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GIUSEPPE      VERDI     

IL TROVATORE

RIGOLETTO

L'AIDA

MESSA IN REQUIEM

 

IL TROVATORE

A differenza di quella che sino ad allora era stata la consuetudine, IL TROVATORE venne composto da Verdi senza una diretta ordinazione da parte di qualche teatro: segno evidente dell’ormai conquistata sicurezza di un artista che, in procinto di varcare i quarant’anni, si stava affermando in modo sempre più netto nel mondo operistico di allora .
Il lavoro venne presentato a Roma nel gennaio del 1853. Ambientato in Spagna agli inizi del Quattrocento, si fonda su una vicenda animata da un continuo accavallarsi di passioni contrastanti: gelosia e vendetta, amore e odio, pietà e disperazione.
Queste passioni sollecitavano la sensibilità dell’epoca e Verdi le scolpì musicalmente con grande risalto, così da mostrare con chiarezza la problematica morale che investe la vita dell’uomo .

 

RIGOLETTO

Rigoletto è una delle opere più apprezzate di G. Verdi. Composta su libretto di F. M. Piave, che ha tratto la vicenda da un dramma di Victor Hugo, comprende tre atti.
Questa è la sintesi dell’opera: Rigoletto è un gobbo buffone, che vive alla corte del duca di Mantova, nel secolo XVI.
Durante una festa, il Duca si vanta delle sue avventure galanti, e un cortigiano racconta agli amici che anche il buffone ha un amore segreto, in quanto si reca spesso a trovare una fanciulla, nascosta in una casa della città. Questa fanciulla in realtà è Gilda, la figlia di Rigoletto, che si è innamorata del Duca di Mantova, introdottosi in casa sua facendosi passare per uno studente.
Intanto alcuni cortigiani, giunti per rapire la presunta amante di Rigoletto, entrano in casa di Gilda con l’aiuto dello stesso buffone, ignaro di tutto.
Quando i cortigiani se ne vanno con Gilda, Rigoletto scopre l’inganno atroce.
Nel secondo atto, Rigoletta cerca di scoprire dove è stata portata Gilda: si aggira inquieto tra i cortigiani finché viene a sapere che la figlia è stata portata al Duca di Mantova. Ben conoscendo la leggerezza del duca, Rigoletto si scaglia contro i cortigiani: “cortigiani, Vil razza dannata”.
Poco dopo Gilda esce dalle stanze del duca e Rigoletto, di fronte alle sue lacrime, giura di vendicarla “ Sì vendetta, tremenda vendetta”.
Nel terzo atto si ha la rappresentazione degli eventi successivi.
Rigoletto ha ingaggiato un sicario, Sparafucile, per uccidere il Duca. Ma la sorella di Sparafucile lo supplica di non ucciderlo, e di scambierlo con un viandante.
Ma Gilda ha udito il colloquio, e decisa a sacrificarsi per il Duca, che nonostante tutto continua ad amare, bussa alla locanda dove c’è Sparafucile.
L’opera si chiude con Rigoletto che, aperto il sacco consegnatogli da Sparafucile, scopre Gilda che gli muore tra le braccia.

 

L’AIDA

L’ Aida venne commissionata dal sovrano d’Egitto per l’inaugurazione del teatro del Cairo, in coincidenza con le celebrazioni dell’apertura del canale di Suez.
Si racconta la storia di Aida, figlia del re dell’Etiopia e prigioniera in Egitto, che si è innamorata dell’egiziano Radames, che sta per partire per una campagna di guerra contro gli etiopi.
La ragazza è in preda all’angoscia,perché da una parte desidera che Radames torni vincitore dalla guerra, e dall’altra sa che questo comporterebbe la sconfitta proprio del padre.
Nel secondo atto, con grande gioia e magnificenza, viene celebrato il trionfo di Radames e dell’esercito egiziano, vittoriosi sugli Etiopi, di cui viene fatto prigioniero il re.
La musica è davvero grandiosa, come anche la scenografia che richiede una massa enorme di comparse in scena.

 

MESSA IN REQUIEM

Nel 1868, alla morte di Rossini, Verdi aveva scritto un frammento di Requiem, per la precisione aveva musicato quella parte finale che si apre con l’invocazione Libera me, Domine, de morte aeterna “Liberami, Signore, dalla morte eterna “.

Con la successiva scomparsa di Manzoni, nel 1874, Verdi pensò di scrivere in onore del defunto un intero Requiem riutilizzando in parte quanto aveva scritto per Rossini.

Nacque così una grandiosa Messa da Requiem , per soli coro e orchestra , che venne destinata però non all’uso liturgico ma alla sala da concerto .

 

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