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Irragiungibili... Maestosi... Non ci sono aggettivi per descriverli... Quello che hanno lasciato in eredità è un tesoro incalcolabile... Nessuno è mai stato come loro e nessuno lo sarà mai... chiunque potrà solamente essere diverso. Questo gruppo è uno di quelli che ha fatto la storia, sia attraverso l’arte, sia fuori dal contesto musicale; con loro il modo di fare i concerti è radicalmente cambiato... diceva Brian May in una intervista: <<In quegli anni era di moda apparire trascurati>> si riferisce agli anni ’70 in cui iniziò l’avventura dei Queen <<I musicisti salivano sul palco, abbassavano la testa e suonavano senza mai guardare il pubblico; noi reagivamo a quella tendenza, abbiamo sempre voluto che ogni concerto fosse per gli spettatori un evento indimenticabile e abbiamo sempre cercato di dare tutto di noi stessi per farli divertire>>... Freddie Mercury alla fine di ogni esibizione lanciava rose dal palco, brindava con champagne e dialogava molto con il pubblico; cercava in ogni modo di allargare verso ogni forma d’arte... danza, pittura... I nomi dei quattro sono: Brian
Harold May (chitarra), Roger Meddows Taylor (batteria), Freddie Mercury (vero
nome: Farookh Bulsara; voce e piano), John Richard Deacon (basso)... La band fu
formata inizialmente da May e Taylor a cui si aggiunsero in seguito Mercury e
Deacon a completare l’assetto; e a differenza di tantissimi altri gruppi, esso
non cambiò mai. Venti anni di carriera insieme; questo perchè oltre agli
interessi musicali tra i quattro c’era una enorme amicizia... ragion per cui
alla morte di Mercury, il 24 Novembre 1991, i Queen non ebbero più motivo di
esistere. L’idea del nome Queen fu dello stesso Mercury: <<E’ un nome
corto, semplice e facile da ricordare e poi esprime quello che vogliamo essere,
maestosi, regali. Il glam è parte di noi e vogliamo essere dandy>>; anche
il logo della band fu idea di Freddie, che unì insieme i segni zodiacali dei
quattro. Il 6 Luglio 1973 viene pubblicato
il primo singolo dei Queen, Keep Yourself Alive/Son And Daughter, che
viene accolto abbastanza bene dalla stampa, ma che non riceve alcun tipo di
promozione radiofonica. QUEEN, il loro album d’esordio, esce pochi
giorni dopo; dominano i taglienti riff di Brian, l’aggressività e la
nitidezza delle parti vocali di Freddie e una ritmica precisa e coinvolgente.
Pezzi che fanno parte di questo primo lavoro sono: Modern Times Rock ‘n’
Roll, My Fairy King, The Night Comes Down, Liar e Doin’
Alright. E’ già un album completo e maturo ma la critica non lo considera
di valore definendo i Queen come un gruppo di “rock da supermarket” o come
brutta copia dei Led Zeppelin; è l’inizio del rapporto sempre conflittuale
che avranno con la stampa, soprattutto di Freddie, che infatti rilasciò sempre
pochissime interviste... invece il pubblicò dimostrò di apprezzare subito il
glam rock di questo quartetto britannico. Ma questo album, bisogna dirlo, era
composto di canzoni che il gruppo aveva scritto anni prima, pertanto risultava
già vecchio al momento della pubblicazione; gli stessi Queen non sono
completamente soddisfatti del risultato. Avevano già pronte le canzoni del
nuovo album, infatti, pronti per il riscatto e, dopo neanche un anno
dall’uscita del primo lavoro, il 5 Marzo del 1974, entra nella classifica
britannica Seven Seas Of Rhye, il nuovo singolo. Tre giorni dopo esce QUEEN
II, album che racchiude <<il tipo di musica che ho sempre voluto
suonare>> dice May. Il tema portante è basato sulla contrapposizione tra
un “lato bianco” (le canzoni scritte da Brian) ed un “lato nero” (le
composizioni di Freddie), con l’aggiunta di un pezzo di Roger Taylor. White
Queen, The March Of The Black Queen, Nevermore, Seven Seas
Of Rhye, sono alcuni dei pezzi, molti dei quali influenzati dalla mitologia
di J.R.R. Tolkien, il creatore de Il Signore Degli Anelli. Durante la seguente
tournée in America, un successo, May è ricoverato in ospedale
per una grave forma di epatite ed il gruppo si ferma. I sogni di gloria si
infrangono drammaticamente e soprattutto Brian ne sentirà il peso, ritenendosi
colpevole di un eventuale fallimento del gruppo dovuto alla sua sosta forzata.
