,Dove
studiare le lingue a Roma?. Lo
chiedono i neo-diplomati in cerca di un corso di laurea in
lingue. Bisogna informarli correttamente.
Come primo
gesto dopo l'accettazione delle mie dimissioni (vedi sotto), ho
preparato una Lettera
ai neo-diplomati che
fa capire, senza peli sulla lingua, le offerte reali
di
alcuni corsi di laurea in lingue, tra cui il nostro corso di
laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale (che si chiamerà,
da ottobre, “Corso di Laurea in Lingue
e Mediazione
Linguistico-Culturale”,
ossia LMLC).
LMLC vuole distinguersi dagli altri corso di laurea,
infatti, per l'enfasi che mette sullo studio della grammatica e
della linguistica teorica. Anzi, come ha detto la prof.
Puglielli nel decidere l'accettazione delle mie dimissioni: “Il
nostro
corso di laurea privilegia la riflessione sul linguaggio tramite
la linguistica; chi non condivide questa impostazione, è
meglio che vada altrove.”
Bisogna che i
neo-diplomati che cercano una laurea in lingue sappiano ciò
PRIMA di iscriversi a Roma Tre!
Lettera
ai neo-diplomati che
io ho distribuito*
all'Orientamento. Cliccare>
*con
l'aiuto dell'Associazione Studenti di Lingue -- vedi le foto!
Cliccare>
Il volantino che gli studenti di lingue
distribuiranno a settembre. Cliccare>
E altrove? Cosa
offre, ad esempio, il triennale di Lingue a La Sapienza?
Ecco la Guida
preparata dagli studenti della laurea in Mediazione
Linguistico-Culturale a
La Sapienza
Cliccare>
E
la “specialistica”?
Ce sarà una nuova laurea
specialistica in Lingue a Roma Tre, accanto a quella in Lingue
e Linguistica? Cliccare>
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all'Indice
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Notizie - rivolte in particolare agli
studenti di Inglese I anno che dovrebbero iniziare il loro corso
con me
Il
15.1.2008 il Collegio Didattico Lingue e Linguistica ha approvato
“definitivamente” il nuovo corso di laurea triennale;
verrà chiamata “Laurea in Mediazione Linguistica”
ed entrerà in vigore a settembre.
Il Collegio
Didattico realizza così, a modo suo, la riforma delle
lauree in lingue voluta dal Ministro Mussi, la quale
consentirebbe alle università (finalmente!) di raddoppiare
le lezioni di lingua (attualmente del tutto insufficienti),
riducendo nel contempo il numero di esami e il numero di materie
complementari.
Dico “a modo suo” perché
per quanto riguarda le lingue europee (cioè quelle in cui
la stragrande maggioranza degli studenti si laurea), il Collegio
Didattico non ha voluto raddoppiare il numero di lezioni; in un
primo tempo ha votato di incrementarle del... 3% soltanto.
Poi, nella riunione decisiva (quello del 15.1.2008), con un colpo
di mano il Collegio ha addirittura deciso di ridure
complessivamente le ore di lezione rispetto al presente.
Facendo
ciò il Collegio Didattico ha assunto consapevolmente la
responsabilità di: ●
silurare
la riforma del Corso di Laurea in Lingue, attesa da anni; ●
spingere
ulteriori leve di studenti di lingue ad abbandonare l'università,
delusi dalle promesse che non corrispondono affatto a ciò
che viene poi insegnato. A quel punto ho fatto mettere al
verbale le mie dimissioni.
Quel verbale, per essere
valido, doveva essere approvata all'ultimo Consiglio (il 19
febbraio 2008) ma, con un pretesto, l'approvazione è stata
rinviata. Mi trovo dunque in un “Limbo” fino al
prossimo Consiglio.
Approfitterò del mio
status di anomia per incontrarmi con gli studenti del I anno di
Inglese (2a lingua) negli orari ufficiali affissi in bacheca (per
vederli, digitare nel browser – senza la “www”
– tinyurl.com/2z8ydt).
Discuteremo
un mio testo del 1979 (ancora attuale): Perché
non si imparano bene le lingue all'università?,
nonché uno dei tre testi al programma, Il
Come e il Perché degli Esami.
(Quest'ultimo figurerà nel programma di esame di giugno,
quale che sia il docente che interroga.)
