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I radicali  liberi sono molecole instabili, aggressive, responsabili di gravi danni alle cellule dell’organismo. Il loro comportamento è dovuto alla presenza di un elettrone spaiato nell’orbitale più esterno. La loro produzione è correlata soprattutto ai fenomeni di ossidazione, che comportano un flusso di elettroni dalle sostanze ossidate (che perdono elettroni)  verso quelle ossidanti (che li ricevono), come l’ossigeno.

  Esistono in natura numerosi esempi di questi processi ossidativi: primo fra tutti la combustione degli idrocarburi, come pure l’arrugginirsi del ferro, o anche l’irrancidimento dei grassi,  la degradazione in superficie della polpa esposta della frutta. Nel nostro organismo i RL si producono essenzialmente nel corso di almeno quattro processi biologici:

1)     durante l’ossidazione finale dei substrati nutrizionali nei mitocondri, che conclude la demolizione dei macronutrienti introdotti con l’alimentazione, con produzione di energia sotto forma di ATP

2)     nelle reazioni immunitarie cellulo-mediate, prodotti da i globuli bianchi attivati contro i germi invasori

3)     nelle reazioni di fase I di detossicazione epatica ( ossidazione dei substrati eso- ed endo-tossici catalizzate dagli isoenzimi della famiglia dei citocromo p 450)

4)     nelle fasi di riperfusione di tessuti dell’organismo interessati da fenomeni ischemici

  I radicali liberi possono provenire anche dall’ambiente esterno e penetrare nell’organismo attraverso la via cutanea, respiratoria  o gastrointestinale.

Le fonti esogene principali do RL sono costituite da:

-         radiazioni solari ultraviolette

-         radiazioni ionizzanti

-         fumo di sigaretta

-         smog, gas di scarico di veicoli, impianti di riscaldamento  e industrie

-         pesticidi, antiparassitari, inquinanti chimici

-         farmaci

-         carne alla brace

  I radicali liberi più importanti sono quelli derivati dall’ossigeno, e tra questi il radicale superossido (O2.-), il radicale idrossilico (HO.),

l radicale perossilico o perossido, l’ossido nitrico. Esistono  Specie Reattive dell’Ossigeno (ROS) che pur non essendo veri e propri radicali liberi (non hanno cioè degli elettroni spaiati sull’orbitale esterno), hanno un comportamento biologico similare ed altrettanto nocivo: ad es. il perossido di idrogeno ( o acqua ossigenate), l’ossigeno singoletto.

  I radicali liberi sono coinvolti in diverse patologie umane e nel processo fisiologico dell’invecchiamento. Il principale bersaglio dei radicali liberi è rappresentato dai lipidi delle membrane cellulari, specie gli acidi grassi poliinsaturi, a causa della loro natura chimica

e della loro particolare conformazione a doppio strato regolare, che viene stravolta dall’attacco dei RL. Gli sconvolgimenti delle membrane cellulari, comprese quelle interne alla cellula, comportano alterazioni  negli scambi tra comparti intra- ed extra-cellulari, fino

a compromettere la sopravvivenza stessa della cellula.

Tra i lipidi oggetto preferenziale degli attacchi dei RL figurano anche le lipoproteine LDL o a bassa densità, deputate principalmente al trasporto nel plasma del colesterolo e della vitamina E. A contatto coi RL vengono ossidate, con alterazione delle proprietà fisico-strutturali e delle attività biologiche, e trasformate  in fattori causali del processo arteriosclerotico.

Altro bersaglio cruciale d’attacco da parte dei RL è costituito dalle proteine e dagli acidi nucleici. L’alterazione  delle strutture proteiche porta allo sconvolgimento funzionale di molti sistemi enzimatici, e un danneggiamento del DNA e del RNA prefigura modificazioni genetiche che potrebbero essere alla base  dei meccanismi di insorgenza del cancro e dell’invecchiamento cellulare. L’organismo controlla e inattiva i RL presenti al suo interno  con una strategia complessa, multifattoriale, stratificata su diversi livelli di intervento, ed estremamente efficace. Il meccanismo più importante, di tipo enzimatico, presente in ogni cellula, intercetta  il radicale  superossido  prima che possa provocare danni  e attraverso una serie di reazioni  lo neutralizza  trasformandolo in acqua. Gli enzimi  coinvolti in questo meccanismo sono la SOD (superossidodismutasi), la Catalasi e la Glutatione-perossidasi. L’organismo poi produce tutta una serie di sostanze circolanti, finalizzate ad altre funzioni biologiche, che tuttavia possiedono una marcata  attività  antiossidante: albumina, acido urico, bilirubina, melatonina, etc. Esso utilizza infine  molti composti di origine alimentare, di tipo vitaminico e non, dotati di azione antiossidante, che si caratterizzano  per il diverso meccanismo d’azione , per la specificità dei siti d’intervento e per  l’effetto sinergico globale da essi esplicato.

I più importanti sono:

-        

la   vitamina E :  essendo liposolubile, si localizza nello spessore della membrana cellulare, nella quale penetra agevolmente, e dove svolge un ruolo di protezione dei lipidi di membrana garantendo la cessione di elettroni ai radicali liberi endocellulari circolanti nei paraggi.

-        

 la  vitamina C, idrosolubile e quindi liberamente circolante nei fluidi corporei, che svolge il compito di  spazzino di radicali liberi sia in proprio che per … conto terzi, garantendo il rifornimento di elettroni alla vitamina E bloccata nella membrana cellulare.

-          

la  vitamina A e  i carotenoidi ( specie il Beta-carotene ): liposolubili, affiancano l’attività della vitamina E di cui  sono più efficaci in condizioni di bassa tensione di ossigeno ( ad es. nei tessuti ischemici).  Il betacarotene è uno dei più potenti  eliminatori dell’ossigeno singoletto.

-        

            I tioli, contenuti nell’aglio, nelle cipolle, e nelle crucifere ( broccoli, cavoli, verze, etc.) sono ricchi di zolfo, che è il maggior

c   componente della glutatione-perossidasi.

-        

             Il glutatione, e gli aminoacidi suoi precursori, come la cisteina  o la N-acetil-cisteina, esercita un’azione antiossidante  distribuita su diversi fronti : è elemento essenziale del sistema enzimatico  endocellulare  della glutatione-perossidasi, a livello epatico contribuisce a inattivare metaboliti intermedi reattivi dotati di azione radicalica, provenienti dalle reazioni di fase I,  grazie  all’azione catalizzante della glutatione-trasferasi, è infine una delle molecole più attive sul fronte del rifornimento di elettroni alle molecole antiossidanti in prima linea, come la vitamina E e la vitamina C.

-        

               I bioflavonoidi:  famiglia composta da più di 600 sostanze (flavoni, flavani, flavonoli, flavononi, flavonolignani,catechine, fitocianidine,etc.) la cui comune caratteristica è quella di lavorare in sinergia con la vitamina C, esaltandone l’attività e la potenza antiossidante  mediante un’azione protettiva  nei suoi confronti. I fitoderivati più ricchi in bioflavonoidi  sono rappresentati dalla silimarina (cardo mariano), tè verde, ginkgo biloba, picnogenolo, quercetina, semi di uva rossa.

-        

            Il coenzima Q 10 : oltre ad essere una sostanza indispensabile  per il trasporto di elettroni nella catena respiratoria mitocondriale e quindi per la produzione di ATP, possiede una spiccata attività antiossidante  che si esplica nella protezione dai RL dei lipidi di membrana, resa più efficace dalla sua lipofilia (qualità che manca alla vit.C), e nella partecipazione  al meccanismo  di rifornimento di elettroni alle avanguardie antiradicaliche.

-        

            L’Acido lipoico:  accanto ad una funzione essenziale di tipo metabolico nella cascata di reazioni della glicolisi, l’acido lipoico esplica un’importante  azione antiossidante , anche nel suo caso giocata su diversi livelli: funge da agente di trasferimento di elettroni, partecipando al rifornimento  di vit.E e C;  agisce da scavenger (spazzino) nei confronti di diversi RL e ROS ( radicali idrossilici e perossilici, acido ipocloroso, ossigeno singoletto), e grazie alla sua particolare conformazione e alle sue dimensioni molecolari ( è più grande della vit. C ,ma più piccolo della vit. E) è solubile sia in comparti “acquosi “ che in quelli “lipidici”, potendo così raggiungere i più disparati settori corporei, compresi quelli encefalici.

-     Vitamina B1: Tiamina

-     Vitamina B2: Riboflavina

-     Vitamina B3: Niacina

-     Vitamina B12: Cianocobalamina

-         I minerali  Selenio, Rame, Zinco e Manganese, coinvolti in qualità di componenti o cofattori nei sistemi anti-RL enzimatici.

-         La melatonina rappresenta il più noto degli ormoni prodotto principalmente dalla ghiandola pineale. Essa viene secreta maggiormente nelle ore notturne, mentre la luce ne inibisce la produzione

 

 

 


 

Parliamo del tè verde

a cura di Angela Berardinelli

Tra le varie ipotesi patogenetiche della distrofia di Duchenne, vi è anche un'aumentata suscettibilità allo stress ossidativo, dimostrata in vari studi condotti su colture cellulari, prevalentemente di topi mdx, ovvero il ceppo murino nel quale viene indotta la malattia.

Qui è necessaria subito una precisazione, ovvero ricordare che la Duchenne, negli animali, presenta un decorso assai diverso da quanto accada normalmente nell'uomo, poiché nel tempo c'è un miglioramento clinico e, nonostante il pur presente difetto di forza muscolare, essi hanno normale prospettiva di sopravvivenza.

Tornando comunque al problema dello stress ossidativo, su tutt'altro versante - negli ultimi anni - è stata studiata la capacità protettiva del tè verde, attribuita proprio in primo luogo alle sue proprietà antiossidanti, legate al suo principale componente (il GTE) e ai polifenoli. In particolare varie ricerche avrebbero messo in luce la potenzialità di controllo della carcinogenesi (ovvero di numerose forme tumorali) da parte appunto del tè verde.

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori svizzeri dell'Università di Losanna (pubblicato nel 2002 dall'"American Journal of Clinical Nutrition") avrebbe dimostrato un effetto protettivo rispetto alla necrosi e alla suscettibilità allo stress ossidativo, su cellule di topo mdx la cui dieta era stata supplementata con tè verde a diverse concentrazioni (l'effetto ottenuto è stato paragonato con quanto riscontrato in un gruppo di topi mdx non trattati con la medesima sostanza).

E tuttavia tale effetto è risultato prevalente nelle fibre del muscolo estensore lungo delle dita (EDL), mentre non è stato significativo nel muscolo soleo. La differenza tra questi due muscoli è rappresentata dal diverso metabolismo: infatti, il primo (EDL) è costituito da fibre muscolari a contrazione rapida, il secondo (soleo) a contrazione lenta. Queste ultime hanno un maggior numero di mitocondri e quindi una maggior produzione di radicali, le sostanze che inducono lo stress ossidativo. Gli autori della ricerca hanno quindi ipotizzato che potesse trattarsi di un problema legato alla dose, la quale, nell'animale, corrisponderebbe a circa sette tazze di tè al giorno nell'uomo.

In sostanza si può dire che l'effetto protettivo ottenuto con il tè verde sia paragonabile a quello derivato dalla creatina e sebbene lo studio sia stato condotto su un numero di animali limitato e vi siano vari punti deboli dal punto di vista metodologico, si tratta di una sostanza somministrabile senza particolari problemi.

E d'altro canto va ricordato anche che la somministrazione di altri antiossidanti - quali la vitamina E, la stessa creatina ecc. - non ha mai portato finora a reali vantaggi nella clinica dei soggetti affetti da distrofia di Duchenne.

 

Articolo tratto da DM 148 - aprile 2003.

 

 


 

CoQ10:  Coenzima-Q10 ubiquinone 30mg + Vit-E 30mg

 

Il farmaco " CoQ10" non esiste in Itialia.

Mi è stato indicato dal Prof. Bresolin dell'Ospedale Maggiore Policlinico in via F. Sforza al posto del farmaco "Ubimaior", in quanto è meno costoso e più efficace.  

Il prof. Bresolin si sta interessando per costruire un'associazione per gli ammalati mitocondriali, in questo modo c'è la possibilità di ottenere questo farmaco a un prezzo minore.   Attualmente il farmaco CoQ10 costa £.35.000 e vi sono 30 compresse.

 

Informazioni di base

Il coenzima Q è parte dei mitocondri delle cellule ed è necessario per la produzione di energia.
Il coenzima Q10 (un nutriente); si trova nel vitello, nelle sardine, negli spinaci e nelle noccioline.

Effetti dimostrati

1- Controlla il flusso di ossigeno entro ciascuna cellula.

 

Il coenzima Q10 è un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in natura. Esso svolge una azione fondamentale nella produzione di energia, inoltre esplica azione antiossidante e protettiva nei confronti dei radicali liberi. Il ruolo del coenzima Q10 è quello di trasportatore di idrogeno. È una molecola abbastanza grande, è lungo 4 nm, e ha forma allungata come un serpente, esso trasporta idrogeno tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno. Esso si trova nei mitocondri e nella parte più interna delle membrane. Il coenzima Q10 è estremamente diffuso in natura; è presente nei cereali, nella soia, nelle noci, nei vegetali.
Il latte e i formaggi ne contengono quantità molto scarse.
Il coenzima Q10 è sintetizzato nelle nostre cellule, nella via del mevalonato.

