antico.egitto inizio paginaLe teorie
In questa pagina ho voluto dare libero sfogo alla fantasia. Le teorie quì elencate sono frutto di qualche semplice ragionamento spuntato da qualche parte dopo la lettura di un libro o di un articolo. Dopotutto anche le idee che possono apparire più bizzarre a volte si rivelano molto vicine alla verità.

fine paginainizio paginaintroduzioneAkhenaton bisessuale?

L'età amarniana rappresenta un periodo molto particolare nella storia dell'antico Egitto. Tra il 1370 a.C e il 1340 a.C. circa, infatti, ha luogo una radicale riforma del sistema politico e religioso. Durante la XVIII dinastia la famiglia reale era ricca e potente. Tuttavia, il crescente potere del clero di Ammone a Tebe minacciava sempre più l'autorità del faraone. Amenofi III, padre di Akhenaton, forse per motivi di contrapposizione con il clero di Ammone gettò le basi per quella che sarebbe stata la prima riforma religiosa in senso monoteista della storia. Essa si concretizzò successivamente grazie al "faraone eretico" Akhenaton. I motivi che portarono a questa scelta radicale sono tuttora ignoti, come dal mistero sono avvolti numerosi fatti legati a questo periodo. Ciò che ipotizzo è che Akhenaton, fin dalla giovane età, mise in mostra, seppur limitatamente alla sua famiglia, i segni della propria bisessualità. Suo padre, il faraone Amenofi III, resosi conto delle difficoltà che avrebbe incontrato il figlio nel momento della sua incoronazione, cercò di creare le condizioni più favorevoli per facilitarne l'ascesa ed il regno. Queste piccole mutazione nell'equilibrio politico-religioso del tempo sono oggi interpretate come le basi della successiva rivoluzione di pensiero. Alla morte di Amenofi III, ebbe luogo, come da tradizione, l'incoronazione di Akhenaton che però allora si chiamava Amenofi IV. Il nuovo faraone assunse il potere e, per i primi anni di regno, si dimostrò un faraone assolutamente "normale". Questa "normalità" non era però destinata a durare a lungo. Intorno al quinto anno del suo regno, forse per i crescenti dissapori con il clero di Ammone o per il bisogno o la volontà di esprimere il proprio io, Amenofi IV decise di mutare il nome in Akhenaton ed inoltre dispose di costruire una nuova capitale, Akhetaton, nella regione di Amarna. La questione che però fece definitivamente incrinare i rapporti con la tradizione tebana fu la decisione di abbandonare il pantheon egizio tradizionale in favore di un solo dio, il disco solare Aton. Come ci insegna la storia, la successione degli eventi si ripete nel tempo così, come avviene anche oggi, penso che la riforma religiosa di Akhenaton sia servita per nascondere altri interessi o, meglio, per far accettare al popolo la sua figura e la sua politica. Il clero di Ammone, al tempo molto influente, iniziò un'aspra lotta ideologica contro il faraone. Ma perché Akhenaton sentì il bisogno di allontanarsi così radicalmente dalla tradizione andando incontro a sicure difficoltà? A mio parere la natura bisessuale di Akhenaton andò sempre più a manifestarsi anche nei rapporti con il clero e a nulla servì il matrimonio con Nefertiti per mascherare le voci e i sospetti. Così, vista l'inaccettabilità della sua natura, decise di intraprendere un'azione forte, capace di scardinare il sistema ed in grado di salvaguardare il suo ruolo. La sconfitta di Akhenaton avrebbe significato l'ascesa al potere del clero di Ammone che era, probabilmente, rappresentato da persone avide e ambiziose. Per far accettare la propria natura al popolo attuò una riforma religiosa che vedeva in Aton il dio più importante. Essendo Aton il disco solare, è, per sua natura, asessuale e perciò rappresentativo della natura maschile e femminile dell'umanità. Il faraone, come si sa, è diretto discendente degli dei e il suo ruolo è quello di fungere da tramite tra essi e gli uomini. Così la bisessualità di Akhenaton era giustificata dal ruolo religioso che doveva ricoprire. Tutto l'ambiente ne fu influenzato. Scultura, pittura, costumi videro la nascita di nuove tradizioni molto lontane da quelle classiche. L'arte, ad esempio, mutò radicalmente i canoni della tradizione come testimoniano le sculture dello stesso Akhenaton che fu rappresentato con un corpo sformato tanto da indurre molti studiosi a ritenere che fosse affetto da qualche malattia probabilmente di carattere genetico. Il motivo di tale rappresentazione, a metà tra il corpo di un uomo e quello di una donna, rientrava anch'essa tra le cose che dovevano fare in modo che il popolo accettasse la bisessualità di Akhenaton come basilare per ricoprire il ruolo di faraone. Ora, come avversario, rimaneva solo il clero di Ammone. La lotta tra i due contendenti fu aspra, ma essenzialmente combattuta sulla conquista dell'opinione pubblica. Tutto dipendeva da quale fosse il potere più influente: quello del faraone, o quello della tradizione? Per i primi anni della riforma sembra che il popolo accettasse, anche se con qualche naturale riserva, la rivoluzione di Akhenaton, ma poi, a causa di una pressante campagna discreditatoria, Tebe prese il sopravvento conquistando sempre più un maggior numero di favori. Nefertiti probabilmente avvertì il progressivo fallimento della politica del marito e sicuramente lo mise in guardia da ciò che stava accadendo. Akhenaton, che ormai non poteva in nessun altro modo far accettare la propria bisessualità, ignorò gli avvertimenti e proseguì per la sua strada. A questo punto Nefertiti dovette prendere una posizione precisa e decise di abbandonare la casa reale. Questo non fu altro che il motivo principale che la indusse a lasciare il marito. Il rapporto con Akhenaton era ormai incrinato, costellato da molte incomprensioni ed anche dall'insoddisfazione di Nefertiti che vedeva la sua figura di donna calpestata dai rapporti del marito con altri uomini. Akhenaton, rimasto solo, cercò di dare un seguito al suo progetto affiancando al trono il figlio Smenkhara che però non produsse effetti rilevanti durante la coreggenza. Alla morte (naturale?) di Akhenaton e a quella di Smenkhara, il trono venne affidato ad un altro figlio di Akhenaton, Tutankhamon, che garantiva continuità alla dinastia ma che, grazie alla sua giovanissima età, poteva essere facilmente manipolato da Tebe. La figura di Tutankhamon, che originariamente si chiamava Tutankhaton, era stata ben divulgata tra il popolo che perciò vedeva in lui l'antico divino potere del faraone. Tutankhamon fu un "faraone marionetta" fino a quando, forse perché rispettoso della politica del padre o forse perché diventato uomo e quindi orgoglioso del suo potere e della sua persona, iniziò a cercare una vita più libera e indipendente. A questo punto, forse perché timorosi di una restaurazione del culto di Aton o perché preoccupati da una possibile esclusione dai giochi di potere, Ay e Horemheb, con l'appoggio del clero di Ammone, organizzarono l'omicidio del giovane faraone garantendosi così ricchezza e potere. Le tombe di Smenkhara (tomba 55) e di Tutankhamon in cui sono presenti anche oggetti e nomi femminili (nel caso di Smenkhara il corpo fu addirittura chiuso in un sarcofago destinato ad una donna) non sono forse una dimostrazione dell'ambiguità della politica amarniana?

