Il mio paese   -   La mia comunità



Domenica 13/1/2019

Battesimo del Signore

Colore liturgico

Verde

Liturgia delle Ore:

I sett


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Apriti!

Ed oggi ancora, Signore, pronunzia quella parola: "Effatà, àpriti!" di fronte a ciascuno di noi. Apri le nostre orecchie affinché non siamo sordi agli appelli del nostro prossimo, amico o traditore che sia, e della tua voce nella coscienza, piacevole o antipatica che sia. Apri le nostre bocche perché possa sgorgare sincera la voce dell'affetto e della stima, ferma e convinta, quella che difende la giustizia e la pace. Apri le nostre mani affinché restino pulite nella nostra professione, leste e operative nelle nostre attività, capaci di stringere le mani di tutti, indipendentemente dal loro colore e calore. Apri i nostri cuori affinché vibrino all'unisono col tuo, vivendo emozioni che conducono a scelte concrete e sentimenti che resistono alla corsa del tempo e dei tempi.

(Pierfortunato Raimondo)


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Bambino

Bambino, capolavoro inestimabile, tesoro inimitabile, nuova stella accesa nel cielo della terra, tra i miliardi e i miliardi di stelle necessarie, "tu", persona unica, che mai prima comparisti e non comparirai più.
Bambino, amato dall'uomo, benedetto da Dio, desiderio eterno del Padre, che prende corpo quando nell'amore egli incontra, oh meraviglia, il libero desiderio dell'uomo.
Come ha potuto Dio, incomprensibile follia d'amore, consegnare all'uomo questo potere, nel suo corpo la linfa', nel suo cuore il desiderio di crearti con Lui, vita nuova, sorgente nuova zampillata sulla terra degli uomini, aurora di un fiume immenso, chiamato a scorrere fino all'eternità!

(Michel Quoist)


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Il nome

Un nome e tanti ricordi che lo circondano.
Un nome e tanti sogni che si realizzano.
Un nome che significa amore e vita.
Un nome che racchiude gioia e speranza.
Un nome che diffonde armonia e gioia.
Un nome che consola dalle lacrime.
Un nome che ristora dalla stanchezza.
Un nome, il tuo nome, che ho scritto nel mio cuore.
Un nome, il tuo nome, che Dio in cielo pronuncia con amore.

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  • “E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: 
  • in te ho posto il mio compiacimento” 
  •  
  •  * * * * * * 

Per rivivere il proprio Battesimo


«Solitamente nella mia parrocchia i genitori dei bambini di seconda elementare si ritrovano una volta al mese per ragionare insieme sulla propria fede. Questa volta, invece, siamo stati semplici spettatori dell’incontro per i bambini.
“Chi c’era il giorno del suo Battesimo alzi la mano!”. Il catechista ha alzato la mano per primo, seguito immediatamente da tutti i bambini. “Ricordarselo invece è più difficile – ha continuato – ed è per questo che rimedieremo rivivendo ciò che abbiamo fatto quel giorno”. I bambini si sono spostati in fondo alla chiesa, presso il fonte battesimale. Era il luogo dell’accoglienza: lì sarebbero entrati nel gruppo dei cristiani, nella Chiesa.
Un giovane animatore, interpretando il sacerdote, si è inginocchiato per avere gli occhi all’altezza dei loro. Il volto sereno e sorridente, il tono pacato e cordiale, faceva dire loro il nome e li segnava “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. L’atmosfera era speciale. Poi si sono recati vicino all’altare, per ascoltare il Vangelo. Il brano era proprio quello in cui i bambini erano lodati da Gesù: vero, sincero, semplice, diretto. Doti che pure noi genitori dovremmo tenere bene a mente. Una catechista ha continuato spiegando i vari segni che sono stati usati: l’acqua, che lava il male e fa vivere; l’olio, che veniva usato per scegliere e rendere sacri i sovrani o i portavoce di Dio; l’abito bianco e la candela che attinge luce al cero pasquale, che suggeriscono di copiare Gesù, maestro di vita. Intanto l’animatore riproduceva i gesti su un bambolotto. Una cosa difficile come il dono spirituale della Grazia, la Vita di Dio in noi, era stata spiegata in modo semplice ed efficace. L’augurio e la benedizione finale lasciavano spazio ad un canto accompagnato dalla chitarra, mentre i bambini più “agitati” finalmente potevano muoversi, a ritmo, e far esplodere la gioia della festa.
Ero contenta anch’io, felice di essere riuscita a capire e gustare ciò che anni prima mi era sfuggito, preoccupata dalle mille cose a cui pensare perché quel giorno tutto fosse a posto. Tranne forse la cosa più importante: il dono di Dio»
(una mamma).


