Il mio paese - La mia comunità
9-4-1429
Costruzione di una prima chiesa dedicata a S. Antonio da Padova in Peia. Di questa chiesa rimangono gli arconi di stile gotico incorporati nella parete di mezzogiorno dell'attuale chiesa. Era una chiesa a tre piccole navate. Licenza di costruzione del vescovo Francesco Aregazzi.
1481
Prima lite con la Parrocchia di Gandino per la separazione della chiesa di Peia dalla chiesa madre di Gandino.
1519
Concessione da parte del Prevosto di Gandino, agli abitanti di Peia, di poter celebrare nella loro chiesa di S. Antonio da Padova, i battesimi, i matrimoni e i funerali.
2-5-1561
Supplica degli abitanti di Peia al vescovo affinché separasse la loro chiesa da quella di Gandino e la erigesse in Parrocchia, separandola in tutto da Gandino. Le ragioni presentate per la separazione erano: aumento del numero degli abitanti arrivati a 1200; distanza di un miglio dalla chiesa di Gandino; arduo e difficile accesso alla chiesa di Gandino per via di una valle intermedia.
13-5-1561
Erezione della chiesa di S. Antonio da Padova in Peia in Parrocchia. I Peiesi devono però garantire al parroco un'abitazione, oltre a costituirgli un beneficio che renda annualmente 20 scudi d'oro. I Peiesi arrivano alla somma di 21 scudi. Lo iuspatronato, ossia la proprietà e il diritto di eleggere il parroco, sono concessi al Comune di Peia.
26-5-1561
Nomina del primo parroco nella persona del cappellano che sino allora aveva esercitato a Peia: don Ottaviano Casiolo di Pumenengo.
Metà XVI° sec.
Ampliamento della chiesa, che ha incorporato la chiesa precedente, di proporzioni simili all'attuale, ma senza le navate laterali, senza la volta ma con tetto foderato d'assi, senza il coro e l'attuale facciata. Non vi era nemmeno il campanile, che S. Carlo Borromeo, nella sua visita apostolica del 1575, ordina di costruire. Pochi anni dopo si erigerà, infatti, l'attuale campanile. Lo stesso S. Carlo, nella relazione della visita afferma che la chiesa era ad una sola navata con quattro arcate e cinque altari.
1612
Il pittore Jos. Jacobus Pandulphus Pisaurensis (Giovan Giacomo Pandoli di Pesaro)dipinge il quadro della Crocifissione con i santi Giovanni Battista, Carlo Borromeo, Rocco conf., e altro santo, un tempo collocato presso l'altare di S. Carlo (e ora posto sopra il confessionale di destra).
16-7-1631
Consacrazione della chiesa da parte del vescovo di Bergamo mons. Emo.
1713 circa
Costruzione della volta della chiesa
1724
Il Pittore A. Gamba dipinge il quadro della Madonna del Suffragio e i santi Giovanni evangelista, Giuseppe, Antonio da Padova, Giovanni Battista, ora posto sopra il confessionale di sinistra.
1740 circa
Costruzione dell'attuale coro (prima terminava con parte piana ove oggi si trovano le balaustre).
1744
Costruzione dell'attuale sacrestia.
1754
Costruzione della facciata della chiesa in cui lavorano i Sassella di Lovere.
1754
Rifacimento dell'organo da parte della ditta Serassi, trasferito da Andrea Luigi Serassi nelle nuove cantorie nel 1782 e nuovamente restaurato dalla stessa ditta nel 1803. Esso fu manomesso dalla ditta Foglia nel 1880, rimesso a nuovo dalla ditta Marzoli-Rossi di Varese nel 1924 e ammodernato dai Cornolti nel 1943.
1755
Esecuzione dell'ancona in stucco per il quadro di S. Antonio da Padova, mentre in precedenza era stata realizzata la decorazione delle lesene e una parziale doratura degli stucchi del coro.
1765-1768
Esecuzione degli stalli corali ad opera di Giovanni Manzoni e Pietro Rota di Almenno.
1770-1771
Realizzazione delle balaustre in marmo ad opera di Giuseppe Manni di Comenduno e dell'urna marmorea di S. Antimo martire (ora all'altare dei santi). La reliquia della tibia di S. Antimo, fu donata alla chiesa di Peia per essere esposta alla venerazione dei fedeli, il 20 luglio 1672.