Il coenzima Q10 è stato scoperto negli Stati Uniti nel 1957 presso l' Università del Wisconsin dal professor Crane nei mitocondri di cuore di bue. Il professor Peter Mitchell ha ricevuto il premio Nobel nel 1978 per la scoperta delle funzioni del coenzima Q 10. Il coenzima Q10 trasporta idrogeno facendo la spola tra in un senso come Q e nell' altro come QH2, tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno delle proteine, attraversando facilmente le membrane, essendo molto solubile negli idrocarburi.
Centinaia di pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato l'efficacia e l' innocuità del coenzima Q10, esso svolge un ruolo molto importante nel trasporto di elettroni, e la sua carenza comporta un deficit di trasporto di elettroni e di ossigenazione. Sebbene il coenzima Q10 sia sintetizzato nelle nostre cellule, la sua sintesi diminuisce con l' invecchiamento, o con la malnutrizione, o con alcuni farmaci, o con le malattie croniche, quando questo accade l' unica fonte di coenzima Q10 è l' alimentazione ; deficienze del 25% comportano stato di malattia. Le piante contengono una sostanza che svolge una funzione analoga al coenzima Q10, chiamata plastochinone essa ha lievi differenze strutturali dal coenzima Q10. Il cuore ha la più alta concentrazione di coenzima Q10, e il suo impiego in terapia medica avviene soprattutto nelle malattie cardiovascolari, non sono stati mai descritti casi di intolleranza o di intossicazione di sorta con il suo uso. I livelli ematici di coenzima Q10 sono più elevati tra i vegetariani, e si è calcolato che il suo consumo giornaliero è di 5 mgr al giorno.
Carne, pesce, oli vegetali, germe di grano, soia, sono ricchi di coenzima Q10. L 'introduzione cogli alimenti è fondamentale, dopo una settimana di alimentazione parenterale si ha il dimezzamento del tasso di coenzima Q10 nel sangue (Kishi e coll). Nel 1994 è stato pubblicato uno studio dell' Università del Texas: sono stati curati con coenzima Q10 424 cardiopatici, seguiti per un periodo di 8 anni, con dosaggi da 75 a 600 mgr al giorno. I ricercatori hanno valutato il miglioramento in base alla scala della New York Hearth Association (NYHA), dei 424 cardiopatici, il 58% migliorò di una classe NYHA, il 28% di 2 classi NYHA, e 1,2 % di 3 classi NYHA.
Il coenzima Q10 è stato inoltre usato nel cancro con risultati brillanti, nella distrofia muscolare, nell' angina pectoris. Un uso recente è quello nello sport : 25 sciatori fondisti finlandesi sono stati trattati con coenzima Q10, i risultati dimostrarono miglioramento di tutti gli indici di performance fisica, il 94% degli atleti migliorò i tempi e la loro performance, mentre nel gruppo trattati con placebo solo il 33 % ottenne dei risultati . Infine il coenzima Q10 possiede azione antiossidante e protegge le strutture cellulari dai radicali liberi. Esso lavora assieme alla vitamina E e la protegge dall' ossidazione. Le statine usate per abbassare il tasso di colesterolo, possono ridurre i tassi di coenzima Q10 in quanto bloccano l' HMG-CoA riduttasi che interviene anche nella sintesi di coenzima Q10. Ricercatori hanno trovato un calo di coenzima Q10 fino al 40% in soggetti trattati con statine per 3 settimane ( Littarru e coll).

I radicali liberi sono delle molecole o porzioni di molecole che hanno un elettrone in meno. Queste molecole hanno un'alta reattività per cui tendono a captare un atomo di idrogeno da altre molecole, determinando una reazione a catena.
I radicali liberi agendo sui grassi delle membrane cellulari e sulle proteine nucleari determinano grossi danni alle cellule disintegrando le membrane e i nuclei. I radicali liberi si formano incessantemente nel nostro organismo durante la fosforilazione ossidativa e anche i globuli bianchi creano radicali liberi per aggredire i virus e i batteri.
Radicali liberi si formano inoltre per effetto del fumo, delle radiazioni, della polluzione. I radicali liberi sono alla base dell'invecchiamento, dei tumori, dell'arteriosclerosi, dell'ipertensione. I più importanti radicali liberi sono l'anione superossido O2, l'acqua ossigenata H2O2 e l'ossidrile OH. Il più diffuso è l'anione superossido che è estremamente pericoloso perché distrugge l'ossido nitrico determinando ipertensione.

Il coenzima Q10 è un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in natura. Esso svolge una azione fondamentale nella produzione di energia, inoltre esplica azione antiossidante e protettiva nei confronti dei radicali liberi. Il ruolo del coenzima Q10 è quello di trasportatore di idrogeno. È una molecola abbastanza grande, è lungo 4 nm, e ha forma allungata come un serpente, esso trasporta idrogeno tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno. Esso si trova nei mitocondri e nella parte più interna delle membrane. Il coenzima Q10 è estremamente diffuso in natura; è presente nei cereali, nella soia, nelle noci, nei vegetali.
Il latte e i formaggi ne contengono quantità molto scarse.
Il coenzima Q10 è sintetizzato nelle nostre cellule, nella via del mevalonato.

Il coenzima Q10 è stato scoperto negli Stati Uniti nel 1957 presso l' Università del Wisconsin dal professor Crane nei mitocondri di cuore di bue. Il professor Peter Mitchell ha ricevuto il premio Nobel nel 1978 per la scoperta delle funzioni del coenzima Q 10. Il coenzima Q10 trasporta idrogeno facendo la spola tra in un senso come Q e nell' altro come QH2, tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno delle proteine, attraversando facilmente le membrane, essendo molto solubile negli idrocarburi.
Centinaia di pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato l'efficacia e l' innocuità del coenzima Q10, esso svolge un ruolo molto importante nel trasporto di elettroni, e la sua carenza comporta un deficit di trasporto di elettroni e di ossigenazione. Sebbene il coenzima Q10 sia sintetizzato nelle nostre cellule, la sua sintesi diminuisce con l' invecchiamento, o con la malnutrizione, o con alcuni farmaci, o con le malattie croniche, quando questo accade l' unica fonte di coenzima Q10 è l' alimentazione ; deficienze del 25% comportano stato di malattia. Le piante contengono una sostanza che svolge una funzione analoga al coenzima Q10, chiamata plastochinone essa ha lievi differenze strutturali dal coenzima Q10. Il cuore ha la più alta concentrazione di coenzima Q10, e il suo impiego in terapia medica avviene soprattutto nelle malattie cardiovascolari, non sono stati mai descritti casi di intolleranza o di intossicazione di sorta con il suo uso. I livelli ematici di coenzima Q10 sono più elevati tra i vegetariani, e si è calcolato che il suo consumo giornaliero è di 5 mgr al giorno.
Carne, pesce, oli vegetali, germe di grano, soia, sono ricchi di coenzima Q10. L 'introduzione cogli alimenti è fondamentale, dopo una settimana di alimentazione parenterale si ha il dimezzamento del tasso di coenzima Q10 nel sangue (Kishi e coll). Nel 1994 è stato pubblicato uno studio dell' Università del Texas: sono stati curati con coenzima Q10 424 cardiopatici, seguiti per un periodo di 8 anni, con dosaggi da 75 a 600 mgr al giorno.

I ricercatori hanno valutato il miglioramento in base alla scala della New York Hearth Association (NYHA), dei 424 cardiopatici, il 58% migliorò di una classe NYHA, il 28% di 2 classi NYHA, e 1,2 % di 3 classi NYHA.
Il coenzima Q10 è stato inoltre usato nel cancro con risultati brillanti, nella distrofia muscolare, nell' angina pectoris. Un uso recente è quello nello sport : 25 sciatori fondisti finlandesi sono stati trattati con coenzima Q10, i risultati dimostrarono miglioramento di tutti gli indici di performance fisica, il 94% degli atleti migliorò i tempi e la loro performance, mentre nel gruppo trattati con placebo solo il 33 % ottenne dei risultati . Infine il coenzima Q10 possiede azione antiossidante e protegge le strutture cellulari dai radicali liberi. Esso lavora assieme alla vitamina E e la protegge dall' ossidazione. Le statine usate per abbassare il tasso di colesterolo, possono ridurre i tassi di coenzima Q10 in quanto bloccano l' HMG-CoA riduttasi che interviene anche nella sintesi di coenzima Q10. Ricercatori hanno trovato un calo di coenzima Q10 fino al 40% in soggetti trattati con statine per 3 settimane ( Littarru e coll).

 

Farmaci che hanno come principio attivo Ubidecarenone, in ordine di prezzo:

 

UBIDENONE 14 CPS 50 MG 12,29

ESSETI FARMACEUTICI S.P.A.

UBIDEX 14 CPS 50 MG 12,91

OFFICINA FARMACEUTICA FIORENTINA S.R.L.

UBICOR 14 CPS 50 MG 14,50

MAGIS FARMACEUTICI S.P.A.

IUVACOR 14 CPR 50 MG    21,23

INVERNI DELLA BEFFA SPA

UBIMAIOR 50   14 CPS 50 MG 23,78

CHIESI FARMACEUTICI S.P.A.

DECORENONE 50   14 CPS 50 MG 24,39

ITALFARMACO S.P.A.

UBITEN 14 CPS 50 MG 24,39 LIFEPHARMA S.P.A.
UBIDENONE 14 CPS 50 MG 12,29

ESSETI FARMACEUTICI S.P.A.

       
UBIDENONE OS 10 FL 50 MG 11,78

ESSETI FARMACEUTICI S.P.A.

UBICOR OS 10 FL 10 ML 50 MG 13,10

MAGIS FARMACEUTICI S.P.A.

DECAFAR 10 FLAC.NI 10ML 50MG  15,65

LA.FA.RE. S.R.L.

IUVACOR OS 10 FL 50 MG 18,02

INVERNI DELLA BEFFA SPA

DECORENONE 50   OS 10 FL 50 MG 19,99

ITALFARMACO S.P.A.

UBITEN 50   OS 10 FL 50 MG 19,99

LIFEPHARMA S.P.A.

UBIMAIOR 50   OS 10 FL 50 MG 21,22

CHIESI FARMACEUTICI S.P.A.

       

 


 

Cebion: Vit C acido ascorbico effervescente n°10 cp da 1g

 

Origini naturali?
Origini sintetiche?
È richiesta la prescrizione medica? No
Liposolubile o idrosolubile: idrosolubile

 

Effetti dimostrati

1 -Mantiene sani i capillari, le gengive, i denti.

2 -Facilita l'assorbimento del ferro.

3 -Facilita la guarigione delle ferite e delle ossa fratturate.

4 -Previene e cura lo scorbuto.

5 -Cura l'anemia, soprattutto quella dovuta a carenza di ferro.

6 -Cura le infezioni del tratto urinario.

7 -Coopera nella formazione del collagene nei tessuti connettivi.

8 -Aumenta l'assorbimento del ferro nell'intestino.

9 -Contribuisce alla produzione dell'emoglobina e dei globuli rossi nel midollo   

     osseo.

10-Blocca la produzione delle nitrosamine.

 

Come agisce questa vitamina:

È necessaria per la formazione del collagene e per la riparazione dei tessuti.

Partecipa alle reazioni di ossido-riduzione.

È necessaria per il metabolismo della fenilalanina, tirosina, acido folico, ferro.

Coopera all'utilizzazione dei carboidrati, alla sintesi dei grassi e delle proteine, alla conservazione dell'integrità delle pareti dei vasi sanguigni.

Irrobustisce i vasi sanguigni.

Nota: di vitamina C se ne possono prendere anche diversi grammi al di.

 

 

VITAMINA C BIL 500mg/5 ml soluzione iniettabile

( www.disinformazione.it )

Il perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) viene versato sulle ferite per uccidere i germi. I ricercatori hanno evidenziato che elevate dosi di vitamina C, se amministrata per via endovenosa, può elevare i livelli di perossido d'idrogeno (H2O2) all'interno delle cellule cancerose e ucciderle. La vitamina C endovena ha inoltre ucciso germi e può essere un'efficace terapia per malattie infettive.
Di fronte ad un crescente numero di evidenze sperimentali, i ricercatori del NIH (National Institutes of Health) ammettono oggi che la vitamina C endovena può essere un trattamento efficace per il cancro. L'anno scorso gli stessi ricercatori ottennero uno studio simile ma i media non ne diffusero notizia.
L'ultimo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences, conferma il lavoro del premio Nobel Linus Pauling che condusse ricerche sul cancro e la vitamina C negli anni '70. Allora gli studi di Pauling vennero screditati da ricerche mal condotte nella Mayo Clinic.

A differenza degli altri farmaci, la vitamina C endovena uccide selettivamente le cellule cancerose e non quelle sane, oltre a non avere tossicità. La capacità della vitamina C endovena di uccidere cellule di linfoma giunge ad una rimarchevole percentuale di quasi il 100% a concentrazioni facilmente ottenibili nel siero sanguigno.
Per ragioni inesplicabili, i ricercatori del NIH continuano a sostenere che alte dosi di vitamina C orale producono un limitato aumento delle concentrazioni di vitamina C nel siero sanguigno. Ciononostante, il loro studio precedente del 2004 mostrava che la vitamina C per bocca può portare a concentrazioni nel sangue tre volte superiori a quanto ritenuto possibile fino ad allora. Un fatto, questo, che contraddice le attuali dosi RDA per la vitamina C. [Annals Internal Medicine 140:5337, 2004]
I ricercatori del NIH evitano di ritrattare la vecchia posizione secondo cui gli umani non possono beneficiare di alte dosi supplementari di vitamina C presa oralmente.
Il NIH non offre inoltre spiegazione di perché ci siano voluti 35 anni per confermare il lavoro di Linus Pauling.