Le discussioni
su questi due testi non sarà affatto un “riempitivo”
o una perdita di tempo: anzi, imparerete diverse cose che vi
aiuteranno a affrontare meglio gli studi universitari e a
superare i molti ostacoli che troverete nel nostro corso di
laurea in lingue. Sono cose che normalmente i prof non
dicono; ma essendo in un Limbo per il momento, sento di non avere
più le solite restrizioni.
Oltre ai due testi
parleremo di un video che potete già guardare prima di
venire in aula. Si tratta di un'intervista fatta alcuni
giorni fa ad una laureata in lingue di Roma Tre, che racconta (in
positivo) la sua prima esperienza di lavoro. La studentessa,
Giorgia, riflette su quello che ha scelto di studiare (e a quello
che avrebbe potuto scegliere) per essere meglio preparata. Il
video si trova sul sito patrick.boylan.it/misc/giorgia1.htm
(di
nuovo, senza la “www”)
ed
è preceduto da un testo che va letto per prima.
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DOCUMENTO
AFFISSO IL 11-10-2007
L'ANNO
PROSSIMO, UNA “RIFORMA BEFFA” A LINGUE: IO NON CI
STO. Ho
scritto ai miei colleghi della Facoltà di Lettere oggi
annunciando che intendo dimettermi se passa, come sembra che
passerà, la finta “riforma” della laurea in
lingue che il nostro Corso
di Laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale ha
varato la settimana scorsa. (La “riforma” deve
essere approvata definitivamente dalla Facoltà tra qualche
settimana.) Considero questa “riforma”
una beffa perché delude le speranze di tanti
studenti. Questi studenti si iscrivono a Lingue per
studiare... le lingue, ma poi scoprono dopo il primo anno che
– tranne per chi studia l'arabo o il cinese – le
lingue sono in realtà la parte più piccola dei
programmi qui. Molti di loro, poi, abbandonano gli
studi. Il Ministro Mussi si è accorto pure di
quanto poco si insegnano le lingue a Lingue (qui da noi e in
tutta l'Italia). Ha dunque proposto alle Università
una sua Riforma Didattica e in particolare, per i corsi di laurea
in Lingue, la cosiddetta “Tabella 12.”. N.B.
In Italia, il Ministro per l'Università può solo
proporre, la decisione applicativa finale spetta alle Facoltà. La
Tabella 12 incoraggia le Facoltà a fare più corsi
di lingua e a fare corsi
più pratici. Ma , con la sua decisione la
settimana scorsa, il nostro Corso di Laurea raccomanda alla
Facoltà di applicare la Tabella 12 solo in parte –
cioè di far finta di applicarla. Chiunque studia una
lingua che non sia l'arabo o il cinese (che hanno un curriculum
speciale) continuerà, come prima, a studiarla per meno ore
di quanto non studia la linguistica generale ecc. Per dare
un'idea in cifre, attualmente solo il 16% dei crediti totali
richiesti per la laurea sono destinati allo studio della lingua
di cui lo Stato, appunto con la laurea, dichiara l'alta
competenza. Ora con la “riforma” decisa dal
nostro Corso di Laurea, questa percentuale viene aumentato del...
3% soltanto. Una beffa!
La Facoltà accoglierà
questa raccomandazione? (Così ha quasi sempre fatto
in passato.) L'accoglierà senza battere
ciglio se nessuno dice: -- NO!
a questa mancanza di rispetto per
gli studenti, per il loro Diritto allo Studio, per la stessa
Riforma proposta dal Ministro; -- NO!
all'antico vizio universitario di
creare curricula di laurea per soddisfare unicamente
gli interessi dei professori e
non i bisogni di sapere prioritari espressi
dalla società e dagli stessi studenti. (E
in un corso di laurea in lingue, il bisogno da soddisfare
prioritariamente è quello di sapere bene
le lingue!) Quindi
me ne sono fatto carico io. Ho scritto alla Facoltà
(la lettera appare qui sotto) che questa
“riforma” a Lingue è una beffa! Io non
ci sto! E
in una Facoltà che l'approvi, io non ci starò.
Qualche
considerazione pratica:
Se passa la “riforma beffa”
io do le dimissioni. Questo gesto ha 3 conseguenze pratiche
per voi studenti sul piano strettamente amministrativo:
(1.)
