Siete nel sito Internet del
|
Per inviarci le vostre opinioni, ma anche possibilmente contributi e segnalazioni che possano esserci utili nel nostro lavoro di controinformazione, contattateci all'indirizzo: jugocoord@l...!
|
4 ottobre 1990: la Croazia ottiene un prestito ad interesse zero attraverso il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM), per l'esattezza due miliardi di dollari USA restituibili entro 10 anni ed un giorno (1).
Il 5 novembre 1990 Il Congresso degli USA approva la legge 101/513, che sancisce la dissoluzione della Jugoslavia attraverso il finanziamento diretto di tutte le nuove formazioni nazionaliste (2). A fine mese un rapporto della CIA "profetizza" che la Jugoslavia ha solamente pochi mesi di vita; la notizia viene diffusa dalle agenzie di stampa occidentali e viene pubblicata il 29 novembre, giorno della Festa Nazionale della SFRJ (si celebra la fondazione a Jajce, avvenuta nel 1943).
Il 17 dicembre 1991 a Maastricht si pongono le fondamenta della Unione Europea, che iniziera' a concretizzarsi nel 1999 con la introduzione dell'Euro, ma contemporaneamente si decide di sancire lo squartamento della Jugoslavia.
15 gennaio 1992: riconoscimento della indipendenza di Slovenia e Croazia da parte della UE. Primo passo verso il ripristino della situazione imposta dal nazifascismo:
Febbraio 1992: staccate la Bosnia! Dopo il riconoscimento di Slovenia, Croazia e Macedonia ex-jugoslava, la "Comunita' Internazionale" promette al leader islamista sarajevese Alija Izetbegovic aiuto ed accoglienza nelle istituzioni euro-atlantiche in cambio della proclamazione della indipendenza della Bosnia-Erzegovina. Viene percio' indetto un referendum anticostituzionale, che sara' boicottato dal 35 per cento degli aventi diritto. Solo il 65% dei votanti, essenzialmente croati e musulmani di Bosnia, voteranno a favore della secessione.
La creazione di uno Stato indipendente nei confini della
ex-repubblica federata di Bosnia ed Erzegovina e' il colpo
piu' grave inferto ai valori della "Fratellanza ed Unita'" ed
alla struttura multi-nazionale della Jugoslavia dall'inizio
della crisi. Ogni discorso su "Sarajevo multietnica" è diventato
infatti, a quel punto, demagogico ed ipocrita: era la Jugoslavia
stessa ad essere multietnica. I serbi e chi si proclama jugoslavo
si rifiutano a quel punto di diventare una minoranza discriminata
in uno Stato retto da settori islamisti legati ad alcuni paesi
arabi, all'Iran ed alla Turchia. Pesa come un macigno la
memoria dei crimini commessi
durante la II Guerra mondiale dalle divisioni islamiste inquadrate
nelle SS, collaborazioniste degli ustascia croati, contro
serbi ed antifascisti. I serbi proclamano dunque a loro volta
la autodeterminazione nei confini della "Republika Srpska" [RS],
corrispondente al territorio abitato prevalentemente da contadini
di religione ortodossa. Le piu' importanti citta', i collegamenti ed
i centri produttivi della Bosnia-Erzegovina, a parte Banja Luka,
restano invece nelle mani dei secessionisti musulmani e cattolici
(Sarajevo, Zenica, Mostar, Neum).
Anche i quartieri di Sarajevo a maggioranza serba si aggregano
alla RS: la citta' risulta divisa, il cuore della Bosnia e della
Jugoslavia multinazionale e' lacerato.
Mentre la leadership musulmana fa base nel centro storico di Sarajevo,
capitale della RS e' Pale, un sobborgo residenziale a poca
distanza. Con lo scoppio del conflitto, tra i serbi di Bosnia
prevale la posizione nazionalista del Partito Democratico di
Radovan Karadzic e Biljana Plavsic, che rivendicano una continuita'
con la monarchia serba di prima della II Guerra mondiale
e con le milizie serbiste dei cetnici; le posizioni
scioviniste della leadership di Pale contribuiscono
ad aumentare la frattura tra le varie nazionalita' ed a cancellare
la memoria della Jugoslavia unitaria e socialista. I serbi di Bosnia
giocheranno il ruolo dei macellai pazzi nella truffa massmediatica
scatenata in tutto il mondo occidentale e nei paesi islamici,
mentre la leadership islamista parlera' di "assedio" da parte dei
serbi, indicati come "invasori" ed "aggressori" di una
Bosnia-Erzegovina mai esistita storicamente come Stato indipendente.
