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Il capo è una donna.
Morte di un poliziotto.
La fidanzata di Montalbano.
L'ambizioso.
Il cinico.
 

Katharina Böhm è forse il volto femminile tedesco più noto in Italia. Per lei, nata a Sorengo, in Canton Ticino (Svizzera), le luci del set si sono accese prestissimo. A soli dodici anni, nel 1978, interpreta Clara in una versione televisiva di «Heidi» prodotta dalla televisione svizzera. L'anno successivo è il regista Hans-Jürgn Tögel a scritturarla per uno dei ruoli principali della commedia «Lucky Star». Del suo debutto ricoeda: «Non volevo recitare, ma ero troppo timida per dire di no e quando me l'hanno chiesto i miei genitori non sono stati abbastanza presenti... così ho stretto i denti e ho accettato. Quando la macchina da presa iniziò a filmare mi andò via completamente la voce tanto che poi dovettero doppiarmi. Ma capii che nella vita non avrei voluto fare nient'altro che quello».

Gli studi di recitazione e un ingaggio allo Josefstadt Theater di Vienna la tengono lontana dal set per qualche tampo. Ma in Austria ha la fortuna di lavorare con registi del calibro di Rudolf Noelte e Hans Lietzau.

In Italia ha preso parte a due serie di grande successo. Nel 1993 è stata partner femminile di Massimo Dapporto nella prima stagione di «Amico Mio», la serie ambientata in ospedale pediatrico di Roma diretta da Paolo Poeti. Tra il 1999 ed il 2002, invece, ha recitato accanto a Luca Zingaretti nei film per la tv de «Il commissario Montalbano» nei panni di Livia Burlando, l'eterna fidanzata del protagonista.

«Le serie poliziesche, come quelle che vedono protagonisti dei medici, sono sempre apprezzate dal pubblico, sembra quasi che non ce ne siano mai abbastanza, forse perché sono una distrazione dalla vita quotidiana; propongono storie abbastanza lontane dalla vita di tutti i giorni e si può anche essere piuttosto sicuri che alla fine - almeno lì - il bene trionfa».

Del suo rapporto con il giallo televisivo Katharina Böhm racconta: «Ricordo ancora "Der Kommissar", il primo grande poliziotto televisivo. Non posso dire che sia stato il mio eroe ma ricordo che gli adulti lo guardavano quando io ero piccola. A me faceva solo paura. Più recentemente sono rimasta affascinata dalla trilogia di Stieg Larsson "Millennium"».

Una curiosità riguarda la voce italiana di Katharina Böhm che ne «Il commissario Lanz» non è quella di Claudia Catani sentita nei film di Montalbano. In quest'occasione l'attrice tedesca è stata doppiata da Pinella Dragani che aveva già prestato la propria voce alla Böhm nella serie «Amico mio».

 

Luca Zingaretti e Katharina Böhm. (Foto Olycom)
Una famiglia d'artisti.

Katharina Böhm è l'ultima discendente di una celebre famiglia di artisti di origine austriaca.

Suo padre, Karlheinz, divenne celebre a metà degli Anni Cinquanta con i flm dedicati a Sissi, l'imperatrice d'Austria interpretata da Romy Schneider. In quella trilogia Böhm era l'imperatore Francesco Giuseppe, marito di Sissi.

Più indietro ancora, il nonno di Katharina era Karl Böhm, brillante direttore d'orchestra che a soli 27 anni trovo un ingaggio alla Staatsoper di Monaco , quindi a Darmstadt e più tardi ancora ad Ambrugo. Nel 1948 fu anche a Milano dove diresse il «Don Giovanni» di Mozart mentre l'anno successivo, al San Carlo di Napoli, diresse la prima di «Wozzeck», di Alban Berg con Tito Gobbi.

Karlheinz Böhm e Romy Schneider (Foto AZ)