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Presidio* davanti a Lettere:  Sospeso

*Presidio per un Corso di Laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale
che insegni prioritariamente...  lingue e comunicazione internazionale!
 

Cliccare per vedere il messaggio sullo striscione  18.11.05 – Lettera al Rettore spiegando il motivo della protesta >  
 
  Sembra eccessiva questa protesta?  Leggete qui sotto le lettere degli studenti che, frustrati, abbandonano.
  Dossier -- 50 lettere di protesta scritte da studenti di Lingue per spiegare la loro delusione e la voglia di abbandonare gli studi:  troppo pochi corsi di lingue, troppi corsi complementari>
 
  28.11.05 – Confiscata la Tenda Presidio. Ma il Presidio continuerà.>
  29.11.05 – Lettera ai docenti della Facoltà a proposito della confisca>
  30.11.05 – Incontro di chiarimento proposto dal Preside; sospeso il Presidio.

                      Dicembre, gennaio, febbraio, marzoLe trattative proseguono..

Novità !     (6 aprile 2006)

Il 6 aprile 2006 il Consiglio di Facoltà ha approvato la creazione di una docenza di terza fascia destinata a Lingua inglese.  Contestualmente il Collegio Didattico LL ha programmato anche un nuovo posto di Lingua francese (se possibile per trasferimento entro settembre) e ha vincolato i fondi necessari per un nuovo posto destinato ad una terza lingua (nominalmente lo spagnolo ma l'attribuzione reale verrà ridiscussa). Si comincia dunque a colmare le gravi carenze di docenti di lingue (l'inglese ha classi di oltre 100 studenti, il francese è senza docente stabile da anni...), carenze assolutamente inqualificabili in un corso di laurea in... lingue.

Inoltre il mese scorso il Collegio Didattico LL ha istituito una commissione paritetica (metà studenti, metà docenti) per rivedere i programmi triennali e di specializzazione di lingue.  Fanno parte della commissione i rappresentanti degli studenti (ma due di loro si sono laureati, quindi bisogna trovare chi li sostituisce) nonché i docenti Bologna, Bonvino, Boylan, Fascarelli, Giannetti e Lombardi.  La Commissione ha già cominciato a lavorare.  (In soltanto altre due occasioni negli ultimi 30 anni si è vista una discussione paritetica con gli studenti sui programmi di lingua!)

Per quanto riguarda il biennio di specializzazione, si è concordato la riduzione del numero di esami di linguistica da 16 a 8 crediti; otto crediti sono dunque ora disponibili per potenziare l'offerta di lingua.  La loro effettiva destinazione verrà discussa prossimamente nella commissione paritetica.

Due considerazioni: (1.) Questo inizio promettente avrà un seguito ugualmente positivo solo se tutti gli interessati rimangano vigili ed attenti durante la fase di attuazione.  (“Tra il dire e il fare...”) Ad esempio rimane da vedere se i docenti di lingua chiamati a coprire i nuovi posti saranno veri docenti di lingua viva o docenti delle linguistiche delle lingue.
(2.) Comunque un certo sforzo si è fatto, anche grazie all'interessamento di molte persone.  Non è possibile scrivere a tutte ma chi lo vorrà fare potrà inviare una email al
Rettore e al Preside per ringraziarli del loro interessamento, nonché ai rappresentanti degli studenti della lista Ricomincio dagli Studenti, la cui costanza ed intelligente impegno hanno fatto la differenza.  Colgo l'occasione per ringraziare, poi, la cinquantina di studenti che ha inviato una propria testimonianza al  Dossier  di cui sopra.  Anche le loro lettere, alcune scritte con molta cura, hanno fatto la differenza.


     
La protesta di cui sopra non va vista soltanto come una lotta per migliorare l'insegnamento delle lingue all'Università.  Ha finalità più ampie: vuole porre in discussione gli stessi meccanismi che determinano, in qualsiasi corso di laurea, cosa viene insegnato e da chi (e quindi come).

 
Vengono presentati dunque alcuni testi qui di seguito per documentare il tentativo trentennale, da parte di chi scrive, di far discutere pubblicamente -- nelle facoltà e corsi di laurea in lingue -- cosa debba essere insegnato, da chi e quindi come, in quanto parte integrante del movimento generale, in atto da decenni, di democratizzare l'operato degli organi universitari.  (Non si può “democratizzare il sapere”, ma le scelte di potenziare questo o quel indirizzo, sì!)

 
Tuttavia l'università si è sempre mostrata restia a vincolare le sue scelte a precise responsabilità sociali, dando ora al Ministro Moratti il pretesto di intervenire in maniera autoritaria e di dettare dall'alto cosa insegnare, da chi e come.  Sarebbe dunque forse il caso che l'Università vinca il suo pudore ed accetti un pubblico dibattito su questi temi.  La documentazione che segue servirà alla discussione nel caso specifico di Lingue.