Intellettuali e politici di mezzo mondo si impegneranno per mesi ed
anni a creare e vezzeggiare una "identita' nazionale bosniaca"
inesistente a scopo di propaganda bellica.
A marzo del 1992, quando la guerra non e' ancora scoppiata, la prima Conferenza per la pace in Bosnia, a Lisbona, si conclude con un accordo (il "piano Cutileiro") per la cantonalizzazione della ex-repubblica federata. Immediatamente rappresentanti delle delegazioni croata e musulmana sono convocati nel Stati Uniti, dove l'ex-ambasciatore a Belgrado Zimmermann li persuade a ritirare la loro firma dall'accordo. Come possiamo vedere nei documenti che seguono, lo stesso Cutileiro imputera' alle parti musulmana e croata la rottura del patto.
Il 6 aprile 1992 Europa ed USA riconoscono la Bosnia-Erzegovina come Stato indipendente.
27 maggio 1992: prima grande strage a Sarajevo: persone in fila per il pane a Vasa Miskin sono bersaglio di un colpo di mortaio. In seguito a questo episodio il Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la Risoluzione 757 impone l'embargo contro quello che rimane della Jugoslavia (Serbia e Montenegro), accusata di appoggiare i serbi della Bosnia.
Per la Bosnia, a partire dal 1992, pacifisti e sinistra in trappola: si scatena la campagna demagogica e fuorviante su "Sarajevo assediata". Dalla citta' partiranno a ripetizione falsi "scoop" giornalistici su atrocita' gratuite delle truppe serbe. Vengono organizzate spedizioni a Sarajevo, generalmente presentate come iniziative di protesta nonviolenta contro la guerra ("interposizione non armata"), in effetti pero' si parla superficialmente di "assedio" e si rifiuta una presenza di pace nella parte serba della citta'. In una di queste iniziative, organizzata dall'associazione cattolica "Beati i Costruttori di Pace", viene assassinato il pacifista Moreno Lucatelli: solo dopo anni un film di Giancarlo Bocchi sull'omicidio svela le responsabilita' delle milizie islamiste, impegnate a montare le strumentalizzazioni in chiave antiserba e ad attizzare l'odio tra le nazionalita'.
All'inizio del 1993, su iniziativa della Danimarca, la Repubblica Federale di Jugoslavia viene estromessa persino dalla Organizzazione mondiale della Sanita'. Questo in un momento in cui il paese registrava un afflusso di circa 600mila profughi da varie parti della RFSJ. Alla fine dell'anno nel paese si registrera' una inflazione pari a circa il 300.000.000 per cento.
Il 1993 e' anche l'anno delle "rivelazioni" di Roy Gutman, giornalista destinato a vincere il Premio Pulitzer, sui "campi di sterminio", e del Ministro degli Esteri bosniaco-musulmano Haris Silajdzic sulle "decine di migliaia di donne musulmane fatte oggetto di violenza sessuale a scopo di pulizia etnica" (3). In effetti la disinformazione sulle questioni bosniache, come in tutto il corso della crisi jugoslava a partire dal 1990, non e' episodica o casuale ma strategica e persistente. Sempre nel 1993 esce in Francia un libro dal titolo "Le verita' jugoslave non sono tutte buone a dirsi", nel quale J. Merlino dimostra il ruolo avuto da agenzie specializzate come la Ruder&Finn Global Public Affairs, il cui direttore afferma di aver lavorato per i governo sloveno, croato, bosniaco-musulmano e per il governo del "Kosova", cioe' per i secessionisti albanesi di Rugova.