Freddie, Roger e John, che non hanno mai pensato di sostituire l’amico malato,
impiegano il tempo per registrare nuove canzoni, sulle quali aggiungere in
seguito le parti di chitarra e i cori, mentre Brian in ospedale compone testi,
alcuni dei quali, come Now I’m Here, risulteranno tra i maggiori
successi del gruppo. Nel settembre 1974 i Queen vengono premiati da una sosia
della regina d’Inghilterra con il disco d’argento per la vendita di 100000
pezzi di Queen II. In ottobre esce il terzo album SHEER HEART ATTACK, per
promuovere il quale i Queen si esibiscono per due serate di tutto esaurito al
Rainbow Theatre di Londra che li consacrano definitivamente come star. Il nuovo
album non è più basato sul binomio May-Mercury, ma contiene preziosi
contributi di Roger e John; non ha una particolare linea tematica ma è
considerato un classico del rock, fonte d’ispirazione per numerosi gruppi
degli anni ’80 e ’90, dagli Extreme di Nuno Bettencourt ai Metallica, i
quali hanno anche reinterpretato Stone Cold Crazy, brano precursore
dell’heavy metal. Il lavoro di chitarra di Brian, specialmente in Now I’m
Here e Brighton Rock è stato materia di studio per tanti
chitarristi, da Joe Satriani a Eddie Van Halen a Steve Vai, e ha riscosso
ammirazione tra i protagonisti della sua generazione, come Joe Walsh, Jeff Beck
e Eric Clapton... Brian May è ora uno dei più grandi solisti del mondo.
Nell’estate del 1975, il gruppo inizia a lavorare sul nuovo album, portandosi
sulle spalle un tour molto impegnativo (sono stati anche in Giappone) e delle
controversie con la vecchia casa discografica (la Trident), sostituita adesso
con la EMI. Nasce A NIGHT AT THE OPERA, album complesso e tra i più
costosi mai realizzati sino ad allora. Brian sperimenta nuovi suoni, la voce di
Freddie è la solita, l’energia dei quattro è straripante... Good Company,
Seaside
Rendezvous, Lazing On A Sunday Afternoon, The Prophet
Song... ma il capolavoro è Bohemian Rhapsody, canzone simbolo del
progetto musicale e artistico chiamato Queen, in cui un testo enigmatico si
sviluppa in una successione di quattro diversi momenti musicali che ruotano
attorno allla celebre sezione operistica per la quale occorse una settimana di
lavoro. Roy Thomas Baker, testimone della genesi di un pezzo che è un classico
del rock, ricorda:<< E’ stato un lavoro terribile, una settimana intera
per cercare di realizzare le idee di Freddie; ogni volta che m’illudevo
d’aver finito con i cori, arrivava Freddie e diceva: ‘Ho pensato di
aggiungere ancora un pò di Galileo...’...>>. Il brano dura quasi sei
minuti ed è giudicato da tutti troppo lungo per essere promosso in radio. Un dj
amico di Freddie, Kenny Everett, innamorato della canzone, nonostante gli sia
stato espressamente vietato, lo trasmette alla radio per 14 volte nel corso di
una giornata. La EMI viene inondata da una tale massa di richieste che viene
costretta a pubblicarlo: in due settimane Bohemian Rhapsody vende 150000
copie, segnando una svolta epocale per tutta la musica rock. Grazie a queste
premesse l’album riscuote un successo clamoroso, raggiunge il primo posto
nelle classifiche di tutta Europa e conquista il primo disco di platino per i
Queen. Mitico uno dei concerti del tour seguente: 150000 persone festeggiano la
band all’Hyde Park di Londra. Il quinto disco, A DAY AT THE RACES,
viene pubblicato il 10 dicembre 1976 e si pone subito ai vertici delle
classifiche grazie a pezzi come Somebody To Love, Tie Your Mother Down,
Good Old-Fashioned Lover Boy, Drowse. A questo punto della propria
carriera, i Queen decidono di rimettersi in gioco, autoproducendosi: esce il
sesto album, creato in soli due mesi e mezzo, NEWS OF THE WORLD... Basta
solo dire che le canzoni di apertura sono We Will Rock You e We Are
The Champions, create apposta per coinvolgere il pubblico durante i
concerti. Ciò che comunque colpisce di questo disco è la mescolanza di generi
che lo compongono e il sound più grezzo e immediato, indubbiamente efficace.
