Henri - Marie de Toulouse Lautrec nacque nel 1864 ad Albi, nella Francia meridionale. Trascorse un'infanzia serena fino al manifestarsi, nel 1878, del male che lo afflisse per tutta la sua esistenza: un incidente a cavallo rivelò una malattia ossea ereditaria, la picnodisostosi, dovuta allo stretto legame sanguigno dei genitori, per la quale lo sviluppo dei suoi arti inferiori si arrestò precocemente, mentre il resto del corpo continuava la sua normale crescita.
Sì trasferì a Parigi agli inizi degli anni ottanta cercando di sviluppare la sua indole artistica, ma i pittori a cui veniva affidato non apprezzavano i suoi lavori, solo pochi erano pronti a scommettere su di lui. Presto conobbe Van Gogh e il gruppo di artisti rivoluzionari che, ribellandosi all'accademismo degli artisti ufficiali, ignoravano il gusto borghese per soddisfare la loro ispirazione. Si trasferì a Montmartre, il quartiere malfamato di Parigi dove questi artisti risiedevano, dove si beveva continuamente assenzio, le droghe circolavano come quotidiani, e divenne un assiduo frequentatore del Moulin Rouge, la sala da ballo - cabarèt celebre come patria del divertimento e della perdizione.
Toulouse Lautrec fu tra i primi artisti a creare manifesti, una nuova forma espressiva che dava spazio ai simboli di un'epoca, come locali, caffè, ballerine, artisti, tutto nello stile della litografia. Da queste moderne commissioni, egli guadagnò la fama che, per il breve periodo della sua vita, lo rese un personaggio celebre nella Parigi dei bohèmien: sono celebri i manifesti per Jane Avril, Aristide Bruant, la ballerina May Milton. In soli vent'anni di attività produsse 600 dipinti, 350 litografie, 31 manifesti e 9 incisioni. Grazie soprattutto all'abilità nella litografia, Toulouse Lautrec è considerato uno dei grafici più geniali nella storia, oltre che uno dei grandi maestri a cui guarderanno i primi pubblicitari moderni.
La sua attività pittorica, che raggiunge il culmine tra il 1892 e 1895, volge lo sguardo all'ambiente popolare e suburbano di Parigi: protagonisti dei suoi ritratti sono barboni, prostitute, ubriachi, le case chiuse e le strade dei sobborghi urbani, la vita quotidiana e segreta a cui lui era riuscito ad accedere.
Naturalmente, una vita votata al piacere e ai vizi non poteva lasciare indenne un personaggio che già aveva i suoi problemi: come per molti dei suoi colleghi, la grande croce, principale motivo delle crisi di salute, era l'abuso di alcool. Negli ultimi anni del secolo veniva colto sempre più di frequente da attacchi di nevrosi, depressione, irascibilità, manie di persecuzione, finché non fu costretto per qualche mese in una clinica neurologica.
Riprese a bere, l'unico conforto alle sue sofferenze erano il teatro, il circo, il lavoro: in questi anni dipinse alcuni tra i quadri più famosi, come "Miss Dolly" e "La modista".
Nel 1901 un colpo apoplettico gli procurò una semiparalisi, e il 9 settembre dello stesso anno morì.
Nonostante il personaggio appaia un bohèmien estremista, la produzione di Toulouse Lautrec lo colloca in un'area più moderata nella commistione di ideologie del tempo: mentre dal un lato dipingeva tipici soggetti d'interesse decadentista, ostentando un atteggiamento anti-borghese e anzi, appartenente a quella linea di pensiero che trovava nell'evasione dal reale l'unico rimedio alla totale perdita di valori, dall'altro, nella produzione di manifesti, sembrava adeguarsi al più commerciale stile della Belle èpoque, come di chi non riesca, tuttavia, a sottrarsi veramente alla realtà corrotto e vuota, ma in qualche forma ne divenga complice. Questo emblematico artista non visse abbastanza a lungo, e la sua prematura scomparso gli evitò di trovarsi al bivio che il nuovo secolo gli avrebbe spalancato davanti: se avesse preferito appartenere ad un gruppo ormai in estinzione, quello degli artisti dell'onirico, delle realtà distorte, o se si sarebbe dopotutto rassegnato al mondo di macchine e razionalità che tentava di cancellare tutto ciò che non riusciva ad inglobare.