Istituto Karatedo Shotokan Italia
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A R B I T R A G G I O (pillole) Articolo
uno – Area di competizione Ø
L’Area
di competizione deve essere piatta e priva d’asperità. Ø
E’
formata da un quadrato di 8 metri per lato (misurato dall’esterno). Ø
Due
linee parallele di 50 cm circa, lontane m 3 l’una dall’altra, devono essere
tracciate ad una distanza di un metro e mezzo dal centro dell’area di
competizione per la posizione dei combattenti. Ø
Due
linee, ognuna lunga mezzo metro, lontane m 4 l’una dall’altra, devono essere
tracciate a 2 metri dal centro. Ø
Il
Presidente di giuria, i segnapunti e i cronometristi, sono posti alle spalle
dell’arbitro centrale fuori dell’area di competizione.
Articolo
due – Abiti Ufficiali Ø
I
concorrenti ed i loro allenatori devono indossare l’uniforme ufficiale. Ø
L’arbitro
ed i giudici devono indossare l’uniforme ufficiale. Il capo arbitri può
estromettere ogni arbitro o giudice che non osservi le regole. Articolo tre –
Organizzazione della gara
Ø
Ci sono
due tipi di gara:
·
Individuale
·
A
squadra Ø
Nelle
gare a squadra, ogni squadra deve avere un numero dispari di concorrenti, previo
accordo con gli organizzatori. Ø
I
concorrenti sono tutti membri della squadra, il numero delle riserve è
variabile. Ø
La
squadra vincitrice è quella con più vittorie individuali. Ø
Se due
squadre hanno lo stesso numero di vittorie, la vincitrice è quella in cui i
concorrenti hanno conseguito più ippon o waza – ari, prendendo in
considerazione sia le vittorie sia le sconfitte. Ø
Nelle
gare con recupero non sono ammessi atleti che hanno perso per hansoku o shikkaku. Ø
Nelle
gare individuali o a squadra, se un concorrente non si presenta, dopo essere
stato chiamato per due volte, il suo avversario sarà dichiarato vincitore. Ø
Il corpo
arbitrale è costituito da un arbitro (shushin) e quattro giudici (fukushin),
inoltre cronometristi, annunciatori e segnapunti oltre il Presidente di Giuria. Articolo 5 –
Durata della gara
Ø
La
normale durata del combattimento è di due minuti effettivi, tempo che può
essere esteso a tre a cinque minuti, secondo le regole del torneo. Ø
In caso
di parità in una gara individuale, ci sarà un ampliamento di uguale tempo (encho
sen). Ø
Nel caso
di ulteriore pareggio, la decisione finale sarà data dall’Arbitro dopo un
consulto con i giudici (fukushin shugo) Ø
Il tempo
della gara inizia quando l’arbitro dà il segnale di cominciare (ajimè) e si
ferma ogni volta che egli chiama <Yame>. Ø
Il
cronometrista darà il segnale (con un gong o un campanello) indicante “30
secondi per finire” e l’arbitro annuncerà <atoshi baraku> Ø
Il
periodo di interruzione deve essere detratto nel tempo di combattimento qualora
insieme allo “yame”, l’arbitro abbia chiesto il “ Jikan”. Ø
Quando
l’arbitro richiede il Jikan deve alzare il braccio destro in posizione
verticale. Articolo 6 – Punteggio Ø
Il
risultato di un incontro sarà così determinato:
·
Quando
un concorrente ottiene due waza ari oppure un ippon
·
Per
hansoku o shikkaku
·
Per
decisione del gruppo arbitrale Ø
Gli
attacchi sono limitati alle seguenti aree:
·
Testa,
faccia, collo , addome, torace, schiena o nuca Ø
Una
tecnica efficace portata nello stesso tempo in cui è segnalata la fine di una
gara, è considerata valida. Un attacco anche se effettivo, portato dopo lo yamè
non sarà conteggiato e può essere ammonito chi lo esegue. Ø
Nessun
attacco anche se tecnicamente corretto, è considerato valido se portato fuori
dall’area di competizione, se uno dei concorrenti è fuori dall’area di
competizione e il suo avversario esegue una tecnica valida mentre si trova
nell’area di competizione e prima che l’arbitro chiami <yamè>,
l’attacco sarà considerato valido. Articolo 7 –
Criterio per determinare l’ippon
Ø
Il
combattimento è decisivo sulla base di un ippon (un punto), cioè di una
vittoria certa e definitiva. Ø
Un ippon
è assegnato sulla base di quanto
segue:
·
Quando
si effettuano tecniche efficaci come ad es. mawashi geri jodan , quindi buona
forma, attitudine corretta, potenza, tempo esatto e distanza corretta. Articolo
8 – azioni e tecniche proibite
Ø
Le
seguenti tecniche sono proibite:
·
Tecniche
che hanno contatto con la faccia, la testa ed il collo.
·
Attacchi
all’inguine.
·
Attacchi
alla faccia con nukite o tecniche con mano aperta taisho, shuto e haito.
·
Proiezioni
pericolose
·
Calci di
tallone
·
Ripetuti
attacchi diretti alle braccia o gambe.
·
Tecniche
di gomito e ginocchio. Ø
Le
seguenti azioni sono proibite:
·
Ripetute
uscite dall’area di competizione o movimenti e schivate atte a perdere tempo
per mantenere eventuale vantaggio.
·
Azioni
inutili al fine del punteggio come afferrare l’avversario, lottare con lui, o
spingerlo violentemente.
·
E’
considerato ammonimento (chui) qualsiasi comportamento scorretto come
provocazioni o commenti.
·
Incapacità
di combattere intesa come mancanza di controllo della propria o altrui incolumità.
Articolo 9 – Squalifiche (hansoku,
shikkaku)
Ø
Se un
combattente porta una tecnica proibita, l’arbitro può ammonirlo (chui) Ø
Se lo
stesso concorrente commette una seconda tecnica proibita, l’arbitro determinerà
la squalifica (hansoku).
·
Avvertimento
(mubobi) = nessun valore
·
Secondo
avvertimento = chui
·
Chui +
chui = hansoku e successivamente
proclama l’altro combattente vincitore. Ø
Se un
concorrente avrà intenzionalmente commesso un’azione proibita l’arbitro lo
penalizzerà con hansoku o shikkaku Ø
L’arbitro
non può penalizzare senza consultare i giudici. Ø
Jogai
(uscita) si riferisce ad una situazione in cui il piede del concorrente è
parzialmente o completamente fuori dall’area di competizione. Ø
Quando
un concorrente esce dall’area di competizione, l’arbitro chiamerà “ yame”
ed ordinerà al concorrente di tornare nella sua posizione iniziale. L’arbitro
annuncerà allora “jogai”al
concorrente interessato e l’incontro proseguirà . Ø
Se lo
stesso concorrente commette un secondo jogai, l’arbitro arresta il
combattimento ed infligge chui. Ø
Se lo
stesso concorrente commetterà un terzo jogai, l’arbitro imporrà la sconfitta
dell’avversario per hansoku. Ø
Shikkaku
si ha quando un concorrente commette un atto che è lesivo al prestigio ed
all’onore del karate do.
·
Quando
un concorrente non obbedisce agli ordini dell’arbitro.
·
Quando
un concorrente mette a rischio l’incolumità fisica sua e degli altri .
·
Quando
con azioni disubbidisce alle regole
della competizione. |