Il mio paese - La mia comunità
Domenica 16/6/2019
SS. Trinità
Colore liturgico
Liturgia delle Ore:
PRO-III Sett
O Trinità beata,
un solo Dio e un solo Signore,
non nell'unità di una sola persona
ma nella trinità di una sola sostanza.
Noi adoriamo l'unità della natura,
la trinità delle persone,
l'uguaglianza della maestà divina.
Seguire te è lasciarsi guidare dall'amore,
perché tu sei l'amore;
seguire te è uscire dalle tenebre
per passare alla luce della verità.
Fede in te è dar credito
all'esperienza di Gesù,
riconoscerlo come venuto e voluto da te.
Noi siamo tabernacolo vivente
quando ti lasciamo inabitare nel nostro cuore
e più che capire ti contempliamo
lasciandoci da te amare.
Donaci di far conoscere il tuo amore operante
nella storia degli uomini.
(Vedi vangelo: Gv 3,16-18)
(Antonio Merico, Parola Pregata)
Vorrei salire molto in alto, Signore,
sopra la mia città, sopra il mondo, sopra il tempo.
Vorrei purificare il mio sguardo e avere i tuoi occhi.
Vedrei allora l'universo, l'umanità, la storia,
come li vede il Padre.
Vorrei la bella, eterna idea d'amore del tuo Padre
che si realizza progressivamente:
tutto ricapitolare in te, le cose del cielo e della terra.
E vedrei che, oggi come ieri, i minimi particolari
vi partecipano,
ogni uomo al suo posto, ogni gruppo ed ogni oggetto.
Vedrei la minima particella di materia e il più piccolo
palpito di vita;
l'amore e l'odio, il peccato e la grazia.
Commosso, comprenderei che dinanzi a me
si svolge la grande avventura d'amore
iniziata all'alba del mondo.
Comprenderei che tutto è unito insieme,
che tutto non è che un minimo movimento
di tutta l'umanità e di tutto l'universo verso la Trinità,
in te e per te, Signore.
(Michel Quoist)
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
Più riceviamo nel silenzio della preghiera,
più daremo nella vita attiva.
Abbiamo bisogno di silenzio
per smuovere le anime.
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
L'importante non è ciò che diciamo,
ma ciò che tu dici attraverso di noi.
Tutte le nostre parole saranno vane
se non vengono da te.
Resteremo certamente poveri
finché non avremo scoperto le parole
che danno la luce di Cristo.
Resteremo ingenui,
finché non avremo imparato
che ci sono silenzi più ricchi
dello spreco di parole.
Resteremo inetti,
finché non avremo compreso che,
a mani giunte,
si può agire meglio
che agitando le mani.
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
(Helder Camara)
Avete mai osservato le vetrate di una cattedrale? Dall'esterno non si vede altro che una
superficie grigia, ma dall'interno, che festa di colori! Lo stesso avviene per il mistero
della Trinità: troppe volte si rischia di ridurre a una fredda astrazione quello che
dovrebbe essere il centro sfavillante da cui si sprigiona la nostra vita. Perché questo
mistero illumini la nostra esistenza, dobbiamo accostarci ad esso insieme a Gesù.
Siamo tanto piccoli e fragili sulla terra, su questo frammento di argilla da cui l'umanità
guarda verso le stelle inaccessibili! Ma un giorno è venuto qualcuno, e ha aperto un
varco nell'orizzonte degli uomini. La sua azione aveva la forza serena della luce all'alba,
la sua parola una potenza che rialzava e metteva in cammino anche coloro a cui tutto
sembrava finito.
Tuttavia egli non riconduceva alla propria persona le energie di amore
che liberava, ma le indirizzava sempre verso colui che chiamava il Padre, come se
ricevesse il suo essere da quella fonte. Coloro che sono vissuti con lui e hanno ascoltato
la sua parola non sempre sono stati in grado di comprenderla veramente. Ma quando
egli è scomparso ai loro occhi, dopo averli amati come nessun altro aveva mai fatto,
hanno sperimentato che non li aveva abbandonati: una forza dentro di loro, il suo
Spirito, li guidava verso tutta la verità di quell'essere di cui avevano per un certo
periodo condiviso il cammino. Era come una progressiva scoperta del significato di ciò
che era stato detto e fatto una volta per tutte: a poco a poco si chiariva ai loro occhi il
senso cristiano della storia e della salvezza.
Il cristianesimo è indubbiamente la spinta più forte verso il divino, perché rivela
all'uomo di essere pervaso dalla vita della Trinità. Se è così, ci sono tante aurore che
non si sono ancora levate per noi, tante aurore prima del giorno in cui, partecipando
alla festa senza tramonto, i nostri cuori palpiteranno nella luce celeste.