Non potrò accettare altre tesi di laurea in quanto sono
già arrivato alla quota massima;
(2.) Chi deve
ancora dare con me un esame per il quale ha accumulato “punti”
durante le lezioni, dovrebbe darlo alla sessione di febbraio,
l'ultimo per il quale ci sono di sicuro. (Per giugno, tutto
dipenderà da quando la “riforma” verrà
ufficialmente approvata).
(3.) Se ti serve qualcosa
che trovi su questo sito web, copialo sul tuo PC, perché
in seguito il sito cesserà di funzionare.
Ora
entriamo nei dettagli:
Ho
chiamato una “beffa” la “riforma” che il
nostro Corso di Laurea raccomanda alla Facoltà, per quanto
riguarda la cosiddetta “Tabella 12” (che elenca i
corsi che dovrai seguire per ottenere la laurea e i crediti
assegnati per gli esami in ogni disciplina). In verità,
per la laurea del primo livello (il “triennio”)
bisogna distinguere tra i due curricula che sono stati approvati.
Per chi seguirà il curriculum ora chiamato
“Operatori interculturali” (in pratica, per chi
sceglierà di studiare principalmente l'arabo o il cinese),
la riforma proposta dal nostro Collegio Didattico è, in
realtà, abbastanza buona L'aumento complessivo dei
crediti per le lingue:è del 30% (circa). In
pratica questo vuol dire passare a ben 48 crediti di lingue.
(Nei fatti, siccome la letteratura fa parte
intrinseca delle cattedre di arabo e di cinese, i crediti per
queste lingue sono 36 soltanto, a cui vanno aggiunti
necessariamente 12 crediti di letteratura, l'altra “faccia”
della cattedra.). Inoltre la seconda lingua verrà
studiata per 36 ore.
Il problema è che il Collegio
Didattico non vuole consentire agli studenti di tutte le altre
lingue (cioè, la grande maggioranza degli studenti) di
seguire un programma simile.
Infatti, per chi
seguirà il curriculum che ora si chiama “Lingue e
linguistica” (in pratica, per chi sceglierà di
studiare principalmente una lingua che non sia il cinese o
l'arabo), l'aumento complessivo dei crediti per le lingue sarà
soltanto del 3% (circa). In pratica 36
crediti per la prima lingua, 30 per la seconda lingua, nessuna
terza lingua prevista, nessun credito Lingua per la tesi di
laurea per un totale di 66 crediti in tutto. Oggi il totale è
di 64 crediti in tutto – troppo pochi per imparare due
lingue bene.
Eppure ci vorrebbe solo un po' di
buona volontà per consentire a TUTTI gli studenti che lo
desiderano di seguire la loro prima lingua per 48 crediti e la
loro seconda lingua per 36. Tecnicamente, con il bianchino
basterebbe includere nella nuova Tabella per Operatori
Interculturali le lingue europee come “prima lingua”
e il gioco sarebbe fatto. Sarebbe possibile per tutti gli
studenti che lo desiderano, diventare un “operatore
interculturale” e studiare le due lingue da loro scelte,
che esse siano europee o extra-europee, per un numero complessivo
di crediti che ammonta a 84 (con la possibilità di usare i
18 crediti liberi per studiare una terza lingua). Ecco una
laurea in lingue che sarebbe davvero di lingue!
Comunque io consiglierei di rinunciare a studiare
una terza lingua e di usare i crediti liberi, più i
crediti per le materie affini (42 crediti in tutto), per studiare
i linguaggi delle professioni – economia, politica,
giurisprudenza – oltre ai linguaggi della letteratura per
la 1^ lingua o, meglio ancora, per entrambe le lingue.
Se
il curriculum “Operatori Interculturali” viene aperto
agli studenti di tutte le “prime lingue”, allora
l'altro curriculum, “Lingua e Linguistica”, non ha
bisogno di ulteriori ritocchi. Rimane, così com'è,
il curriculum di scelta di tutte le matricole che vogliono dare
più esami nelle materie complementari (e quindi che
accettano di dare meno esami di lingua) – in particolari
gli studenti che intendono seguire la specialistica in
Linguistica. Per garantire a questo curriculum un buon
numero di studenti “di qualità” (cioè
con forti interessi nelle scienze del linguaggio e capacità
di studio), si potrebbe usare incentivazioni come le borse di
studio, tutoraggi individuali, viaggi-studio per fare linguistic
field work, ecc. Quello che non va utilizzato è
l'imposizione.
