Eccoli, i paesani di Plostina nel '73. Qualcuno non c'è più. Qualcuno è papà e qualcuna
mamma. Qualcuno è in Italia, qui da noi, ovvero dopo 130 anni sono ritornati
nella terra dalla quale i loro avi se ne andarono in cerca di...pane !
Cognomi familiari a noi del bellunese, perfettamente integrati nella nostra
comunità, favoriti dalle amministrazioni comunali e dalla nostra gente che li
ha accolti con simpatia, e a volte, anche dopo gli incontri avvenuti nel cuore
della Slavonjia.
Ernesto, "gran bòn òn", che tradotto letteralmente nella
lingua di Dante vorrebbe dire: grande bravo uomo. Ora è un pensionato come me,
allora era il barista del paese, il capofrazione era l'uomo di fiducia dei
paesani e degli amministratori locali. Apriva la sua Krcma Belluno, si proprio Belluno, alle ore 15 e la chiudeva alle ore 22. Era addetto agli acquisti ed alla vendita di quel po di
prodotti che richiedeva la sua clientela. Ernesto, fu il primo abitante di
Plostina ad aquistare una vettura, una R4, che guidava con sicurezza sia nelle
strade principali che nel tratto di strada che dalla provinciale portava a
Plostina. 4 km d'inferno, strada bianca, con un'infinità di buche di tutte le
dimensioni. Velocità di crociera credo 20 kmh. Guai che capitassi da quelle
parti d'estate, che non piovesse da un po di giorni, nuvoloni da far invidia
ai più famosi films Western. Ancora guai se pioveva, l'inconveniente più grave
era quello di stimare la profondità di una buca e trovarsi con i conti
sbagliati. Povero nonobepi, che naturalmente a quel tempo era papàbepi. Povera
Ascona rossa come la parte più viva della bandiera...italiana, partivo con la
vettura tutta bella pulita, e rientravo con la polvere fin dentro il
serbatoio..... A quei tempi c'erano ancora Bepi Moro,
il vècio Pano, Doro Moro il papà di Bepi, Ambassador, Antune Straga, Franjo Piucco,
Juro Brunéta e tanti altri che
hanno avuto la sfortuna di andarsene da un pò di anni. Amici di cui nutro un
bellissimo ricordo, ricordi semplici per gente semplice, gente che ad ogni mio
rientro in Italia non passava volta che mi dicessero di portare una "calgera
par la polenta, de quele lidiere, satu bepi..." che io immancabilmente portavo
nei viaggi successivi. Bei tempi, bei tempi credimi. Riempivo il mio tempo
ascoltando il vecio Pano, un De Lorenzi, i suoi partirono dalle parti di Erto
e Casso allora provincia di Udine, ora di Pordenone, ad una quindicina di km
da Longarone. Località divenute tristemente famose dopo il disastro del
Vajont. Rimanevo ore ed ore con la bocca aperta ad ascoltare quelle "fiabe",
la nascita di Plostina, come gli abitanti ebbero le terre a saldo del loro
lavoro di disboscamento, dall'allora proprietario il benestante Raiser. Ore ed
ore ad ascoltare la "vècia Matilde" mamma del grande amico Gustin detto Gòso,
il "botteghier" di Plostina. Della siora Matilde, ho un bel filmato, fatto in
Vhs, ogni tanto me lo guardo, non mi par vero che sia trascorso tutto questo
tempo. Poi negli ultimi tempi molte cose sono cambiate, l'ultima mia visita si
perde nei miei ricordi. Circa sei sette anni fa, in occasione del funerale
dell'amico Gòso, quella fu l'ultima mia visita. Dopo la guerra, disastri,
emigrazione e la pigrizia di fare un migliaio di km. Forse quest'anno ci
ritornerò, dico forse non si sa mai....
Ottobre 2006 - Sto risistemando le mie paginette per trasferirle su Digilander e debbo dire che il "forse" si è trasformato in "non ci sono ancora ritornato"
Mi dispiace.