Il mio paese   -   La mia comunità



Domenica 5/1/2020

II di Natale

Colore liturgico

Bianco

Liturgia delle Ore:

II Sett


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Lunedì 6 gennaio
EPIFANIA



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Camminare

Nel silenzio della notte, addormentato sul suo nido di paglia, il bambino sogna.
I primi sono già in cammino!
Al di là dei loro dubbi e delle difficoltà hanno creduto alla luce che, anche se piccola, fora la notte.
pionieri di speranza, infaticabili, camminano.
La stella li guida.
E poi, altri si alzano, come se, infine, le tenebre facessero posto alla fiducia!
Eccoli fuori, presi dall'amore, pronti a danzare la vita attorno alla terra tutta, in gioiosa farandola acclamano alle stelle.
All'arrivo dei magi, il bambino sorride: l'umanità si è risvegliata!
venite, vorrebbe dire, il mio sogno è proprio cominciato..


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Il Cammino dei Magi

"Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme...".
Oro, incenso. Mirra anche. Furono tra le prime cose che vide, venendo alla luce. Non che gli importasse granché delle ricchezze: in seguito l'ebbe a dimostrare. Doveva comunque essere uno spettacolo da perderci gli occhi. Il luccichio dei doni traboccanti dalle consunte bisacce da viaggio, contrapposto all'estrema frugalità del ricovero ove era nato. Gli effluvi stordenti delle resine aromatiche, spandendosi, andavano a mescolarsi con l'odore secco e pronunciato dello stallatico. Non di meno l'omaggio più gradito e inatteso fu certo la devozione che quegli uomini ricchi e distinti dimostrarono per il Neonato. Chissà lo sgomento provato da Maria e Giuseppe. Abituati com'erano all'unica compagnia dei pastori, si trovarono quei signori sontuosamente vestiti, chini in adorazione del Bambino.
Si dice fossero sapienti venuti da oriente: stranieri dunque. Scrutando il cielo, o forse dentro se stessi, videro una stella che tracciò loro la via. A noi, che sperimentiamo tempi di soluzioni facili e di frastuoni diffusi, piace pensare fosse una stella grande. Enorme, con la coda pure. Dimentichi che il rapporto autentico con Dio può instaurarsi e maturare solo nel silenzio di un cuore disposto a sentirne il potente sussurro. Nel deserto, luogo privo di inutili echi, radunò il Signore il popolo eletto per manifestare la Sua volontà. Sempre in luoghi solitari si sarebbe ritirato Gesù, per pregare il Padre.
Con o senza l'aiuto degli astri, ma sicuramente con la promessa di Dio nel cuore, i Magi intrapresero il lungo e faticoso cammino. Solo chi lo desidera con passione, giunge a vedere il volto di Cristo.

(Kociss Fava)


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  • E il Verbo si fece carne 
  • e venne ad abitare in mezzo a noi 
  •  
  •  * * * * * * 

Il Verbo di Dio


Dio: una parola che deriva dal sanscrito - il ceppo linguistico originario da cui nascono le lingue indoeuropee - e che significa Luce. Nelle religioni orientali sono gli uomini a mettersi alla ricerca di una verità trascendente; nell’Ebraismo e, di conseguenza, nel Cristianesimo e nell’Islam, è Dio stesso a essersi rivelato, mostrandosi e dimostrando di essere custode della salvezza umana: si pensi all’incredibile liberazione dalla schiavitù ebraica in Egitto.
Tracce di lui sono presenti nella meraviglia della creazione, ma non tutti riescono a leggerle, dando merito al “caso”. Così, per quanto ci riguarda, Dio si è fatto uomo: chiunque ha potuto ascoltare le sue parole e constatare le sue opere, che accendevano una luce sulla vita degli uomini, rendendola grande, piena, degna di Dio.
A ben vedere, il Dio di Gesù era piuttosto originale. Non era un’entità suprema capricciosa che puniva i suoi sudditi blasfemi con pericolosi fenomeni atmosferici: il fulmine, il terremoto, l’alluvione! Non era assetato di sangue e di sacrifici, per sentirsi più grande e orgoglioso della sottomissione degli uomini. Non era il motore immobile che aveva dato inizio al mondo, disinteressandosene di lì in poi. Non era un semplice controllore o giudice che passava il tempo a sentenziare: “Inferno!” o “Paradiso!”. Era piuttosto un essere amorevole, capace di salvare i deboli e di rendere giustizia agli ultimi, avendo provato ad essere così; uno che concedeva come dono più grande la libertà permettendo agli uomini di scegliere di accoglierlo o meno, di sbagliare e di ricominciare. Oggi come ieri questo Dio vuol farsi riscoprire, per il nostro bene. Ma noi vogliamo lasciarci illuminare dalla sua Luce?