 



È una vitamina idrosolubile, che l'uomo non riesce a sintetizzare. Essendo idrosolubile è da considerare un antiossidante circolante. Svolge una forte azione antiossidante.
È dimostrato un basso tasso di vitamina nell'infarto, nella cataratta, nell'arteriosclerosi. L'acido ascorbico cede due atomi di idrogeno trasformandosi in acido deidroascobico. Esso rigenera la Vitamina E ossidata. È indispensabile alla salute dei denti, delle mucose, alla cicatrizzazione ed è indispensabile alla sintesi del collageno. La sua carenza provoca lo scorbuto dei marinai, con emorragie gengivali fragilità capitallare, astenia. Si consiglia un'assunzione giornaliera fino a 100 mg al dì.
Dosi più alte sono consigliate nella prevenzione e nella terapia delle cardiopatie, nei tumori, nelle collagenopatie. Si consiglia di non superare i 2 gr al giorno. Tutti gli esseri viventi con esclusione dell' uomo, della cavia, di alcuni primati sintetizzano la vitamina C dagli esosi.
Funzionando come antiossidante, la vitamina C riduce l'ossidazione delle ldl, essa è anche essenziale per la crescita e la riparazione dei tessuti in tutte le parti del corpo, è necessaria per la sintesi del collageno, delle cartilagini, dell' osso.
L' acido ascorbico è facilmente distrutto dalla luce, dall' ossigeno, dal calore e si perde nell'acqua di cottura; i vegetali devono essere mangiati crudi o sbollentati in poca acqua. La vitamina C è rapidamente escreta dall' organismo, per cui si consiglia di suddividere le dosi in numerosi pasti.   Si consigliano alte dosi di vitamina C nei fumatori, che presentano bassi tassi di ascorbato nel sangue. L'azione più importante della vitamina C è quella di potenziare il sistema immunitario. Dosi alte di vitamina C aumentano la resistenza alle malattie incluso il cancro e le infezioni. La vitamina C stimola la produzione di linfociti, aumenta la velocità dei macrofagi, aumenta la produzione di interferone; l' acido ascorbico attenua i sintomi dell' influenza e ne facilita la guarigione. Numerosi studi sono stati fatti sulla vitamina C e il cancro, il premio Nobel Pauling ha usato alte dosi di C nel cancro fino a 12 grammi al giorno, ottenendo un allungamento della vita rispetto ai controlli.
L' acido ascorbico interviene nella trasformazione del colesterolo in sali bilari (idrossilazione), per cui è indispensabile alla escrezione del colesterolo.Questa vitamina è contenuta in grandi quantità nel cristallino, ( 20 volte più che nel sangue) dove blocca l'ossidazione delle proteine e impedisce l' insorgenza di cataratta.Nello studio Nurses health study sono state seguite 50.000 donne, per dieci anni, coi supplementi di vitamina C si è avuta una riduzione della cataratta del 45%.


 

Vit. E naturale: Rigentex 400 U.I.   tocoferolo  400 mg

 

Origini naturali?
Origini sintetiche?
La prescrizione medica è richiesta? Sì, per le forme iniettabili
Liposolubile o idrosolubile: liposolubile

 

Effetti dimostrati

1- Promuove una crescita e uno sviluppo regolari.

2- Cura e previene la carenza di vitamina E nei neonati prematuri o in sottopeso.

3- Previene i processi di ossidazione dei radicali liberi nel corpo.

4- Agisce come agente anti-coagulante.

5- Protegge i tessuti contro l'ossidazione.

6- Promuove la regolare formazione dei globuli rossi.

 

Nota: 1 mg di vitamina E è pari a 1 IU.

 

Come agisce questa vitamina:

Previene i processi ossidativi. Una ossidazione eccessiva può causare effetti nocivi.

Agisce come co-fattore in numerosi sistemi enzimatici.

nota:  vit.E,  non superara la dose di 400mg al di.



La vitamina E è una miscela di tocoferoli, il più importante è il tocoferolo a. Molti studi hanno dimostrato l'importanza di questa vitamina nell'aumentare il potere antiossidante delle cellule. Ogni molecola di vitamina E protegge dall'ossidazione 1000 molecole di acidi grassi. La lag fase cioè la resistenza delle LDL all' ossidazione, aumenta colla somministrazione orale di vitamina E. Con dosi orali di 150, 225, 800, 1200 U I, la resistenza all' ossidazione delle LDL aumenta del 138%, del 158 %, del 144%, del 175%.
Essendo una vitamina liposolubile penetra all'interno delle cellule, viene trasportata dalle LDL (le lipoproteine che trasportano il colesterolo dal fegato alla periferia ) in proporzione di 6 molecole di vitamina E per ogni molecola di ldl. Colla somministrazione di 1200 mgr al giorno si riesce a portare il contenuto di vitamina E fino a 22 molecole per ogni molecola di ldl. Questa comporta un grande aumento di resistenza delle ldl all'ossidazione e un aumento della lag fase ( il tempo di ossidazione delle lipoproteine ). Le ldl trasportano oltre al colesterolo, degli esteri del colesterolo, dei fosfolipidi, del betacarotene, della licopina, del coenzima q 10, della vitamina E, delle proteine, dei trigliceridi.
Uno studio eseguito su 87245 infermiere seguite per 8 anni ha dimostrato colla vitamina E una riduzione della malattia coronarica del 64%. Il fabbisogno di vitamina E è di 30 mg al dì. Sono state eseguite molte ricerche con 400 e 800 mg al dì.
La vitamina E è il più importante nutriente antiossidante ritarda l'invecchiamento dovuto all'ossidazione, rinforza la parete dei capillari, previene la sterilità. Esistono la vitamina sintetica e naturale. La vitamina E naturale è quattro volte superiore alla sintetica la sua carenza determina fragilità delle piastrine e dei globuli rossi, ossidazione dei tessuti.
Vitamina E e cuore : numerosi studi hanno dimostrato che l' introduzione di vitamina E ad alte dosi può ridurre il rischio dell' infarto e dell'ictus.
In uno studio effettuato sotto l' egida dell' Organizzazione mondiale per la sanità, (studio Monica) si è osservato un rapporto inverso tra livello di antiossidanti e cardiopatia ischemica, il rapporto è stato più forte per la vitamina E.
La vitamina E interviene nella prevenzione delle cardiopatie in vari modi: abbassa i livelli di colesterolo, protegge le ldl dall' ossidazione, previene il danno provocato dai radicali liberi proteggendo le membrane cellulari., riduce l aggregazione piastrinica e limita l'adesività dei globuli bianchi all' endotelio. La vitamina E cedendo elettroni a sua volta si ossida e diventa un radicale libero, essa viene di nuovo ridotta dalla vitamina C, che cede due elettroni. La vitamina E è essenziale per il sistema immunitario, particolarmente per i t linfociti, e ha un ruolo nella riparazione del dna. La vitamina E viene assorbita a livello intestinale e trasportata dai chilomicroni e dalle ldl.

Vitamina E e cancro: i supplementi di vitamina E specie associati al selenio, svolgono azione preventiva sul cancro. Esistono al riguardo numerosi studi, ad esempio lo studio Iowa women's Health Study sul cancro del colon, ha seguito i rapporti tra cancro e vitamina E in 35215 donne tra i 55 e

 i 69 anni di età, i risultati hanno dimostrato che quelle con il più alta tasso di vitamina E nel sangue hanno avuto il 30 % in meno di episodi di tumore. Altri numerosi studi su vari tipi di cancro (polmone, cancro cervicale, mammella) hanno dato risultati simili.

Vitamina E e cataratta : bassi livelli di vitamina E aumentano il rischio di cataratta, esiste in proposito uno studio finlandese su 410 uomini seguiti per numerosi anni. Importante è l' azione della vitamine nei muscoli, uno dei sintomi di carenza di E è negli animali la distrofia muscolare. Le fonti più importanti di vitamina E sono: l' olio di germe di grano, l'olio di mandorle, l' olio di girasole, cereali integrali, le uova. I vari tipi di olio differiscono tra loro per il contenuto e il tipo di tocoferoli. La cottura e la raffinazione riducono il contenuto di vitamina E nei cibi, l'esposizione alla luce e all'ossigeno distruggono la vitamina E. Gli oli ottenuti a pressione contengono più vitamina E di quelli raffinati.

 


 

Beflavine: Vit. B2  riboflavina      

 

Nota: il farmaco "Beflafine" che contiene solo la vit. B2 non si trova in Italia, io, la ordino all'ospedale di S.Marino.(tel.0549.994219) Confezione da N°.20 cp da 10mg

 

Origini naturali?
Origini sintetiche?
La prescrizione medica è richiesta? No
Liposolubile o idrosolubile: idrosolubile

 

Effetti dimostrati

1- Favorisce l'utilizzazione energetica degli alimenti.

2- Mantiene sane le mucose respiratorie, digestive e dei vasi se associata alla vitamina A.

3- Conserva l'integrità del sistema nervoso, della pelle, degli occhi.

4- Promuove uno sviluppo e una crescita regolari.

5- Cura le infezioni, la gastrite, le ustioni, i disturbi da alcolismo, le malattie epatiche.

 

Come agisce questa vitamina:

Componente in due co-enzimi (flavina mononucleotide e flavina adenina dinucleotide) necessaria alle funzioni cellulari.

Attiva la piridossina.

 

 

La vitamina B2 è una vitamina essenziale per le reazioni di ossido riduzione che coinvolgono gli enzimi flavinmono e dinucleotide. È prodotta anche dai batteri intestinali, per cui gli antibiotici possono provocarne carenza. È necessaria per il metabolismo dei grassi e degli zuccheri. La sua carenza determina glossite, prurito, cheilosi. Il suo fabbisogno è di 0,6 mgr ogni 1000 calorie.
La riboflavina è un trasportatore di idrogeno; è pertanto indispensabile per la produzione di energia, per la normale crescita e per un efficiente sistema immunitario. La vitamina B2 è importante per l' ossidazione degli aminoacidi, per la sintesi degli acidi grassi, per la glicolisi, per la produzione di anticorpi. I sintomi di carenza sono cheilosi (fissurazione degli angoli labiali ), stomatite, glossite, edema labiale, astenia, eccessiva sensibilità alla luce, formazione di cataratta. La riboflavina è convertita in fad (flavindinucleotide ) e in fmn (flavinmononucleotide) a livello intestinale ed epatico.
L'eccesso di vitamina B2 viene escreto attraverso le urine, cui da una colorazione giallastra. Le fonti più ricche di vitamina B2 includono fegato, rene e cuore.Essa è facilmente distrutta dalla luce e i cibi conservati perdono rapidamente il contenuto di B2.I supplementi di vitamina B2 sono usati per la terapia e la prevenzione di carenza di riboflavina. Indicazioni terapeutiche includono: anemia, sindrome del tunnel carpale, emicrania.La vitamina B2 è coinvolta nella trasformazione della forma attiva della vitamina B6.

 


 

Vitamina B6:   Benadol  piridossina, piridossalfosfato


Informazioni di base

Origini naturali?
Origini sintetiche?
La prescrizione medica è richiesta? No
Liposolubile o idrosolubile: idrosolubile

  • Partecipa attivamente nelle reazioni che coinvolgono proteine e aminoacidi.

  • Stimola le funzioni cerebrali.

  • Promuove la formazione dei globuli rossi.

  • Mantiene il bilancio elettrolitico e l'omeostasi.

  • Regola l'escrezione dell'acqua.

  • Promuove la produzione di energia e la resistenza allo stress.

  • Agisce come co-enzima nelle varie funzioni metaboliche.

  • Cura alcune forme di anemia.

  • Cura l'intossicazione da isoniazide e la cicloserina.

Come agisce questa vitamina:

  • Co-enzima nelle funzioni metaboliche.

  • Promuove la trasformazione del triptofano in niacina o serotonina.

Dosi: 300mg 1/2 cp al mattino e sera per 5 giorni , sospendere per 2 giorni. 

 


 

Vitamina D e derivati

 

La vitamina D viene prodotta a livello della pelle per esposizione alla luce del sole ed è importante per l’assorbimento del calcio e per il mantenimento dell’integrità dell’osso.

Come tutte le vitamine, anche la vitamina D (Ostelyn 800) ed i suoi derivati (calcitriolo, Difix o Rocaltrol e calcifediolo, Didrogyl) sono essenziali a dosi "naturali", mentre in quantità superiori possono risultare inutili o dannose.

Il calcitriolo (0,5 mcg al giorno in trattamenti a lungo termine) è utile nel ridurre le fratture in soggetti anziani, soprattutto se sono ricoverati in residenze protette o strutture assistenziali dove è più probabile l’instaurarsi di un deficit vitaminico.Nelle donne più giovani che non hanno problemi di carenza vitaminica i risultati sono molto incerti per cui è prematuro consigliarne l’uso.

