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LA FAME
Il problema della fame è antico come l'uomo (è nato con lui).
Nel corso dei secoli ha scritto le pagine più terribili, gli episodi piu
raccapriccianti, anche se poco ricordati nei libri di storia.
Ha seguito l'uomo in tutto il suo cammino, in un crescendo continuo che il
progresso degli ultimi decenni non ha diminuito semmai aumentato e che ha finito
per assumere toni e proporzioni drammatiche.
L'uomo del XX secolo che ha realizzato scoperte e invenzioni meravigliose per
elevare il proprio tenore di vita, l'uomo che è riuscito a conquistare la luna e
ora si lancia verso nuovi mondi negli spazi interplanetari, non è ancora
riuscito a debellare lo spettro della fame e le sue conseguenze di sofferenza e
di morte per gran parte dell'umanità. La fame che è sempre esistita ma oggi per
la prima volta viene scoperta in tutta la sua tragica realtà: più della metà del
genere umano non si nutre a sufficienza.
Solo ora popoli e individui incominciano a prendere coscienza che tra i problemi
più gravi e urgenti "il primo è quelllo della fame".
Finalmente un pezzo del nostro mondo è entrato nelle nostre famiglie, nella
nostra vita, ora cominciamo a sentirci più vicini a coloro che "soffrono la
fame". Oggi circa tre miliardi di persone soffrono la fame; questo succede nelle
zone ex coloniali che sono state sfruttate a lungo dalla madre patria. Questo
succede anche perchè l'economia è mal distribuita; infatti ci sono pochi ricchi
che sfruttano i poveri che lavorano per racimolare il denaro sufficiente per
vivere. Questi popoli soffrono la fame e da essa sopraggiungono delle malattie
che derivano dalla mancanza del calcio nelle ossa, che porta alla deformazione
della spina dorsale; anche la mancanza di vitamina C porta dei gravi problemi
alla salute perchè non fa funzionare bene il cervello. Ci sono molte altre
malattie, che derivano dall'impurità dell'acqua ed esse sono: tifo, colera,
malaria, peste, scorbuto.
CHE COSA E' IL SOTTOSVILUPPO.
Si chiamano aree depresse (o sottosviluppate) le regioni (o gli Stati), che
presentano uno sviluppo economico e quindi un tenore di vita notevolmente
inferiore a quello dei paesi più evoluti: in via di massima, si considerano
sottosviluppati i paesi con reddito annuo per abitante inferiore a 5/600
dollari, reddito che in non pochi resta addirittura inferiore ai 200 e in
qualcuno ai 100 dollari (circa 65000 lire).
Si tratta di paesi a economia prevalentemente agricola, caratterizzati da forte
natalità, strutture sociali piuttosto rigide, tecniche di lavoro arretrate,
alimentazione insufficiente, condizioni igieniche e sanitarie arretratissime,
alta mortalità infantile, limitato consumo di energia per i vari usi richiesti
dalla civiltà, alta percentuale di analfabeti.
In tali paesi, solo una minima parte del reddito nazionale può essere investita
nello sviluppo economico e in miglioramenti di altra natura.
In primo luogo le popolazioni sottosviluppate, in generale, non si nutrono a
sufficenza. In molti paesi si ha, infatti, una disponibilità media di calorie al
giorno, per abitante, inferiore a quella di cui un individuo avrebbe bisogno,
poichè vi è chi mangia di più, non tutti rispondono di fatto a questo
quantitativo medio.
Non c'è da meravigliarsi se, in più di un paese, altissima é, per esempio, la
percentuale dei casi di tubercolosi, alto è l'indice di mortalità, specialmente
nel primo anno di vita.
D'altra parte il numero dei medici, secondo gli ultimi dati, è di uno ogni 390
abitanti in Israele; di uno ogni 871 in Giappone.
