Ritratto politico di Alija Izetbegovic

Le analisi sulle cause dello scoppio della guerra fratricida in Bosnia-Erzegovina hanno regolarmente mancato di riportare alcune informazioni sulla personalità dell'attuale Presidente Alija Izetbegovic, leader del Partito di Azione Democratica (SDA). Analogamente, alcuni elementi di cronaca essenziali vengono tralasciati: ad esempio il fatto che nel marzo 1992 un accordo tra le tre parti (musulmana, serba e croata), il cosiddetto "Piano Cutileiro", era stato già raggiunto e sottoscritto, e la sua applicazione avrebbe evitato anni di guerra e pesanti strascichi che continueranno chissà per quanto tempo. Da un articolo di Jürgen Elsässer, apparso sulla rivista marxista tedesca "KONKRET" (n.4/1994), ricaviamo alcune delle informazioni che ci sono state negate.
[Tra parentesi quadre le annotazioni del CRJ]

[...] Alija Izetbegovic, classe 1925, come collaboratore della rivista "El Hidaje" fu condannato già nel 1946 a Sarajevo a tre anni di carcere, per istigazione all'odio ed attività pan-islamiste. Secondo fonti jugoslave questi avrebbe fatto parte dei "Giovani Musulmani", che nella Jugoslavia di Tito erano perseguitati in quanto "filofascisti", a partire dal 1941. Nel 1949 i "Giovani Musulmani" tentarono una aperta ribellione che fu tuttavia velocemente sconfitta. Quanto poco Izetbegovic abbia mutato le sue opinioni negli anni a seguire lo dimostrano le sue due pubblicazioni "The Islamic Declaration" del 1970 [pubblicata all'estero in inglese, riedita in lingua serbocroata a Sarajevo nel 1990; una versione non integrale è stata pubblicata in italiano da LIMES n.1/2-1993. Nel seguito indicheremo questo libro con le lettere "ID"] ed "Islam between East and West" del 1984 [nel seguito "IEW"]. Ivi egli propaganda "la lotta per la creazione di una grande federazione islamica dal Marocco all'Indonesia, dall'Africa nera all'Asia centrale" (ID, pg.60). Un tale Stato (federale) non potrebbe essere laicista, bensì dovrebbe orientarsi fortemente in senso religioso: "In effetti, tutto quello che c'è stato di grande o di degno di nota nella storia dei popoli musulmani è stato fatto sotto l'egida dell'Islam... La Turchia come paese islamico dominava il mondo. La Turchia come brutta copia dell'Europa è oggi un paese di terza classe" (ID, pg.6). Come modello Izetbegovic vede "lo Stato islamico". Per respingere l'influsso corruttore dell'Occidente, egli propone una riorganizzazione fondamentalista della vita pubblica: "L'educazione del popolo e soprattutto i massmedia - stampa, radio, TV e cinema - dovrebbero essere nelle mani di persone la cui morale islamica ed autorità intellettuale sia fuor di dubbio. I media non possono, come troppo spesso avviene, cadere nelle mani di persone corrotte e degenerate che poi trasmettono ad altri la vanità e la vuotezza delle loro vite" (ID, pg.42-43). Bisogna dare un taglio al ruolo civile della donna: "La civiltà ha disonorato particolarmente la maternità" (IEW, pg.144). In opposizione a ciò l'Islam difende "i veri interessi della donna normale e sana. Al posto di una eguaglianza astratta esso assicura alla donna amore, matrimonio e bambini" (ID, pg.48).

