km). Con
un semplice calcolo è possibile scoprire che la velocità media con cui quel treno
"superveloce" percorre la tratta è di soli 124Km/h! Questa velocità non è per
nulla elevata e potrebbe essere garantita anche con l'impiego di un normale treno
interregionale che sarebbe senz'altro più economico (i treni interregionali possono
viaggiare fino a 160 Km/h).
Sulla linea Milano Bologna dunque, a parità di numero di fermate, ciò che fa la
differenza tra un treno Eurostar ed uno normale è la linea completamente sgombra che
viene fatta trovare allEurostar. Dato l'intenso e caotico traffico ferroviario della
Milano Bologna, la linea sgombra viene mantenuta a spese di pesanti rallentamenti degli
altri treni che, non appena costituiscono un possibile intralcio per gli Eurostar, vengono
fermati nelle stazioni per essere superati. La scelta di mantenere puntuali i treni
Eurostar causa quindi pesanti ritardi alle migliaia di viaggiatori (soprattutto pendolari)
che utilizzano quotidianamente gli altri treni. Di questo però le FS non parlano nei loro
spot pubblicitari.
Ritorna all'indice
I ritardi non sono
l'unico disagio: ora mancano anche i posti a sedere (3/2/2001)
Una costante del servizio FS sono i disagi subiti dai viaggiatori. Il
più grave rimane il perenne ritardo dei treni pendolari. I ritardi però non sono l'unica
piaga, nei mesi di novembre e dicembre 2000 sulla linea Milano Bologna è comparso un
nuovo tipo di disservizio: la sistematica chiusura di alcune carrozze, decretata, a detta
delle FS, per la sicurezza dei viaggiatori. Spieghiamo di cosa si tratta. Il regolamento
ferroviario impone che due controllori possano controllare al più 11carrozze. Sui treni
composti da 13 carrozze (come molti interregionali della Milano Bologna) ci devono quindi
essere almeno tre controllori. Spesso però succede che al treno vengano assegnati solo
due controllori (forse per risparmiare personale). A questo punto due carrozze, ovviamente
di seconda classe, vengono chiuse benché perfettamente funzionanti. La motivazione è che
in caso di necessità due soli controllori non sono in grado di intervenire prontamente su
13 carrozze, ad esempio per soccorrere un viaggiatore in caso di bisogno. Questa regola
però non tiene minimamente conto del fatto che, a causa dellalta frequentazione di
alcuni treni, capita spesso che le 11 carrozze rimanenti siano stipate a tal punto che ne
il controllore ne alcun passeggero possa spostarsi da una carrozza allaltra! Se le
FS volessero davvero la sicurezza dei viaggiatori dovrebbero sempre garantire
l'accessibilità a tutte e 13 le carrozze del treno.
Ritorna all'indice
Tariffe FS
più alte del tasso d'inflazione (13/1/2001)
Nonostante i disagi le tariffe aumentano in modo
esagerato. Labbonamento annuale Piacenza - Milano Centrale: costava 819000£ nel
luglio 1997 ed aveva validità 13 mesi, nell'ottobre 2000 il costo era di 990.000£ e la
validità era scesa a 12 mesi! Normalizzando i costi su 13 mesi (990.000£ equivalgono a
1.072.500£ per 13 mesi) si ha che l'aumento del prezzo in 3 anni e 4 mesi è stato
superiore al 30%, ben al di sopra del tasso d'inflazione.
Ancora maggiore l'aumento per l'abbonamento annuale Pontenure - Milano Centrale, a
Settembre 2000 costava 918.000£ con validità 13 mesi, dal Gennaio 2001 il prezzo è
passato a 1.000.000£ validità 12 mesi, con un aumento del 18% in tre mesi!
Quale è la ragione di questi aumenti infinitamente al di sopra del tasso di inflazione?
Perché questi aumenti vengono autorizzati? Chi li autorizza?