25-4-1780
Consacrazione della chiesa da parte di mons. Dolfin, vescovo di Bergamo.
1781
Fattura delle due cantorie e casse d'organo, realizzate in legno dolce da Antonio Caniana di Nembro.
1870
Esecuzione dei sedili lignei dei parati e della credenza.
1876
Nuovo concerto di cinque campane da parte della ditta Crespi di Crema cui si aggiungeranno nel 1884 altre tre campane.
1880-1881
Realizzazione di un nuovo pavimento a mattonelle di cemento.
1900
Realizzazione, in carton romano, delle due statue del Sacro Cuore di Gesù e di Maria da parte della ditta Rosa di Roma.
1902-1903
Era necessario per ampliare la chiesa, abbattere la vecchia casa parrocchiale addossata alla stessa e costruirne una nuova, l'attuale, inaugurata nel dicembre 1903. Solo allora fu possibile dar corso all'ampliamento della chiesa, non più adatta alle esigenze di un aumentato numero di fedeli.
1899
Il sacerdote professor Piccinelli aveva già presentato al parroco un progetto per una chiesa a croce greca che prevedeva l'abbattimento di quattro pilastri della chiesa. Tale progetto però non piacque ai Peiesi e non fu realizzato.
1900
L'architetto Muzio, ideava invece un progetto grandioso, in cui lasciava i soli due pilastri di mezzo, ossia quello dove ora vi è il pulpito e quello di fronte, ed eliminava invece gli altri, sostituendoli con archi sostenuti da colonne. Ma tale progetto era troppo oneroso economicamente e difficoltoso da realizzarsi poiché prevedeva l'abbattimento di parte della volta e del frontone del presbiterio, tanto più che il peso della nuova volta sarebbe ricaduto sui vecchi pilastri, riempiti a secco e richiudenti precedenti antiche strutture e pertanto non fu portato a compimento.
1904
Non volendo così fare una chiesa parrocchiale nuova, non si trovò di meglio che ampliare quella precedente, facendo qualche cosa in più negli ornamenti. (Il parroco Canova definiva, infatti, la vecchia chiesa “Spoglia e squallida da far pietà ... più che una chiesa sembra una prigione ... i dipinti poi fanno abbassare gli occhi anche ai profani dell’arte). Volendo mantenere pertanto la volta, il presbiterio e il campanile, su nuovo disegno del Muzio, si sostituirono le vecchie cappelle con gli altari minori, incorporandoli nelle due nuove navate laterali.
Maggio 1905
L’ampliamento della chiesa era terminato e, in quel periodo, fu affidata alla ditta Taragni e Zanetti di Bergamo la decorazione della chiesa, la quale fu effettuata in due fasi: coro e presbiterio (terminata nel novembre 1905), navate e cappelle laterali (terminata verso al fine del 1906). Col Taragni che fu l’ideatore dell’intera opera di decorazione collaborarono: Zanetti nelle opere pittoriche, Lupini e Carrara per gli stucchi, Cavalleri per gli affreschi figurativi, Anghileri nelle dorature, Bettinelli per gli angeli in stucco di frontone e coro.
1905-1906
Erezione, su disegno del Taragni, dell'attuale altare di S. Antonio, realizzato dal marmorino Fossati di Bergamo al costo di lire 8195.
1907-1908
Erezione, sempre su disegno del Taragni, dell'altare del Rosario, da parte del Deleidi di Bergamo, al costo di lire 8000.
1907
Realizzazione dei due porticati esterni alle porte laterali, messi in esecuzione su disegno del Taragni (quello di mezzogiorno fu abbattuto allorché, nel 1911, fu costruita la chiesa dell'Immacolata).
1907
Realizzazione del pavimento e dello zoccolo da parte della ditta marmi Lorenzi di Bergamo. Tale opera una volta realizzata non piacque né ai Peiesi né all'ingegnere collaudatore.
