I radicali liberi sono molecole instabili, aggressive, responsabili di gravi danni alle cellule dell’organismo. Il loro comportamento è dovuto alla presenza di un elettrone spaiato nell’orbitale più esterno. La loro produzione è correlata soprattutto ai fenomeni di ossidazione, che comportano un flusso di elettroni dalle sostanze ossidate (che perdono elettroni) verso quelle ossidanti (che li ricevono), come l’ossigeno. Esistono in natura numerosi esempi di questi processi ossidativi: primo fra tutti la combustione degli idrocarburi, come pure l’arrugginirsi del ferro, o anche l’irrancidimento dei grassi, la degradazione in superficie della polpa esposta della frutta. Nel nostro organismo i RL si producono essenzialmente nel corso di almeno quattro processi biologici: 1) durante l’ossidazione finale dei substrati nutrizionali nei mitocondri, che conclude la demolizione dei macronutrienti introdotti con l’alimentazione, con produzione di energia sotto forma di ATP 2) nelle reazioni immunitarie cellulo-mediate, prodotti da i globuli bianchi attivati contro i germi invasori 3) nelle reazioni di fase I di detossicazione epatica ( ossidazione dei substrati eso- ed endo-tossici catalizzate dagli isoenzimi della famiglia dei citocromo p 450) 4) nelle fasi di riperfusione di tessuti dell’organismo interessati da fenomeni ischemici I radicali liberi possono provenire anche dall’ambiente esterno e penetrare nell’organismo attraverso la via cutanea, respiratoria o gastrointestinale. Le fonti esogene principali do RL sono costituite da: - radiazioni solari ultraviolette - radiazioni ionizzanti - fumo di sigaretta - smog, gas di scarico di veicoli, impianti di riscaldamento e industrie - pesticidi, antiparassitari, inquinanti chimici - farmaci - carne alla brace I radicali liberi più importanti sono quelli derivati dall’ossigeno, e tra questi il radicale superossido (O2.-), il radicale idrossilico (HO.), l radicale perossilico o perossido, l’ossido nitrico. Esistono Specie Reattive dell’Ossigeno (ROS) che pur non essendo veri e propri radicali liberi (non hanno cioè degli elettroni spaiati sull’orbitale esterno), hanno un comportamento biologico similare ed altrettanto nocivo: ad es. il perossido di idrogeno ( o acqua ossigenate), l’ossigeno singoletto. I radicali liberi sono coinvolti in diverse patologie umane e nel processo fisiologico dell’invecchiamento. Il principale bersaglio dei radicali liberi è rappresentato dai lipidi delle membrane cellulari, specie gli acidi grassi poliinsaturi, a causa della loro natura chimica e della loro particolare conformazione a doppio strato regolare, che viene stravolta dall’attacco dei RL. Gli sconvolgimenti delle membrane cellulari, comprese quelle interne alla cellula, comportano alterazioni negli scambi tra comparti intra- ed extra-cellulari, fino a compromettere la sopravvivenza stessa della cellula. Tra i lipidi oggetto preferenziale degli attacchi dei RL figurano anche le lipoproteine LDL o a bassa densità, deputate principalmente al trasporto nel plasma del colesterolo e della vitamina E. A contatto coi RL vengono ossidate, con alterazione delle proprietà fisico-strutturali e delle attività biologiche, e trasformate in fattori causali del processo arteriosclerotico. Altro bersaglio cruciale d’attacco da parte dei RL è costituito dalle proteine e dagli acidi nucleici. L’alterazione delle strutture proteiche porta allo sconvolgimento funzionale di molti sistemi enzimatici, e un danneggiamento del DNA e del RNA prefigura modificazioni genetiche che potrebbero essere alla base dei meccanismi di insorgenza del cancro e dell’invecchiamento cellulare. L’organismo controlla e inattiva i RL presenti al suo interno con una strategia complessa, multifattoriale, stratificata su diversi livelli di intervento, ed estremamente efficace. Il meccanismo più importante, di tipo enzimatico, presente in ogni cellula, intercetta il radicale superossido prima che possa provocare danni e attraverso una serie di reazioni lo neutralizza trasformandolo in acqua. Gli enzimi coinvolti in questo meccanismo sono la SOD (superossidodismutasi), la Catalasi e la Glutatione-perossidasi. L’organismo poi produce tutta una serie di sostanze circolanti, finalizzate ad altre funzioni biologiche, che tuttavia possiedono una marcata attività antiossidante: albumina, acido urico, bilirubina, melatonina, etc. Esso utilizza infine molti composti di origine alimentare, di tipo vitaminico e non, dotati di azione antiossidante, che si caratterizzano per il diverso meccanismo d’azione , per la specificità dei siti d’intervento e per l’effetto sinergico globale da essi esplicato. I più importanti sono: - la vitamina E : essendo liposolubile, si localizza nello spessore della membrana cellulare, nella quale penetra agevolmente, e dove svolge un ruolo di protezione dei lipidi di membrana garantendo la cessione di elettroni ai radicali liberi endocellulari circolanti nei paraggi. - la vitamina C, idrosolubile e quindi liberamente circolante nei fluidi corporei, che svolge il compito di spazzino di radicali liberi sia in proprio che per … conto terzi, garantendo il rifornimento di elettroni alla vitamina E bloccata nella membrana cellulare. - la vitamina A e i carotenoidi ( specie il Beta-carotene ): liposolubili, affiancano l’attività della vitamina E di cui sono più efficaci in condizioni di bassa tensione di ossigeno ( ad es. nei tessuti ischemici). Il betacarotene è uno dei più potenti eliminatori dell’ossigeno singoletto. - I tioli, contenuti nell’aglio, nelle cipolle, e nelle crucifere ( broccoli, cavoli, verze, etc.) sono ricchi di zolfo, che è il maggior c componente della glutatione-perossidasi. - Il glutatione, e gli aminoacidi suoi precursori, come la cisteina o la N-acetil-cisteina, esercita un’azione antiossidante distribuita su diversi fronti : è elemento essenziale del sistema enzimatico endocellulare della glutatione-perossidasi, a livello epatico contribuisce a inattivare metaboliti intermedi reattivi dotati di azione radicalica, provenienti dalle reazioni di fase I, grazie all’azione catalizzante della glutatione-trasferasi, è infine una delle molecole più attive sul fronte del rifornimento di elettroni alle molecole antiossidanti in prima linea, come la vitamina E e la vitamina C. - I bioflavonoidi: famiglia composta da più di 600 sostanze (flavoni, flavani, flavonoli, flavononi, flavonolignani,catechine, fitocianidine,etc.) la cui comune caratteristica è quella di lavorare in sinergia con la vitamina C, esaltandone l’attività e la potenza antiossidante mediante un’azione protettiva nei suoi confronti. I fitoderivati più ricchi in bioflavonoidi sono rappresentati dalla silimarina (cardo mariano), tè verde, ginkgo biloba, picnogenolo, quercetina, semi di uva rossa. - Il coenzima Q 10 : oltre ad essere una sostanza indispensabile per il trasporto di elettroni nella catena respiratoria mitocondriale e quindi per la produzione di