University of Rome III - Faculty of Arts and Letters - Patrick Boylan - English for Intercultural Communication
CULTURAL
STYLES |
Se dovessi usare l'inglese per comunicare con un americano, potresti decidere di usarlo alla sua maniera. In tal caso, il tuo inglese sarebbe diverso da quello che useresti con un britannico o con un australiano, qualora dovessi parlare con quest'ultimi. Le differenze sarebbero non tanto a livello di vocaboli o di pronuncia quanto al livello discorsivo (i temi che tratti e il modo con cui li tratti) ed interazionali (il modo di rapportarti all'altra persona). Anche all'interno della Gran Bretagna o degli Stati Uniti d'America potresti avere l'occasione di poter adattare il tuo inglese per metterti maggiormente in sintonia con i tuoi interlocutori. Ad esempio, in Inghilterra, potresti usare un particolare tipo d'inglese nel parlare con i membri della famiglia che ti ospita (immaginiamo, per esempio, che ad ospitarti fosse una famiglia Eastender!); la sera, invece, potresti usare un altro tipo d'inglese nel parlare con la banda d'amici che frequenti (immaginiamo, per esempio, che sei entrato nel giro degli inglesi d'origine pakistana, i cosiddetti "paki"). Anche in America potresti avere tante occasioni per poter adattare il tuo inglese alle persone che frequenti, a seconda del tuo luogo di residenza (a Nashville, Boston, Los Angeles...) e del ceto sociale o etnico che frequenti. Questo discorso si applica anche all'uso dell'inglese con persone NON di madrelingua. Infatti, potresti decidere di usare il tuo inglese alla maniera di un tedesco o di un giapponese, se ti capita di dover trattare con loro usando inglese come lingua franca. Questo tipo di adattamento si chiama accomodamento interculturale. Seconda le teorie di accomodamento interculturale (vedi, ad esempio, un articolo in merito cliccando qui, non basta sapere la lingua inglese come lexis e grammatica. Bisogna sapere COME queste risorse linguistiche vengono sfruttate culturalmente dai diversi parlanti con cui dovrai interagire. Naturalmente non è possibile sapere tutto su tutte le culture del mondo, come non è possibile sapere tutte le varietà d'inglese e tutti gli stili interazionali. Che fare allora per sapere come relazionarsi ad un interlocutore di diversa cultura? N.B. Il problema rimane anche se, invece di usare l'inglese, usi l'italiano in quanto il tuo interlocutore (poniamo, cinese) ha seguito un corso d'italiano: quel corso gli avrà insegnato la grammatica, non come rapportarsi agli italiani; quindi qualcuno di voi due dovrebbe fare da mediatore interculturale ed è nel tuo interesse fare questo sforzo te. La prima regola da seguire è quella che segui istintivamente in incontri con sconoscitui -- ad esempio, entrando in un compartimento ferroviario. Cerca di essere il più neutro possibile, dicendo solo banalità ed osservando gli altri, fin quando non percepisce un segnale che ti da una chiave ti lettura della loro forma mentis. Come seconda regola, sii prevedibile: se ritieni che il tuo interlocutore abbia un'idea stereotipato di te in quanto italiano, fa' l'italiano (MODERATAMENTE però): questo lo rassicurerà enormemente. Ad esempio, se vedi un giornale sul tavolo aperto ad un pagina con un grosso articolo sul calcio, dà una breve occhiata. L'occhiata confermerà lo stereotipo secondo cui gli italiani amano il calcio; la brevità ti consentirà di svincolarti da quello stereotipo quando lo vorrai. Compito arduo? Forse. Ma queste due regole sopno quelle che seguono gli etnografi nella giungla dell'Amazzonia nel incontrare tribù di cui non conoscono nulla (né la lingua, né le usanze...) per non finire nella pentola. Comunque ci sono società di consulenza specializzate nel preparare dirigenti d'azienda ad affrontare incontri internazionali con un maggiore spirito di adattamento interculturale. A Roma la maggiore è l'IRI Management. Il sito che appare qui sotto appartiene invece ad una società inglese, la Global Excellence. La pagina rinvia ad una serie di schede che la società ha preparato per dirigenti d'azienda in vista di incontri interculturali. Le schede sono rivolte in particolare ad un tipico dirigente delle "risorse umane" ("ufficio personale") che deve tenere un seminario di aggiornamento (un "training") per il personale che lavora presso le sedi della sua società in tutto il mondo. Come deve parlare questo dirigente (e, soprattutto, come deve interagire) con gli impiegati francesi, rumeni, giapponesi, filippini, ecc. che frequenteranno i suoi seminari di aggiornamento? Leggi le otto schede che seguono per sapere i consigli della Global Excellence. Poi, senza più guardare, prendere un foglio di carta e cerca di elencare i punti principali per ogni cultura, ossia come bisogna comportarsi durante un training session con il personale dell'ipotetica azienda. (Prendiamo come esempio di interazione la training session; ma le indicazioni comportamentali valgono anche per le altre interazioni, del tipo negoziato, incontro informale pre-negoziale, riunione di pianificazione, riunione decisionale, briefing (con presentazioni power-point), ecc. Naturalmente, le indicazioni date sono
da prendere con le pinze. Qualsiasi generalizzazione a
proposito delle diverse culture è sempre molto azzardata.
Ai fini pratici della vostra attività, tuttavia, dovete
immaginare, per ipotesi, che le schede abbiano colto in pieno i
comportamenti da tenere in ogni situazione illustrata. |
The Global Training Challenge
The following are a brief number of observations and tips selected from a recently compiled set of materials entitled; 'Training Room Behaviour Worldwide'.
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