In
quanto alla laurea del secondo livello (il “biennio”
o “Specialistica”), c'è grande segretezza.
Il Corso di Laurea ha votato una Specialistica abbastanza buona
lo scorso gennaio – si chiamerebbe LINGUE
MODERNE PER LA COMUNICAZIONE E LA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE; approfondisce sia le lingue sia i
“linguaggi del lavoro” – economia, politica,
giurisprudenza – e dovrebbe prevedere corsi di traduzione
sin dall'a.a. 2008-09. Ma verrà attuato?.
<Cliccare per vedere
la proposta
per
cambiare la Tabella 12 da
me presentata al CD (06.11.07) e di nuovo al
CD riconvocato il 08.11.97* –
– – senza
che ci fosse stata una votazione in merito. *La
proposta è simile a quella presentata dall'Associazione
Studentesca alla Commissione Programmazione il 24.10.07
Comunque,
fin quando le proposte del Collegio Didattico non saranno
definitivamente approvate (ora stanno davanti alla Commissione
Programmazione della Facoltà, poi passeranno per la parola
definitiva al Consiglio di Facoltà), intendo contestare
questa “riforma” che danneggia voi e scredita
l'autonomia universitaria.
Ecco, in 3 battute,
perché io
non ci sto:
(1.)
Secondo una prassi deleteria, in certe Facoltà vengono
decisi i Programmi di
Studio da imporre agli
studenti, non in base alle effettive richieste di formazione
degli studenti stessi o della società, e nemmeno in base
ad una spassionata analisi dei bisogni cultuali dei giovani di
oggi, ma semplicemente per soddisfare questa o quella lobby
accademica. Cioè, gli studenti vengono trattati come
un “parco buoi” da dirottare verso determinati
insegnamenti.
(2.) Così è a Lingue
storicamente. Da sempre l'università offre una
laurea in lingue,
ma fa studiare, per i tre quarti del programma, materie
complementari o accessorie. Ora il Ministro ha finalmente
offerto la possibilità di cambiare e di insegnare
soprattutto lingue a Lingue. Ma il Collegio Didattico
vuole continuare come prima in uno dei due curriculum previsti,
quello che conta la grande maggioranza degli studenti iscritti a
lingue. (Ha applicato lo spirito della Riforma solo nel
curriculum minore, quello delle lingue orientali).
Pertanto, continueranno le frustrazioni della grande maggioranza
degli studenti –.e
quindi gli abbandoni di massa. Ogni abbandono è una
piccola morte, per l'individuo e per il paese. (L'Italia
produce meno laureati di qualsiasi altro paese industrializzato.
In una “Società delle conoscenze”, questo è
un suicidio.)
(3.) Siamo
tutti d'accordo per
la libertà d'insegnamento e della ricerca! Ma
NON per la libertà di programmare cattedre e corsi di
laurea per soddisfare gli interessi di parte – pratica che
mortifica l'autonomia universitaria e dà il pretesto a
Ministri autoritari per consegnare l'Università nelle mani
delle lobby imprenditoriali (come ha tentato di fare il Ministro
Moratti durante il governo precedente). I corsi di laurea
andrebbero invece programmati dall'Università stessa
per soddisfare i reali bisogni
formativi, conoscitivi e culturali degli studenti e della
società.
11-10-2007
– Patrick Boylan patrick@boylan.it www.boylan.it
Per
dire la tua, scrivi alla studentessa che annuncia (tramite email
) le riunioni di informazione e di mobilitazione:
Dalal, citizenerase87@yahoo.it
PER
LEGGERE LA LETTERA CONSEGNATA IL 11.10.2007 ALLA COMMISSIONE
PROGRAMMAZIONE DELLA FACOLTÀ', CLICCARE
QUI.
PER
VEDERE LA LETTERA INVIATA AL CONSIGLIO DI FACOLTÀ IL
19.11.2007. PER BLOCCARE LA “RIFORMA” DEL CORSO DI
LAUREA IN LINGUE CLICCARE
QUI.
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