ATP, possiede una spiccata attività antiossidante che si esplica nella protezione dai RL dei lipidi di membrana, resa più efficace dalla sua lipofilia (qualità che manca alla vit.C), e nella partecipazione al meccanismo di rifornimento di elettroni alle avanguardie antiradicaliche. - L’Acido lipoico: accanto ad una funzione essenziale di tipo metabolico nella cascata di reazioni della glicolisi, l’acido lipoico esplica un’importante azione antiossidante , anche nel suo caso giocata su diversi livelli: funge da agente di trasferimento di elettroni, partecipando al rifornimento di vit.E e C; agisce da scavenger (spazzino) nei confronti di diversi RL e ROS ( radicali idrossilici e perossilici, acido ipocloroso, ossigeno singoletto), e grazie alla sua particolare conformazione e alle sue dimensioni molecolari ( è più grande della vit. C ,ma più piccolo della vit. E) è solubile sia in comparti “acquosi “ che in quelli “lipidici”, potendo così raggiungere i più disparati settori corporei, compresi quelli encefalici. - Vitamina B1: Tiamina - Vitamina B2: Riboflavina - Vitamina B3: Niacina - Vitamina B12: Cianocobalamina - I minerali Selenio, Rame, Zinco e Manganese, coinvolti in qualità di componenti o cofattori nei sistemi anti-RL enzimatici. - La melatonina rappresenta il più noto degli ormoni prodotto principalmente dalla ghiandola pineale. Essa viene secreta maggiormente nelle ore notturne, mentre la luce ne inibisce la produzione
Parliamo del tè verde a cura di Angela Berardinelli Tra le varie ipotesi patogenetiche della distrofia di Duchenne, vi è anche un'aumentata suscettibilità allo stress ossidativo, dimostrata in vari studi condotti su colture cellulari, prevalentemente di topi mdx, ovvero il ceppo murino nel quale viene indotta la malattia. Qui è necessaria subito una precisazione, ovvero ricordare che la Duchenne, negli animali, presenta un decorso assai diverso da quanto accada normalmente nell'uomo, poiché nel tempo c'è un miglioramento clinico e, nonostante il pur presente difetto di forza muscolare, essi hanno normale prospettiva di sopravvivenza. Tornando comunque al problema dello stress ossidativo, su tutt'altro versante - negli ultimi anni - è stata studiata la capacità protettiva del tè verde, attribuita proprio in primo luogo alle sue proprietà antiossidanti, legate al suo principale componente (il GTE) e ai polifenoli. In particolare varie ricerche avrebbero messo in luce la potenzialità di controllo della carcinogenesi (ovvero di numerose forme tumorali) da parte appunto del tè verde. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori svizzeri dell'Università di Losanna (pubblicato nel 2002 dall'"American Journal of Clinical Nutrition") avrebbe dimostrato un effetto protettivo rispetto alla necrosi e alla suscettibilità allo stress ossidativo, su cellule di topo mdx la cui dieta era stata supplementata con tè verde a diverse concentrazioni (l'effetto ottenuto è stato paragonato con quanto riscontrato in un gruppo di topi mdx non trattati con la medesima sostanza). E tuttavia tale effetto è risultato prevalente nelle fibre del muscolo estensore lungo delle dita (EDL), mentre non è stato significativo nel muscolo soleo. La differenza tra questi due muscoli è rappresentata dal diverso metabolismo: infatti, il primo (EDL) è costituito da fibre muscolari a contrazione rapida, il secondo (soleo) a contrazione lenta. Queste ultime hanno un maggior numero di mitocondri e quindi una maggior produzione di radicali, le sostanze che inducono lo stress ossidativo. Gli autori della ricerca hanno quindi ipotizzato che potesse trattarsi di un problema legato alla dose, la quale, nell'animale, corrisponderebbe a circa sette tazze di tè al giorno nell'uomo. In sostanza si può dire che l'effetto protettivo ottenuto con il tè verde sia paragonabile a quello derivato dalla creatina e sebbene lo studio sia stato condotto su un numero di animali limitato e vi siano vari punti deboli dal punto di vista metodologico, si tratta di una sostanza somministrabile senza particolari problemi. E d'altro canto va ricordato anche che la somministrazione di altri antiossidanti - quali la vitamina E, la stessa creatina ecc. - non ha mai portato finora a reali vantaggi nella clinica dei soggetti affetti da distrofia di Duchenne.
Articolo tratto da DM 148 - aprile 2003.
CoQ10: Coenzima-Q10 ubiquinone 30mg + Vit-E 30mg
Il farmaco " CoQ10" non esiste in Itialia. Mi è stato indicato dal Prof. Bresolin dell'Ospedale Maggiore Policlinico in via F. Sforza al posto del farmaco "Ubimaior", in quanto è meno costoso e più efficace. Il prof. Bresolin si sta interessando per costruire un'associazione per gli ammalati mitocondriali, in questo modo c'è la possibilità di ottenere questo farmaco a un prezzo minore. Attualmente il farmaco CoQ10 costa £.35.000 e vi sono 30 compresse.
Il coenzima Q è parte dei mitocondri delle cellule
ed è necessario per la produzione di energia. 1- Controlla il flusso di ossigeno entro ciascuna cellula.
Il coenzima Q10 è un coenzima, di natura
lipidica, estremamente diffuso in natura. Esso svolge una azione fondamentale
nella produzione di energia, inoltre esplica azione antiossidante e protettiva
nei confronti dei radicali liberi. Il ruolo del coenzima Q10 è quello di
trasportatore di idrogeno. È una molecola abbastanza grande, è lungo 4 nm, e
ha forma allungata come un serpente, esso trasporta idrogeno tra i centri
donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno. Esso si trova nei
mitocondri e nella parte più interna delle membrane. Il coenzima Q10 è
estremamente diffuso in natura; è presente nei cereali, nella soia, nelle
noci, nei vegetali.
Il coenzima Q10 è stato scoperto negli Stati
Uniti nel 1957 presso l' Università del Wisconsin dal professor Crane nei
mitocondri di cuore di bue. Il professor Peter Mitchell ha ricevuto il premio
Nobel nel 1978 per la scoperta delle funzioni del coenzima Q 10. Il coenzima
Q10 trasporta idrogeno facendo la spola tra in un senso come Q e nell' altro
come QH2, tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di idrogeno
delle proteine, attraversando facilmente le membrane, essendo molto solubile
negli idrocarburi.
I radicali liberi sono delle molecole o porzioni
di molecole che hanno un elettrone in meno. Queste molecole hanno un'alta
reattività per cui tendono a captare un atomo di idrogeno da altre molecole,
determinando una reazione a catena.
Il coenzima Q10
è un coenzima, di natura lipidica, estremamente diffuso in natura. Esso svolge
una azione fondamentale nella produzione di energia, inoltre esplica azione
antiossidante e protettiva nei confronti dei
radicali liberi. Il
ruolo del coenzima Q10 è quello di trasportatore di idrogeno. È una molecola
abbastanza grande, è lungo 4 nm, e ha forma allungata come un serpente, esso
trasporta idrogeno tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di
idrogeno. Esso si trova nei mitocondri e nella parte più interna delle membrane.