1908
Restauro e adeguamento della facciata intonandola alla parte nuova e accompagnando la parte nuova con la vecchia. Vi fu messo lo zoccolo in pietra viva, fu dipinta la medaglia sopra la porta maggiore, rappresentante due angeli con la scritta "Si quaeris miracula". Nelle quattro nicchie, prima vuote, furono poste, ad opera del Lupini di Bergamo, quattro statue in getto, rappresentanti in basso a sinistra S. Giuseppe, a destra S. Antonio, in alto a sinistra S. Urbano, a destra S. Lucia. Costo delle statue lire 1440, costo totale della facciata lire 4996.
1910
Realizzazione della Via Crucis, realizzata in cotto a Marsiglia (Francia) per lire 750
1911
Realizzazione, da parte dello scultore Avogadri di Bergamo, delle statue del Cristo Morto e di S. Luigi Gonzaga.
1911-1912
Realizzazione in marmo cenerino dell’altare della Trinità e santi, disegnato dal Taragni e messo in opera dal Deleidi di Bergamo per lire 2200.
1915
Realizzazione dell’altare dell’Addolorata, donato da un offerente di Peia, il cui progetto, in assenza del Taragni, fu affidato a persona incompetente, col risultato che esso è una stonatura ... ma fu inevitabile metterlo in posa dove oggi si trova. Costo lire 3000.
1916-1917
Costruzione di una sopra sacrestia e adeguamento della vecchia. Abbellimento della sacrestia bassa con affreschi rappresentanti le virtù, opera del Marigliani, che li realizza su progetto del Taragni, il quale esegue invece gli ornati. Costo dell’opera 6263 lire.
1920
Realizzazione del nuovo trono, opera di Costanzo Manzoni di Bergamo, inaugurato il 13 giugno 1920 e costato lire 4985. Un vecchio trono per S. Antonio, ora disperso, era stato scolpito da Donato Fantoni nel 1778; di esso rimane solo la predella.
1921
Realizzazione del quadro raffigurante S. Antonio da Padova, opera di Ponziano Loverini, per l’ancona centrale del coro. Il costo stimato assommava all’onerosa cifra di lire 12000 che però, per espressa volontà del Loverini, fu consegnato ai Peiesi al prezzo di lire 6000, poiché l’autore voleva lasciare a Peia un suo dipinto.
1921
Nuova statua della Madonna del Rosario, e di S. Anna, realizzate dallo scultore Rungaldier di Ortisei, in Val Gardena, la prima per lire 950, la seconda per 1030 lire.
1927-1928
Realizzazione dei banchi della chiesa ad opera dei falegnami Peiesi Pietro e Agostino Alberti e Domenico Rottigni, lavorati su modello dei banchi vecchi, realizzati nella seconda metà del ‘700 dai falegnami Bosio e Predali di Peia. Ai nuovi banchi si aggiunse, ad opera dei suddetti Alberti e Rottigni anche il bancone dei parati della sacrestia, il tutto per lire 27000, escluso il legname che fu regalato alla parrocchia dai Peiesi. Costo totale dell’ampliamento e della decorazione lire 75000.
1950
Realizzazione della nuova statua di S. Antonio da parte di Angelo Gritti.
2-6-1952
Consacrazione da parte di mons. Adriano Bernareggi del nuovo concerto di dieci campane in “sì grave” fuso dalla ditta Angelo Ottolina.
1965
Incendio della parrocchiale.
1969
Lo scultore Monte realizza in marmo di Zandobbio il nuovo altare comunitario e l’ambone, consacrati da mons. Gaddi il 13 settembre 1970.
1974
Realizzazione del nuovo pavimento in silver gray, breccia orientale e nero del Belgio delle tre navate, realizzato da Camillo Remuzzi. L’altare maggiore in marmo nero ha i gradini, la predella e il corpo dell’altare vecchio, mentre la mensa col loculo delle reliquie è più recente. Oltre all’urna di S. Antimo martire tra le reliquie principali troviamo: Legno della S. Croce, S. Antonio da Padova, S. Alessandro mart., S. Rocco conf., S. Antonio ab., S. Liberata verg. e mart., S. Luigi Gonzaga, S. Anna e S. Gioacchino, S. Gaetano da Thiene.
A cura di Simone Doneda – Archivista
Tratto da "La voce di Peia"