fine paginainizio paginaintroduzioneNuove regole del Senet

Come è già noto le regole del senet sono sconosciute. Nell'arco degli anni alcuni esperti come Kendall, Bell e Tait hanno esposto le loro teorie. Ognuna di esse avvicina il senet ai moderni giochi dell'oca e backgammon.
La mia idea è che il senet sia una sorta di misto tra gioco dell'oca e dama. Infatti, presso il museo egizio di Torino, si può osservare come nella tomba di Kha, risalente al 1450 a.C., è conservata una tavola del senet con 7 pedine a forma di cono e 5 a forma cilindrica. Il personale del museo mi ha assicurato che nella tomba è stato tutto è disposto esattamente come è stato trovato. A questo punto, se le cose stanno così, nel gioco del senet è prevista l'eliminazione delle pedine avversarie e da quì la mia teoria. Naturalmente non ho certo la presunzione di affermare la sua assoluta esattezza, ma solo dare una possibile alternativa alle regole già esistenti. Ho anche realizzato un modellino di senet in cartone per verificare queste nuove regole e devo dire che il gioco risulta più avvincente. Se non ci credete, provate!
Ecco le regole:

  1. Il Senet viene giocato da due giocatori;
  2. Ogni giocatori possiede 5, 7 o 10 pedine;
  3. All'inizio del gioco le pedine si trovano al di fuori della tavola;
  4. Il punteggio che determina il movimento delle pedine viene stabilito dal lancio di 4 bastoncini bicolore: per ogni bastoncino giallo viene assegnato 1 punto (totale da 0 a 4 punti). Ogni punto permette al giocatore di avanzare una pedina di 1 casella;
  5. Il giocatore può arbitrariamente scegliere quale pedina muovere;
  6. Se la propria pedina finisce in una casella occupata da una pedina avversaria, quest'ultima viene "mangiata" e così esce dalla tavola;
  7. Se due pedine dello stesso giocatore si trovano nella stessa casella, queste non possono essere "mangiate";
  8. La casella 15, detta della rinascita", permette al giocatore che riesce a portarvi una propria pedina di riabilitare al gioco un'eventuale pedina "mangiata";
  9. La casella 26 assicura alla pedina che ospita l'immangiabilità da parte dell'avversario;
  10. La casella 27, detta dell'acqua, "mangia" automaticamente la pedina che vi finisce sopra che però non può essere recuperata;
  11. Le caselle 28, 29 e 30 sono solo indicative del punteggio che serve per terminare il gioco;
  12. Nelle caselle 15, 26, 28, 29 e 30 possono trovarsi al massimo una pedina per giocatore e non permettono di "mangiare";
  13. Il gioco termina quando tutte le pedine rimaste escono dalla tavola. A questo punto il giocatore che porta più pedine in salvo vince.

