MARCO
BOSCO
HOME
E - MAIL
CHI SONO
Mi presento
LA MIA CITTA'
Vercelli
FOTOGRAFIA
Introduzione
G.F.Controluce
MediterraneoSub
MarRossoSub
Speleologia
La moto
CULTURA
Indice
Renoir
La carta
G. Verdi
 
 
 

 

 

punto.gif (312 byte)



GIUSEPPE      VERDI     

LO STILE

VERDI E IL RISORGIMENTO

IL NABUCCO
"Va' pensiero"

 

LO STILE

Lo stile verdiano non si discosta dalla tradizione, in quanto suddivide l’opera in arie, duetti, cori, recitativi, ma è caratterizzato dalla concentrazione del dramma in pochi eroi che, liberati da tutti gli artifici del passato, vengono messi a nudo nella loro psicologia essenziale, nelle lacerazioni e nei drammi che li agitano.

L’amore, il dolore, il bene, la giustizia, l’odio, la vendetta sono le forze che muovono i personaggi, in una lotta eroica dalla quale, alla fine, essi si riscattano, a prezzo di lacrime e sofferenza.

La musica aderisce perfettamente a questa situazioni, con la sua energia ritmica, l’inesauribile e commossa invenzione melodica, la forza dei contrasti e delle caratterizzazioni orchestrali.

Una musica appassionata, vigorosa, penetrante, capace di raggiungere effetti straordinari anche con i mezzi più semplici.

VERDI E IL RISORGIMENTO

In tutte le epoche si ripropone la reciproca influenza tra musica e società ma con particolare evidenza possiamo riscontrarla nel Risorgimento. I fermenti patriottici che agitavano le classi culturalmente più aperte, nel clima di sospetto e di repressione poliziesca che impediva qualsiasi libero dibattito politico, trovavano espressione nella letteratura, nel teatro e nella musica .
Gli austriaci incoraggiavano gli spettacoli ( “Finché i sudditi si divertono -dicevano- non pensano a rivoluzioni” ), ma gli artisti se ne servivano per esprimere le loro idee, ed il pubblico era pronto a cogliere e sottolineare tutto quanto avesse una pur vaga intenzione politica.
Assai importante fu il ruolo esercitato dal melodramma, allora popolarissimo.
I teatri, primo fra tutti la Scala di Milano, erano luoghi di discussione, di scambi di idee e di informazioni. Col pretesto dell’opera, nei palchi si chiacchierava, si cospirava, si concludevano intese senza destare alcun sospetto nella polizia.
Intanto, le allusioni che dal palcoscenico venivano fatte alla situazione italiana, erano riconosciute immediatamente e applaudite, tanto che il successo di un melodramma spesso dipendeva dal numero e dalla chiarezza di questi riferimenti.
Giuseppe verdi fu certamente molto vicino allo spirito del Risorgimento sia nei temi trattati che nella musica. Quasi tutti gli spartiti da lui composti tra il ’42 e il ’49, cioè l’epoca più intensa della lotta politica in Italia, contengono cori, vicende, frasi, in cui si parla di oppressione, di libertà, di patria, di stranieri cacciati .
Se i testi erano così ricchi di spunti nazionali, la musica non era da meno: il suo carattere energico e virile, i ritmi netti e incalzanti, l’irruenza e la cantabilità parevano rispecchiare gli entusiasmi e le passioni del tempo.
Furono soprattutto i cori delle sue opere a simboleggiare le lotte del Risorgimento.
I versi e le note del “ Va’ pensiero” (dal Nabucco) infiammarono l’animo di milioni di italiani che sentivano in quelle note un incoraggiamento alle proprie aspirazioni alla libertà e all’indipendenza nazionale.

 

 

 

IL NABUCCO

“ VA’ PENSIERO “

 

Terza opera di Verdi, il NABUCCO fu presentato alla Scala di Milano nel 1842, in un periodo in cui l’Italia, ancora smembrata in tanti piccoli stati controllati da potenze straniere ( l’Austria, la Francia, la Spagna ), si stava lentamente avvicinando alla sua indipendenza. Proprio con quest’opera il Giovane Verdi riuscì ad imporsi all’attenzione generale .

LA TRAMA

La vicenda, liberamente tratta dalla bibbia, si ispira a Nabucodonosor ( che viene abbreviato in Nabucco ), re degli Assiro-Babilonesi, ed alla guerra contro gli Ebrei del 586 a.C.
Nel I atto si assiste alla conquista di Gerusalemme, nel II e nel III atto le vicende alle vicende degli Ebrei schiavi a Babilonia; nel IV atto al loro riscatto dovuto alla conversione del re Nabucco .
Di quest’opera ci soffermiamo in particolare sul celebre coro “VA’ PENSIERO“ posto in chiusura del III atto: è cantato dagli Ebrei costretti a lavorare in schiavitù sulle rive del fiume Eufrate.
Essi pensano alla loro patria lontana e a un altro fiume, il Giordano, quello che bagna la loro terra.
E’ facile immaginare come, per gli italiani di quell’epoca, il canto degli ebrei prigionieri, che sognano la loro patria perduta, diventi un coro patriottico che invita al riscatto nazionale .
Anche gli Italiani infatti, come gli Ebrei di tanti secoli prima, erano allora sotto un giogo straniero ed aspiravano alla libertà.
Quest’atmosfera determinò l’enorme successo che ebbe questo coro nella società italiana d’allora: esso venne subito ripetuto nel corso della prima rappresentazione dell’opera e presto si diffuse in tutti quegli ambienti patriottici che aspiravano all’indipendenza .

TESTO DI “ VA’ PENSIERO “

Va’, pensiero, sull’ali dorate;
va’ ti posa sui clivi e sui colli,
ove olezzano tepide e molli
l’aure dolci del suolo natal !
Del Giordano le rive saluta,
di Sionne le torri atterrrate…
Oh mia patria sì bella e perduta ,
oh membranza sì cara e fatal !
Arpa d’or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi ?
Le memorie nel petto riaccendi,
ci favella del tempo che fu !
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento
O t’ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!

Va’, pensiero , sulle ali dorate,
va a posarti sui pendii e sulle colline
ove spira profumata e tiepida
l’aria della terra natale!
Saluta le rive del nostro fiume ,il Giordano,
saluta le mura abbattute della nostra città, Gerusalemme;
o mia patria così bella e perduta,
o ricordo così dolce e fatale !
O arpa con cui i nostri profeti hanno cantato,
perché ora te ne stai muta, appesa ad un salice,
all’albero del dolore ?
Riaccendi nel nostro cuore il ricordo della nostra patria ,
parlaci di un tempo felice ormai passato !
Intona un suono di cocente dolore
Simile al destino di Gerusalemme
Oppure il Signore ti ispiri una musica
Che sappia farci reagire alle sofferenze !

 

Prosegui       Continua