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Preghiera

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La legge, Gesù, era un dono di Dio. Senza di essa Israele rischiava di smarrirsi di fronte a mille percorsi possibili, di cadere vittima dei miraggi, di restare prigioniero di illusioni come quelle fornite dagli idoli.
Ma non basta aver chiara davanti a sé una strada, se le nostre gambe non riescono a percorrerla nonostante le difficoltà.
Ecco perché avevamo bisogno di te, Gesù, della tua grazia che risana, che rimette in piedi e dona la forza di seguirti fino in fondo per condividere la croce e la risurrezione.
Ecco perché era necessaria la verità che sei tu, Gesù, con le tue parole e le tue opere, le tue scelte e il tuo modo di vivere.
È questa verità che ci rivela l’autentico volto di Dio, il Padre, ma anche il senso e la direzione di questa nostra esistenza, e ci permette di cogliere il disegno di salvezza e la parte affidata ad ognuno di noi.
La tua grazia e la tua verità sgorgano in definitiva dal tuo amore che abita i nostri cuori e ci trasforma nel profondo, donandoci la dignità dei figli e la possibilità di riconoscerci fratelli.

(Roberto Laurita)

Vangelo della Domenica

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[In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me".
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Gv 1, 1-18

 


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Dov'è finita la stella cometa?


Quando i Re Magi lasciarono Betlemme, salutarono cortesemente Giuseppe e Maria, baciarono il piccolo Gesù, fecero una carezza al bue e all'asino. Poi, con un sospiro, salirono sulle loro magnifiche cavalcature e ripartirono. «La nostra missione è compiuta!», disse Melchiorre, facendo tintinnare i finimenti del suo cammello. «Torniamo a casa!», esclamò Gaspare, tirando le briglie del suo cavallo bianco. «Guardate! La stella continua a guidarci», annunciò Baldassarre. La stella cometa dal cielo sembrò ammiccare e si avviò verso Oriente. La corte dei Magi si avviò serpeggiando attraverso il deserto di Giudea. La stella li guidava e i Magi procedevano tranquilli e sicuri. Era una stella così grande e luminosa che anche di giorno era perfettamente visibile. Così, in pochi giorni, i Magi giunsero in vista del Monte delle Vittorie, dove si erano trovati e dove le loro strade si dividevano. Ma proprio quella notte cercarono invano la stella in cielo. Era scomparsa. «La nostra stella non c'è più», si lamentò Melchiorre. «Non l'abbiamo nemmeno salutata». C'era una sfumatura di pianto nella sua voce. «Pazienza!», ribatte Gaspare, che aveva uno spirito pratico. «Adesso possiamo cavarcela da soli. Chiederemo indicazioni ai pastori e ai carovanieri di passaggio». Baldassarre scrutava il cielo ansiosamente; sperava di rivedere la sua stella. Il profondo e immenso cielo di velluto blu era un trionfo di stelle grandi e piccole, ma la cometa dalla inconfondibile luce dorata non c'era proprio più. «Dove sarà andata?», domandò, deluso. Nessuno rispose. In silenzio, ripresero al marcia verso Oriente. La silenziosa carovana si trovò presto ad un incrocio di piste. Qual era quella giusta? Videro un gregge sparso sul fianco della collina e cercarono il pastore. Era un giovane con gli occhi gentili nel volto coperto dalla barba nera. Il giovane pastore si avvicinò e senza esitare indicò ai Magi la pista da seguire, poi con semplicità offrì a tutti latte e formaggio. In quel momento, sulla sua fronte apparve una piccola inconfondibile luce dorata. I Magi ripartirono pensierosi. Dopo un po', incontrarono un villaggio. Sulla soglia di una piccola casa una donna cullava teneramente il suo bambino. Baldassarre vide sulla sua fronte, sotto il velo, una luce dorata e sorrise. Cominciava a capire. Più avanti, ai margini della strada, si imbatterono in un carovaniere che si affannava intorno ad uno dei suoi dromedari che era caduto e aveva disperso il carico all'intorno. Un passante si era fermato e lo aiutava a rimettere in piedi la povera bestia. Baldassarre vide chiaramente una piccola luce dorata brillare sulla fronte del compassionevole passante. «Adesso so dov'è finita la nostra stella!», esclamò Baldassarre in tono acceso. «È esplosa e i frammenti si sono posati ovunque c'è un cuore buono e generoso!». Melchiorre approvò: «La nostra stella continua a segnare la strada di Betlemme e a portare il messaggio del Santo Bambino: ciò che conta è l'amore». «I gesti concreti dell'amore e della bontà insieme formano la nuova stella cometa», concluse Gaspare. E sorrise perché sulla fronte dei suoi compagni d'avventura era comparsa una piccola ma inconfondibile luce dorata.
Ci sono uomini e donne che conservano in sé un frammento di stella cometa. Si chiamano cristiani.

(Bruno Ferrero, L'iceberg e la duna)

Fonte: Qumran2.net