Ne segue che, la grande maggioranza degli abitanti di questi paesi, manca di
cure, specialmente nelle campagne. Quindi, la durata media della vita, per la
popolazione dell'Asia, è generalmente breve; di 37 anni e mezzo in Afganistan,
di poco più di 41 anni in India, di 47 e mezzo in Indonesia, di 50 circa in
Cina.
Il basso livello tecnico e industriale, della maggior parte dei paesi
sottosviluppati, e gli scarsi servizi di cui possono godere i loro abitanti, si
rispecchiano anche nella modesta quantità di energia (di varie fonti: carbone,
petrolio, ecc...) consumate annualmente. Estremamente basso é, quindi, il tenore
di vita delle popolazioni: situazione, questa, che appare anche da numerose
altre statistiche internazionali. Occorre quindi, l'assistenza esterna, tecnica
e funzionaria, in ogni campo: alimentare, igienico, scolastico, tecnico,
agricolo e dell'allevamento, ricerche minerarie, lavori pubblici, impianti
industriali.
Di iniziative in questo senso, ce ne sono in realtà parecchie.
Ci sono il programma di sviluppo delle Nazioni Unite; il Fondo delle Nazioni
Unite, per gli aiuti all'infanzia (UNICEF). Ma i bisogni sono enormi. E stato
calcolato, tempo addietro, che occorrerebbe investire annnualmente, capitali per
venti miliardi di dollari degli Stati Uniti, per aumentare solo del 2% il
reddito medio per abitante, nelle immense aree arretrate dell'Asia, dell'America
del Sud: e sarebbe, evidente, un ritmo di crescita assai lento, inferiore a
quello delle aree già sviluppate.
Nel 1972 i paesi sviluppati ad economia di mercato hanno messo a disposizione
dei paesi in via di sviluppo, direttamente, o attraverso organizzazioni
internazionali, a titolo pubblico o privato, risorse per complessivi 16144
milioni di dollari, mentre, i paesi ad economia pianificata, si sono impegnati a
fornir loro (lasciando a parte Cuba) capitali per oltre 492 milioni di dollari.
Complessivamente, poco piùdi 17,5 miliardi di dollari, equivalenti a quasi
dodicimila miliardi di lire italiane, ripartiti fra i sottosviluppati di tutto
il mondo.
Troppo poco evidentemente, per ottenere in tempi brevi risultati apprezzabili.
LE CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO.
1) Analfabetismo.
Si calcola che il fenomeno, interesserebbe circa 800 milioni di persone e il
superamento di questa situazione, si è iniziata là dove, grazie alle risorse
petrolifere si è notevolmente accresciuta la disponibilità di capitali.
Il problema della lotta all'analfabetis mo è stato affrontato anche in sede
internazionale. Soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, l'UNESCO e altre
istituzioni hanno dedicato crescente attenzione al recupero degli adulti
analfabeti.
A questo problema sono state dedicate le conferenze internazionali di Ehingor
(1949), di Montread (1960), di Tenerah (1965), ecc.
L'ONU ha promosso una campagna mondiale contro l'analfabetismo nel 1965,
mettendo a disposizione fondi e promuovendo progetti-pilota in 12 paesi
(Algeria, Ecuador, Etiopia, Guinea, India, Iran, Madagascar, Mali, Sudan, Siria,
Tanzania, Venezuela).
Campagne nazionali sono state organizzate dal Messico, dal Brasile, da Cuba,
dall'Indonesia e dalle Filippine.
Nei paesi più sviluppati, invece, tale forma di analfabetismo ha parecchio
ridotto la sua incidenza in questi ultimi decenni, per effetto della
generalizzazione dell'obbligo scolastico, che ormai si estende a tutti i
soggetti in età scolastica.
Le percentuali di analfabetismo, ancora riportate, mostrano trattarsi di un
fenomeno estremamente radicale.
2) Colonialismo.