Dopo un lungo tour, nell’estate del 1978, la band torna in studio per lavorare
sull’album che uscirà nel novembre con il nome di JAZZ, il quale
titolo però non corrisponde ad un radicale cambio di genere. Il successo di
News Of The World è bissato e memorabile rimane il party di presentazione alla
stampa mondiale, svoltosi a New Orleans, primo di una lunga serie che
attireranno sulla band anche molte critiche per il proprio stile di vita.
Nonostante pezzi famosi, come Fat Bottomed Girls, Bycicle Race
(composta da Freddie dopo un passaggio del Tour De France nelle strade accanto
agli studi di registrazione), Mustapha e Dead On Time, la critica
accoglie molto negativamente questo nuovo lavoro. Sul fronte concertistico,
tuttavia, a detta di molti la band raggiunge il proprio zenith, creando
spettacoli non solo musicali, ma in cui giocano tra di loro tutte le arti e
trovando in Freddie Mercury un’irrangiungibile interprete; nasce uno
strepitoso album live, LIVE KILLERS. Passata l’estate, anche senza
nessun disco da proporre, i Queen pubblicano il singolo Crazy Little Thing
Called Love, che vanta una composizione totalmente diversa dal passato e che
viene recensito positivamente. Parte un nuovo tour in cui il gruppo vuole
esibirsi in spazi più ristretti per avere un contatto più stretto con il
pubblico alla fine del quale viene pubblicato un nuovo singolo, Save Me.
A gennaio il gruppo inizia a comporre il nuovo album che sarà anche la colonna
sonora del film Flash Gordon... THE GAME, preceduto dal singolo Play
The Game, esce il 30 giugno del 1980 insieme con una novità; Freddie
Mercury, fino ad allora ‘capellone’, appare con il nuovo look con capelli
corti e baffi... alla EMI arriveranno spedizioni di rasoi dai fans di ogni parte
del mondo... del disco fa parte anche il singolo più venduto della storia del
gruppo, Another One Bites The Dust. Il 1980 giunge al termine e i Queen,
dopo soli sette anni di carriera, hanno venduto 45 milioni di album e 25 milioni
di singoli; galvanizzati da un successo così imponente e vogliosi di trovare
nuovi stimoli decidono di organizzare una tournée in paesi fino ad allora mai
visitati come Argentina, Brasile, Messico e Venezuela; in Argentina, nel periodo
successivo alla loro visita, figurano addirittura dieci
loro album nella classifica dei dieci album più venduti! Alla fine del tour, in
una jam session notturna con David Bowie, nasce Under Pressure. Il
singolo, pubblicato nell’ottobre del 1981, anticipa l’uscita del primo GREATEST
HITS della band, messo in vendita con un libro fotografico e una
videocassetta contenente tutti i videoclip delle canzoni. Con le vendite
dell’antologia che vanno a gonfie vele e i clamorosi successi live ancora
nell’aria, il morale del gruppo è alto ma i quattro cominciano a dare segni
di stanchezza, sia per non aver mai riposato sufficientemente a lungo
dall’inizio della carriera, sia per la vita dissoluta che essi conducono. Da
queste premesse esce nel maggio 1982 HOT SPACE, che delude la maggior
parte dei fans storici; anche se le idee di fondo sono buone si hanno
arrangiamenti approssimativi e poco meditati... comunque pubblico e critica
mostrano di gradire il lavoro. Alla fine del 1982 i Queen decidono di separarsi
per un breve periodo; non si tratta di uno scioglimento definitivo, ma di un
momento di pausa per ritrovare lo spirito giusto. I componenti della band si
dedicano allora a progetti solistici fino a quando, a Los Angeles, alla fine del
1983, si ritrovano avendo sentito molto la mancanza del lavoro nel gruppo e
iniziano a registrare nuovo materiale. Il primo singolo, pubblicato il 23
