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«Quando parlate con un uomo socialmente tecnico, egli sogna solo tempi in cui le macchine faranno tutto il lavoro e l'uomo lavorerà soltanto qualche minuto al giorno per spingere pulsanti di macchinari o alzare e abbassare commutatori. «E cosa farà per il resto del tempo?» Gli chiediamo noi. Ed egli ci risponde: «Si coltiverà». Questo pover'uomo ha dimenticato, non sa, non può sapere, nella sua posizione antinaturale, che la vera cultura dell'uomo è precisamente il lavoro, ma un lavoro che sia la sua vita, il che, evidentemente, non è il caso di alcun lavoro tecnico. Non si può sapere qual'è il vero lavoro del contadino: se è arare, seminare, falciare, oppure se è nello stesso tempo mangiare e bere alimenti freschi, fare figli e respirare liberamente, poichè tutte queste cose sono intimamente unite, e quando egli fa una cosa completa l'altra. E' tutto lavoro, e niente è lavoro nel senso sociale del termine. E' la sua vita.» Jean Giono, 1938 |
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