 
 

     
Moratti no, ma Riforma, sì!”
 

Proposte per un rinnovo della funzione formatrice dell'università
con particolare riguardo ai corsi di laurea in lingue
 

Con il varo della legge Moratti lo scorso ottobre, i ceti dominanti in Italia hanno inflitto una sconfitta storica alla “corporazione” (come veniva definita) dei professori universitari.  I professori non potranno più decidere, senza vincoli, quali settori d'insegnamento aumentare e quali tipi di nuovi professorati creare: sarà il Ministero ad “indirizzare” le scelte dei corsi da ampliare e sarà il mondo del lavoro a sponsorizzare fino al 50% dei nuovi professorati, secondo le esigenze del mercato.
 
Spezzare il potere assoluto dei professori potrebbe sembrare positivo, visto il recente caso a Lingue, dove i docenti hanno scelto, contrariamente alle aspirazioni degli studenti e del mondo del lavoro, di ampliare il settore di filologia anziché il settore lingue – pur sapendo che scelte simili favoriscono l'abbandono degli studi e la disoccupazione tra i laureati.  Del resto, casi come questo non sono certamente rari nell'Università!  Quindi – si potrebbe concludere – ben venga la legge Moratti: il potere dei lobby accademici andrebbe giustamente limitato e reso socialmente più responsabile!
 
Il problema è che i provvedimenti del Ministro Moratti non “responsabilizzano” i docenti: uccidono la libertà di insegnamento e di ricerca e basta.  Quando è un governo -- sempre più autoritario anche per via dei cambiamenti costituzionali appena varati – a decidere, insieme alla grande industria, cosa si può e cosa non si può studiare e sapere, non siamo più in una democrazia bensì in un regime.  Infatti, né la ricerca né l'insegnamento possono illuminare le menti se non sono liberi.  Come conciliare, dunque, questa necessaria libertà con la “responsabilità sociale”?

E' questa la sfida che la Conferenza dei Rettori ha rilevato nel suo comunicato del 26.10.05.  Ha dichiarato di voler “valorizzare quanto è emerso dal cuore delle Università e della società civile in questi ultimi mesi in termini di dibattito e di concreta elaborazione, per trasformarlo in una proposta da affidare al prossimo Parlamento.  [...] L’obiettivo è quello di definire una proposta organica che fondi le sue radici profonde in una rafforzata autonomia responsabile degli Atenei...”  
 
La presente lotta, solo apparentemente circoscritta al corso di laurea in lingua, s'iscrive in questa prospettiva più ampia

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19/6/2005: L'attuale sistema universitario: che tipo di intellettuale forma?
Che tipo di intellettuale potrebbe (e dovrebbe) formare? >  
(Risposta al Manifesto dei docenti universitari ed intellettuali franco-spagnoli)
 

14/9/2005: Risposta all'indagine, promossa dal Rettore, sulla qualità della didattica a Roma Tre,
con particolare riferimento al Corso di Laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale >  
 

05/10/05:
Saremo più forti (e credibili) ammettendo che l'università deve cambiare – accettando, cioè, di condurre la lotta contro la “Riforma” Moratti su due fronti.)>  
(Riflessione sul voto sull'emendamento al documento finale prodotto dall'Assemblea del 5.10.05.
 
12/10/05:
Auto-riformiamoci: “Cosa può fare l'università per dare cultura e anche sbocchi veri?”
 Risultati del 5° Incontro tenutosi durante la settimana di riflessione sul DDL Moratti.>   
 

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Dall'archivio, per non scordare...    25 anni di pseudo-riforme a Lingue                                      
attraverso tre documenti redatti da Patrick Boylan per il corpo docente della propria università
in occasione dei dibattiti in Facoltà su come affrontare i tentativi di riforma del Ministro di turno


Anno 2000, Riforma Zecchino: “Le 'Nuove lauree in lingue' varate a Roma3 non sono una risposta seria” (si cambiano i nomi ma non la sostanza dei curricula in lingue)>  
 
Anno 1990, Riforma Ruberti: “Proposte per un rinnovato Corso di Laurea in Lingue e Culture Straniere che sia una vera risposta alla Riforma Ruberti”>  
 
Anno 1980, Riforma DL 382 : “Perché non si imparano bene le lingue all'Università? -- Denuncia delle disfunzioni a Lingue (a partire dai licenziamenti arbitrari di tre lettori a Roma),
seguita da alcune proposte di rimedio
(Il documento, redatto in un'epoca pre-computer, esiste solo come dattiloscritto di 30 pagine,
disponibile a richiesta scrivendo a: )
 




Vecchi volantini:
 
Squadristi contro la tenda-Presidio davanti a Lettere.  Intolleranza a Roma Tre?
La migliore smentita: una Conferenza Didattica che metta in discussione i curricula>  

 
Autoriformiamoci: “Cosa può fare l'università per dare cultura e anche sbocchi veri?>  

 


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