Nel materialismo Izetbegovic vede l'errore di fondo del mondo moderno - capitalismo e socialismo sarebbero esclusivamente due varianti di ciò. Poichè questo materialismo secondo Izetbegovic affonda le sue radici nell'ebraismo, l'intera ideologia del Presidente bosniaco ha il suo culmine in un antisemitismo velato di pseudoscientificità: "Tra le religioni l'ebraismo rappresenta la tendenza 'immanente'. Tutte le idee e le teorie dello spirito ebraico riguardano il paradiso sulla terra. (...) Gli Ebrei non hanno mai accettato per intero l'idea della immortalità. (...) L'esempio di Spinoza mostra la nascita della nuova filosofia materialista dal ventre dell'ebraismo" (IEW, pg.146-7). Molti stereotipi della propaganda antisemita - dalla congiura comune di ebrei e massoni al finanziamento della conquista del mondo dal tempo di Colombo, fino alla colpa per la bomba atomica - si ritrovano in Izetbegovic: "L'idea massonica di una rinascita etica dell'umanità attraverso la scienza è positivistica - ed ebraica. Sarebbe interessante ricercare i legami intrinseci ed estrinseci tra positivismo, ebraismo e massoneria. I legami e l'influsso non sono solo di tipo spirituale, bensì piuttosto concreti. (...) La scienza nucleare era nota dapprima come 'scienza ebraica'. (...) Non è un caso che i grandi nomi della fisica atomica, della economia politica e del socialismo sono ebrei quasi senza eccezione. (...) C'è qualcosa di simbolico nel fatto che a finanziare il viaggio di Colombo furono degli ebrei" (IEW, pg.147-8).

Nessuna meraviglia dunque che Izetbegovic si spinga fino a dei veri e propri accessi d'odio nei confronti di Israele: "Per conservare Gerusalemme gli Ebrei dovrebbero sconfiggere l'Islam ed i musulmani, e questo - sia lodato Iddio - supera le loro possibilità. (...) Vorremmo volentieri distinguere tra ebrei e sionisti, se solo gli ebrei avessero loro stessi la forza di fare questa distinzione. (...) Se tuttavia continueranno a starsene sul loro bel puledro, come sembra oltremodo probabile al momento, ci sarà un'unica soluzione per il movimento islamico e per tutti i musulmani del mondo: continuare la lotta, allargarla e protrarla giorno per giorno, anno per anno, per quante che debbano essere le vittime e comnque a lungo debba durare, finchè non saranno costretti a restituire ogni centimetro di territorio rubato. Ogni trattativa ed ogni compromesso che possa mettere in gioco i diritti elementari dei nostri fratelli di Palestina è un tradimento che potrebbe distruggere il sistema morale su cui si fonda il nostro mondo" (ID, pg.69-70).


Sarajevo 1995 (da "Liberazione")

[...] Come autore della 'Dichiarazione Islamica' ed a causa di altre attività contro lo Stato Izetbegovic fu condannato nel 1983 a 14 anni di prigionia, e tuttavia già nel 1988 rilasciato dal carcere. Benchè costui non si sia mai distanziato dalle pubblicazioni citate, nella stampa occidentale viene generalmente descritto come persona aperta e tollerante. Come dimostrazione di una sua presunta svolta dal fondamentalismo viene dato valore soprattutto al suo impegno per la creazione di una nuova Confederazione Jugoslava nel 1990, nonchè alla sua indignazione per il repentino riconoscimento di Croazia e Slovenia da parte della Repubblica Federale Tedesca, riconoscimento tramite il quale quel progetto fu privato delle fondamenta. Per protesta Izetbegovic partì nel novembre 1991 [un mese prima dunque della formalizzazione di detto riconoscimento; n.d.crj] alla volta di Bonn, per avere dei colloqui con Kohl e Genscher - e se ne ritornò indietro come trasformato. Già alla nascita del suo Stato nel marzo 1992 egli lavorò con un trucco: si dichiarò d'accordo con la suddivisione cantonale come se la erano immaginata anche i serbi ed i croati - ma ammettè poco dopo che la sua accettazione era stata solo una messa in scena per raggiungere velocemente il riconoscimento internazionale della Bosnia [riferimento al piano Cutileiro del marzo 1992, sottoscritto da tutte e tre le parti in causa un mese prima dello scoppio della guerra civile e pochi giorni dopo sconfessato dalle parti croata e musulmana su istigazione dell'americano Zimmermann; n.d.crj]. La multietnicità, che nella vecchia Jugoslavia era stata tentata attraverso la divisione equilibrata di tutte le istituzioni bosniache tra serbi, croati e musulmani ed era stata conservata anche immediatamente dopo le elezioni del '90, viene distrutta a partire da quel momento poco a poco sotto la guida di Izetbegovic. Qualche esempio:

1. Il Parlamento bosniaco, che era costituito essenzialmente dal musulmano SDA (86 seggi), dal serbo SDS (72) e dal croato HDZ (44), fu sciolto illegalmente all'inizio del 1992 senza che al Presidente fossero mai stati conferiti i poteri dello stato d'emergenza. Ciò che si riuniva nel settembre 1993, per rifiutare il piano di pace internazionale, a parte l'etichetta non aveva più niente a che vedere con l'istituzione originaria: di 240 parlamentari erano convenuti solo in 90, dei quali per di più 32 erano a favore della soluzione di pace. Al Parlamento è stato sovrapposto un senato, il "Sabor" bosniaco, nel quale non vi sono nè rappresentanti serbi nè croati.

2. Tra le prime unità di combattimento di Izetbegovic c'era la divisione Handzar, il cui nome si ispira a quello di una delle divisioni SS musulmane. Le forze militari regolari della Bosnia-Erzegovina furono inizialmente comandate da ex-ufficiali dell'JNA, comandante in capo era il serbo Sefer Halilovic [ma il nome indica inequivocabilmente che si tratta di un musulmano: evidentemente l'autore dispone di una informazione errata; n.d.crj]. Nell'autunno 1993 l'esercito fu riformato e rigidamente centralizzato attorno al comando del musulmano Delic. Cattolici ed ortodossi furono allontanati dai livelli più alti.

3. Già nel '92-'93 il generale dell'ONU Morillon criticò la incalzante islamizzazione della vita di tutti i giorni in Bosnia. Un aspetto di questa è il fatto che a Sarajevo non esiste più [1994] nessuna scuola per bambini croati o serbi, così che questi sono costretti a frequentare le scuole degli 'hodza' e dei 'mullah', a seguire anche le lezioni di religione e ad imparare il Corano. L'arcivescovo di Sarajevo si lamentò del fatto che tutti i non-musulmani venivano poco a poco privati di tutti i diritti civili, le chiese cristiane venivano chiuse. Un portavoce governativo chiese alla radio bosniaca che il momento propizio venisse sfruttato per un eventuale attacco aereo NATO, per scacciare del tutto i serbi dalla Bosnia. Il corrispondente sul posto della "Die Zeit" riferisce che i serbi di Sarajevo per paura dei pogrom hanno cancellato i loro nomi dai campanelli. [...]

4. Izetbegovic ha spaccato la presidenza collettiva dello Stato. A Sarajevo due rappresentanti fondamentalisti, vale a dire lo stesso Izetbegovic ed il suo vice Granic, hanno usurpato il gremium. Tre rappresentanti musulmani ruppero con Izetbegovic nel 1993 e difesero il piano di pace di Owen e Stoltenberg (così secondo uno dei tre in una intervista al giornale croato Slobodna Dalmacija - 14/2/94).

5. Il più famoso di questi tre ex-membri della presidenza è Fikret Abdic. Nel '90 questi ha ottenuto alle presidenziali più voti dello stesso Izetbegovic. La sua regione di origine, il territorio di Bihac e Velika Kladusa, nel settembre 1993 dopo un referendum vinto con l'80% di consensi si è separato dalla Bosnia-Erzegovina ed ha revocato la sua fedeltà al governo di Sarajevo, perchè - così la motivazione - il suo sabotaggio delle trattative di Ginevra peggiorava soltanto la sofferenze delle persone. Come Presidente della 'Provincia Autonoma della Bosnia Occidentale' fu scelto lo stesso Abdic. In quella zona vivono 200mila persone, di religione islamica più del 90 per cento. Queste rappresentano l'ampia corrente dei musulmani laicisti e tolleranti che sostennero i partigiani di Tito e divennero in seguito jugoslavi convinti. Se la opinione pubblica internazionale parla "dei" musulmani bosniaci, questa corrente viene bellamente ignorata: Abdic non sarebbe un rappresentante della popolazione musulmana, perchè questi - diversamente da Izetbegovic - con la sua professione di fede non vuole costruire nessuno Stato. "Non conta certo a suo favore il fatto che gli è indifferente la sorte di uno stato bosniaco-musulmano", suggerisce velenosamente E. Rathfelder sulla TaZ [l'equivalente tedesco dell'italiano "Manifesto"] del 30/9/93.


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