gennaio 1984, è Radio Ga Ga, brano composto da Roger Taylor, ispirato
dal piccolo figlio Felix il quale, commentando una musica ascoltata alla radio,
aveva detto che era ‘radio ka-ka’. L’album, THE WORKS, debutta il
27 febbraio 1984 e va direttamente al primo posto in 19 paesi (tra cui
l’Italia). Altri brani sono I Want To Break Free (dove i Queen nel
videoclip compaiono travestiti da donna), la potente, antimilitarista e
antinucleare Hammer To Fall e Is This The World We Created. Grande
tour seguente che registra il tutto esaurito ovunque; Freddie e compagni
partecipano anche al Festival di Sanremo e si esibiscono per la prima e unica
volta in Italia al Palasport di Milano. Due però sono gli eventi live che
caratterizzano questo periodo e l’intera carriera dei Queen in particolare.i
Queen vengono invitati a partecipare come attrazione principale a un grande
festival a Rio De Janeiro (Rock in Rio) in compagnia di molti altri artisti
quali AC/DC, Yes, George Benson, James Taylor, Iron Maiden, Def Leppard... è
uno dei più grandi festival di tutti i tempi e ai Queen viene riservato
l’onore di chiudere la manifestazione. La band sale sul palco il 12 gennaio
alle due del mattino e rimane a bocca aperta davanti al più grande pubblico
pagante mai accorso per un sigolo concerto (record tutt’ora imbattuto): 250000
persone. Il duetto di Freddie con la marea di persone sulle note di Love Of
My Life è uno dei momenti più intensi e grandiosi della storia del gruppo.
Il 13 luglio 1985 è una data molto importante per il rock: per la prima volta,
i più grandi artisti del mondo decidono di incontrarsi per dare vita ad
un’enorme spettacolo di beneficenza, il ‘Live Aid’, in favore delle
popolazioni dell’Etiopia colpita da una grave carestia. Organizzato da Bob
Geldof, l’avvenimento si svolge in contemporanea al Wembley Stadium di Londra
e a Philadelphia e viene trasmesso in diretta
in tutto il mondo; lo show si basa su una veloce alternanza di
esibizioni, ognuna della durata di 20 minuti. I Queen salgono sul palco alle sei
di sera, senza aver fatto alcun soundcheck e con solo alcuni tecnici di
palcoscenico a disposizione, e presentano un set esplosivo e molto rapido, in
modo da condensare nel breve tempo concesso tutta la loro energia. I venti
minuti del ‘Live Aid’ consegnano alla storia i Queen e fanno di Freddie
Mercury una leggenda. Tutti gli artisti, il pubblico, i critici e per una volta
la stampa sono d’accordo nel considerarli i migliori in assoluto, capaci di
monopolizzare l’attenzione e sbalordire i lmondo. Freddie in particolare
domina l’evento, ipnotizzando lo stadio e facendolo esplodere: davanti a tutto
il mondo costruisce il suo mito di insuperabile frontman. L’immagine di
Freddie sorridente mentre la folla canta We Will Rock You è il simbolo
della musica e della personalità dei Queen. Dal ‘Live Aid’ i Queen escono
rivitalizzati, percorsi da una scarica di adrenalina che si condensa
nell’uscita del singolo One Vision ispirato dal famoso discorso del
sogno di Mrtin Luther King. Durante le prime sessions di prove
i quattro vengono contattati da Russel Mulchay, regista alle prese con il
proprio primo film, ‘Highlander’; la band accetta di scriverne la colonna
sonora e di pubblicarla come un proprio album e inizia a registrare brani
ispirati alle scene del film. Esce A KIND OF MAGIC che contiene canzoni
come A Kind Of Magic, Princes Of The Universe, Who Wants To
Live Forever e Friends Will Be Friends ed in cui traspare tutta la
carica e l’entusiasmo del ‘Live Aid’; inoltre, è inutile dirlo,
‘Highlander’ diventa un cult. L’estate del 1986 vede i Queen padroni
d’Europa con concerti strabilianti come quello al Nepstadion di Budapest il 27