Con queste regole si possono fare più partite che tengono conto di un punteggio totale, oppure organizzare veri e propri tornei, anche tra più giocatori.

fine paginainizio paginaintroduzioneLa figura di Akhenaton

Come già noto, il periodo amarniano è, nella storia d'Egitto, uno dei più discussi. A questo proposito, ed in qualche modo in alternativa alla prima teoria, voglio dare una mia impressione sull'arte di questo periodo ed in particolare a come veniva rappresentato il faraone Akhenaton e gli altri uomini in genere. La ricerca delle curve in ogni lineamento ha inizio con il Nuovo Regno ed in particolare con Thutmosi I le cui rappresentazioni risultano essere molto più armoniose delle precedenti. Sotto il regno di Akhenaton, sostengono alcuni egittologi, questa tecnica ha raggiunto l'apice facendo affermare le più disparate teorie sulla figura di Akhenaton, dalle malattie all'omosessualità, ecc.
Secondo il mio punto di vista si è, forse, tralasciato un aspetto importante. La pronunciata rotondità del ventre del faraone potrebbe semplicemente cercare di farlo rassomogliare al disco solare. Infatti Akhenaton, esaltando il ruolo del sole come dio principale del pantheon, si era proclamato divino e, perciò, unico tramite tra il sole e gli uomini. Ma come poteva dimostrare la sua natura divina al popolo? La sua risposta fu farsi raffigurare simile al dio sole e agli uomini allo stesso tempo. Da quì nasce la strana raffigurazione di Akhenaton che, secondo me, può essere vista come l'unione dell'aspetto dell'uomo e della forma del sole.

fine paginainizio paginaintroduzioneTracce di Egitto sul lago Maggiore

La cultura di Golasecca, località sorta sulle sponde del fiume Ticino a ridosso del lago Maggiore, nacque e prosperò tra il X e il V secolo avanti Cristo.
Il fiume Ticino, emissario del lago Maggiore, poco dopo essere uscito dal lago forma un'ansa che un tempo era caratterizzata da forti rapide che rappresentavano un'ostacolo difficile da superare per le imbarcazioni dirette a nord (ora questa caratteristica del Ticino è scomparsa con la costruzione di una diga che regolamenta il livello del lago). Così, per oltrepassare l'impedimento, le imbarcazioni erano costrette a scaricare il proprio carico poco prima delle rapide per poi reimbarcarlo subito dopo. Furono dunque costruiti due porti, di cui oggi non rimane più nulla, per agevolare le operazioni. Del porto settentrionale si è individuata la zona: si tratta di una piccola insenatura del lago pochi metri a nord dell'attuale ponte di Sesto Calende.
La cultura di Golasecca nacque dunque grazie all'obbligato passaggio delle merci che portarono commercio e una discreta ricchezza e morì quando le popolazioni meridionali (es. Etruschi) scoprirono un nuovo passaggio sul Mincio per commerciare con il nord.
Gli scavi archeologici, iniziati con una certa frequenza solo negli anni 90, hanno portato alla luce alcune tombe e diversi ritrovamenti tra cui dei vasi decorati con sfingi alate e con scene di uomini e animali con perfetta impostazione egiziana.
E' dunque vero che l'antico Egitto, seppur indirettamente, lasciò le sue tracce anche sul lago Maggiore? La risposta è sì. Probabilmente, in seguito all'invasione dei popoli del mare in Egitto, avvenuta intorno al 1200 a.C. e respinta dal faraone Merenptah, questi popoli invasori, tra cui Tuscia (etruschi), Sakaleshu (siculi) e Shardana (sardi), importarono e diffusero nelle loro regioni alcune caratteristiche della civiltà egizia. Così il mito della sfinge, la raffigurazione dell'uomo di profilo ma con alcune caratteristiche disegnate di fronte e lo stile di disegnare le azioni quotidiane su più righe per rappresentarne la prospettiva giunsero, dopo vari scambi, fin sulle rive del lago Maggiore.

fine paginainizio paginaintroduzioneL'Egitto nel mondo

Come per la cultura di Golasecca, anche in altre luoghi sparsi in giro per l'europa sono stati rinvenuti oggetti egittizzanti. Chiaramente non si tratta di reperti realizzati dagli Egizi, ma dagli abitanti del luogo che, attraverso scambi commerciali o contatti con altre civiltà (es. Greci e Romani), hanno, probabilmente a loro insaputa, prodotto oggetti che richiamano la cultura egizia.
Illiria fu una cultura nata intorno al 500 a.C. nella zona oggi occupata dall'Albania e dalla Macedonia. Fin dai primi periodi gli Illirici dovettero opporsi ai continui tentativi di invasione dei Greci. Tra i reperti trovati dagli archeologi vi è una statuetta, recentemente esposta al Museo Archeologico di Arona (NO), che riproduce un uomo seduto con un braccio lungo il fianco e l'altro piegato sul petto. Questa caratteristica è del tutto simile al modo con cui gli Egizi erano soliti raffigurare i faraoni.
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