Il mio paese - La mia comunità
Domenica 10/3/2019
I di Quaresima
Colore liturgico
Liturgia delle Ore:
I sett
Qualcuno
con aria sorridente di
...liberatore
cercherà di persuaderti
che le ali che porti
ti fanno peso:
...sai come ti senti
"leggero"
senza di esse!?
..io non le ho e sai
come corro forte!...
...e farà di tutto
per tagliartele!!
Sai perché?
Perché senza le ali
non potrai più
...alzarti in volo
per sfuggire ai suoi denti!!!
(Maria Caffagnini)
Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla.
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l'immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l'estasi di Dio che si contempla in te stesso.
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell'armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.
(Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco)
Abramo era vecchio;
Giacobbe era uno sbruffone;
Lia era brutta;
Mosé era un balbuziente;
Gedeone era povero in canna;
Sansone era un donnaiolo credulone;
Raab era una prostituta;
Davide era un farabutto traditore;
Elia aveva tendenze suicide;
Geremia era depresso;
Giona era intollerante e razzista;
Rut era una povera vedova;
Giovanni Battista era stravagante;
Pietro era impulsivo e vigliacco;
Marta era apprensiva;
La Samaritana aveva fallito cinque matrimoni;
Zaccheo era avido e disonesto;
Tommaso non credeva a niente;
Paolo era un fondamentalista anticristiano;
Timoteo era timido e insicuro;
Tu sei... tu.
Ma Dio che si è servito di tutte persone "poco di buono" per il suo Regno,
farà anche di te un capolavoro, se la smetti di cercare scuse...
Da sempre la Chiesa ha sottolineato l’importanza del libro dei Salmi nella preghiera del popolo di Dio convocato per celebrare i divini misteri. Nella Liturgia delle Ore come nella celebrazione dell’Eucaristia, le pagine dei salmi risplendono in tutta loro profondità e bellezza. Nella messa, dopo la prima lettura, il canto del salmo ha la funzione di rispondere alla Parola appena ascoltata, di meditarla soffermandosi su di essa in un clima di preghiera orante. Per questo, prima ancora di essere un obbligo, cantare il salmo è un bisogno stesso del rito. Quando preghiamo i salmi, è Dio stesso che ci mette sulle labbra le parole che vuole sentirsi rivolgere, così come scrive D. Bonhoeffer: «Se la Bibbia contiene anche un libro di preghiere (i Salmi), allora questo ci insegna che alla parola di Dio non appartiene solo la parola che egli ha da dirci, ma anche quella che vuole ascoltare da noi, perché questa è la parola del suo amato Figlio. E’ una grande grazia il fatto che Dio ci dica come possiamo parlargli ed essere in comunione con lui; possiamo farlo, pregando nel nome di Cristo. I salmi ci sono dati perché impariamo a pregarli nel nome di Gesù Cristo».
La Quaresima potrebbe essere l’occasione per riscoprire la bellezza sempre nuova di questi canti della fede ebraica e cristiana, nella consapevolezza che solo in un continuo e assiduo rapporto con questi testi, il nostro essere davanti a Dio, come singoli e come comunità, potrà crescere e divenire più maturo. È ancora Bonhoeffer a sostenere che «chi ha iniziato a pregare con serietà e regolarità il Salterio, ben presto licenzierà le altri facili e familiari preghiere devote e dirà: “ Qui non c’è l’energia, la forza, il calore e il fuoco che trovo nel Salterio, tutto ha un gusto per me troppo freddo e sordo”. Perdendo il Salterio una comunità cristiana perde un tesoro incommensurabile, mentre recuperandolo forze inattese giungeranno in essa».
[.....]
(Michele Carretta)
«Se tu sei Figlio di Dio…»:
ecco la breccia, Gesù, attraverso la quale
il diavolo vuole interferire
con la missione che il Padre ti ha affidato.
Certo, tu hai il potere
di trasformare le pietre in pane.
E sai bene che non c’è situazione
di pericolo, di rischio, dalla quale
non potresti trarti di impaccio.
E non ignori che tutto filerebbe liscio
se potessi disporre di mezzi,
di protezione, di ricchezze
con cui affrontare qualsiasi evenienza.
Ma non è questa la volontà del Padre.
Il tuo sarà un potere che non schiaccia,
che non umilia, che non stupisce,
sarà il potere dell’amore che rende fragili,
esposti al rifiuto e anche all’insulto,
disarmati e poveri, senza reti di protezione.
È per amore che ti sei fatto uomo,
per condividere in tutto la nostra condizione,
senza usufruire di privilegi,
senza godere di trattamenti speciali.
È per amore che sei disposto
anche a dare la tua vita,
anche ad essere giudicato e condannato.
È per amore che hai accettato
di apparire anche come uno sconfitto,
guidato sempre ed in ogni momento
da una fiducia indefettibile nel Padre tuo.
(Roberto Laurita)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Lc 4, 1-13
Il mio viaggio verso Pasqua è incominciato.
Ho fatto tanti propositi:
rinuncerò a qualcosa,
frenerò la lingua,
sarò più paziente,
cercherò di vedere il positivo...
Ed ecco che già iniziano i problemi,
le difficoltà, le stanchezze,
la tentazione di lasciar perdere,
di rimandare al giorno dopo,
di dimenticare la mia promessa...
Mi sono appena messo in cammino, Signore,
e sono già stufo e sbuffo.
Mi sono appena messo in cammino, Signore,
ma non ci credo che ce la farò...
E provo vergogna... e anche un po' di rabbia...
Ma forse... ho sbagliato tutto.
Sì...
Ho sbagliato a pensare
che il cammino verso Pasqua,
significhi solo una serie di impegni e di rinunce,
una moltiplicazione di sacrifici e di preghiere...
Forse, in questa Quaresima,
dovrei solo abbandonarmi a te,
lasciarmi andare a te così come sono:
fragile, incapace, limitato, peccatore.
Abbandonarmi a te, perché
tu, Signore, sei il cammino che percorro.
Tu, Signore, sei la mano che mi guida.
Tu, Signore, sei lo sguardo che mi fa percepire gli altri.
Tu, Signore, sei la bocca quando ti do testimonianza.
Tu, Signore, sei l'orecchio, che ascolta le parole non dette.
Tu, Signore, sei la strada di questa Quaresima
che mi porta incontro a te,
che mi porta incontro agli altri.
Amen.
(Don Angelo Saporiti)
Fonte: Qumran2.net