luglio; è la prima volta che oltre la cortina di ferro il rock viene presentato
in grandi spazi. In patria in sei date il gruppo raccoglie più di 400000
persone, stabilendo un record assoluto con due concerti consecutivi al Wembley
Stadium (11 e 12 luglio) da cui verrà tratto un doppio album. Freddie chiude lo
spettacolo vestito da re, con manto di pelliccia e corona, e smentisce ogni voce
di problemi nel gruppo con parole che risulteranno purtroppo profetiche:<<
Non siamo poi tanto male per essere quattro vecchie regine del rock... staremo
insieme finchè, cazzo, non saremo morti!>>. Il ‘Magic Tour’ chiude a
Knebworth il 9 agosto davanti a 200000 persone: è l’ultimo concerto dei Queen,
che lasciano al loro pubblico il ricordo della loro esibizione più spettacolare
e grandiosa e l’immagine di un gruppo che ha saputo esaltare la dimensione
live come nessun altro. Freddie saluta per sempre i suoi fans alzando la corona
con queste parole:<< Arrivederci, bellissime bellezze! Siete stati un
pubblico straordinario, buonanotte, sogni d’oro, vi amo!>>. In questo
periodo Freddie ha già contratto il virus dell’AIDS sebbene i test a cui si
sottopone diano ancora esito negativo. Nel 1988 i Queen si ritrovano in studio
per preparare un nuovo lavoro: THE MIRACLE, che contiene pezzi come I
Want It All, Breakthru e The Miracle. L’assenza di qualsiasi
progetto per un tour alimenta voci sullo stato di salute di Freddie, che pure
appare in buona forma nei video di THE MIRACLE. L’AIDS ha già iniziato a
minare la salute del cantante il quale, volendo mantenere una riservatezza
assoluta e conoscendo i metodi della stampa scandalistica, decide di non
rivelare niente per non allarmare chi gli sta intorno e si concentra sul suo
lavoro. Il gruppo ritorna in studio nel 1990, mentre lo stato di salute di
Freddie finisce sulle prime pagine dei giornali in seguito ad un’apparizione
in pubblico – per la consegna di un premio alla carriera ai Queen – in cui
il cantante appare piuttosto provato e smagrito. Gli altri componenti della band
sottolineano l’unità del gruppo sul piano personale rifiutandosi di
rilasciare dichiarazioni e confermando l’uscita dell’album. Ormai molto
debilitato dalla malattia, Mercury si concentra anima e corpo sul lavoro, in cui
trova uno stimolo nel continuare la propria battaglia. Il frutto di tutto ciò
è un capolavoro in cui la voce di Freddie e la musica dei Queen raggiungono
l’apice: INNUENDO. Il singolo Innuendo è un brano maestoso e
complesso che riassume tutto lo stile Queen, collegato direttamente al manifesto
Bohemian Rhapsody con cui gareggia in lunghezza. INNUENDO è un lungo e
contrastato discorso musicale e poetico incentrato sui temi dell’esistenza,
dell’amore, di una ricerca dei valori che possano dare serenità e pace; non
è giustificato cercare in ogni parola accenni alla malattia di Freddie perchè
alcuni dei brani sono risalenti ad anni prima. The Show Must Go On non è
il testamento di Mercury in quanto è stata scritta da Brian in onore di Freddie
stesso, ma rispecchia il difficile momento interiore in cui si sono trovati i
Queen in quel periodo. Anche These Are The Days Of Our Lives, brano
composto da Roger Taylor, è un testo triste ma sereno; nel video Freddie appare
per l’ultima voltae, mostrando coraggiosamente il suo volto distrutto dalla
malattia, trova la forza per sorridere e dire per l’ultima volta ai suoi fans:<<
I still love you.>>. Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury diffonde un
comunicato stampa in cui dichiara ufficialmente di essere malato di AIDS, il 24
novembre 1991, alle sette di sera, l’uomo perde la sua lunga battaglia.
