Il mio paese   -   La mia comunità



Domenica 3/11/2019

XXXI TO

Colore liturgico

Verde

Liturgia delle Ore:

III Sett


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Oggi a me dici, come a Zaccheo: "Voglio fermarmi ad incontrarti"

Signore Gesù, posso sentirmi a posto o sentirmi sbagliato, sapermi apprezzato dagli altri o giudicato male. Posso sentirmi in pace con Dio o sapere di dover cambiare. In qualunque modo io sono, oggi a me dici, come a Zaccheo: "Voglio fermarmi ad incontrarti".
Nulla potrà fermare questo incontro. Non c'è motivo per non accoglierti nella casa della mia vita, delle mie scelte e anche dei miei sbagli.
Signore Gesù, solo l'incontro profondo con te è capace di smuovere l'anima, di far fiorire i deserti del nostro cuore. Vieni Signore Gesù, anch'io oggi voglio vederti meglio per incontrarti.

(don Valentino Porcile)


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Pensa agli altri

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri, non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri, non dimenticare coloro che chiedono la pace. Mentre paghi la bolletta dell'acqua, pensa agli altri, coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri, non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri, coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri, coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso, e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

(Mahmoud Darwish, Kazahri al-Lawzi aw Ab'ad (come il fiore di mandorlo o più lontano)


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La dignità perduta

Molto spesso, Signore Gesù, ti vorremmo
intransigente con gli altri
e con noi comprensivo e misericordioso.
Il giudizio duro e la condanna inappellabile
trovano spazio nel nostro cuore.
Non riusciamo a guardare gli altri
con i tuoi occhi e il tuo cuore.
Ricordaci il tuo amore per noi, Signore,
per donarlo agli altri.
Fa' entrare la salvezza
nella casa del nostro cuore,
come è entrata in quello di Zaccheo.
La conversione non è il pentimento dei peccati,
è un cambiamento di vita,
un volgersi al bene, come Zaccheo.
Tu che leggi nel profondo
posa il tuo sguardo su di noi
e donaci la salvezza.
Ridonaci, Signore, la dignità perduta.


(Antonio Merico, Vangelo e Vita)

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  • Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare 
  • e a salvare ciò che era perduto. 
  •  
  •  * * * * * * 

Zaccheo


A Gerico si trovava un posto di controllo doganale dell’amministrazione romana. Zaccheo era il capo dei controllori.
Egli aveva sulla coscienza non solo le estorsioni e le malversazioni finanziarie abituali fra i “doganieri” dell’epoca, ma era considerato anche traditore politico e religioso, perché collaborava con i detestati oppressori della Palestina e, anzi, li sosteneva. Non sappiamo quali motivazioni spingessero Zaccheo nel desiderio di vedere Gesù. Nessuno tra la folla degli Ebrei pii gli fa posto in prima fila, né gli permette di salire sul suo tetto e perciò Zaccheo deve salire su un albero. Vedendolo, Gesù, di sua iniziativa, si invita a casa sua. Non solo Zaccheo è pieno di gioia, ma Gesù stesso è felice di poter perdonare il peccatore pentito e di accoglierlo come un figlio prodigo. Gesù esprime la sua gioia con queste parole: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo”. Gesù esprime così il suo amore e il suo completo dedicarsi ai peccatori: sono essi che si sono allontanati, eppure è lui che è venuto a cercarli.

Fonte: LaChiesa.it


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Preghiera

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HHo bisogno della tua considerazione.
Ho bisogno di essere visto, anche quando mi nascondo tra le fronde delle mie incertezze e paure. Ho bisogno di essere riconosciuto per quello che sono, scelto da te, non per essere il migliore, ma per essere vivo.
Ho bisogno della tua determinazione. Fammi ascoltare i tuoi imperativi, che non sono mai punitivi, ma l’occasione per un risveglio, la forza dell’evidenza, l’appello della verità.
Ho bisogno della tua intelligenza. Non guardare la mia statura, la mia professione o il mio passato. Guarda dentro di me, soffia sulle ali delle mie potenzialità, fammi immaginare scenari di un futuro degno di quello che il Creatore ha abbozzato in me.
Ho bisogno della tua misericordia. Anche quando tutti sono pronti a giudicare i miei limiti ed i miei sbagli, tu metti da parte i pregiudizi e vai al cuore delle cose: c’è la salvezza in gioco, per uno e, di conseguenza, per tanti.
Ho bisogno delle tue conferme. Fammi intuire ciò che è giusto, qual è lo spazio da dare a me e agli altri, come equilibrare la ricchezza esteriore e quella interiore, quale conversione vuoi oggi da me. Dimmi che oggi la salvezza entra nella mia casa, quando il mio proposito è serio ed efficace, quando i miseri hanno posto nella mia vita, quando il mondo può essere un po’ migliore anche grazie a me.
Ricordami che in realtà non sono io a trovarti, al termine della mia ricerca, ma sei Tu a trovare me.

Vangelo della Domenica

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In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Lc 19,1-10

 


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Il vero sacrificio


Un grande re ascoltava il sermone del Buddha che parlava della rinuncia e del sapersi accontentare, ed ebbe l'improvviso desiderio di guadagnarsi l'approvazione del grande Maestro.
Il Buddha teneva sempre con sé un tamburo a sonagli ed un giorno, un suo discepolo gli chiese:
"Maestro, perché tieni sempre accanto a te questo tamburello?"
Il Buddha rispose: "Perché un giorno suonerò questo tamburo quando si avvicinerà a me la persona che avrà compiuto il più grande sacrificio."
E tutti si chiesero chi mai sarebbe stato.
Il re che aveva sentito questa dichiarazione, ritornò al suo palazzo e fece caricare una notevole quantità di tesori sulla groppa dei suoi elefanti, poi si mise in viaggio per portare questi beni alla presenza del Buddha, certo di ottenere la sua benedizione.
Lungo la strada, una vecchina gli si avvicinò e lo supplicò: "Ho fame, potete darmi qualcosa da mangiare?".
Il re prese un frutto di melograno e glielo porse dalla palanchina. La vecchina se ne andò in cerca della strada per arrivare dal Buddha e faticò non poco per trovarla.
Nel frattempo il re arrivò nella dimora del Buddha, fece portare davanti a lui gli elefanti con il loro carico di immense ricchezze ed attese ansiosamente il suono del tamburo.
Proprio in quel momento giunse la vecchina, stanca ed affaticata, e con grande dolcezza pose ai piedi del Maestro il frutto che le era stato regalato.
Il Buddha prese il melograno con un sorriso e subito dopo suonò il tamburo.
Il re rimase sorpreso ed irritato e con voce roca ansimò: "Swami! Io vi ho portato beni di una ricchezza inestimabile e voi suonate il tamburo per un melograno? Che sacrificio è mai questo?"
Il Buddha con voce amabile rispose: "Il sacrifico non si valuta in termini di quantità, è la qualità che conta. Voi siete un re ed è naturale per voi offrire oro e pietre preziose, ma questa donna non aveva nemmeno di che mangiare e questo frutto rappresentava il suo unico pasto; avrebbe potuto mangiarlo e soddisfare la sua fame, ma non lo ha fatto e lo ha offerto a me. Quale sacrificio è più grande di questo? Non è sacrificio offrire qualcosa di superfluo, ma rinunciare a ciò che ti è caro ed essenziale per te."

Fonte: Qumran2.net