Nelle donne più anziane, soprattutto se poco esposte al sole

(donne costrette a letto o in istituti o case di riposo) la vitamina D o i suoi derivati riducono il rischio di fratture del femore.

In ogni caso è indispensabile verificare in anticipo i livelli di calcio nel sangue e nelle urine

La vitamina D iniettiva (1 dose intramuscolo al mese) si è rivelata efficace anche in anziani che conducono una vita normale all’aperto. Come per il calcio, il trattamento va impostato dopo aver accertato, con un prelievo di sangue ed urine, l’assenza di controindicazioni, escludendo assunzioni di calcio o vitamina D da altre fonti (i cosiddetti "integratori"). La vitamina D va considerata come una possibile alternativa alla somministrazione degli estrogeni che restano comunque il trattamento di riferimento, soprattutto nelle donne più giovani.

 


 

Melatonina diet: £24.000

 

E ' in concentrazioni elevatissime nel nucleo delle cellule. E ' la migliore protezione del DNA delle cellule dall'azione dei radicali liberi. E ' uno dei pochi antiossidanti in grado di proteggere tutte le strutture cellulari : protegge qualsiasi cellula del corpo. Stimola il sistema immunitario, rigenera i tessuti connettivi, protegge il sistema cardiovascolare. Stabilisce i ritmi biologici del corpo.

Stimola la produzione dell ' ormone della crescita. Promuove la crescita delle cellule del midollo osseo. E ’ essenziale che sia in forma purissima. Va bene la sera prima di dormire 0.3 - 0.5 mg. Dona un sonno naturale. Se al mattino ci si sente eccessivamente addormentati, si può decrementare la quantità.

Si può assumere sotto forma di capsule o sotto la lingua. Se presa sotto la lingua si assorbe maggiormente ed in maniere più veloce.

Si può fare un test saliva per valutare se il quantitativo di melatonina nel sangue è adeguato alla propria età.

Attenzione però a chiedere al medico prima di fare da sé. Può accentuare i sintomi della depressione.  Bisogna stabilire la dose per ognuno. La rete e' ricca di informazioni.

Si può anche usare in soluzione : in acqua è solubile a caldo ma tende a precipitare per raffreddamento, è quindi meglio dissolverla in un solvente in cui è molto solubile, come l' alcool etilico, per poi aggiungere l' acqua lentamente, sotto agitazione. Ecco un esempio di riferimento :

melatonina 0.1g, alcool etilico al 95% 2.5g, glicole propilenico 0.5 g, acqua depurata q.b. a 10 ml. Un ml corrisponde a 10 mg di melatonina.

 

PREDISPOSIZIONE AD UN  SONNO MIGLIORE

300mcg-5mg

Migliora il sonno senza effetto rimbalzo alla sospensione.

CAMBIAMENTO DI FUSO ORARIO

1-10mg

Aiuta ad abituarsi presa il giorno dopo del volo

MANTENIMENTO DELLA MEMORIA

5-6mg

 

MIGLIORE SISTEMA IMMUNITARIO

10-40mg

Stimola il sistema immunitario.

ANTIOSSIDANTE

 

Azione blanda a bassi dosaggi.

AUMENTO VITA IN ANIMALI

 

 

PREVENZIONE E TRATTAMENTO CANCRO

40mg-700mg

Può prolungare la vita in soggetti affetti da glioblastoma, un tipo di tumore cerebrale. Tamoxifene + melatonina pare rallentare il tumore alla mammella. Sei su 40 pazienti in uno studio tratati con 700mg hanno avuto decremento transitorio della massa tumorale.

 

LA MELATONINA E' UN ANTIOSSIDANTE GLOBALE

I radicali liberi danneggiano le molecole circostanti in un nanosecondo.

A meno che non sia presente un antiossidante nelle immediate vicinanze, la loro azione e' inarrestabile. Quindi un antiossidante deve offrire protezione in situ. la maggior parte degli antiossidanti tuttavia non e' in grado di svolgere questa funzione. La vitamina C, per esempio, e' solubile in acqua e questo limita la sua presenza agli ambienti liquidi, quali il citosol, l'interno acquoso della cellula. le membrane cellulari sono molecole adipose; assumere vitamina C per proteggerle sarebbe come cecare di spegnere un incendio scoppiato nell'attico quando l'estintore e' rimasto chiuso in Garage. La melatonina e' solubile sia nei grassi sia in acqua ( circostanza rara in natura ) ed e' pertanto l'unico antiossidante in grado di proteggere tutte le strutture cellulari. Inoltre, poiche' la

melatonina puo' attraversare agevolmente tutte le barriere presenti nel nostro corpo, compresa la barriera ematoencefalica e quella placentare, l'ormone antiossidante e' in grado di proteggere qualsiasi cellula del corpo.

 

LA MELATONINA E' UN ANTIOSSIDANTE POTENTISSIMO

Se eseguiamo un confronto diretto, la melatonina puo' risultare almeno due volte piu' efficace nella protezione delle membrane cellulari della vitamina E, in passato considerata il principale antiossidante solubile nei grassi dell'organismo. Essa e' inoltre cinque volte piu' potente del glutatione nel neutralizzare i radicali ossidrilici. Un altro dato sorprendente e' che la melatonina e' CINQUECENTO volte piu' efficace nella protezione delle cellule dalle radiazioni, rispetto al DMSO, famoso per le sue proprieta' radioprotettive.

   

LA MELATONINA NON PRODUCE RADICALI LIBERI

Numerosi antiossidanti ben conosciuti possono in realta' creare, in determinate circostanze, radicali liberi. La vitamina C, per esempio, possiede una personalita' da dottor Jekyll e mister Hyde: per la maggior parte del tempo si comporta da eccellente antiossidante, mentre quando e' esposta al ferro allo stato libero ( cosa che puo' accadere ogni volta che i nostri tessuti vengono danneggiati per esposizione al calore, per un trauma, per infezione, per effetto di radiazioni o di tossine) puo' favorire la formazione di radicali liberi. Non e' mai stato dimostrato che la melatonina generi radicali liberi.

 

LA MELATONINA NON PRESENTA TOSSICITA' NOTA

Alcuni antiossidanti possono essere tossici se presenti in quantita' eccessive. Gli antiossidanti sintetici BHA e BHT, largamente usati come conservanti negli alimenti, sono notoriamente in grado di favorire il cancro negli animali e possono interferire con la

capacita' del nostro corpo di coagulare il sangue. Quantita' eccessive di selenio, un componente essenziale dell'antiossidante glutatione perossidasi, possono provocare la caduta dei capelli e delle unghie. Altri antiossidanti interferiscono con la capacita' delle cellule di generare energia. Una quantita' eccessiva di beta-carotene puo' causare nausea o vomito. Anche alcuni antiossidanti che produciamo nel nostro corpo possono essere dannosi in determinate circostanze. Le persone affette da sindrome di Down, per esempio,

possiedono una copia aggiuntiva del gene che produce l'enzima antiossidante superossido dismutasi (SOD) e di conseguenza livelli insolitamente alti di questa sostanza. Questa sovrabbondanza di SOD crea quantita' elevate di perossido di idrogeno il quale in presenza di ferro, puo' trasformarsi in radicali ossidrilici. Il danno derivante dai radicali ossidrilici puo' essere responsabile dell'invecchiamento prematuro e di un arco di vita ridotto nelle persone affette da questa frequente malattia genetica. La melatonina non sembra presentare nessuno di questi svantaggi. Presenta bassisima tossicita' o e' addirittura atossica, anche in dosi massicce; non interferisce con la produzione di energia e non provoca la formazione di perossido di idrogeno ne' di radicali ossidrilici in nessuna situazione nota.

 

LA MELATONINA OFFRE UNA SPECIALE PROTEZIONE AL DNA

abbiamo appreso di recente che la melatonina e' presente in concentrazioni estremamente elevate nel nucleo della cellule. All'interno del nucleo essa crea uno stretto rapporto di associazione con la molecola di DNA. In che modo la melatonina si leghi al DNA non e' ancora noto con esattezza; tuttavia, gli studi in vitro e sugli animali hanno dimostrato che la melatonina presenta una capacita' senza pari di proteggere le molecole di DNA dai danni dei radicali liberi. Anche alle quantita' ridottissime prodotte dal nostro corpo, l'ormone offre una sostanziale protezione. La sua capacita' di salvaguardare il DNA puo' rendere la melatonina un fattore chiave nella prevenzione del cancro.

 

LA MELATONINA PUO' VENIRE SOMMINISTRATA PER VIA ORALE

La melatonina viene sintetizzata facilmente e puo' essere somministrata in numerosi modi, per esempio in forma di compresse, iniezione, spray nasale, crema e cerotto transdermico.   Quasi tutti gli altri antiossidanti endogeni non sono efficaci quando vengono somministrati con queste modalita'. Inoltre, una volta nel corpo, la melatonina non deve essere convertita in una qualche forma, pertanto non occorre preoccuparsi di avere gli enzimi o i "co-fattori" giusti. Quindi, se lo si desidera, e' possibile aumentare facilmente la propria riserva di melatonina con un comodo ed economico integratore.


 

Vitamina 9 o M o BC o Acido Folico


È una vitamina contenuta nelle foglie verdi. Il suo fabbisogno è di 400 mcg al giorno. La sua carenza provoca anemia megaloblastica ed è alla base di gravi mal formazioni nei neonati. Nell'adulto la sua carenza si collega con l'aumento dell'omocisteina, sostanza altamente tossica, che determina aumento fino a 2–3 volte del rischio di cardiopatia ischemica.
L'acido folico svolge un lavoro dei più importanti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi proteica ( soprattutto nella produzione di Dna e Rna ) e nella riparazione dei cromosomi, pertanto è fondamentale per la normale moltiplicazione delle cellule, e per la crescita dei tessuti.
L'acido folico gioca un ruolo vitale nel mantenimento del codice genetico, regola la suddivisione delle cellule, e il trasferimento dei caratteri genetici da una cellula ad un' altra. Per questo suo ruolo la carenza è associata a displasia. Molte donne presentano una displasia nelle cellule cervicali, che regredisce con l' uso di folati. Una carenza di acido folico è frequente negli alcolisti e nei dispeptici; e anche molte donne in terapia con contracettivi orali sviluppano carenza di acido folico. Durante la gravidanza per l' enorme moltiplicazione cellulare, aumenta enormemente il fabbisogno di acido folico, la sua carenza può portare gravi malformazioni specie nel sistema nervoso, tipo anencefalia o spina bifida o palatoschisi. Nel 1992 una legge ha deciso l' uso di acido folico nelle donne in gravidanza negli USA alla dose di 400 mcg al giorno, per la prevenzione delle anomalie nnali, oggi viene consigliata una dose di 800 mcg al giorno in gravidanza e durante l 'allattamento. Una classica anemia legata a carenza di acido folico è frequente, esistono dei test per distinguere questa anemia da quella dovuta a carenza di vitamina b12. L'uso prolungato di aspirina, metotrexate, sulfasalazina possono interferire con l'assorbimento di folati.
Bassi livelli di acido folico aumentano il rischio di malattie cardiache e di cancro. Quando l'introduzione di folati è bassa, il livello di acido folico nel sangue si abbassa, il livello di omocisteina, uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari aumenta,e si modificano le modalità e i tempi di riproduzione dei globuli rossi e dei globuli bianchi. Le migliori fonti di acido folico sono il fegato, il lievito di birra, e le foglie verde scuro, come quelle degli spinaci.La cottura e il calore distruggono l' acido folico, esso può anche essere distrutto dalla conservazione a temperatura ambiente per lungo tempo. Dal 1998 il grano prodotto negli USA è per legge arricchito con 140 mgr di acido folico per ogni 100 gr di grano prodotto.Secondo gli studi dell 'università di Tufts di Boston, i benefici dell' aggiunta di acido folico includono rischio ridotto di ictus e di cardiopatia. Questi studi hanno dimostrato che i livelli di omocisteina diminuiscono, aumentando l' introduzione di acido folico, i cereali con aggiunta di 665 mcg di acido folico al giorno hanno prodotto un calo dell'omocisteina del 14 %.


 

Pycnogenol è un prodotto a base di OPC

 

(prodotto dalla "Long Life" confezione da 30 cp, compresse un pò grosse, qualche difficoltà per inghiottirle)

(prodotto anche dalla SALUSPHARMA SRL  "Genol Plus"  30 cp , è molto costoso)

(verere anche il sito web: www.pyc.com prodotto americano con prezzo contenuto)

 

"OPC è l'abbreviazione di Oligomere ProCyanidine, prodotto vegetale estratto dalla corteccia del Pino Marittimo e dalla Vitis Vitifera con procedimento brevettato. Chimicamente è definito un flavanolo. Da ricerche e studi effettuati da diversi studiosi l'OPC è in grado di superare la barriera ematoencefalica  e di rendersi immediatamente biodisponibile al 100% legandosi alle proteine e in particolare al collagene. Il nostro corpo lo sfrutta interamente con risultati immediatamente percepibili. L'OPC è sempre più raro nella nostra alimentazione ed è necessaria e indispensabile la sua somministrazione."