Centinaia di fans si radunano tutta la notte in lacrime davanti alla sua
abitazione, il mondo precipita nel dolore e la notizia ovunque riempie i
giornali. Brian, Roger e John rilasciano la seguente dichiarazione
ufficiale:<< Abbiamo perso il più grande e più amato membro della nostra
famiglia. Proviamo un dolore indescrivibile per la sua morte, una tristezza che
è mitigata dal pensiero della sua straordinaria creatività e dell’onore e
del coraggio con cui ha vissuto e affrontato la morte. E’ stato un privilegio
per noi dividere con Freddie momenti così magici. Appena sarà possibile,
vorremmo celebrare la sua vita nello stile in cui era abituato.>>. Il 20
aprile 1992, allo stadio di Wembley, si svolge il più grande concerto degli
ultimi anni, il ‘Freddie Mercury Tribute’. Vincendo la disperazione Brian,
Roger e John salgono sullo stesso palco per l’ultima volta, per celebrare la
vita e l’arte di Freddie Mercury in compagnia dei più importanti nomi del
panorama rock mondiale. Il concerto viene aperto dalle esibizioni di Extreme,
Metallica, Guns N’ Roses, Def Leppard e Bob Geldof. Alle sei di sera è il
turno di Brian, Roger e John: una schiera di straordinari artisti si unisce
aloro per cantare le canzoni dei Queen ed esprimere le proprie considerazioni su
Freddie Mercury e sull’AIDS. George Michael, Robert Plant, Roger Daltrey,
Elton John, Mick Ronson, Ian Hunter, Annie Lennox, Axl Rose, Zucchero e molti
altri danno vita ad un concerto leggendario, trasmesso in diretta in tutta
Europa. David Bowie canta forse per l’ultima volta Heroes e al termine
del pezzo si inginocchia e recita una preghiera per tutte le vittime
dell’AIDS, riducendo al silenzio l’intero stadio. La serata si chiude con la
splendida interpretazione di We Are The Champions da parte di Liza
Minnelli cui si uniscono tutti gli artisti presenti per un grande coro finale.
Sull’ultima nota Roger Taylor, vero motore dell’evento, prende in mano il
microfono e grida al cielo di Londra:<< Buonanotte Freddie, ti
amiamo!>>. Gli anni seguiti alla morte di Freddie sono i più duri per la
band; fioccano i progetti solistici, soprattutto per Brian e Roger, ma non
avviene un reale scioglimento. Per tutti questi anni i tre musicisti avevano
conservato la voglia di lasciare la testimonianza di quanto avevano realizzato
con Freddie quando egli, ormai troppo malato, poteva entrare in studio solo per
poche ore. Dal 1988 infatti, il cantante aveva coinvolto i compagni a tal punto
da passare la maggior parte delle ore possibile in studio. Aveva moltissime idee
e le voleva terminare tutte; per non perdere tutto questo lavoro i restanti
Queen danno un senso a ciò in MADE IN HEAVEN. Si ritrovano in
quest’album alcune canzoni che Freddie aveva cantato da solista riarrangiate,
come I Was Born To Love You e Made In Heaven; c’è Let Me
Live, dove si hanno contemporaneamente le voci soliste di Freddie, Roger e
Brian; Mother Love, l’ultima canzone cantata da Freddie. Il significato
di tutto è comunque celato nella canzone che apre il lavoro. It’s A
Beautiful Day è una dichiarazione di voglia di vivere fatta da Freddie
nell’unico modo che conosceva: sedendosi al piano e cantando l’amarezza di
quei momenti. E’ un brano in cui Mercury dimostra il suo grande coraggio perchè,
sebbene ammetta il dispiacere, è deciso a non cedere finchè fuori ci sarà un
altro bellissimo giorno da vivere. << Se dovessi morire domani,
non mi preoccuperei. Dalla vita ho avuto tutto. Rifarei tutto quello che ho
fatto? Certo, perchè no? Magari un pò diversamente! Io cerco solo di essere
genuino e sincero e spero che questo traspaia dalle mie canzoni.>> (Freddie
Mercury, 1986).
Ed ecco alcune delle loro canzoni
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