5 febbraio 1994: prima strage di Markale, la principale piazza del mercato di Sarajevo. Il 6 giugno successivo Jasushi Akashi, delegato speciale ONU per la Bosnia, dichiara alla Deutsche Presse Agentur che un rapporto segreto ONU aveva attribuito da subito ai musulmani la paternita' della strage, ma che il Segretario Generale Butrous Ghali non ne aveva parlato per ragioni di opportunita' politica. Poco tempo dopo Akashi viene rimosso dall'incarico.
Primo maggio 1995: viene scelta una data particolare dal
regime croato per attaccare la Slavonia occidentale... Nel giro di
due giorni tutta questa parte del territorio della Repubblica
di Krajna viene occupata, compresa l'area del lager-memoriale di
Jasenovac, dove durante la Seconda Guerra Mondiale centinaia di
migliaia di persone erano state trucidate dagli ustascia. La
forza di protezione ONU sembra inesistente.
L'"Operazione Lampo" (come in tedesco "Blitzkrieg") si avvale della
preparazione acquisita con il supporto degli Stati Uniti e della
Germania. In particolare, agenzie di mercenari e generali-addestratori
dell'esercito USA hanno lavorato e lavoreranno negli anni successivi
per le truppe croate.
A giugno i serbi della Bosnia occupano Srebrenica. Negli anni
precedenti le milizie musulmane, guidate da Naser Oric, avevano
raso al suolo circa trenta villaggi serbi che circondavano questa
enclave protetta dall'ONU.
28 agosto 1995: seconda strage a Markale.
settembre 1995: la NATO attacca i serbi della Bosnia.
LA STRATEGIA DELLA TENSIONE CONTINUA IN KOSOVO
AAL, Robert Dole, Tenet, Soros
Il 9 marzo 1998 Madeleine Albright enuncia la nuova dottrina
statunitense, in base alla quale la crisi del Kosovo "non e' un
affare interno della RF di Jugoslavia".
NOTE:
(1) Rajko Dolecek: "J'accuse" (1998), e T.W. "Bill" Carr:
"German and US Involvement in the Balkans" (intervento al Simposio
"Jugoslavia: passato e presente", Chicago 31/8-1/9/1995).
Nel 1994 l'ambasciata croata a Washington nega che questo prestito
sia mai avvenuto; T.W. Carr, editore associato della "Defense &
Foreign Affairs Publications" di Londra, elenca allora
le persone direttamente coinvolte nella faccenda, mentre lo SMOM
le invita ad esibire tutta la documentazione a riguardo. Firmatari
per parte croata risultano essere il vicepresidente della Repubblica
Mate Babic e la signora Maksa Zelen Mirijana, autorizzata ad agire in
nome e per conto del Ministero delle Finanze di Zagabria.
(2) Cfr. "Nato in the Balkans",
AAVV., edito dall'IAC (New York 1998)
(3) Dichiarazione rilasciata alla Conferenza di Pace di Ginevra.
Nell'ottobre 1993 la Commissione ONU per i crimini di guerra
sara' in grado di contare 330 casi di stupro complessivi, relativemente
cioe' a tutte e tre le parti in conflitto.
Dati ed elementi per la costruzione di una cronologia
ragionata e per una analisi dei fatti:
Il ruolo dello SMOM nella crisi jugoslava e' tanto importante quanto
sconosciuto... A Zagabria la villa sede nel 1990-'91 dell'HDZ di
Tudjman diventera' Ambasciata dello SMOM in Croazia dopo l'indipendenza.
Lo SMOM e' una potente organizzazione direttamente legata al Vaticano
che dopo l'89 ha enormemente accresciuto la sua influenza nell'Europa
centroorientale: praticamente in tutte le capitali europee esiste
ormai una rappresentanza diplomatica dell'Ordine. Tra gli
aderenti allo SMOM spicca, per il ruolo specifico avuto come
"sponsor" di Slovenia e Croazia, Francesco Cossiga.
Lo SMOM fu, insieme al Vaticano ed alla Croce Rossa, una delle
ancore di salvezza per i nazisti ustascia in fuga alla fine della
II G.M. (cfr. "Ratlines" di
M. Aaron e J. Loftus)