Il "Tony Marzella pensiero"
Il
carattere, nello stesso tempo sereno e forte, di Tony
Marzella ha contribuito in modo determinante ai successi di tutti
questi anni; come estensore di questo sito e conoscente di Tony, ho
già avuto modo di parlare di lui in occasione della conquista dello
scudetto 2005 (cliccare
Qui
per ciò che si scrisse di lui in quella
occasione), in questo momento mi limito a registrare le
dichiarazioni rese da lui all'ottimo giornalista del
Corriere del Giorno Gianni Martucci
(salvo il primo capoverso, resa da Tony, come
"dichiarazione spontanea" in una trasmissione di studio 100).
Ebbene in queste "frasi al volo", c'è tutta la sua filosofia di vita,
fatta di sani principi, di notevole intelligenza e di grande carica
umana. Tutti i componenti del suo "staff", sono una grande famiglia.
«Sì, siamo una grande famiglia. Da sempre,
la squadra è
un blocco unico sia in campo che fuori da esso. Gestire una squadra
non è mai stato facile, ma da noi i problemi sono davvero pochi».
Questo il segreto del successo di questa squadra; non occorre
aggiungere altro, non sarebbe nel SUO STILE.
Leonardo Del Giudice
Il "Tony Marzella
pensiero"
«L’anno scorso il premio per lo
scudetto è stato un paio di scarpe da jogging della migliore marca.
Quest’anno mi spingerò di più: con le ragazze mi sono accordato per un
viaggio. Senza borsoni e scarpe, ma per il solo piacere di vedere
posti nuovi, senza pensare al calcetto».
«...Sì, siamo una grande famiglia. Da sempre - esordisce -. La squadra è
un blocco unico sia in campo che fuori da esso. Gestire una squadra
non è mai stato facile, ma da noi i problemi sono davvero pochi».
"Il muscolo più importante per un calciatore è il
cuore". «È una frase che sentiamo nostra - afferma il tecnico che ama
anche citare Vasco Rossi - perché è il nostro segreto: quando si gioca
con il cuore, si vince sempre. Punto molto sull’aspetto psicologico:
spesso si ribaltano le situazioni più difficili con la testa». E
quando si perde, le sconfitte sono digerite più facilmente: «Siamo un
gruppo che si è formato sulle sconfitte. Perché le sconfitte, come le
vittorie, hanno sempre un senso. Non dimentichiamo che ne abbiamo
tante e cocenti, fino a due anni fa, nelle fasi finali. Ma non ne
abbiamo mai fatto un dramma. Ci siamo rimboccati le maniche per
ripartire più convinti l’anno dopo».
"Dopo due scudetti ed una Supercoppa, continuare a vincere sarà più
difficile". Il nostro segreto sarà «Ripartire daccapo, con
umiltà, come se dovessimo ancora vincere il primo scudetto. Il segreto
del gruppo Real Statte è questo: un gruppo che non si monta la testa
dopo le vittorie e non si demoralizza dopo le sconfitte. Perché alla
fine il nostro è sempre un gioco, che affrontiamo con il puro spirito
dilettantistico, per divertimento. Se poi otteniamo anche le vittorie,
è il massimo». Perché alla fine il nostro è sempre un gioco, che
affrontiamo con il puro spirito dilettantistico, per divertimento. Se
poi otteniamo anche le vittorie, è il massimo». C’è invece chi gioca
per vincere, perché ci sono decine di migliaia di persone che
aspettano solo questo. Non è calcio a cinque femminile, è calcio
maschile, uno sport che in Italia muove la passione di milioni di
persone."
Gianni Martucci (Corriere del Giorno)
L'intervista colloquio con Tony Marzella
A colloquio con Tony Marzella
Taranto -
Martedì, 30 maggio 2006
«L’anno scorso il premio per lo scudetto è stato un paio di scarpe
da jogging della migliore marca. Quest’anno mi spingerò di più: con le
ragazze mi sono accordato per un viaggio. Senza borsoni e scarpe, ma
per il solo piacere di vedere posti nuovi, senza pensare al calcetto».
Così Tony Marzella, "deus ex machina" del Real Statte, il giorno
dopo il bis tricolore della sua squadra. Basta questo per capire qual
è il segreto della squadra più invidiata d’Italia nel calcio a cinque
femminile. Qui non scorrono soldi, né quelli dei diritti tv, né quelli
del "famigerato" rimborso spese, forma utilizzata per mascherare uno
stipendio vero e proprio, in sport dilettantistici solo sulla carta.
Si fa tutto come in una grande famiglia: se si vince, pizza e
birra, se si perde, una smorfia di disappunto e via con la prossima
gara. Perché alla fine il calcio a cinque, come tanti gli altri, è
solo uno sport. Ed allora vale la pena conoscere più a fondo la "Famiglia Real"
dalle stesse parole di papà Tony, anzi, dal fratello maggiore Tony, 38
anni, odontoiatra di professione, allenatore di futsal per divertimento.
«Sì, siamo una grande famiglia. Da sempre - esordisce -. La squadra
è un blocco unico sia in campo che fuori da esso. Gestire una squadra
non è mai stato facile, ma da noi i problemi sono davvero pochi».
In tutte le gare delle fasi interregionale e nazionale, eccetto la
finalissima, la squadra ha giocato in tenuta bianca con una scritta
eloquente: "Eppure il muscolo più importante per un
calciatore è il cuore".
«È una frase che sentiamo nostra -
afferma il tecnico che ama anche citare Vasco Rossi - perché è il
nostro segreto: quando si gioca con il cuore, si vince sempre. Punto
molto sull’aspetto psicologico: spesso si ribaltano le situazioni più
difficili con la testa».
" ...E quando si perde, le sconfitte sono digerite più facilmente:
«Siamo un gruppo che si è formato sulle sconfitte. Perché le
sconfitte, come le vittorie, hanno sempre un senso. Non dimentichiamo che ne abbiamo tante e cocenti, fino a due anni
fa, nelle fasi finali. Ma non ne abbiamo mai fatto un dramma. Ci siamo rimboccati le
maniche per ripartire più convinti l’anno dopo». Dopo due scudetti ed una Supercoppa, continuare a vincere sarà più
difficile. "
Marzella ha già la ricetta per provarci:
«Ripartire
daccapo, con umiltà, come se dovessimo ancora vincere il primo
scudetto. Il segreto del gruppo Real Statte è questo: un gruppo che
non si monta la testa dopo le vittorie e non si demoralizza dopo le
sconfitte.""..Perché alla fine il nostro è sempre un gioco, che affrontiamo con
il puro spirito dilettantistico, per divertimento. Se poi otteniamo
anche le vittorie, è il massimo». C’è invece chi gioca per vincere, perché ci sono decine di migliaia
di persone che aspettano solo questo. Non è calcio a cinque femminile,
è calcio maschile, uno sport che in Italia muove la passione di
milioni di persone."
Gianni Martucci (Corriere del Giorno)
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