Il coenzima Q10 è estremamente diffuso in natura; è presente nei cereali, nella
soia, nelle noci, nei vegetali.
Il coenzima Q10 è stato
scoperto negli Stati Uniti nel 1957 presso l' Università del Wisconsin dal
professor Crane nei mitocondri di cuore di bue. Il professor Peter Mitchell ha
ricevuto il premio Nobel nel 1978 per la scoperta delle funzioni del coenzima Q
10. Il coenzima Q10 trasporta idrogeno facendo la spola tra in un senso come Q e
nell' altro come QH2, tra i centri donatori di idrogeno e i centri accettori di
idrogeno delle proteine, attraversando facilmente le membrane, essendo molto
solubile negli idrocarburi.
I ricercatori hanno valutato
il miglioramento in base alla scala della New York Hearth Association (NYHA),
dei 424 cardiopatici, il 58% migliorò di una classe NYHA, il 28% di 2 classi
NYHA, e 1,2 % di 3 classi NYHA.
Farmaci che hanno come principio attivo Ubidecarenone, in ordine di prezzo:
Cebion: Vit C acido ascorbico effervescente n°10 cp da 1g
Origini naturali? Sì
1 -Mantiene sani i capillari, le gengive, i denti. 2 -Facilita l'assorbimento del ferro. 3 -Facilita la guarigione delle ferite e delle ossa fratturate. 4 -Previene e cura lo scorbuto. 5 -Cura l'anemia, soprattutto quella dovuta a carenza di ferro. 6 -Cura le infezioni del tratto urinario. 7 -Coopera nella formazione del collagene nei tessuti connettivi. 8 -Aumenta l'assorbimento del ferro nell'intestino. 9 -Contribuisce alla produzione dell'emoglobina e dei globuli rossi nel midollo osseo. 10-Blocca la produzione delle nitrosamine.
Come agisce questa vitamina: È necessaria per la formazione del collagene e per la riparazione dei tessuti. Partecipa alle reazioni di ossido-riduzione. È necessaria per il metabolismo della fenilalanina, tirosina, acido folico, ferro. Coopera all'utilizzazione dei carboidrati, alla sintesi dei grassi e delle proteine, alla conservazione dell'integrità delle pareti dei vasi sanguigni. Irrobustisce i vasi sanguigni. Nota: di vitamina C se ne possono prendere anche diversi grammi al di.
VITAMINA C BIL 500mg/5 ml soluzione iniettabile
Il perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) viene versato sulle ferite per
uccidere i germi. I ricercatori hanno evidenziato che elevate dosi di vitamina
C, se amministrata per via endovenosa, può elevare i livelli di perossido
d'idrogeno (H2O2) all'interno delle cellule cancerose e ucciderle. La vitamina C
endovena ha inoltre ucciso germi e può essere un'efficace terapia per malattie
infettive. A
differenza degli altri farmaci, la vitamina C endovena uccide selettivamente le
cellule cancerose e non quelle sane, oltre a non avere tossicità. La capacità
della vitamina C endovena di uccidere cellule di linfoma giunge ad una
rimarchevole percentuale di quasi il 100% a concentrazioni facilmente ottenibili
nel siero sanguigno.
Vit. E naturale: Rigentex 400 U.I. tocoferolo 400 mg
Origini naturali? Sì
1- Promuove una crescita e uno sviluppo regolari. 2- Cura e previene la carenza di vitamina E nei neonati prematuri o in sottopeso. 3- Previene i processi di ossidazione dei radicali liberi nel corpo. 4- Agisce come agente anti-coagulante. 5- Protegge i tessuti contro l'ossidazione. 6- Promuove la regolare formazione dei globuli rossi.
Nota: 1 mg di vitamina E è pari a 1 IU.
Come agisce questa vitamina: Previene i processi ossidativi. Una ossidazione eccessiva può causare effetti nocivi. Agisce come co-fattore in numerosi sistemi enzimatici. nota: vit.E, non superara la dose di 400mg al di.
Vitamina E e cancro: i supplementi di vitamina E specie associati al selenio, svolgono azione preventiva sul cancro. Esistono al riguardo numerosi studi, ad esempio lo studio Iowa women's Health Study sul cancro del colon, ha seguito i rapporti tra cancro e vitamina E in 35215 donne tra i 55 e i 69 anni di età, i risultati hanno dimostrato che quelle con il più alta tasso di vitamina E nel sangue hanno avuto il 30 % in meno di episodi di tumore. Altri numerosi studi su vari tipi di cancro (polmone, cancro cervicale, mammella) hanno dato risultati simili. Vitamina E e cataratta : bassi livelli di vitamina E aumentano il rischio di cataratta, esiste in proposito uno studio finlandese su 410 uomini seguiti per numerosi anni. Importante è l' azione della vitamine nei muscoli, uno dei sintomi di carenza di E è negli animali la distrofia muscolare. Le fonti più importanti di vitamina E sono: l' olio di germe di grano, l'olio di mandorle, l' olio di girasole, cereali integrali, le uova. I vari tipi di olio differiscono tra loro per il contenuto e il tipo di tocoferoli. La cottura e la raffinazione riducono il contenuto di vitamina E nei cibi, l'esposizione alla luce e all'ossigeno distruggono la vitamina E. Gli oli ottenuti a pressione contengono più vitamina E di quelli raffinati.
Beflavine: Vit. B2 riboflavina
Nota: il farmaco "Beflafine" che contiene solo la vit. B2 non si trova in Italia, io, la ordino all'ospedale di S.Marino.(tel.0549.994219) Confezione da N°.20 cp da 10mg
Origini naturali? Sì
1- Favorisce l'utilizzazione energetica degli alimenti. 2- Mantiene sane le mucose respiratorie, digestive e dei vasi se associata alla vitamina A. 3- Conserva l'integrità del sistema nervoso, della pelle, degli occhi. 4- Promuove uno sviluppo e una crescita regolari. 5- Cura le infezioni, la gastrite, le ustioni, i disturbi da alcolismo, le malattie epatiche.
Come agisce questa vitamina: Componente in due co-enzimi (flavina mononucleotide e flavina adenina dinucleotide) necessaria alle funzioni cellulari. Attiva la piridossina.
La vitamina B2 è una vitamina
essenziale per le reazioni di ossido riduzione che coinvolgono gli enzimi
flavinmono e dinucleotide. È prodotta anche dai batteri intestinali, per cui gli
antibiotici possono provocarne carenza. È necessaria per il metabolismo dei
grassi e
degli zuccheri. La sua carenza determina glossite, prurito, cheilosi. Il suo
fabbisogno è di 0,6 mgr ogni 1000 calorie.
Vitamina B6: Benadol piridossina, piridossalfosfato
Origini naturali? Sì
Come agisce questa vitamina:
Dosi: 300mg 1/2 cp al mattino e sera per 5 giorni , sospendere per 2 giorni.