Si designa con questo termine, la teoria e soprattutto la pratica politica
rivolta alla conquista e allo sfruttamento dei territori coloniali da parte di
paesi più progrediti: in questo senso, il colonialismo si distingue nettamente
dalle varie forme di "colonizzazione" che si svilupparono nel mondo antico, per
opera soprattutto dei Fenici, dei Greci e dei Romani.
La prima conseguenza delle grandi scoperte geografiche, che fu infatti la
creazione di vasti imperi coloniali, che la Spagna e il Portogallo realizzarono
per prime nelle terre del Nuovo Mondo.
Il Portogallo, che realizzò per primo il suo impero mondiale, seguì il criterio
di impadronirsi di avamposti significativi, sul piano strategico e commerciale,
mirando non ai vasti territori da colonizzare ma a punti di appoggio per le
merci.
La Spagna si diede invece a penetrare nel continente americano, assicurandosi la
conquista di vari territori: l'impresa, fu opera di abili e spregiudicati
avventurieri, i "conquistadores", che superando pericoli di ogni genere e
ricorrendo a ogni mezzo riuscirono a sottomettere popolazioni di antica civiltà
assicurandosi il controllo di sterminate distese di terreno.
L'organizzazione dell'impero coloniale spagnolo, comportò la diffusione nel
Nuovo Mondo, delle convenzioni sociali e dei rapporti feudali di origine
europea.
Altri colonizzatori furono gli Olandesi che penetrarono nelle Antille, sulla
colonia del Capo, nel Ceylon e nell'arcipelago della Sonda; l'Inghilterra che
vantava 13 colonie sulla costa atlantica dell'America settentrionale oltre ad
alcuni avamposti in Asia; la Francia che colonizzò il Canada, la Louisiana, il
Madagascar e il Senegal.
La liberazione dei popoli coloniali si è andata sempre più affermando,
nonostante la reazione spesso violenta e spietata di alcuni Stati, che si sono
visti sfuggire di mano preziosi depositi di materie prime e importanti avamposti
strategici .
3) Imperialismo.
Con la parola imperialismo, si fa riferimento alla politica di potenza e di
conquista, che portò l'Inghilterra e le altre potenze europee a conquistare e
dominare militarmente ed economicamente gran parte dell'Asia e dell'Africa.
Dopo la seconda guerra mondiale e la rivolta dei paesi coloniali,
all'imperialismo militare è stato sostituito l'imperialismo economico. Gli Stati
Uniti esercitano un'influenza dominante sul commercio internazionale, sia con i
limiti delle importazioni, sia con i freni all'esportazione. Comunque l'America
crea gravi difficoltà all'economia dei paesi con i quali trattiene rapporti
commerciali.
Gli Stati Uniti determinano il prezzo internazionale di molti prodotti o materie
prime dei quali sono i principali venditori o acquirenti.
Attaverso le loro societ_, che le loro compagnie multinazionali possiedono in
più di 80 paesi, esercitano il loro controllo su gran parte dell'economia di
quei paesi.
Si può parlare anche di imperialismo culturale, si traduce in un lavaggio del
cervello, attuato con la diffusione del modo di vita, di comportamento e di
pensiero americano o sovietico, attraverso films, libri, trasmissioni televisive
ecc... In molti paesi ancora sottomessi, le leggi sull'apartheid vietano alle
popolazioni di colore l'accesso alle zone della citt_, in cui vivono i bianchi,
o lo consentono solo con ferree limitazioni.
I negri hanno infatti: scuole private, cabine telefoniche, ospedali privati.
Dunque vi è una segregazione razziale o meglio uno sviluppo separato.I
sud-africani discendenti degli europei sono convinti che dare gli stessi diritti
alla gente di colore significherebbe perdere immediatamente tutti i vantaggi
conquistati in quasi tre secoli.
Imminenti minacce di carestie nel sub-continente indiano e nel Sahel africano,
unite a una diminuizione delle riserve mondiali.