OPC: la vitamina antinvecchiamento- vitalità e salute ad ogni età
In questo libro, frutto di un'accurata ricerca, gli autori informano ampiamente sulla scoperta e sull'applicazione della tanto cercata 'vitamina P', uno dei rimedi più efficaci contro l'invecchiamento precoce, la debilitazione del sistema immunitario, le malattie cardio-circolatorie e vascolari e molti altri disturbi. Lo straordinario spettro d'azione dell'OPC è illustrato dagli autori in una forma accessibile a tutti, attraverso tanti esempi di applicazione ed un'ampia casistica:

In pochi giorni, grazie alla sua speciale azione sul collagene, l'OPC migliora in modo impressionante lo stato dei vasi sanguigni (come nel caso di debolezza alle vene).

L'OPC è il più forte antiossidante finora conosciuto in grado di prevenire problemi cardio-circolatori e vascolari, allergie, debilitazioni del sistema immunitario e cancro.

Con l'OPC è possibile proteggere la vista anche in età avanzata e in molti casi (come la cataratta) migliorarla nettamente.

Come nuova sostanza naturale nella cosmesi l'OPC fa scomparire le rughe e conferisce un aspetto giovanile.

L'OPC ha dato buoni risultati anche come rimedio terapeutico per allergie, ndermiti, eczemi, infiammazioni croniche, bronchite o asma.

La scoperta dell'OPC
La scoperta dell'OPC, da parte del professor Masquelier, fu in realtà un casuale derivato della sua tesi di laurea sul pigmento rosso della nocciolina americana.Masquelier arrivò alla conclusione che la pellicina rossa delle noccioline non conteneva nessuna sostanza velenosa. Contemporaneamente, oltre alla sostanza rossa, ne scoprì un'altra incolore, con un forte effetto protettivo per i vasi sanguigni: l'OPC.La prima applicazione sull'uomo dell'OPC, ricavato dalla pelle delle noccioline, fu fatta sulla moglie del relatore di Masquelier, la quale era incinta e soffriva di edema alle gambe. Gli edemi sono accumuli di linfa tra le cellule, che si formano a causa di un'elevata permeabilità dei vasi linfatici e sanguigni. Le gambe si gonfiano, si stancano e fanno male. Somministrarono alla signora un estratto di OPC e 48 ore dopo era guarita. Ciò diede l'impulso per lo sviluppo intenso della prima medicina vasoprotettiva, ancora oggi in vendita in Francia.

Che cosa è l'OPC e come agisce
L'OPC appartiene al grande gruppo delle sostanze vegetali, note come polifenoli.Di fatto l'OPC fu sempre denominato erroneamente quale flavonoide, cioè bioflavonoide. Invece è un flavanolo. I flavonoidi non sono attivi biologicamente, mentre l'OPC è biodisponibile al 100%, cioè sfruttato dal corpo interamente. Al contrario dei flavonoidi, l'OPC si lega alle proteine, particolarmente al collagene ed all'elastina, parti costitutive della parete dei vasi. Il collagene si trova anche nei tendini, nelle cartilagini e nelle ossa. Il compito del collagene e dell'elastina consiste nel costruire le pareti dei vasi e mantenerle resistenti ed elastiche. L'OPC legandosi a loro - cosa che la vitamina C non è in grado di fare - ne attiva contemporaneamente la sintesi e il metabolismo ed evita che vengano distrutti precocemente.

Alcuni fatti sull'OPC

L'OPC è assorbito nel sangue, nell'arco di minuti, attraverso la mucosa orale o quella gastrica e da lì è distribuito in tutti i tessuti.

Già dopo pochi minuti lo si segnala nel sangue.

E' biodisponibile al 100%

E' idrosolubile

Raggiunge la concentrazione più elevata nel sangue dopo circa 45 minuti ed entro 72 ore è consumato completamente nel corpo.

Grazie alla sua piccola molecola, attraversa la barriera del sangue, del cervello e del midollo spinale, come la vitamina C, e riesce ad agire anche in posti che la maggior parte delle altre sostanze non raggiungono.

Già due ore dopo aver preso l'OPC la resistenza dei vasi sanguigni si raddoppia.

Impiego
Nei tanti anni di ricerca scientifica sull'OPC non si sono osservati effetti collaterali di nessun genere. L'OPC non è tossico, anzi sotto tanti aspetti ha effetti risananti e benefici. E' un agente che mantiene, o meglio ristabilisce, lo stato di salute e perciò è impiegato sia come farmaco sia per la prevenzione, come integratore alimentare. Alcuni studi dell'Istituto Pasteur documentano che l'OPC non è tossico, non è cancerogeno e non agisce come mutageno.

Particolarmente utile
Vasi:

Vene varicose - gambe piagate - gambe pesanti

Sistema cardiocircolatorio - irrorazione periferica

Emorroidi - ristagno linfatico - edemi

Allergie:

Polline - febbre da fieno - acaro della polvere- alimentare

Ai peli d'animale - da contatto: al nickel - ai gioielli d'argento

Occhi:

Cataratta - Degenerazione della macula- glaucoma

Debolezza della vista dipendente dall'età - congiuntivite

Sensibilità alla luce - secchezza delle congiuntive

Pelle:

Formazione precoce di rughe in vivo

Acne - eczemi - psoriasi - cellulite

Elasticità della pelle - accelerazione della guarigione delle ferite

Radicali liberi:

Potente antiossidante ad azione interna ed esterna - indispensabile dopo lo sport per la ripresa della forma migliore - per combattere gli effetti del fumo - per combattere i radicali liberi dovuti all'assunzione di medicinali (pillola ecc.)


 

S.O.D. Max (Super Ossido Dismutasi)

 (prodotto dalla "Long Life" confezione da 60 cp, compresse di grandezza medio-piccola, facile da deglutire)
 

Sistema di difesa enzimatici

I principali sistemi di difesa enzimatici presenti nell’organismo sono Superossido Dismutasi

(SOD), Glutatione Perossidasi, la Catalasi.

 

Superossido Dismutasi (SOD)

La superossido dismutasi contiene zinco e richiede la presenza di selenio come coofattore.

Questo enzima è in grado di trasformare lo ione superossido (O2*) in acqua ossigenata (H2O2)  

        SOD

2 O2* + 2H+------------------- H2O2 + O2

Il potere di difesa del SOD è ridotto perchè l’H2O2 che si forma,se non prontamente bloccata, diffonde attraverso le membrane biologiche amplificando il ciò provvede la:

 

Catalasi CAT

La catalasi riduce l’acqua ossigenata ad acqua libera ed ossigeno.

        CAT

    2 H2O2 --------2H2O + O2

 

Glutatione Perossidasi (GSH)

La glutatione perossidasi svolge principalmente due azioni.

    a) Riduce l’acqua ossigenata in acqua ed ossigeno (come già visto per la catalasi)

    b) Trasforma i lipoperossidi (prodotti dalla perossidazione dei lipidi) in

    idroperossidi stabili.

La riduzione avviene per opera del glutatione ridotto che si trasforma in glutanone ossidato.

        L - O - O*------------------------ LOOH

        GSM -----------------------GS - SG

E’ importante che nell’organismo ci sia un equilibrio tra la produzione di radicali liberi e

livelli delle difese antiossidanti.

Se vengono prodotti troppi radicali liberi e si hanno poche sostanze antiossidanti, si sviluppa una condizione di "Stress Ossidativo" che può determinare la comparsa di un danno cronico.


 

L'N-Acetil-Cisteina ( NAC) migliora i sintomi in un modello di Sclerosi Laterale Amiotrofica

Acetilcisteina-ratiopharm  600 mg, 20 compresse effervescenti  (£.13.600 .7,02)

Alla base della patogenesi della sclerosi laterale amiotrofica (ALS, amyotrophic lateral sclerosis) sembra esserci una mutazione nel gene che codifica per l'enzima superossido-dismutasi Cu/Zn (SOD1). Questa mutazione si traduce in un aumento deldanno ossidativo.
I ricercatori della Harvard Medical School di Boston negli Usa hanno studiato gli effetti della N-Acetil-Cisteina, un precursore del Glutatione, nei topi trangenici con mutazione nel gene SOD1.
La somministrazione di NAC, per os diluita nell'acqua da bere, ha prodotto un significativo miglioramento della sintomatologia e della sopravvivenza.
Un farmaco a base di N-Acetil-Cisteina è già presente in Italia con il nome commerciale di Fluimucil o 
Acetilcisteina-ratiopharm.

 

nota: Questo farmaco (come altri mucolitici) va somministrato ad ammalati che non hanno problemi respiratori,  cioè che siano in  

           grado di  espellere il muco bronchiale.  

 


 

 

CREATINA

Questa pagina contiene i testi della  relazione " L’integrazione con creatina: indicazioni e limiti" tenuta dal Dr. Danilo Gambarara al congresso “Il medico dello sport nella scuola dell’autonomia e nella società degli anni 2000”, Belluno 11 novembre 2000. Al più presto verranno sostituiti da un vero e proprio articolo.

Cenni Storici
1832 Il francese CHEVREUL scopre nella carne una nuova sostanza cui da il nome di CREATINA.
1847 LIEBERG conferma la scoperta e ipotizza che l’attività fisica ne aumenti la concentrazione nei muscoli.
1910-1930 Diversi ricercatori studiano gli effetti della integrazione dietetica con creatina. Viene scoperta la fosfocreatina ed il suo ruolo nella contrazione muscolare.
1960-1980 Nuove tecniche biomediche (dalla biopsia muscolare  alla Risonanza Magnetica Nucleare) permettono una più profonda comprensione dei meccanismi della contrazione muscolare.
1990-2000 La creatina è uno degli integratori più utilizzati da tutti gli atleti (nel 1998 circa 500 miliardi di fatturato solo negli USA) 

 

Aspetti biochimici
La creatina (C) è presente quasi esclusivamente nel muscolo (95%) , sia come forma libera (30-40%), che come fosforillata (CP). Altri organi contenenti creatina sono cuore, cervello, testicoli, retina.

 

In un soggetto maschio di 70 kg la creatina totale stimata è di circa di 120 g con un normale range di variabilità dai 90 ai 160 grammi. 
Il turnover è del circa 1.5% corrispondente a 2 g al giorno con conversione irreversibile a creatinina. Tale perdita è coperta sia dalla sintesi endogena (fegato, pancreas e rene) a partire dalla glicina e arginina (e metionina) che dall’apporto dietetico principalmente dalla carne e dal pesce.

Nei vegetariani le perdite giornaliere di creatina sono compensate quasi esclusivamente dalla sintesi endogena che viene appunto auto-regolata dall’apporto alimentare.

Preparazioni Commerciali
La forma più comunemente proposta è la MONOIDRATO in polvere micronizzata, ma esistono preparazioni CITRATO, FOSFATO, PIRUVATO oltre ad associazioni varie.
Più recentemente sono state messe in commercio forme effervescenti e liquide ma non esiste evidenza scientifica che le faccia preferire alla monoidrata.

Possibili meccanismi di miglioramento della performance muscolare 

  1. L’aumento della concentrazione di PC si traduce nell’esercizio massimale in una aumentata produzione di ATP.

  2. Nei periodi di ristoro fra brevi ed intensi esercizi massimali si avrebbe una maggiore resintesi di PC.

  3. La possibile ipertrofia può significare una migliore prestazione muscolare

Effetti sul muscolo dell'integrazione con creatina

  1. Il muscolo ha una capacità massima per la creatina di 150-160 mmol/kg.

  2. Più bassa è la concentrazione iniziale, maggiore potrà essere il potenziale guadagno ottenuto dall’integrazione.

  3. L’aumento medio registrato, utilizzando diverse procedure di “carico” varia dal 6% al 20%.

  4. Esiste una consistente parte (20-30%) di “nonresponder”: soggetti che risultano incapaci di aumentare la concentrazione di creatina muscolare.

  5. La concentrazione muscolare ritorna ai valori basali dopo circa 4 settimane dalla sospensione dell’integrazione.

Dosaggi
Abitualmente i protocolli utilizzati prevedono:

  1. CARICO
    sulla scia degli primi studi è comunemente eseguita una fase si carico con dosaggi intorno ai 20 g al dì(0.3 g/kg p.c.) divise in 3-4 somministrazioni, per i primi 4-6 giorni.
    La procedura di carico è probabilmente non necessaria: gli stessi livelli di creatina muscolare si raggiungono anche con 3 grammi al giorno, ma sono necessari almeno 30 giorni.

  2. MANTENIMENTO
    abitualmente, dopo aver raggiunto la massima concentrazione muscolare ottenibile, si prosegue con una dose di mantenimento di circa 2 grammi al giorno (0.03 g/kg p.c.).

  3. SOSPENSIONE
    alcuni protocolli consigliano un periodo di scarico di 1-2 settimane dopo 3-4 mesi di uso.

Associazioni nutrizionali
E’ stato dimostrato che l’assunzione di carboidrati (100 g ogni 5 g di creatina) ne migliora la capacità di captazione per una probabile stimolazione insulino-mediata del trasporto muscolare.
Recenti studi hanno però dimostrato che l’assorbimento muscolare di creatina (in vitro sul muscolo isolato di ratto) è soprattutto sodio-dipendente, mentre l’insulina non ha alcun effetto sull’uptake della creatina

Uno studio ha dimostrato che la caffeina ha un possibile effetto inibitorio sul potenziale miglioramento della prestazione.
Nei tre gruppi considerati -placebo (P), creatina (C) e creatina più caffeina (C+)- i gruppi (C) e (C+) avevano un aumento (4-6%) simile della fosfocreatina muscolare ma solo il gruppo (C) aumentava del 10-20% forza di estensione del ginocchio rispetto ai gruppi (C+) e (P). Il meccanismo di tale fenomeno inibitorio non è ben definito.