Vitamina D e derivati
La vitamina D viene prodotta a livello della pelle per esposizione alla luce del sole ed è importante per l’assorbimento del calcio e per il mantenimento dell’integrità dell’osso. Come tutte le vitamine, anche la vitamina D (Ostelyn 800) ed i suoi derivati (calcitriolo, Difix o Rocaltrol e calcifediolo, Didrogyl) sono essenziali a dosi "naturali", mentre in quantità superiori possono risultare inutili o dannose. Il calcitriolo (0,5 mcg al giorno in trattamenti a lungo termine) è utile nel ridurre le fratture in soggetti anziani, soprattutto se sono ricoverati in residenze protette o strutture assistenziali dove è più probabile l’instaurarsi di un deficit vitaminico.Nelle donne più giovani che non hanno problemi di carenza vitaminica i risultati sono molto incerti per cui è prematuro consigliarne l’uso. Nelle donne più anziane, soprattutto se poco esposte al sole (donne costrette a letto o in istituti o case di riposo) la vitamina D o i suoi derivati riducono il rischio di fratture del femore. In ogni caso è indispensabile verificare in anticipo i livelli di calcio nel sangue e nelle urine La vitamina D iniettiva (1 dose intramuscolo al mese) si è rivelata efficace anche in anziani che conducono una vita normale all’aperto. Come per il calcio, il trattamento va impostato dopo aver accertato, con un prelievo di sangue ed urine, l’assenza di controindicazioni, escludendo assunzioni di calcio o vitamina D da altre fonti (i cosiddetti "integratori"). La vitamina D va considerata come una possibile alternativa alla somministrazione degli estrogeni che restano comunque il trattamento di riferimento, soprattutto nelle donne più giovani.
Melatonina diet: £24.000
E ' in concentrazioni elevatissime nel nucleo delle cellule. E ' la migliore protezione del DNA delle cellule dall'azione dei radicali liberi. E ' uno dei pochi antiossidanti in grado di proteggere tutte le strutture cellulari : protegge qualsiasi cellula del corpo. Stimola il sistema immunitario, rigenera i tessuti connettivi, protegge il sistema cardiovascolare. Stabilisce i ritmi biologici del corpo. Stimola la produzione dell ' ormone della crescita. Promuove la crescita delle cellule del midollo osseo. E ’ essenziale che sia in forma purissima. Va bene la sera prima di dormire 0.3 - 0.5 mg. Dona un sonno naturale. Se al mattino ci si sente eccessivamente addormentati, si può decrementare la quantità. Si può assumere sotto forma di capsule o sotto la lingua. Se presa sotto la lingua si assorbe maggiormente ed in maniere più veloce. Si può fare un test saliva per valutare se il quantitativo di melatonina nel sangue è adeguato alla propria età. Attenzione però a chiedere al medico prima di fare da sé. Può accentuare i sintomi della depressione. Bisogna stabilire la dose per ognuno. La rete e' ricca di informazioni. Si può anche usare in soluzione : in acqua è solubile a caldo ma tende a precipitare per raffreddamento, è quindi meglio dissolverla in un solvente in cui è molto solubile, come l' alcool etilico, per poi aggiungere l' acqua lentamente, sotto agitazione. Ecco un esempio di riferimento : melatonina 0.1g, alcool etilico al 95% 2.5g, glicole propilenico 0.5 g, acqua depurata q.b. a 10 ml. Un ml corrisponde a 10 mg di melatonina.
LA MELATONINA E' UN ANTIOSSIDANTE GLOBALE I radicali liberi danneggiano le molecole circostanti in un nanosecondo. A meno che non sia presente un antiossidante nelle immediate vicinanze, la loro azione e' inarrestabile. Quindi un antiossidante deve offrire protezione in situ. la maggior parte degli antiossidanti tuttavia non e' in grado di svolgere questa funzione. La vitamina C, per esempio, e' solubile in acqua e questo limita la sua presenza agli ambienti liquidi, quali il citosol, l'interno acquoso della cellula. le membrane cellulari sono molecole adipose; assumere vitamina C per proteggerle sarebbe come cecare di spegnere un incendio scoppiato nell'attico quando l'estintore e' rimasto chiuso in Garage. La melatonina e' solubile sia nei grassi sia in acqua ( circostanza rara in natura ) ed e' pertanto l'unico antiossidante in grado di proteggere tutte le strutture cellulari. Inoltre, poiche' la melatonina puo' attraversare agevolmente tutte le barriere presenti nel nostro corpo, compresa la barriera ematoencefalica e quella placentare, l'ormone antiossidante e' in grado di proteggere qualsiasi cellula del corpo.
LA MELATONINA E' UN ANTIOSSIDANTE POTENTISSIMO Se eseguiamo un confronto diretto, la melatonina puo' risultare almeno due volte piu' efficace nella protezione delle membrane cellulari della vitamina E, in passato considerata il principale antiossidante solubile nei grassi dell'organismo. Essa e' inoltre cinque volte piu' potente del glutatione nel neutralizzare i radicali ossidrilici. Un altro dato sorprendente e' che la melatonina e' CINQUECENTO volte piu' efficace nella protezione delle cellule dalle radiazioni, rispetto al DMSO, famoso per le sue proprieta' radioprotettive.
LA MELATONINA NON PRODUCE RADICALI LIBERI Numerosi antiossidanti ben conosciuti possono in realta' creare, in determinate circostanze, radicali liberi. La vitamina C, per esempio, possiede una personalita' da dottor Jekyll e mister Hyde: per la maggior parte del tempo si comporta da eccellente antiossidante, mentre quando e' esposta al ferro allo stato libero ( cosa che puo' accadere ogni volta che i nostri tessuti vengono danneggiati per esposizione al calore, per un trauma, per infezione, per effetto di radiazioni o di tossine) puo' favorire la formazione di radicali liberi. Non e' mai stato dimostrato che la melatonina generi radicali liberi.
LA MELATONINA NON PRESENTA TOSSICITA' NOTA Alcuni antiossidanti possono essere tossici se presenti in quantita' eccessive. Gli antiossidanti sintetici BHA e BHT, largamente usati come conservanti negli alimenti, sono notoriamente in grado di favorire il cancro negli animali e possono interferire con la capacita' del nostro corpo di coagulare il sangue. Quantita' eccessive di selenio, un componente essenziale dell'antiossidante glutatione perossidasi, possono provocare la caduta dei capelli e delle unghie. Altri antiossidanti interferiscono con la capacita' delle cellule di generare energia. Una quantita' eccessiva di beta-carotene puo' causare nausea o vomito. Anche alcuni antiossidanti che produciamo nel nostro corpo possono essere dannosi in determinate circostanze. Le persone affette da sindrome di Down, per esempio, possiedono una copia aggiuntiva del gene che produce l'enzima antiossidante superossido dismutasi (SOD) e di conseguenza livelli insolitamente alti di questa sostanza. Questa sovrabbondanza di SOD crea quantita' elevate di perossido di idrogeno il quale in presenza di ferro, puo' trasformarsi in radicali ossidrilici. Il danno derivante dai radicali ossidrilici puo' essere responsabile dell'invecchiamento prematuro e di un arco di vita ridotto nelle persone affette da questa frequente malattia genetica. La melatonina non sembra presentare nessuno di questi svantaggi. Presenta bassisima tossicita' o e' addirittura atossica, anche in dosi massicce; non interferisce con la produzione di energia e non provoca la formazione di perossido di idrogeno ne' di radicali ossidrilici in nessuna situazione nota.