LE MALATTIE E LE CONSEGUENZE DELLA FAME.
ma oltre a queste conseguenze causate dalla fame e dalla sete, ce ne sono altre
non meno tragiche e pericolose.
Prima tra tutte la miseria, la sporcizia, la mancanza d'igiene.
Chi è assalito ogni giorno dall'incubodi sopravvivere non si preoccupa certo di
tenere in ordine la casa, di curare la pulizia personale e il vestiario. Le case
dei denutriti alla periferia delle grandi città sono baracche con rottami di
legno, zinco, stracci, cartone, ricoperte di erbe o foglie di palme, prive di
servizi igienici, fogne, acqua, luce, che servono solo per ripararsi in qualche
modo dalla pioggia o dai cocenti raggi del sole. Per molti, queste baracche sono
ancora un sogno irrealizzabile. In molte città centinaia di migliaia di vecchi,
donne e bambini trascorrono la loro vita sui marciapiedi che, durante la
notte,si trasformano in un immenso dormitorio nel quale migliaia di corpi
giacciono nudi gli uni accanto agli altri senz'alcun riparo.
La tragedia diventa atroce durante il periodo dei "monsoni" che dura 3-4 mesi,
allorchè questi poveretti sono obbligati a rimanere per ore ed ore sotto lo
scrosciare delle piogge torrenziali dove molti perderanno la vita per
assideramento o per altre malattie.
E questo il periodo nel quale la morte miete a centinaia le sue vittime.
SVILUPPO ORIZZONTALE E VERTICALE DELL'IMPRESA
Si chiamano multinazionali quelle imprese con una struttura che permette di
produrre e di vendere in varie nazioni differenti. La maggior parte di queste
società sono statunitensi. La loro potenza talvolta è tale da poter competere
con quella degli Stati in cui operano.
Il bilancio della Exxom, ad esempio, supera di parecchio quello della Svenia; il
gruppo siderurgico giapponese Nippon Steel produce più acciaio di tutte le
acciaierie francesi e italiane.
Come nascono questi colossi economici?
Varie società che producono gli stessi prodotti invece di farsi concorrenza si
uniscono.
Oppure una grossa impresa assorbe le imprese più piccole: così si ingrandisce e
può produrre di più.
La sua crescita può andare in due direzioni: "orizzontale" o "verticale".
Crescita orizzontale:
l'impresa si allarga e diffonde in vari paesi per dominare una parte sempre più
grande di mercato, per vendere la maggior quantità possibile di prodotti. La
sola IBM ha in mano 2/3 del mercato mondiale di calcolatori elettronici. La Coca-cola è il primo produttore mondiale di bibite: vende a ritmo di 2000
bottiglie al secondo in quasi tutti i paesi del mondo.
Crescita verticale:
l'impresa si ingrandisce in modo da controllare tutte le fasi della
fabbricazione di un prodotto.
La Firestone, prima produttrice di pneumatici nel mondo, ha coltivazioni di
caucci• in tre continenti; in Liberia 1/4 ella popolazione attiva lavora nella
sua piantagione gigante, non lontano dalla capitale.
più l'economia di uno stato è debole, più forte è l'influenza delle
multinazionali. La politica delle multinazionali mira a relazionare sempre il
massimo guadagno. Per questo nuovi stabilimenti vengono aperti dove la
manodopera è meno cara; per lo piu nei paesi del Terzo Mondo o vengono chiusi
dove i lavoratori esigono stipendi più giusti.
Gli stati dove operano devono essere poveri ma non troppo. E questo il caso
delle calcolatrici tascabili fabbricate a Honk Hong o in Corea con marchio di
fabbriche tedesche o statunitensi. Per raggiungere il massimo profitto le
multinazionali ottengono con ogni metodo l'appoggio dei governanti: in America
Latina, ma non solo in America Latina, molti uomini di governo sono pagati
perchè prendano decisioni favorevoli alle maggiori imprese estere. Quando la
corruzione non basta si ricorre al golpe de stado (o colpo di stato).
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