Considerazioni di fisiologia muscolare (ACSM 2000)

  1. L’integrazione con creatina non simula alcun adattamento muscolare mediato dall’ allenamento; infatti né l’attività di potenza e/o capacità aerobica né quella anaerobica sembrano significativamente aumentare la fosfocreatina, creatina e l’attività della fosfocreatin-kinasi.

  2. Sebbene la prestazione muscolare sia nettamente aumentata dalla presenza del sistema PC/C, questo non è indispensabile come invece l’ATP per la contrazione muscolare.

  3. Non c’è prova che la creatina stimoli direttamente la sintesi proteica muscolare e quindi non sembra essere dimostrabile un qualsiasi effetto anabolico.

Effetti sulla performance sportiva

I miglioramenti più significativi si sono tendenzialmente registrati negli ultimi (5°-6°) esercizi della serie con intervalli fra esercizio di 20”-60”. Gli esercizi effettuati erano massimali, di potenza tale da essere sostenuti solo per pochi secondi.
L’efficacia è in relazione al rapporto tra la quantità del lavoro svolto e il tempo di recupero: intervalli di ristoro o troppo lunghi o troppo brevi annullano qualsiasi miglioramento prestativo.
Se il tempo di recupero è prolungato il miglioramento si “diluisce”, nel senso che non si ha più una serie di ripetizioni ma dei singoli eventi, anche se ravvicinati, in cui la differenza fra atleti “trattati” e ”non trattati” è minima.
Se l’intervallo è troppo breve, la maggiore concentrazione di creatina non è in grado di esplicare la sua azione sulla risintesi di fosfocreatina.

La quasi totalità degli studi concordano sul fatto che non si ha miglioramento della prestazione aerobica.L’aumento di peso che abitualmente accompagna la somministrazione di creatina può invece paradossalmente peggiorare una prestazione aerobica di lunga durata.
Alcuni studi, che richiedono ulteriori conferme e approfondimenti, hanno dimostrato la possibilità che ci sia un effetto positivo in occasione di brevi sprint effettuati durante o alla fine di una prestazione di lunga durata.

Alcuni autori contestano l’applicabilità sui campi di gara ed allenamento dei lavori eseguiti in laboratorio affermando come la creatina abbia dimostrato un ragionevole beneficio “ergogenico” solo in sforzi ciclici ripetuti nei test di laboratorio. In effetti esiste una grande variabilità di risultati ed una scarsa riproducibilità degli studi di verifica sul campo.
Tutto ciò è probabilmente dovuto alla differenza delle condizioni di laboratorio rispetto a quelle reali di gara (solo alcuni sport prevedono brevissime, intervallate, ripetute e massimali richieste prestative), alla presenza di soggetti “non responder” e, nonostante la sterminata letteratura in materia, non sono moltissimi gli studi veramente rigorosi, indipendenti e realmente affidabili.

In conclusione si può affermare che esiste un reale effetto ergogenico dell’integrazione con creatina valido essenzialmente per sforzi brevi, intensi e ripetuti; tale miglioramento della prestazione sembra essere legata al dosaggio, al periodo di somministrazione, al tipo di esercizio ed al rapporto tra lavoro e recupero. Negli sport di durata non è attualmente dimostrabile un qualsiasi effetto. Esiste a tutt’oggi una reale difficoltà di riportare con affidabilità gli studi effettuati in laboratorio nella pratica sportiva giornaliera anche per la presenza di una consistente variabilità di risposta individuale.

Effetti sulla composizione corporea
La maggior parte degli studi indica che la fase rapida di carico con creatina comporta un aumento del peso di 0.5-1.5 kg che è dovuto sostanzialmente a ritenzione idrica sia intra- che extra-cellulare. Altri studi a lungo termine hanno dimostrato che la massa magra risulta aumentata anche per un reale aumento della massa muscolare vera e propria. 
Alcuni autori hanno ipotizzato che l’iper-idratazione cellulare funga da stimolo alla sintesi proteica e che la capacità dell’atleta di svolgere una maggiore mole di lavoro sia anch’essa uno stimolo anabolizzante.

Possibili effetti collaterali
L’assunzione per brevi o medi periodi di dosaggi non elevati di creatina sembra essere ben tollerata e priva, oltre al già ampiamente descritto aumento del peso corporeo, di effetti indesiderati.

Per quello che riguarda la somministrazione cronica e/o a considerevoli dosaggi sono stati suggeriti, sia da lavori scientifici che da origine aneddotica (es. mailing list su Internet) diversi possibili e potenzialmente pericolosi effetti collaterali.

1.     Effetti gastrointestinali

2.     Effetti sulla funzionalità epato-renale

3.     Crampi muscolari e infortuni muscolo-tendinei

4.     Disidratazione e influenza sull’omeostasi elettrolitica

5.     Effetti su altri organi contenenti creatina

6.     Soppressione della sintesi endogena di creatina

7.     Potenziale azione cito-tossica di alcuni metaboliti

8.     Impurità presenti in alcune preparazioni commerciali


Effetti gastrointestinali
Nonostante che alcuni studi (anche se condotti su un numero molto limitato di soggetti) non abbiano evidenziato sintomatologia gastrointestinale, ci sono numerose notizie di episodi di diarrea e dolore addominale da creatina. E’ comunque ragionevole supporre che, visto che la quantità media di creatina presente nella dieta è di 1-2 grammi, dosaggi di 20-30 grammi al giorno per 5-7 giorni possano risultare eccessivi per l’apparato digestivo di diversi soggetti.

Effetti sulla funzionalità epato-renale
Notizie aneddotiche ed anche due recenti casi riportati in letteratura, hanno segnalato patologie renali a causa o in concomitanza della fase di carico con creatina. Integrazione di creatina, per brevi o medi periodi a dosaggi non elevati, ha comunque dimostrato di non avere influenza sui parametri di funzionalità renale. Non sono numerosi gli studi su integrazione per lunghi periodi, ma sembra che, sempre a dosi di mantenimento, non ci siano effetti su un apparato renale sano. Rimane comunque controindicata in presenza di patologie renali accertate o, ad esempio, nel diabete.

Crampi muscolari e infortuni muscolo-tendinei
E’ abbastanza comune avere notizie che atleti che utilizzano la creatina siano maggiormente soggetti a crampi ed a traumi muscolo-tendinei
E’ stato notato, non in tutti gli studi, un aumento della CreatinKinasi, come indice aspecifico di stress muscolare, e una segnalazione di crampi nel 50% dei soggetti sottoposti ad integrazione rispetto al 30% nei gruppi di controllo.
Comunque i dati non sono univoci e non esiste alcuna prova certa e scientificamente provata che l’integrazione con creatina provochi una maggiore incidenza di crampi o incidenti muscolo-tendinei.

Disidratazione e influenza sull’omeostasi elettrolitica
L’ipotesi, che l’aumentata idratazione intra-cellulare possa condurre a marcata disidratazione extra-cellulare con turbe dell’equilibrio elettrolitico e minore resistenza alle condizioni di stress termico, è stata proposta come possibile concausa nelle morti improvvise di alcuni giovani lottatori statunitensi.
Nessuno dei diversi studi condotti ha però confermato variazioni significative dello stato elettrolitico e degli altri parametri emato-chimici. Comunque la maggior parte delle indicazioni che accompagnano le preparazioni di creatina consigliano una adeguata idratazione per ridurre questa possibilità.

Effetti su altri organi contenenti creatina
La creatina è presente anche in altri organi come cuore, cervello e testicoli e le indagini sui possibili effetti collaterali su questi tessuti hanno avuto una minore rilevanza. Un recente studio ha dimostrato un sensibile (dal 5% al 15%) aumento reversibile della concentrazione della creatina nelle varie aree cerebrali. 

Soppressione della sintesi endogena di creatina
E’ dimostrato che l’integrazione attenua o sopprime la produzione endogena di creatina: attualmente non siamo in grado di determinare quanto questo fenomeno possa, in caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, essere irreversibile.

Potenziale azione cito-tossica di alcuni metaboliti
Un recentissimo studio, condotto su cavie da laboratorio, ha riportato l’ipotesi che l’eccessiva supplementazione con creatina possa, tramite alcuni metaboliti, avere un potenziale effetto citotossico sui vasi sanguigni dei glomeruli renali. L’eccesso di creatina potrebbe produrre metilamina che a sua volta si convertirebbe in perossido d’idrogeno (uno dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare) e in formaldeide che ha una ben nota azione cancerogena. Non esiste attualmente alcuna verifica di questi dati su esseri umani.

Impurità presenti in alcune preparazioni commerciali
Sia in Italia che negli USA la creatina è considerata integratore alimentare ed è ottenibile senza prescrizione medica. Inoltre non è sottoposta alla farmaco-vigilanza (per qualità e sorveglianza sulla comparsa di eventuali effetti collaterali) propria dei prodotti farmaceutici. 
Industrialmente viene estratta da due molecole di derivazione animale (SARCOSINA e CIANAMIDE) e questo può comportare contaminazioni con prodotti potenzialmente dannosi. Quindi è bene rivolgersi a produttori con certificazione di qualità che garantisca la sicura affidabiltà del prodotto.

 

Posizione Ufficiale dell’ American College of Sports Medicine (ACSM) (marzo 2000)

  1. La creatina migliora la prestazione negli esercizi anaerobici di breve durata, ma non migliora il picco e la forza isometrica massimale media e la potenza e capacità aerobiche.

  2. Non sono necessarie alte dosi di mantenimento (20 g/die).

  3. Non vi è la “definitiva evidenza” che l’integrazione con creatina causi complicazioni renali, gastrointestinali o crampi muscolari.

  4. L’integrazione non è indicata immediatamente prima dell’esercizio.

  5. L’integrazione non è indicata per la popolazione pediatrica e per le donne in gravidanza ed allattamento.


Posizione Ufficiale del Commissione Medica della British Olympic Association

  1. La creatina è una sostanza naturale presente in quantità considerevoli nei cibi ed è incorretto classificarla come farmaco.

  2. La Commissione non incoraggia ne appoggia l’utilizzo di integrazione con creatina.

  3. La Commissione evidenzia che le situazioni in cui la prestazione è sicuramente migliorata sono limitate (sprint ripetitivi).

  4. Il pericolo dei sopradosaggi usati nei periodi di carico è non è quantificabile, considerando che molte sostanze naturali se assunte in eccesso possono essere pericolose (vitamina A)

  5. La Commissione non raccomanda l’ integrazione con creatina.

Indicazioni della Commissione Anti-doping  del CONI (1998)

  1. In soggetti sani l’integrazione non dovrebbe superare i 3 grammi al giorno

  2. Le dosi nelle confezioni dovrebbero essere singole, ben definite e non superiori a 1 grammo /dose.

  3. Le confezioni dovrebbero contenere un numero di dosi non superiori a 21 (n. massimo per settimana).

  4. Salvo specifica e motivata indicazione medica il trattamento non dovrebbe superare le 2 settimane.

Ministero della Sanità circolare 07/06/99 n.8

Linee-guida sugli alimenti adatti ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi

  1. Utilizzo in caso di aumentato fabbisogno o ridotta sintesi.

  2. Se la dose giornaliera è pari a 4-6 grammi, questa non può superare un periodo di assunzione di trenta giorni. Oltre tale periodo la dose non deve essere superiore a 3 grammi al giorno.

  3. Per un uso prolungato (oltre 6-8 settimane) è necessario il parere del medico.

 


 

Vitamina B12  - Cianocobalamina

Confetti: Principio attivo: cianocobalamina (vit.B12) mg. 0,5 / Calcio folinato mg 0,1

Fiale:      Principio attivo: cianocobalamina (vit.B12) mg. 2   / Calcio folinato mg 0,9

 


Informazioni di base

Origini naturali?
Origini sintetiche?
È richiesta la prescrizione medica? Sì, se si tratta di alti dosaggi e nelle forme iniettabili
Liposolubile o idrosolubile: idrosolubile


Nota: la vitamina B12 non è contenuta negli ortaggi.


Effetti dimostrati

  • Favorisce una crescita e uno sviluppo regolari.

  • Cura alcune forme di malattie nervose.

  • Cura l'anemia perniciosa.

  • Cura e previene carenze di vitamina B12 in soggetti a cui è stata chirurgicamente rimossa una parte del tratto gastrointestinale.

  • Previene le carenze di vitamina B12 nei vegetariani estremi e nei soggetti con problemi di assorbimento.


Come agisce questa vitamina:

  • Agisce come co-enzima per la regolare sintesi del DNA.

  • Promuove un regolare metabolismo di grassi e carboidrati e la sintesi delle proteine.

  • Promuove la crescita, lo sviluppo delle cellule, lo sviluppo delle cellule del sangue, la produzione dei rivestimenti delle cellule nervose, il mantenimento della funzione regolare del sistema nervoso.

Miscellanea:

  • L'incidenza di tossicità della vitamina B12 è molto bassa, anche se assunta in dosaggi che raggiungono i 1.000 mcg al giorno.


Sovradosaggio/tossicità

Se con la vitamina B12 si assumono forti dosi di vitamina C possono verificarsi epistassi e secchezza delle fauci.


Interazione con farmaci, vitamine o minerali

  • Acido ascorbico (vitamina C): forti dosi possono distruggere la vitamina B12. Lasciate intercorrere almeno un'ora tra l'assunzione delle due sostanze.

