Home Su Primi anni Adolescenza militare 1951-1953 maturita
|
1951-1953 Ove, ove mai discioglierò il mio pianto Di uomo, se non qui dove la vita Assurge a dignità di rito sacro, quassù dove le stelle nella notte tremano come lampade votive ? Splendon le rupi sotto il sole il giorno Candide come veli di novizia e se l’occhio s’ attarda sulle dune di neve bianca, lievemente ondanti sembrano terra ove non è peccato Vago solingo alle solenni alture Con cuore puro, finalmente nuovo. Se vedo un’ombra so che il cuore è buono, se scopro un’orma, finalmente bianca ha sapore di vita ritrovata. Foce di Careggine 6 febbraio 1952 Tenue come una fiamma di candela la fiamma della piccola tua vita è suscitata e tremula balzella fuor della cupa, spessa ombra infinita Balzella e trema, ma non si sopisce che trepida una mamma col suo seno l’alimenta, e con bianche mani tese la ripara a ché mai non venga meno. Vivi, mio figlio, vivi ! e che tu possa aver la strada illuminata a giorno da molte grandi fiaccole splendenti, la lunga strada che non ha ritorno Ma, figlio mio, non accadrà ! Nessuno Per te sopporterà lampada o fiamma. Temprati, figlio : sarai solo ! Solo ! quando bastar non ti potrà la mamma Camporgiano 25 settembre 1953 Nell’infinito Si perde l’eco di un sospiro E sosta alfin la mente Troppo affannata Quanti misteri Nell’oscuro gorgo Del firmamento Quanti dubbi ! Quali ansie! Che timori! Giace il pensiero affranto Oppresso da quel buio che, incosciente, tentò di rischiarare Non c’è luce che vinca il buio eterno E tu Povero cuor sussulti e tremi ? Ti sento, stretto, sanguinar silente Troppo attendesti, e invano Il Dio promesso Troppo ti protendesti nell’attesa Or piangi Che l’ultima speranza ormai s’è spenta E nella fredda oscurità del cosmo Non c’è calore Che ti sciolga il gelo. Camporgiano primavera 1951 E quando, d’un ultimo anelito Vedrò la luce abbandonarmi gli occhi E la mia vita scorrerà in un lampo Dinanzi alle pupille semispente Udrò la voce tua vecchio del monte Vedrò il tuo volto raggrinzito starmi Amoroso d’appresso ad alleviarmi Con un sorriso il balzo nella notte Tu mi parlavi e la tua carne stanca Piegava verso l’ultima caduta Sembravi l’ombra di un soldato vinto Allor la giovinezza era a me piena Pure tra le tue palpebre socchiuse Intravidi nell’ombra la mia morte. Foce di Careggine 6 febbraio 1952
Vieni Fanciulla accarezzata Dolcemente Dal primo soffio della primavera Della vita Ti prenderò per mano E ti condurrò tremante Alla fonte Della giovinezza Ti specchierai laggiù Nel chiaro liquore E fremerai d’orgoglio Alla tua immagine, ché i tuoi occhi avranno una luce intensa per l’amore che avrai succhiato dalle mie labbra tremanti. Ti illuderò Con il canto immortale Della mia anima d’amante E quando Attraverso i sentieri ardenti Della passione Avrai raggiunto l’altare del sacrificio E l’avrai bagnato di lacrime E avrai raccolto Il fiore vermiglio nato da esse Avrai conquistato La giovinezza eterna dell’amore. Camporgiano primavera 1951 |