Il mio paese   -   La mia comunità



Domenica 17/2/2019

VI del TO

Colore liturgico

Verde

Liturgia delle Ore:

II sett


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Beati i ragazzi

Beati i ragazzi che non pensano solo ai soldi ma si spendono gratuitamente in nome di Dio: Lui li accoglie a braccia aperte nella sua famiglia.
Beati i ragazzi che si accorgono di chi soffre e donano sorrisi e mani calorose: quando piangeranno Dio sarà con loro.
Beati i ragazzi teneri di cuore che non fanno i bulli e i prepotenti: sono "forti" agli occhi di Dio.
Beati i ragazzi che sono "troppo giusti" e non scendono a facili compromessi: grazie a loro Dio risanerà le ingiustizie del mondo.
Beati i ragazzi dal cuore grande che sanno perdonare non una ma cento volte: in loro si riflette la bontà di Dio.
Beati i ragazzi che sono limpidi e trasparenti come l'acqua: riflettono sempre il volto di Dio.
Beati i ragazzi che fanno spuntare fiori di pace in casa, a scuola, sui campi da gioco: tutti li riconosceranno come veri figli di Dio.
Beati i ragazzi che sanno essere fedeli nelle piccole cose di ogni giorno: ad essi Dio regala la sua infinita amicizia.

(Valerio Bocci)


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Le beatitudini

...oggi leggo le beatitudini... leggo, non predico. Le beatitudini non si predicano: non sono per gli altri. Nessuno può darle a parole. Se le predico, tutti notano che io ne sono fuori. Cristo no, lui solo parla dal di dentro di ogni beatitudine: lui povero, mite, pacifico, misericordioso, lui il percosso, il morente... Che non si possano predicare l'ho capito bene in un lontano Ognissanti, quando mi fu imposto dietro minaccia: Tu prete oggi non predicherai... E quel giorno il prete ha letto soltanto: ma nel leggere egli piangeva e gli altri piangevano. Le parole che hanno la virtù di far piangere, o di gioia o di vergogna, non si predicano...

(Primo Mazzolari)


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Beato chi

Beato chi decide di perdere: come chicco di frumento sotto terra darà abbondanti frutti.
Beato chi porge l'altra guancia: spezzerà la catena della violenza.
Beato chi non ricorre a metodi sleali per fare carriera: sarà ricompensato dalla sua virtù.
Beato chi non si scoraggia: rimarrà giovane come il suo ottimismo.
Beato chi sposa la povertà: genererà figli innamorati della vita.


(Valentino Salvoldi)

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  • Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, 
  • perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. 
  •  
  •  * * * * * * 

Beati voi


Nel Vangelo di Luca, le beatitudini si rivolgono a coloro che hanno già scelto il Signore, ai discepoli. Seguirlo significa abbandonare tutto (Lc 9,23), rinunciare agli agi (Lc 9,58), essere detestati (cf. Gv 17,14), allontanati dalle cerchie del potere, dai soldi e dall’onore (cf. Gv 16,2).
Il credente che riesce dappertutto, che riceve dal mondo ossequi e considerazione, si metta a tremare, si inquieti perché sarà inghiottito e digerito dal mondo che ama possedere (cf. Gv 15,19).
Non si tratta di demagogia né di paura della vita. Gesù non è un dotto professore di etica, né un sistematico autore di trattati di morale. La sua predicazione è una denuncia profetica: frasi corte e forti contrasti.
Le sue parole rimandano a situazioni correnti: l’abbondanza dei beni, la ricerca insaziabile del piacere, il desiderio del successo e dell’applauso,... tutte queste pretese producono la vanità (danno una falsa sicurezza), rendono orgogliosi (ci fanno credere che siamo più importanti degli altri), divinizzano (molte persone adorano coloro che posseggono e si prostrano davanti a loro), induriscono (rendono incomprensivi e privi di solidarietà), corrompono (finiscono per opprimere, credendo di farlo anche con la benedizione di Dio).
Le beatitudini ci avvertono seriamente: stabiliamoci nella verità di Gesù e cerchiamo di non sbagliarci nel momento decisivo.

Fonte: LaChiesa.it


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Preghiera

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Le beatitudini, che oggi hai proclamato, o Signore, non sono una tua espressione lirica, che può piacermi ma anche lasciarmi nel mio peccato.
Non sono nemmeno una legge, davanti alla quale resto impaurito perché mi scopro in possesso di deboli forze.
Esse sono una “lieta notizia” che scaturisce dalla incrollabile certezza della tua risurrezione, che personalmente mi coinvolge tanto da rendere possibile ciò che sembra impossibile, luminosa la mia fede, coraggiosa la mia speranza e infuocato il mio amore così da essere il lievito nuovo per un mondo annoiato e abbrutito dai suoi peccati.
Fa’, o Signore, che ogni giorno sappia cantare l’alleluia della tua risurrezione così da contribuire alla nascita di una umanità nuova, finalmente liberata dalla schiavitù opprimente del peccato.

(Averardo Dini)

Vangelo della Domenica

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In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Lc 6, 17. 20-26

 


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Si raccoglie ciò che si semina!


Un giovane ingegnere decise di impiegare un piccolo capitale in agricoltura e comprò un piccolo campo in una pianura fertile. Dal momento che non era proprio esperto di coltivazioni, decise di chiedere informazioni a un vecchio contadino che abitava nei pressi.
«Hai visto, Battistin, il mio campicello?».
«Ma certo. Confina con i miei», rispose il vecchio.
«Vorrei chiederti una cosa, Battistin: credi che il mio campicello potrebbe darmi del buon orzo?».
«Orzo? No, signore mio, non credo che questo campo possa dare orzo. Da tanti anni vivo qui e non ho mai visto orzo in questo campo».
«E mais?», insistette il giovane. «Credi che il mio campicello possa darmi del mais?».
«Mais, figliolo? Non credo che possa dare mais. Per quanto ne so, potrebbe fornire radici, cicorie, erba cipollina e meline acerbe. Ma mais no, non credo proprio».
Benché sconcertato, il giovane ingegnere replicò: «E soia? Mi potrebbe dare soia il campicello?».
«Soia, dice? Non voglio fare il menagramo, ma io non ho mai visto soia in questo campo. Al massimo, erba alta, un po' di rametti da bruciare, ombra per le mucche e qualche cespuglio di bacche, non di più».
Il giovane, stanco di ricevere sempre la stessa risposta, scrollò le spalle e disse: «Va bene, Battistin, ti ringrazio per tutto quello che mi hai detto, ma voglio fare una prova. Seminerò del buon orzo e vediamo che cosa succede!».
Il vecchio contadino alzò gli occhi e, con un sorriso malizioso, disse: «Ah, beh. Se lo semina... È tutta un'altra cosa, se lo semina!».

Oggi seminerò un sorriso, affinché la gioia cresca.
Oggi seminerò una parola di consolazione, per donare serenità.
Oggi seminerò un gesto di amore, perché l'amore domini.
Oggi seminerò una preghiera, affinché l'uomo sia più vicino a Dio.
Oggi seminerò parole e gesti di verità, per vincere la menzogna.
Oggi seminerò atti sereni, per collaborare con la pace.
Oggi seminerò un gesto pacifico, affinché i nervi saltino meno.
Oggi seminerò una buona lettura nel mio cuore, per la gioia del mio spirito.
Oggi seminerò giustizia nei miei gesti e nelle parole, affinché la verità trionfi.
Oggi seminerò un gesto di delicatezza, affinché la bontà si espanda.


Fonte: Qumran2.net