LA MELATONINA OFFRE UNA SPECIALE PROTEZIONE AL DNA abbiamo appreso di recente che la melatonina e' presente in concentrazioni estremamente elevate nel nucleo della cellule. All'interno del nucleo essa crea uno stretto rapporto di associazione con la molecola di DNA. In che modo la melatonina si leghi al DNA non e' ancora noto con esattezza; tuttavia, gli studi in vitro e sugli animali hanno dimostrato che la melatonina presenta una capacita' senza pari di proteggere le molecole di DNA dai danni dei radicali liberi. Anche alle quantita' ridottissime prodotte dal nostro corpo, l'ormone offre una sostanziale protezione. La sua capacita' di salvaguardare il DNA puo' rendere la melatonina un fattore chiave nella prevenzione del cancro.
LA MELATONINA PUO' VENIRE SOMMINISTRATA PER VIA ORALE La melatonina viene sintetizzata facilmente e puo' essere somministrata in numerosi modi, per esempio in forma di compresse, iniezione, spray nasale, crema e cerotto transdermico. Quasi tutti gli altri antiossidanti endogeni non sono efficaci quando vengono somministrati con queste modalita'. Inoltre, una volta nel corpo, la melatonina non deve essere convertita in una qualche forma, pertanto non occorre preoccuparsi di avere gli enzimi o i "co-fattori" giusti. Quindi, se lo si desidera, e' possibile aumentare facilmente la propria riserva di melatonina con un comodo ed economico integratore.
Vitamina 9 o M o BC o Acido Folico
Pycnogenol è un prodotto a base di OPC
(prodotto dalla "Long Life" confezione da 30 cp, compresse un pò grosse, qualche difficoltà per inghiottirle) (prodotto anche dalla SALUSPHARMA SRL "Genol Plus" 30 cp , è molto costoso) (verere anche il sito web: www.pyc.com prodotto americano con prezzo contenuto)
"OPC è l'abbreviazione di Oligomere ProCyanidine, prodotto vegetale estratto dalla corteccia del Pino Marittimo e dalla Vitis Vitifera con procedimento brevettato. Chimicamente è definito un flavanolo. Da ricerche e studi effettuati da diversi studiosi l'OPC è in grado di superare la barriera ematoencefalica e di rendersi immediatamente biodisponibile al 100% legandosi alle proteine e in particolare al collagene. Il nostro corpo lo sfrutta interamente con risultati immediatamente percepibili. L'OPC è sempre più raro nella nostra alimentazione ed è necessaria e indispensabile la sua somministrazione."
In pochi giorni, grazie alla sua speciale azione sul collagene, l'OPC migliora in modo impressionante lo stato dei vasi sanguigni (come nel caso di debolezza alle vene). L'OPC è il più forte antiossidante finora conosciuto in grado di prevenire problemi cardio-circolatori e vascolari, allergie, debilitazioni del sistema immunitario e cancro. Con l'OPC è possibile proteggere la vista anche in età avanzata e in molti casi (come la cataratta) migliorarla nettamente. Come nuova sostanza naturale nella cosmesi l'OPC fa scomparire le rughe e conferisce un aspetto giovanile.
L'OPC ha dato buoni risultati
anche come rimedio terapeutico per allergie, ndermiti, eczemi, infiammazioni
croniche, bronchite o asma. L'OPC è assorbito nel sangue, nell'arco di minuti, attraverso la mucosa orale o quella gastrica e da lì è distribuito in tutti i tessuti. Già dopo pochi minuti lo si segnala nel sangue. E' biodisponibile al 100% E' idrosolubile Raggiunge la concentrazione più elevata nel sangue dopo circa 45 minuti ed entro 72 ore è consumato completamente nel corpo. Grazie alla sua piccola molecola, attraversa la barriera del sangue, del cervello e del midollo spinale, come la vitamina C, e riesce ad agire anche in posti che la maggior parte delle altre sostanze non raggiungono. Già due ore dopo aver preso l'OPC la resistenza dei vasi sanguigni si raddoppia.
Impiego Vene varicose - gambe piagate - gambe pesanti Sistema cardiocircolatorio - irrorazione periferica Emorroidi - ristagno linfatico - edemi Allergie: Polline - febbre da fieno - acaro della polvere- alimentare Ai peli d'animale - da contatto: al nickel - ai gioielli d'argento Occhi: Cataratta - Degenerazione della macula- glaucoma Debolezza della vista dipendente dall'età - congiuntivite Sensibilità alla luce - secchezza delle congiuntive Pelle: Formazione precoce di rughe in vivo Acne - eczemi - psoriasi - cellulite Elasticità della pelle - accelerazione della guarigione delle ferite Radicali liberi: Potente antiossidante ad azione interna ed esterna - indispensabile dopo lo sport per la ripresa della forma migliore - per combattere gli effetti del fumo - per combattere i radicali liberi dovuti all'assunzione di medicinali (pillola ecc.)
S.O.D. Max (Super Ossido Dismutasi)
(prodotto dalla "Long Life" confezione da 60 cp,
compresse di grandezza medio-piccola, facile da deglutire)
Sistema di difesa enzimatici I principali sistemi di difesa enzimatici presenti nell’organismo sono Superossido Dismutasi (SOD), Glutatione Perossidasi, la Catalasi.
Superossido Dismutasi (SOD) La superossido dismutasi contiene zinco e richiede la presenza di selenio come coofattore. Questo enzima è in grado di trasformare lo ione superossido (O2*) in acqua ossigenata (H2O2) SOD 2 O2* + 2H+------------------- H2O2 + O2 Il potere di difesa del SOD è ridotto perchè l’H2O2 che si forma,se non prontamente bloccata, diffonde attraverso le membrane biologiche amplificando il ciò provvede la:
Catalasi CAT La catalasi riduce l’acqua ossigenata ad acqua libera ed ossigeno. CAT 2 H2O2 --------2H2O + O2
Glutatione Perossidasi (GSH) La glutatione perossidasi svolge principalmente due azioni. a) Riduce l’acqua ossigenata in acqua ed ossigeno (come già visto per la catalasi) b) Trasforma i lipoperossidi (prodotti dalla perossidazione dei lipidi) in idroperossidi stabili. La riduzione avviene per opera del glutatione ridotto che si trasforma in glutanone ossidato. L - O - O*------------------------ LOOH GSM -----------------------GS - SG E’ importante che nell’organismo ci sia un equilibrio tra la produzione di radicali liberi e livelli delle difese antiossidanti. Se vengono prodotti troppi radicali liberi e si hanno poche sostanze antiossidanti, si sviluppa una condizione di "Stress Ossidativo" che può determinare la comparsa di un danno cronico.