Vi sono poi da segnalare i paradossi creati con l'introduzione delle
tariffe regionali, quelle piacentine ne sono un esempio emblematico.
Al dicembre 2000 la situazione per i biglietti di seconda classe era la seguente: per
acquistare un biglietto Piacenza - Milano Centrale (72Km) le tariffe applicate sono quelle
lombarde, se invece il biglietto viene acquistato chiedendo Pontenure - Milano centrale
(81Km, Pontenure è la stazione prima di Piacenza arrivando da Bologna) vengono applicate
le tariffe dellEmilia ed i prezzi erano decisamente inferiori nonostante il tratto
percorso sia più lungo! Come si può vedere dalla seguente tabella le tariffe erano più
alte del 4% - 8% nonostante il tragitto sia più breve dell'11%:
Tragitto
Andata
e rit. Abb. mensile Abb. annuale
Piacenza - MI C. (72Km) £ 16.200
£ 110.000 £ 990.000
Pontenure-MI C. (81Km) £ 15.400
£ 102.000 £
954.000
A partire dal Gennaio 2001 le FS hanno cercato di eliminare il
paradosso, ovviamente aumentando i prezzi più bassi! Le nuove tariffe da Pontenure sono:
Tragitto
Andata
e rit. Abb. mensile Abb. annuale
Pontenure-MI C. (81Km) £ 16.200
£ 107.000 £
1.000.000
Il messaggio è chiaro: Non lamentatevi dei paradossi perché
altrimenti aumentiamo i prezzi!
Il paradosso però resta ancora per l'abbonamento mensile che da Piacenza costa più che
da Pontenure. Non sono riusciti ad eliminarlo probabilmente perché obbligati a non
caricare eccessivamente qualche tasso di inflazione programmata.
A questo punto una domanda sorge spontanea: come è possibile che per lo stesso treno, la
stessa tratta e con una percorrenza più breve l'abbonamento mensile lombardo sia più
alto? I costi possono essere solo inferiori e allora perché la regione Lombardia,
responsabile per le proprie tariffe, continua a mantenere i prezzi più alti? La cosa
sembra proprio una speculazione!
Nel frattempo chiunque debba fare un abbonamento Piacenza - Milano
Centrale sappia che conviene farlo partire da Pontenure anche perché può farlo partire
da qualsiasi giorno del mese anziché dall'inizio di ogni mese come avviene per
l'abbonamento Piacenza Milano - Centrale.
Ritorna all'indice
Vorremmo
dirigenti FS più aggiornati e attenti ai problemi dei pendolari! (2/1/2001)
Durante gli incontri con le FS ci capita spesso di notare
un'indifferenza della dirigenza FS nei confronti dei problemi dei pendolari, quasi come se
i problemi da noi lamentati fossero sempre gonfiati a dismisura. Poiché le FS intendono
diventare una società efficiente e dinamica, come narrano spesso i loro spot pubblicitari
riteniamo che il primo passo necessario sia quello di confrontarsi realmente con la
clientela e verificandone il reale stato di soddisfazione (ciò che i manager rampanti
chiamano "customer satisfaction".
A tale proposito proponiamo al ministero dei trasporti ed al consiglio di amministrazione
delle ferrovie un utilizzo di due nuove forme di controllo sull'operato della dirigenza
FS:
Sensibilizzazione della dirigenza. Ovvero l'obbligo per i
dirigenti di trascorrere una parte del loro tempo (ad esempio un giorno alla settimana)
sui treni, rendendosi disponibili ad un confronto "in loco" con i viaggiatori
sulle scelte da operare per migliorare il servizio.
Responsabilizzazione della dirigenza. Che consiste nel
vincolare l'andamento delle carriere alla qualità del servizio e non, come avviene ora,
per nomine politiche. Pertanto si chiede l'introduzione di un sistema di valutazione
dell'operato dei dirigenti, il cui giudizio finale tenga fortemente conto del grado di
soddisfazione della clientela.
Ritorna all'indice
|