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Preghiera

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Voglio essere cristiano, o Dio.
Voglio riconoscerti come Padre creatore, ed esserti grato per i doni che mi hai fatto, seguendo la tua volontà nella gioia.
Voglio sentire tuo Figlio Gesù come fratello maggiore, seguire le sue Parole come stella che illumina il cammino, rinascere alla Sua Vita piena.
Voglio accogliere la presenza del tuo Spirito, lasciarmi ispirare dalla sua voce, sentire il calore del suo fuoco.
Voglio sconfiggere ogni male dentro e fuori di me, lavarmi da ogni scoria e impurità, dissetarmi di Grazia e di Pace.
Voglio rivestirmi di abitudini virtuose, immergermi nella vita quotidiana del mondo mantenendo pura e nitida la coscienza del mio percorso.
Voglio essere fermo e lungimirante come un grande re, pio e dignitoso come un buon sacerdote, coraggioso e radicale come un profeta infervorato.
Per questo voglio ricordare il mio Battesimo e rivivere la sua forza ogni giorno, per essere un cristiano consapevole e operoso nella realizzazione del tuo Regno.

Vangelo della Domenica

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In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Lc 3, 15-16. 21-22

 


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Quel Gesù che non ti aspetti


Ogni volta che veniva fuori il discorso fra amici, Giovanni ripeteva che lui in un ricovero per vecchi non ci sarebbe finito. Aveva lavorato tutta una vita con immensi sacrifici, per allevare i figli e li aveva anche sistemati discretamente da un punto di vista economico. Un giorno s'ammalò; niente di grave, una semplice bronchite. Le nuore i figli gli fecero capire che non avevano né il tempo di curarlo convenientemente, e gli dissero che era meglio che andasse nel capoluogo, in una specie di ospedale per un periodo di cura. Ne parlò anche con don Antonio. Il sacerdote gli raccomandò di pregare molto e di stare vicino a Gesù che non abbandona nessuno. Ottavio, che non ne era mai stato praticante, non tenne in alcun conto il consiglio ricevuto. Lo portarono in un grande fabbricato: "Villa Serena", un ricovero per anziani. Non si sarebbe mai aspettato dai suoi figli, un atto del genere.
Da qualche settimana si dava da fare, per attirarsi la simpatia della patronessa delle dame di carità, che visitava spesso l'ospizio: sentiva la necessità di un sorriso, di una parola affettuosa, di qualcuno che avesse il tempo di ascoltare le sue disgrazie. Anche quel giorno la signora si fermò a chiacchierare con gli ospiti della stanza numero quindici. Giovanni aspettava con l'ansia di un bimbo; giunta vicino a lui, uscì senza proferire una parola. Gli altri gli spiegarono che la signora familiarizzava con quelli che andavano a Messa la domenica e al Rosario tutti giorni. Non si sarebbe mai aspettato, da una patronessa della carità un atto del genere.
L'onorevole, data l'imminenza delle elezioni politiche, aveva fatto una calorosa visita all'ospizio. Aveva salutato tutti personalmente e a tutti aveva proclamato che, se un giorno avessero avuto bisogno di lui, non avrebbero dovuto fare altro che salire le scale che portano al suo ufficio. Giovanni era commosso, prima di tutto perché aveva la medesima fede politica dell'onorevole, e poi perché qualcuno lo aveva ascoltato, gli aveva sorriso egli aveva stretto la mano. E un giorno salì quelle scale, poiché sentiva il bisogno di un altro sorriso. L'onorevole gli allungò dieci euro e l'accompagnò alla porta. Rimase tanto sorpreso che non ebbe nemmeno la forza di gettargli in faccia quel biglietto di banca, che ora gli bruciava fra le mani non meno delle lacrime che gli scendevano dagli occhi. Non si sarebbe mai aspettato, da uno del suo partito, un atto del genere.
Nel tornare all'ospizio, passò davanti ad una Chiesa; la porta era spalancata e dentro s'intuiva una frescura invitante. Entrò e, poiché nessuno lo fermò, si trovò proprio davanti all'altare maggiore e al tabernacolo, illuminato da una fioca luce. Si mise a sedere su una panca di legno e si fermò in attesa di calmarsi, poiché, non voleva farsi vedere in quello stato dai colleghi di Villa Serena. Si mise a pensare e a parlare piano… ebbe la sensazione che "Qualcuno" lo ascoltasse con interesse e che non fosse per niente annoiato dalle sue parole. Gli parve, addirittura, che un misterioso personaggio gli aprisse le braccia, per incoraggiarlo ad avvicinarsi ulteriormente; il cuore gli si gonfiò di gioia. Non sapeva nemmeno lui quanto tempo si fosse fermato ma, quando uscì, era certo che uno gli aveva sorriso. Ogni giorno tornò in chiesa e si fermò sempre più a lungo: non si sentiva più solo. Non si sarebbe mai aspettato, da Gesù, un atto del genere.

(Nardo Masetti)

Fonte: Qumran2.net