(da "Vienna International Religious Centre")
Fonte: Salesiani don Bosco
Sto attraversando, Signore,
una difficile stagione della vita.
Tutto mi appare offuscato
come un cupo giorno invernale.
Nonostante questo,
ho dentro di me una grande pace,
perché non mi sento né solo né abbandonato,
ma abitato da te, Padre, di me innamorato,
da te, Figlio, di me Salvatore,
da te, Spirito Santo, di me santificatore.
Mi inginocchio davanti a voi, “miei Tre”,
per contemplare e adorare, per lodare e ringraziare, perché tocco con mano
come nel profondo mistero della Santissima Trinità
ha dimora la mia felicità.
Possa davvero ogni giorno vivere e camminare
come lode e gloria della Santissima Trinità
realizzando ad ogni passo
gioiosa e profonda comunione con i fratelli
che mi passano accanto e con tutta la natura creata
che dovunque ammiro.
(Averardo Dini)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà»
Gv 16,12-15
Dio è un mistero. Noi possiamo solo cercare di farcene un'immagine. Giovanni di Ruysbroek, quando pensava a Dio, pensava al mare.
Giovanni vive in Olanda, un paese piatto, piatto. Uomini pacifici coltivano i campi. Giovanni, però, vuole vivere solo per Dio e perciò abbandona la compagnia degli uomini e cerca la solitudine.
Per essere soli bisogna abitare vicino al mare, perché nessuno vuole vivere accanto alle dighe. Lì soffia sempre un forte vento e a volte onde alte scavalcano le barriere delle dighe. Proprio lì Giovanni si è ritirato per abitare in una semplicissima capanna.
La gente si meraviglia. A volte qualcuno viene a visitarlo e gli chiede: "Giovanni, ma che cosa fai da queste parti?". "Io cerco Dio e qui gli sono molto vicino, qui mi riesce facile pensare a lui" risponde.
"Noi pensiamo a Dio quando siamo in chiesa, lì abbiamo delle immagini di lui".
"Anch'io ho un'immagine di lui" dice Giovanni.
"Dov'è? Faccela vedere!".
Giovanni li conduce sulla diga. Il mare è calmo e si stende senza confine.
"Guardate, questa è la mia immagine di Dio: così è il Padre, infinitamente grande come questo mare!".
La gente rimane per molto tempo in silenzio. "Certo, lo vediamo - dice uno -, ma noi abbiamo anche immagini di Gesù; un artista le ha dipinte da poco sulla parete della nostra chiesa". "Se vi fermate fino a stasera, vi farò vedere la mia immagine di Gesù".
Dopo queste parole Giovanni si ritira nella sua capanna. I bambini giocano sulla spiaggia, gli adulti chiacchierano tra di loro. Però i loro sguardi si rivolgono continuamente verso il mare, verso il grande oceano.
La sera tutti vogliono entrare nella capanna di Giovanni. "Dov'è l'immagine di Gesù?".
Giovanni li porta di nuovo con sé allo stesso posto. Il mare è cambiato, è diventato irrequieto. È l'ora dell'alta marea e le onde salgono sempre di più. Una dopo l'altra, battono contro la diga, si accavallano, si infrangono e ritornano formando una bianca schiuma. Le dighe non sono chiuse completamente e l'acqua può entrare dappertutto e inondare la terra. Presto all'intorno tutto è coperto d'acqua.
Giovanni dice: "Adesso il mare non è più lontano. L'immenso oceano ha mandato le sue onde e l'acqua è entrata dappertutto. Anche Dio è così. Il Padre manda il Figlio. Questi bussa dappertutto e va alla ricerca di tutti".
Questa è un'immagine che la gente capisce. Sì, è proprio così; Gesù ha trovato la strada per venire incontro a ciascuno. Un grande silenzio si diffonde tra la folla.
Solo uno vuole porre un'ultima domanda: "Giovanni, possiedi anche un'immagine dello Spirito Santo?".
Giovanni sorride, perché proprio in quel momento l'acqua ha cominciato a muoversi di nuovo. I flutti che inondano la spiaggia cominciano a ritirarsi pian piano.
"Guardate che cosa succede adesso! Il mare torna indietro. E guardate, esso porta con sé foglie, legna, erba. Tutto viene afferrato dal mare e portato via, riportato nell'immenso mare. E questa è l'opera dello Spirito Santo. Ci afferra, ci porta con sé, ci riporta al Padre".
Tutto ritorna a Dio. Anche le persone che sono morte sono con lui.
Fonte: Qumran2.net