  • Acido folico: forti dosi diminuiscono la concentrazione della vitamina B12 nel sangue.

  • Aminosalicilato:riduce l'assorbimento della vitamina B12.

  • Antibiotici: può dare un risultato falsamente basso di vitamina B12.

  • Cloramfenicolo: potrebbe ostacolare una risposta terapeutica quando la vitamina B12 è usata per curare l'anemia.

  • Colchicina: riduce l'assorbimento della vitamina B12.

  • Colestiramina: riduce l'assorbimento della vitamina B12.

  • Neomicina: riduce l'assorbimento della vitamina B12 (solo le forme orali).

  • Potassio (nella forma di compresse allungate apribili): riduce l'assorbimento della vitamina B12. Può accrescere il suo fabbisogno.


Interazione con altre sostanze

  • Il fumo ne diminuisce l'assorbimento. I fumatori possono avere un bisogno supplementare di vitamina B12.

  • L'abuso di alcool protratto per lungo tempo può condurre ad una carenza di vitamina B12.


 

IDEBENONE

 

Idebenone: Mnesis 45mg    €: 33,57   30cp  Idebenone    Takeda Italia Farmaceutici
                   Daruma 45mg   €: 36,00  30cp   Idebenone  WYeth Lederle
 

 


Chi può trarre beneficio da Idebenone:
1. La gente che vuole funzionamento mentale migliorato.
2.
Vittime del colpo.
3.
Pazienti del Alzheimer.
4.
La gente con le malattie mitocondriali, per esempio atassia, neuropatia ottica del Leber
5.
La gente con i problemi di energetica del cuore, per esempio cardiomiopatia, guasto di cuore congestivo.
6.
La gente con i problemi di myelination, per esempio sclerosi a placche.
7.
La gente che desidera aumentare i benefici della serotonina del cervello di SSRI, (Prozac, Paxil)
8.
Quelli danni di sofferenza del fegato dai prodotti chimici o dall'epatite tossici.

 

Ricerca www.idebenone.org

 

Idebenone migliora il metabolismo ossidativo mitocondriale cerebrale in un paziente con MELAS.

Ruolo farmacologico: Un derivato del benzochinone, è supposto per migliorare il metabolismo del cervello e per proteggere le membrane delle cellule da perossidazione del lipido. Inoltre promuove la secrezione del fattore di sviluppo del nervo (NGF)

 

L'uso di Idebenone nel trattamento per l'atassia del Friedreich

Da novembre del 1999, abbiamo cominciato uno studio pilota per valutare l'efficacia e gli effetti secondari di Idebenone in undici bambini ed adolescenti influenzati da FA, seguito all'ospedale di Marie-Enfant a Montreal. Abbiamo analizzato le valutazioni di quei bambini. Dieci adulti ancora stanno subendo il trattamento all'università di centro di salute de Montreal e le loro valutazioni non sono completate ancora.

L'atassia del Freidreich è una malattia ereditaria con un inizio durante l'infanzia o l'adolescenza e quella è caratterizzata dai problemi di coordinazione e dell'equilibrio (atassia) connessi con un ispessimento e un indebolimento della funzione del muscolo cardiaco (cardiomiopatia). Questa malattia deriva dalla profonda riduzione della produzione di frataxin nelle cellule degli individui affected. Questa diminuzione nel frataxin conduce ad un'accumulazione di ferro nei mitocondri, particolarmente nel sistema nervoso e nel cuore. I mitochondrias sono strutture che generano l'energia nella cellula e che possono essere confrontate al carburatore in un automobile. Quando i mitochondrias non funzionano correttamente, conduce ad un aumento dei livelli su determinati prodotti nell'anima, compreso i malondialdehydes che abbiamo misurato durante lo studio.

Dopo considerando i metodi differenti aumentare la funzione mitocondriale, abbiamo deciso studiare Idebenone in circa venti pazienti influenzati da FA. Abbiamo scelto quel farmaco per i motivi differenti. In primo luogo, abbiamo saputo che i ricercatori francesi avevano usato Idebenone con un certo successo (particolarmente al livello cardiaco) in tre pazienti influenzati da FA. Ancora, abbiamo saputo che questo farmaco ha avuto causa che un miglioramento in pazienti ha interessato dalla malattia del Alzheimer, senza causare alcuni effetti secondari, che li hanno condotti credere che Idebenone potrebbe comportarsi nel sistema nervoso centrale senza rischi significativi di tossicità.

Abbiamo dato una dose quotidiana di Idebenone di magnesio 5 per il chilogrammo al giorno ad undici bambini o adolescenti influenzati da FA. Sono stati valutati sistematicamente prima del trattamento cominciante e di ogni tre mesi fino alla conclusione del trattamento. Questa valutazione ha incluso una chiamata medica, una valutazione cardiologica completa, prove funzionali per misurare l'equilibrio e la coordinazione, il dosaggio della malondialdeide di anima ed infine l'anima e le prove di urina da assicurarsi là erano effetti tossici dal farmaco.

Dopo un anno del trattamento, quelli hanno ripetuto la valutazione ci hanno permesso di osservare un miglioramento leggero o una stabilità della funzione cardiaca in tutti i bambini o adolescente curati, che è molto significativa poiché avremmo previsto un deterioramento della funzione cardiaca durante quel periodo. I problemi di coordinazione e dell'equilibrio erano stabili in otto pazienti e sono stati peggiorati nei tre altri. I livelli elevati di anima della malondialdeide hanno rimasto in tutti i bambini o adolescenti. Quindi, Idebenone non ha effetti principali sull'atassia o sulla funzione dei mitocondri, almeno non a questa dose. Tuttavia, il fatto che otto degli undici pazienti erano stabili potrebbe indicare un'efficacia parziale della droga. Per concludere, non abbiamo osservato alcuni effetti secondari o gli effetti tossici di Idebenone in pazienti.

Anche se i risultati non sono spettacolari, pensiamo che lo studio su Idebenone debba essere continuato poiché è il primo farmaco che causano un miglioramento (anche se pricipalmente al livello cardiaco) nel FA. Nelle prossime settimane, discuteremo con gli esperti circa la possibilità di sollevare il dosaggio quotidiano di Idebenone nei bambini e negli adolescenti curati, o uniremo questo farmaco con un altro farmaco che potrebbe aumentare la funzione mitocondriale e un senso che sarebbero complementari a Idebenone.

Testo scritto da Michel Vanasse, neurologo
Tradotto da Fanny Chagnon

Questa gente ha partecipato allo studio agli ospedali di Marie-Enfant e del San-Justine's a Montreal, Canada.
Ms Denyse Bernard, therapist professionale.
Ms Louise Chicoine, therapist fisico.
Ms Monique Émond, therapist fisico ed assistente di ricerca.
Dott. Anne Fournier, cardiologo.
Dott. Guy Lepage, ricercatore in nutrizione e gastro-enterology.
Dott. Massimo Pandolfo, neurologo e testa del progetto.
Dott. Michel Vanasse, neurologo.
 

 

 

A carico del Servizio Sanitario Nazionale l'unico farmaco per la cura delle miocardiopatie nei pazienti con atassia

La Commissione Unica del Farmaco ha inserito l'Idebenone, l'unica molecola disponibile per la cure delle miocardiopatie nei pazienti affetti da Atassia di Friedreich, tra i farmaci erogabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. L'annuncio è stato dato questa mattina a Roma nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Palazzo Madama.

Finalmente, quindi, una notizia di buona sanità, nel vasto panorama delle notizie di malasanità che, purtroppo, affollano i media. Un traguardo importante dovuto, principalmente al tenace impegno dell'AISA, l'Associazione Italiana per la Lotta alle Sindromi Atassiche, che come sottolineato dal suo Presidente, Carlo Rossetti, da oltre venti anni si batte per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti da atassie, ma anche alla sensibilità dalla Takeda, la casa farmaceutica che ha permesso la realizzazione di un farmaco così importante destinato ad un numero eseguo di pazienti.

In Italia, infatti, le persone colpite da atassia sono circa 5.000, un numero apparentemente piccolo di pazienti e che per questo motivo rientrano nelle cosiddette malattie "orfane". Finora questo farmaco, l'unica terapia riconosciuta a disposizione di questi malati, era a totale carico del paziente.

Le sindromi atassiche sono malattie neurodegenetiche, attualmente incurabili, che colpiscono il Sistema Nervoso Centrale alterando il coordinamento dei movimenti, ma lasciando sana la mente. Il disturbo caratterizzante è l'atassia, vale a dire la perdita progressiva della capacità di eseguire un movimento volontario. Nei casi più gravi, oltre ad impedire i gesti più semplici, come bere un bicchier d'acqua, sono responsabili di gravi complicanze respiratorie, cardiache, della deglutizione e del linguaggio, portando spesso, all'uso della sedia a rotelle e quindi ad una limitata o totalmente cancellata autonomia.

Tra i sintomi più gravi dell'Atassia di Friedreich, una delle forme più gravi e diffuse che colpisce anche i bambini, vi sono le complicanze cardiache, come la miocardiopatia, che peggiorano ulteriormente la qualità di vita ed il decorso della malattia. Proprio alla miocardiopatia si rivolge il trattamento con idebenone, che oggi è finalmente disponibile per tutti.

 

 


Levocarnitina

Classe A, limitatamente alla seguente indicazione:
. carenza primaria di carnitina.

Principio attivo:
Levocarnitina (solo confezioni orali da 2 grammi).

Motivazioni e criteri applicativi
La carnitina è un costituente essenziale dell'organismo e svolge un ruolo di rilievo nel metabolismo energetico a livello mitocondriale; il SSN garantisce pertanto la gratuità dell'erogazione per coloro che hanno carenza primaria di carnitina, evidenziata mediante do saggio della carnitina nel plasma o in biopsie muscolari. I valori normali di carnitina nel plasma sono di circa 25 µmol/L nell'infanzia e di 54 µmol/L nell'età adulta (1); nella pratica clinica viene posta diagnosi di carenza primaria per livelli ematici inferiori a 2 µmol/L o per concentrazioni tissutali minori del 10.20% rispetto ai valori normali (2,3).
Una carenza secondaria può verificarsi durante trattamento dialitico. Sono state pubblitatt3 ricerche (4-6) (anche se condotte in un numero limitato di pazienti), in cui è stata dimostrata la possibilità di ridurre la posologia dell'eritropoietina in circa il 50% dei casi trattati con 1 grammo di levocarnitina per via endovenosa a fine dialisi. La levocarnitina può pertanto essere usata in regime ospedaliero anche domiciliare, quando sia stato ottimizzato l'apporto di ferro, per ridurre la posologia dell'eritropoietina e per migliorare l'insufficiente risposta alla terapia con eritropoietina che si verifica in alcuni pazienti. Il trattamento con levocarnitina dovrebbe essere sospeso se, dopo 4 mesi di terapia, non sia stato possibile dimostrare una riduzione della posologia dell 'eritropoietina.

Nota n° 08: Classe A, limitatamente alla seguente indicazione: - carenza primaria di carnitina. Principio attivo: Levocarnitina (solo confezioni orali da 2 grammi). Registro USL. Motivazioni e criteri applicativi La carnitina è un costituente essenziale dell’organismo e svolge un ruolo di rilievo nel metabolismo energetico a livello mitocondriale; il SSN garantisce pertanto la gratuità dell’erogazione per coloro che hanno carenza primaria di carnitina, evidenziata mediante dosaggio della carnitina nel plasma o in biopsie muscolari. I valori normali di carnitina nel plasma sono di circa 25 mmol/L nell’infanzia e di 54 mmol/L nell’età adulta (1); nella pratica clinica viene posta diagnosi di carenza primaria per livelli ematici inferiori a 2 mmol/L o per concentrazioni tissutali minori del 10-20% rispetto ai valori normali (2,3). Una carenza secondaria può verificarsi durante trattamento dialitico. Sono state pubblicate 3 ricerche (4-6) (anche se condotte in un numero limitato di pazienti), in cui è stata dimostrata la possibilità di ridurre la posologia dell’eritropoietina in circa il 50% dei casi trattati con 1 grammo di levocarnitina per via endovenosa a fine dialisi. La levocarnitina può pertanto essere usata in regime ospedaliero anche domiciliare, quando sia stato ottimizzato l’apporto di ferro, per ridurre la posologia dell’eritropoietina e per migliorare l’insufficiente risposta alla terapia con eritropoietina che si verifica in alcuni pazienti. Il trattamento con levocarnitina dovrebbe essere sospeso se, dopo 4 mesi di terapia, non sia stato possibile dimostrare una riduzione della posologia dell’eritropoietina.


 

Alfa-lipoic-G(36 cps)  Gensan     -      www.gensan.com

 

Informazioni nutrizionali per capsula:

 (Una capsula=0,643 gr.):

 Kcal 2,67, Kj 11,06,

 Proteine (N x 6.25) 0,123 gr.,

 Carboidrati (p.d.) 0,064 gr.,

 Grassi 0,225 gr.,

 Acido Lipoico 200 mg.,

 Vitamina E 15 mg. (RDA 150%),

 Glutatione 10 mg.,

 Selenio 35 mcg.