L'N-Acetil-Cisteina ( NAC) migliora i sintomi in un modello di Sclerosi Laterale Amiotrofica Acetilcisteina-ratiopharm 600 mg, 20 compresse effervescenti (£.13.600 .7,02)
Alla base della patogenesi della
sclerosi laterale amiotrofica (ALS, amyotrophic lateral sclerosis) sembra
esserci una mutazione nel gene che codifica per l'enzima superossido-dismutasi
Cu/Zn (SOD1). Questa mutazione si traduce in un aumento deldanno ossidativo.
nota: Questo farmaco (come altri mucolitici) va somministrato ad ammalati che non hanno problemi respiratori, cioè che siano in grado di espellere il muco bronchiale.
CREATINA Questa pagina contiene i testi della relazione " L’integrazione con creatina: indicazioni e limiti" tenuta dal Dr. Danilo Gambarara al congresso “Il medico dello sport nella scuola dell’autonomia e nella società degli anni 2000”, Belluno 11 novembre 2000. Al più presto verranno sostituiti da un vero e proprio articolo.
Cenni Storici
Aspetti biochimici
In un
soggetto maschio di 70 kg la creatina totale stimata è di circa di 120 g con un
normale range di variabilità dai 90 ai 160 grammi. Nei vegetariani le perdite giornaliere di creatina sono compensate quasi esclusivamente dalla sintesi endogena che viene appunto auto-regolata dall’apporto alimentare.
Preparazioni Commerciali Possibili meccanismi di miglioramento della performance muscolare
Effetti sul muscolo dell'integrazione con creatina
Dosaggi
Associazioni nutrizionali Considerazioni di fisiologia muscolare (ACSM 2000)
Effetti sulla performance sportiva
Effetti sulla composizione corporea
Possibili effetti collaterali Per quello che riguarda la somministrazione cronica e/o a considerevoli dosaggi sono stati suggeriti, sia da lavori scientifici che da origine aneddotica (es. mailing list su Internet) diversi possibili e potenzialmente pericolosi effetti collaterali. 1. Effetti gastrointestinali 2. Effetti sulla funzionalità epato-renale 3. Crampi muscolari e infortuni muscolo-tendinei 4. Disidratazione e influenza sull’omeostasi elettrolitica 5. Effetti su altri organi contenenti creatina 6. Soppressione della sintesi endogena di creatina 7. Potenziale azione cito-tossica di alcuni metaboliti 8. Impurità presenti in alcune preparazioni commerciali
Posizione Ufficiale dell’ American College of Sports Medicine (ACSM) (marzo 2000)
Indicazioni della Commissione Anti-doping del CONI (1998)
Ministero della Sanità circolare 07/06/99 n.8 Linee-guida sugli alimenti adatti ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi
Vitamina B12 - Cianocobalamina Confetti: Principio attivo: cianocobalamina (vit.B12) mg. 0,5 / Calcio folinato mg 0,1 Fiale: Principio attivo: cianocobalamina (vit.B12) mg. 2 / Calcio folinato mg 0,9
Origini naturali? Sì
Miscellanea:
Se con la vitamina B12 si assumono forti dosi di vitamina C possono verificarsi epistassi e secchezza delle fauci.
IDEBENONE
Idebenone: Mnesis 45mg €: 33,57 30cp Idebenone
Takeda Italia Farmaceutici
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Idebenone migliora il metabolismo ossidativo
mitocondriale cerebrale in un paziente con MELAS. L'uso di Idebenone nel trattamento per l'atassia del FriedreichDa novembre del 1999, abbiamo cominciato uno studio pilota per valutare l'efficacia e gli effetti secondari di Idebenone in undici bambini ed adolescenti influenzati da FA, seguito all'ospedale di Marie-Enfant a Montreal. Abbiamo analizzato le valutazioni di quei bambini. Dieci adulti ancora stanno subendo il trattamento all'università di centro di salute de Montreal e le loro valutazioni non sono completate ancora. L'atassia del Freidreich è una malattia ereditaria con un inizio durante l'infanzia o l'adolescenza e quella è caratterizzata dai problemi di coordinazione e dell'equilibrio (atassia) connessi con un ispessimento e un indebolimento della funzione del muscolo cardiaco (cardiomiopatia). Questa malattia deriva dalla profonda riduzione della produzione di frataxin nelle cellule degli individui affected. Questa diminuzione nel frataxin conduce ad un'accumulazione di ferro nei mitocondri, particolarmente nel sistema nervoso e nel cuore. I mitochondrias sono strutture che generano l'energia nella cellula e che possono essere confrontate al carburatore in un automobile. Quando i mitochondrias non funzionano correttamente, conduce ad un aumento dei livelli su determinati prodotti nell'anima, compreso i malondialdehydes che abbiamo misurato durante lo studio. Dopo considerando i metodi differenti aumentare la funzione mitocondriale, abbiamo deciso studiare Idebenone in circa venti pazienti influenzati da FA. Abbiamo scelto quel farmaco per i motivi differenti. In primo luogo, abbiamo saputo che i ricercatori francesi avevano usato Idebenone con un certo successo (particolarmente al livello cardiaco) in tre pazienti influenzati da FA. Ancora, abbiamo saputo che questo farmaco ha avuto causa che un miglioramento in pazienti ha interessato dalla malattia del Alzheimer, senza causare alcuni effetti secondari, che li hanno condotti credere che Idebenone potrebbe comportarsi nel sistema nervoso centrale senza rischi significativi di tossicità. Abbiamo dato una dose quotidiana di Idebenone di magnesio 5 per il chilogrammo al giorno ad undici bambini o adolescenti influenzati da FA. Sono stati valutati sistematicamente prima del trattamento cominciante e di ogni tre mesi fino alla conclusione del trattamento. Questa valutazione ha incluso una chiamata medica, una valutazione cardiologica completa, prove funzionali per misurare l'equilibrio e la coordinazione, il dosaggio della malondialdeide di anima ed infine l'anima e le prove di urina da assicurarsi là erano effetti tossici dal farmaco. Dopo un anno del trattamento, quelli hanno ripetuto la valutazione ci hanno permesso di osservare un miglioramento leggero o una stabilità della funzione cardiaca in tutti i bambini o adolescente curati, che è molto significativa poiché avremmo previsto un deterioramento della funzione cardiaca durante quel periodo. I problemi di coordinazione e dell'equilibrio erano stabili in otto pazienti e sono stati peggiorati nei tre altri. I livelli elevati di anima della malondialdeide hanno rimasto in tutti i bambini o adolescenti. Quindi, Idebenone non ha effetti principali sull'atassia o sulla funzione dei mitocondri, almeno non a questa dose. Tuttavia, il fatto che otto degli undici pazienti erano stabili potrebbe indicare un'efficacia parziale della droga. Per concludere, non abbiamo osservato alcuni effetti secondari o gli effetti tossici di Idebenone in pazienti. Anche se i risultati non sono spettacolari, pensiamo che lo studio su Idebenone debba essere continuato poiché è il primo farmaco che causano un miglioramento (anche se pricipalmente al livello cardiaco) nel FA. Nelle prossime settimane, discuteremo con gli esperti circa la possibilità di sollevare il dosaggio quotidiano di Idebenone nei bambini e negli adolescenti curati, o uniremo questo farmaco con un altro farmaco che potrebbe aumentare la funzione mitocondriale e un senso che sarebbero complementari a Idebenone. Testo scritto da Michel Vanasse, neurologo Questa gente ha partecipato allo studio agli ospedali di
Marie-Enfant e del San-Justine's a Montreal, Canada.
A carico del Servizio Sanitario Nazionale l'unico farmaco per la cura delle miocardiopatie nei pazienti con atassia La Commissione Unica del
Farmaco ha inserito l'Idebenone, l'unica molecola disponibile per la cure delle
miocardiopatie nei pazienti affetti da Atassia di Friedreich, tra i farmaci
erogabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale. L'annuncio è stato dato
questa mattina a Roma nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Palazzo
Madama.
Levocarnitina Classe A,
limitatamente alla seguente indicazione: Principio attivo: Motivazioni e criteri
applicativi Nota n° 08: Classe A, limitatamente alla seguente indicazione: - carenza primaria di carnitina. Principio attivo: Levocarnitina (solo confezioni orali da 2 grammi). Registro USL. Motivazioni e criteri applicativi La carnitina è un costituente essenziale dell’organismo e svolge un ruolo di rilievo nel metabolismo energetico a livello mitocondriale; il SSN garantisce pertanto la gratuità dell’erogazione per coloro che hanno carenza primaria di carnitina, evidenziata mediante dosaggio della carnitina nel plasma o in biopsie muscolari. I valori normali di carnitina nel plasma sono di circa 25 mmol/L nell’infanzia e di 54 mmol/L nell’età adulta (1); nella pratica clinica viene posta diagnosi di carenza primaria per livelli ematici inferiori a 2 mmol/L o per concentrazioni tissutali minori del 10-20% rispetto ai valori normali (2,3). Una carenza secondaria può verificarsi durante trattamento dialitico. Sono state pubblicate 3 ricerche (4-6) (anche se condotte in un numero limitato di pazienti), in cui è stata dimostrata la possibilità di ridurre la posologia dell’eritropoietina in circa il 50% dei casi trattati con 1 grammo di levocarnitina per via endovenosa a fine dialisi. La levocarnitina può pertanto essere usata in regime ospedaliero anche domiciliare, quando sia stato ottimizzato l’apporto di ferro, per ridurre la posologia dell’eritropoietina e per migliorare l’insufficiente risposta alla terapia con eritropoietina che si verifica in alcuni pazienti. Il trattamento con levocarnitina dovrebbe essere sospeso se, dopo 4 mesi di terapia, non sia stato possibile dimostrare una riduzione della posologia dell’eritropoietina.
Alfa-lipoic-G(36 cps) Gensan - www.gensan.com
Informazioni nutrizionali per capsula: (Una capsula=0,643 gr.): Kcal 2,67, Kj 11,06, Proteine (N x 6.25) 0,123 gr., Carboidrati (p.d.) 0,064 gr., Grassi 0,225 gr., Acido Lipoico 200 mg., Vitamina E 15 mg. (RDA 150%), Glutatione 10 mg., Selenio 35 mcg.
Introduzione L’acido alfa lipoico è un composto che ricopre un ruolo chiave nel metabolismo energetico cellulare della maggior parte degli esseri viventi, a partire dai batteri per arrivare fino all’uomo. Sono inoltre note le sue spiccate proprietà antiossidanti. Per questa ragione, l’assunzione di acido alfa lipoico sotto forma di integratore alimentare, può essere di grande utilità per attivare queste funzioni di vitale importanza per l’organismo.
Acido alfa lipoico: ruolo e biochimica L’acido alfa lipoico è una molecola relativamente piccola formata da una catena di otto atomi di carbonio e due di zolfo collocati nella parte terminale. Nella forma ridotta, nota anche con il nome di acido diidrolipoico, gli atomi di zolfo sono presenti come tioli liberi (–SH), mentre nella forma ossidata, grazie alla generazione di un legame disolfuro (-S-S-), danno origine ad una struttura terminale ad anello ("dithiolane ring"). Data la sua particolare struttura molecolare, l’acido alfa lipoico può sia andare incontro a reazioni di ossido-riduzione, che fungere da trasportatore di elettroni, o di gruppi acetilici (o altri acili). (Vedi figura 1)Per questo motivo, l’acido alfa lipoico agisce da cofattore per numerosi enzimi che partecipano al processo di conversione del glucosio, degli acidi grassi e delle altre fonti energetiche in adenosin trifosfato (ATP) (es. piruvato deidrogenasi, alfa-chetoglutarato deidrogenasi). Tale processo, che avviene a livello dei mitocondri cellulari, comprende quel complesso insieme di reazioni che è noto con il nome di "ciclo di Krebs". La disponibilità di acido lipoico a livello cellulare, aumenta la percorribilità del ciclo di Krebs e conseguentemente anche l’efficienza dell’intero processo.
Attività antiossidante L’acido alfa lipoico possiede alcune particolari caratteristiche che lo rendono non solo straordinariamente efficace come antiossidante, ma anche assolutamente indispensabile al nostro organismo per contrastare i danni associati alla formazione di radicali liberi. Le peculiarità che lo rendono unico sono le seguenti:
Miglioramento del controllo del glucosio L’acido alfa lipoico non è in grado solo di incrementare l’efficienza dell’insulina, ma può migliorare anche il trasporto del glucosio all’interno delle cellule utilizzando vie indipendenti da quelle dell’insulina stessa. Tutto ciò, unitamente ad una migliore efficienza dell’utilizzazione del glucosio attraverso i normali processi metabolici, contribuisce alla normalizzazione del livello di glucosio nel sangue. In tal modo, la probabilità che si formino alcuni pericolosi composti di carattere radicalico, i cosiddetti AGEs ("Advanced Glycation End-products") risulta sensibilmente ridotta. Tali prodotti si possono infatti generare a partire dalle proteine cellulari in seguito all’accumulo di elevati livelli di glucosio nel sangue. E’ ormai noto come le reazioni di glicosilazione e la formazione degli AGEs contribuiscano all’invecchiamento ed alla degenerazione cellulare. In loro presenza aumenta anche la predisposizione dell’organismo nei confronti di alcune patologie, in particolare modo di quelle che interessano l’apparato cardiovascolare.L’acido alfa lipoico possiede inoltre la proprietà di ridurre la resistenza all’insulina, tipico fenomeno che concorre all’insorgenza di alcune patologie, quali il diabete e la cosiddetta "Sindrome X" (un disturbo collegato sempre alla resistenza insulinica ed, a seconda dei casi, anche ad altri fattori, quali ad esempio: l’intolleranza al glucosio, il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa, la trigliceremia e l’ipercolesterolemia).