 

 

Introduzione L’acido alfa lipoico è un composto che ricopre un ruolo chiave nel metabolismo energetico cellulare della maggior parte degli esseri viventi, a partire dai batteri per arrivare fino all’uomo. Sono inoltre note le sue spiccate proprietà antiossidanti. Per questa ragione, l’assunzione di acido alfa lipoico sotto forma di integratore alimentare, può essere di grande utilità per attivare queste funzioni di vitale importanza per l’organismo.

 

Acido alfa lipoico: ruolo e biochimica L’acido alfa lipoico è una molecola relativamente piccola formata da una catena di otto atomi di carbonio e due di zolfo collocati nella parte terminale. Nella forma ridotta, nota anche con il nome di acido diidrolipoico, gli atomi di zolfo sono presenti come tioli liberi (–SH), mentre nella forma ossidata, grazie alla generazione di un legame disolfuro (-S-S-), danno origine ad una struttura terminale ad anello ("dithiolane ring"). Data la sua particolare struttura molecolare, l’acido alfa lipoico può sia andare incontro a reazioni di ossido-riduzione, che fungere da trasportatore di elettroni, o di gruppi acetilici (o altri acili). (Vedi figura 1)Per questo motivo, l’acido alfa lipoico agisce da cofattore per numerosi enzimi che partecipano al processo di conversione del glucosio, degli acidi grassi e delle altre fonti energetiche in adenosin trifosfato (ATP) (es. piruvato deidrogenasi, alfa-chetoglutarato deidrogenasi). Tale processo, che avviene a livello dei mitocondri cellulari, comprende quel complesso insieme di reazioni che è noto con il nome di "ciclo di Krebs". La disponibilità di acido lipoico a livello cellulare, aumenta la percorribilità del ciclo di Krebs e conseguentemente anche l’efficienza dell’intero processo.

 

Attività antiossidante

L’acido alfa lipoico possiede alcune particolari caratteristiche che lo rendono non solo straordinariamente efficace come antiossidante, ma anche assolutamente indispensabile al nostro organismo per contrastare i danni associati alla formazione di radicali liberi. Le peculiarità che lo rendono unico sono le seguenti:

  1. Alta assorbibilità: essendo una molecola relativamente piccola, l’acido alfa lipoico può essere prontamente assorbito e trasportato attraverso le membrane cellulari dove può quindi esercitare la sua azione.

  2. Versatilità: l’acido alfa lipoico mantiene la sua attività sia nei comparti cellulari acquosi (citoplasma) che in quelli lipidici (membrana cellulare).

  3. Mantenimento del potere antiossidante in entrambe le forme: sebbene la forma ridotta (acido diidrossi lipoico) sia la più attiva, anche a quella ossidata sono associabili apprezzabili proprietà antiossidanti.

  4. Ampio spettro d’azione: l’acido diidrossi lipoico è attivo contro numerose specie radicaliche (ad esempio: radicali di tipo perossil, idrossil e perossi-nitritico, oltre a superossidi ed idroperossidi).

  5. Rafforza e completa la rete difensiva messa a punto dalle altre molecole antiossidanti. L’acido alfa lipoico nella forma ridotta (acido diidro lipoico) è in grado di donare il suo elettrone alle forme ossidate e quindi non più attive di glutatione (glutatione disulfide) e di vitamina C (acido deidroascorbico), rigenerandole a glutatione ridotto e ad acido ascorbico. A sua volta, la vitamina C in forma ridotta è in grado di riattivare la forma ossidata della vitamina E (cromanossil radicale) riducendola a tocoferolo (vitamina E attiva). A tutto questo processo può essere associato carattere di ciclicità. Dopo la donazione di un elettrone, l’acido diidro lipoico ritorna alla forma ossidata di acido lipoico. Dal momento che anche l’acido lipoico nella forma ossidata possiede proprietà antiossidanti, il ciclo di rigenerazione può proseguire nell’interesse della cellula.

  6. Contenimento della fuoriuscita di radicali liberi originatisi in concomitanza di un metabolismo energetico spinto: la metabolizzazione dell’energia attraverso il ciclo di Krebs, quando è molto spinta, favorisce la formazione di radicali liberi. Anche se la maggior parte di questi radicali sono contenuti nell’ambito delle reazioni chimiche del metabolismo energetico, una piccola parte può fuoriuscire e condurre gradualmente al danneggiamento cellulare. La disponibilità di acido lipoico, sebbene aumenti la percorribilità del ciclo di Krebs ed il conseguente rendimento energetico, incrementa anche il contenimento dei radicali liberi in formazione nel corso dell’intero processo. In tal modo viene garantito un sufficiente effetto protettivo, anche in condizioni di elevato rendimento energetico.

 

Miglioramento del controllo del glucosio L’acido alfa lipoico non è in grado solo di incrementare l’efficienza dell’insulina, ma può migliorare anche il trasporto del glucosio all’interno delle cellule utilizzando vie indipendenti da quelle dell’insulina stessa. Tutto ciò, unitamente ad una migliore efficienza dell’utilizzazione del glucosio attraverso i normali processi metabolici, contribuisce alla normalizzazione del livello di glucosio nel sangue. In tal modo, la probabilità che si formino alcuni pericolosi composti di carattere radicalico, i cosiddetti AGEs ("Advanced Glycation End-products") risulta sensibilmente ridotta. Tali prodotti si possono infatti generare a partire dalle proteine cellulari in seguito all’accumulo di elevati livelli di glucosio nel sangue. E’ ormai noto come le reazioni di glicosilazione e la formazione degli AGEs contribuiscano all’invecchiamento ed alla degenerazione cellulare. In loro presenza aumenta anche la predisposizione dell’organismo nei confronti di alcune patologie, in particolare modo di quelle che interessano l’apparato cardiovascolare.L’acido alfa lipoico possiede inoltre la proprietà di ridurre la resistenza all’insulina, tipico fenomeno che concorre all’insorgenza di alcune patologie, quali il diabete e la cosiddetta "Sindrome X" (un disturbo collegato sempre alla resistenza insulinica ed, a seconda dei casi, anche ad altri fattori, quali ad esempio: l’intolleranza al glucosio, il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa, la trigliceremia e l’ipercolesterolemia).

 

Per la funzionalità nervosa L’acido alfa lipoico è in grado di proteggere i nervi dal danneggiamento agendo su diversi fronti. In primo luogo, limitando i danni provocati dai radicali liberi, li preserva da una pericolosa degenerazione. Secondariamente, migliorando la velocità della comunicazione nervosa, ne ottimizza la funzionalità. Inoltre, l’acido alfa lipoico esercita un’azione normalizzante nei confronti della sensibilità nervosa, riducendo in tal modo sia il dolore che la torpidità sensoriale.Nel caso particolare della sciatalgia, ad esempio, sembra che la somministrazione di acido alfa lipoico possa aumentare nel nervo sciatico la presenza di alcune sostanze ad azione neurotropica, quali ad esempio il neuropeptide Y. Ciò migliorerebbe sensibilmente la funzionalità nervosa e diminuirebbe il dolore.

 

Contro la cataratta Da numerosi studi condotti su animali è emerso come la somministrazione di acido alfa lipoico possa ridurre il rischio della comparsa di cataratta. Questa patologia è molto spesso correlata ad elevati livelli di glucosio nel sangue ed alla sovraesposizione alla luce solare. Tali fattori infatti contribuiscono alla formazione di radicali liberi, i quali possono poi provocare danni alle proteine delle lenti dell’occhio e favorire la generazione degli AGEs. Uno dei principali antiossidanti presenti nel fluido che circonda l’occhio è il glutatione. Come è già stato detto, l’acido alfa lipoico può contribuire alla rigenerazione del glutatione. Tutto ciò risulta di particolare importanza dal momento che la molecola del glutatione, a causa delle sue dimensioni, non è facilmente assorbibile a livello intestinale e quindi neppure prontamente assimilabile per via orale. C’è inoltre da sottolineare che l’acido alfa lipoico contiene zolfo, vale a dire uno dei più importanti componenti della molecola del glutatione. L’integrazione con acido alfa lipoico può dunque risultare di grande utilità per incrementare i livelli di glutatione nel nostro organismo, soprattutto nei distretti nei quali esso riveste particolare importanza.

 

Altro L’ictus è una grave patologia alla base della quale si colloca la formazione di un coagulo che blocca il flusso di sangue in un vaso del cervello e conduce al parziale o totale soffocamento delle cellule nella zona interessata. Anche dopo che è stata rinstaurata la circolazione, data comunque l’avvenuta formazione di un ingente quantitativo di radicali liberi, le cellule possono continuare ad essere danneggiate. In questo caso, la disponibilità di acido alfa lipoico può risultare di vitale importanza per la minimizzazione dei danni. Le applicazioni terapeutiche dell’acido alfa lipoico possono estendersi anche in altri campi, ad esempio nel trattamento degli avvelenamenti da funghi Amanita e Galeriana. Le tossine prodotte da questi funghi, infatti, sono in grado di inibire la normale funzionalità del fegato e di distruggere le cellule epatiche. L’estrema tossicità di tali composti può condurre a conseguenze gravissime che comprendono, in funzione della dose ingerita, anche il coma e la morte. Il trattamento più diffuso è rappresentato dal trapianto del fegato. Questa soluzione, per motivi di varia natura, non è sempre attuabile. L’azione benefica che può esercitare in questi casi l’acido alfa lipoico non sembra tanto diretta alla neutralizzazione delle tossine quanto piuttosto alla stimolazione della reattività delle cellule epatiche. Ciò è direttamente visibile dalla graduale normalizzazione di alcuni enzimi, quali ad esempio la SGPT. L’azione epato-protettiva esercitata dall’acido alfa lipoico è di notevole interesse terapeutico, anche se necessita di ulteriori approfondimenti. Per queste ragioni, gli integratori a base di acido alfa lipoico potrebbero in futuro rappresentare un’ulteriore arma preventiva a nostra disposizione per la difesa nei confronti delle sostanze tossiche con le quali possiamo involontariamente venire a contatto tutti i giorni.

 

Posologia e tossicità

L’acido alfa lipoico è solitamente presente in maggiori quantità nei tessuti che sono più ricchi di mitocondri, ovvero di quelli organelli cellulari nei quali avvengono la maggior parte delle reazioni deputate alla produzione di energia. In pratica, l’acido alfa lipoico è presente nelle foglie delle piante che contengono mitocondri e nei tessuti vegetali non fotosintetici, quali ad esempio i tuberi delle patate. Ne sono particolarmente ricchi anche i broccoli e gli spinaci. La maggiore fonte di acido lipoico rimane comunque la carne rossa e alcune frattaglie (in particolare modo il cuore).

Sebbene l’acido lipoico non rappresenti di per sé un costituente definibile come essenziale, dal momento che il nostro organismo è in grado di sintetizzarlo, esso si ritrova comunque in quantità abbastanza ridotte nel corpo umano. Sussistono inoltre problemi di biodisponibilità per l’acido lipoico contenuto negli alimenti in quanto esso è presente in forma complessata con la lipolisina e crea un insieme più grande e più difficilmente assorbibile.

Quanto fino ad ora osservato gioca dunque a favore dell’assunzione di acido alfa lipoico tramite integrazione. I dosaggi ottimali possono variare di molto in funzione delle caratteristiche individuali, dello stile di vita, dell’attività fisica, dell’esposizione ai raggi solari e della dieta.

La dose comunque normalmente consigliata a scopo genericamente preventivo nei confronti delle degenerazioni causate dai radicali liberi per i soggetti sani è di 50 mg/die, da assumersi preferibilmente in associazione con altri composti ad azione antiossidante (quali ad esempio: vitamine A, C, E, Selenio, Coenzima Q10, etc..). Per l’attenuazione dei disturbi collegati all’intolleranza al glucosio ed alla Sindrome X sono invece suggeriti dai 100 ai 300 mg/die.

In presenza di soggetti diabetici, invece, sono consigliabili 600 mg/die, da assumersi però sotto stretto controllo medico. In tali casi infatti, la somministrazione di alte dosi di acido alfa lipoico può diminuire il fabbisogno di altri farmaci in grado di abbassare il livello di glucosio nel sangue.

Per quanto concerne la tossicità, possiamo affermare che l’assunzione giornaliera di 50 mg/die di acido alfa lipoico non è stata fino ad oggi collegata con alcun effetto collaterale specifico. Alcuni studi, che hanno coinvolto dosaggi da 100 a 600 mg/die per periodi dai tre ai sei mesi, hanno evidenziato una bassa tossicità sugli esseri umani. Per dosaggi molto più alti sono invece stati riportati, anche se solamente in casi sporadici, significativi decrementi della glicemia ed alcune reazioni allergiche a livello cutaneo. Altre ricerche hanno inoltre documentato l’assenza di potere mutageno, teratogeno o cancerogeno.

 


 

 

 

Tiobec 200 Retard    compresse acido alfa-Lipoico

Marca / Linea:  Confezione: 30 compresse

  19,90

 

 
per 100 g
per compressa
% RDA
Acido lipoico g 20,20 mg
200
*
Vitamina C mg 3030 mg
30
50
Vitamina PP mg 909,09 mg

9

50
Vitamina E mg 505,05 mg 5 50
Vitamina B6 mg 191,01 mg 1 50
Vitamina B2 mg 80,81 mg 0,8 50
Vitamina B1 mg 70,71 mg 0,7 50
Acido folico mg 10,10 mcg 100 50
Vitamina B12 mg 0,05 mcg 0,5 50

 

 

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Ultimo aggiornamento: 28-01-06