Per la funzionalità nervosa L’acido alfa lipoico è in grado di proteggere i nervi dal danneggiamento agendo su diversi fronti. In primo luogo, limitando i danni provocati dai radicali liberi, li preserva da una pericolosa degenerazione. Secondariamente, migliorando la velocità della comunicazione nervosa, ne ottimizza la funzionalità. Inoltre, l’acido alfa lipoico esercita un’azione normalizzante nei confronti della sensibilità nervosa, riducendo in tal modo sia il dolore che la torpidità sensoriale.Nel caso particolare della sciatalgia, ad esempio, sembra che la somministrazione di acido alfa lipoico possa aumentare nel nervo sciatico la presenza di alcune sostanze ad azione neurotropica, quali ad esempio il neuropeptide Y. Ciò migliorerebbe sensibilmente la funzionalità nervosa e diminuirebbe il dolore.
Contro la cataratta Da numerosi studi condotti su animali è emerso come la somministrazione di acido alfa lipoico possa ridurre il rischio della comparsa di cataratta. Questa patologia è molto spesso correlata ad elevati livelli di glucosio nel sangue ed alla sovraesposizione alla luce solare. Tali fattori infatti contribuiscono alla formazione di radicali liberi, i quali possono poi provocare danni alle proteine delle lenti dell’occhio e favorire la generazione degli AGEs. Uno dei principali antiossidanti presenti nel fluido che circonda l’occhio è il glutatione. Come è già stato detto, l’acido alfa lipoico può contribuire alla rigenerazione del glutatione. Tutto ciò risulta di particolare importanza dal momento che la molecola del glutatione, a causa delle sue dimensioni, non è facilmente assorbibile a livello intestinale e quindi neppure prontamente assimilabile per via orale. C’è inoltre da sottolineare che l’acido alfa lipoico contiene zolfo, vale a dire uno dei più importanti componenti della molecola del glutatione. L’integrazione con acido alfa lipoico può dunque risultare di grande utilità per incrementare i livelli di glutatione nel nostro organismo, soprattutto nei distretti nei quali esso riveste particolare importanza.
Altro L’ictus è una grave patologia alla base della quale si colloca la formazione di un coagulo che blocca il flusso di sangue in un vaso del cervello e conduce al parziale o totale soffocamento delle cellule nella zona interessata. Anche dopo che è stata rinstaurata la circolazione, data comunque l’avvenuta formazione di un ingente quantitativo di radicali liberi, le cellule possono continuare ad essere danneggiate. In questo caso, la disponibilità di acido alfa lipoico può risultare di vitale importanza per la minimizzazione dei danni. Le applicazioni terapeutiche dell’acido alfa lipoico possono estendersi anche in altri campi, ad esempio nel trattamento degli avvelenamenti da funghi Amanita e Galeriana. Le tossine prodotte da questi funghi, infatti, sono in grado di inibire la normale funzionalità del fegato e di distruggere le cellule epatiche. L’estrema tossicità di tali composti può condurre a conseguenze gravissime che comprendono, in funzione della dose ingerita, anche il coma e la morte. Il trattamento più diffuso è rappresentato dal trapianto del fegato. Questa soluzione, per motivi di varia natura, non è sempre attuabile. L’azione benefica che può esercitare in questi casi l’acido alfa lipoico non sembra tanto diretta alla neutralizzazione delle tossine quanto piuttosto alla stimolazione della reattività delle cellule epatiche. Ciò è direttamente visibile dalla graduale normalizzazione di alcuni enzimi, quali ad esempio la SGPT. L’azione epato-protettiva esercitata dall’acido alfa lipoico è di notevole interesse terapeutico, anche se necessita di ulteriori approfondimenti. Per queste ragioni, gli integratori a base di acido alfa lipoico potrebbero in futuro rappresentare un’ulteriore arma preventiva a nostra disposizione per la difesa nei confronti delle sostanze tossiche con le quali possiamo involontariamente venire a contatto tutti i giorni.
Posologia e tossicità L’acido alfa lipoico è solitamente presente in maggiori quantità nei tessuti che sono più ricchi di mitocondri, ovvero di quelli organelli cellulari nei quali avvengono la maggior parte delle reazioni deputate alla produzione di energia. In pratica, l’acido alfa lipoico è presente nelle foglie delle piante che contengono mitocondri e nei tessuti vegetali non fotosintetici, quali ad esempio i tuberi delle patate. Ne sono particolarmente ricchi anche i broccoli e gli spinaci. La maggiore fonte di acido lipoico rimane comunque la carne rossa e alcune frattaglie (in particolare modo il cuore). Sebbene l’acido lipoico non rappresenti di per sé un costituente definibile come essenziale, dal momento che il nostro organismo è in grado di sintetizzarlo, esso si ritrova comunque in quantità abbastanza ridotte nel corpo umano. Sussistono inoltre problemi di biodisponibilità per l’acido lipoico contenuto negli alimenti in quanto esso è presente in forma complessata con la lipolisina e crea un insieme più grande e più difficilmente assorbibile. Quanto fino ad ora osservato gioca dunque a favore dell’assunzione di acido alfa lipoico tramite integrazione. I dosaggi ottimali possono variare di molto in funzione delle caratteristiche individuali, dello stile di vita, dell’attività fisica, dell’esposizione ai raggi solari e della dieta. La dose comunque normalmente consigliata a scopo genericamente preventivo nei confronti delle degenerazioni causate dai radicali liberi per i soggetti sani è di 50 mg/die, da assumersi preferibilmente in associazione con altri composti ad azione antiossidante (quali ad esempio: vitamine A, C, E, Selenio, Coenzima Q10, etc..). Per l’attenuazione dei disturbi collegati all’intolleranza al glucosio ed alla Sindrome X sono invece suggeriti dai 100 ai 300 mg/die. In presenza di soggetti diabetici, invece, sono consigliabili 600 mg/die, da assumersi però sotto stretto controllo medico. In tali casi infatti, la somministrazione di alte dosi di acido alfa lipoico può diminuire il fabbisogno di altri farmaci in grado di abbassare il livello di glucosio nel sangue. Per quanto concerne la tossicità, possiamo affermare che l’assunzione giornaliera di 50 mg/die di acido alfa lipoico non è stata fino ad oggi collegata con alcun effetto collaterale specifico. Alcuni studi, che hanno coinvolto dosaggi da 100 a 600 mg/die per periodi dai tre ai sei mesi, hanno evidenziato una bassa tossicità sugli esseri umani. Per dosaggi molto più alti sono invece stati riportati, anche se solamente in casi sporadici, significativi decrementi della glicemia ed alcune reazioni allergiche a livello cutaneo. Altre ricerche hanno inoltre documentato l’assenza di potere mutageno, teratogeno o cancerogeno.
Tiobec 200
Retard compresse acido alfa-Lipoico
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Ultimo aggiornamento: 28-01-06