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 Istituto Karatedo Shotokan Italia

                             

                             

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    I kata dello Shotokan-ryu.

    Tutti i Kata.

    Il decalogo del kata

                                

 

 

         Lo shotokan si divide in diversi sottostili ognuno dei quali ha delle      leggere differenze che a volte si possono ripercuotere sui kata, ma fortunatamente sono solo leggere, quindi la forma non viene del tutto stravolta, anzi si somigliano molto.

Le differenze sono :

1)L' altezza delle posizioni che in alcune federazioni sono leggermente più alte

2)La respirazione

3)Alcune particolarità tecniche

Comunque i kata Comuni a tutte i sottostili sono 26.

 

Taikyoku Shodan (causa prima)

Si compone di tre forme: Shodan, Nidan e Sandan.Essendo facili da apprendere e raccogliendo attacchi e parate di base,costituisce un buono studio per i principianti. Nel karate non c'è vantaggio ad attaccare per primi. Per questo è stato scelto il nome di Taikyoku.

-il secondo e' come il 1° ma al posto del pugno medio si usa quello alto

-mentre nel 3° ci sono la parata media verso l'esterno(Uchi-uke)in Kokutsu dachi, oitsuki chudan.

Heian shodan

Heian nidan

Heian sandan

Heian yondan

Heian godan

Le forme heian sono cinque, comprendenti una grande varietà di tecniche e quasi tutte le posizioni fondamentali .Perfezionando gli heian si guadagna la sicurezza di sapersi difendere quasi in ogni circostanza.Il significato del nome deve intendersi in questo senso. L'ordine di queste forme (da shodan  a godan) tradizionalmente era invertito.

Tekki shodan

Tekki nidan

Tekki sandan

La posizione caratteristica del kata è quella del cavaliere. Le gambe divaricate come se si montasse a cavallo e tenute in forte contrazione; la tensione pervade l'esterno della pianta dei piedi, provocando la sensazione di inviare la forza verso il centro. I tekki derivano da una antica forma chiamata Naihanchi  comunque qualunque sia il suo nome questa forma venne scissa in tre forme più corte chiamate Nihanchi shodan, Nidan, sandan, divenute poi nello shotokan Tekki. Tradizionalmente questi kata insegnano come difendersi trovandosi con le spalle al muro o comunque in uno spazio dove ci si può muovere poco. Queste forme inoltre sviluppano la forza del praticante. si racconta un aneddoto secondo cui un maestro di costituzione molto gracile che si allenava quasi esclusivamente in queste forme uccise al primo colpo all'inizio del match il suo rivale di stazza ben più possente della sua.

 

Bassai dai

Bassai sho

Questa forma contiene molti movimenti di parate delle braccia, movimenti che suggeriscono la sensazione di spostarsi da una posizione svantaggiata a una vantaggiosa.

 In bassai sho inoltre si trovano tecniche più morbide e circolari. i Bassai se eseguiti mettono a risalto ed inoltre incrementano tra l'altro le doti di forza e stabilità del praticante

 

Kanku dai

kanku sho

 

I kanku derivano da una forma praticata anticamente chiamata Kushanku insegnata dal omonimo maestro qualche centinaio di anni fa, questa forma si può ritrovare con delle leggere varianti (che tutto sommato non la stravolgono molto nelle esecuzione) in degli stili di karate come il matsubayashi. Il kanku dai come il bassai dai e qualche altro kata sono di importanza fondamentale nello shotokan, perché in esse si ritrova l'anima dello stile. Ai kanku e' affidato il compito di sviluppare tra l'altro l'agilità' e la velocità del praticante

 

Empi

 

Empi molto probabilmente affonda le sue origini nel tomari-te, il suo movimento principale, pugno alto, presa, ginocchiata, attacco basso, e cambio direzione, al volo di una rondine. Il kata contiene molti cambi di direzione ed anche un salto finale abbastanza difficile da eseguire correttamente se non sia ha un allenamento appropriato.

Jiin

Jion

Jitte

I kata Jiin, Jion e Jitte che qualcuno dice essere le tre parti di un antico kata probabilmente originario del tempio di Jion, si riconosco per l'uso di tecniche prevalentemente rettilinee e a mano chiusa e per l'uso talvolta del colpo di palmo orizzontale

 

Hangetsu

 

il nome significa "mezza luna" perché i suoi spostamenti dovrebbero essere proprio a mezzaluna. Questo kata utilizza quasi completamente Hangetsu-dachi(simile al sanchin dachi ma più lungo) . Un altra caratteristica del kata e che viene eseguito per metà in modo simile allo shorei, accentuando la respirazione e per metà in modo shorin

 

Gankaku

Caratteristica di questo kata e' una posizione su una gamba che viene ripetuta più volta nel kata che ricorda la magnifica immagine di una gru su una roccia che punta la preda. Gankaku e' uno splendido kata che richiede grandi doti di equilibrio che comunque si sviluppano con la sua pratica contiene anche un doppio calcio volante frontale(rentobigeri) e parate con gomiti.

 

Unsu

Questo kata che significa 'mani di nuvole e' l'unico a non utilizzare il kokutsu dachi tipico dello shotokan, contiene anche calci multidirezionali, tecniche di finta, ed calci da terra, ed altre tecniche. E' uno dei kata più spettacolari dello shotokan

 

Sochin

 

il kata mette in risalto tutta la forza e la stabilità del praticante, la sua posizione Fudo-dachi (o anche Sochin-dachi) permette di resistere agli attacchi da qualsiasi direzione.

 

Nijushiho

 

E' uno splendido kata apparentemente più facile degli altri kata superiori ma che invece contiene difficoltà non indifferenti, specie nell'alternanza di ritmo nelle tecniche e negli spostamenti, chi lo esegue correttamente sembra come fluttuare senza peso.

 

Gojushiho dai

Gojushiho sho

 

Significa 'cinquantaquattro' o 'cinquantaquattro passi della tigre nera probabilmente, nella versione originale conteneva un movimento ondulatorio che gli aveva fatto acquisire il nome di kata dell'ubriaco, questo movimento e' scomparso nella maggior parte degli stili e' un kata che richiede equilibrio e' forza nelle gambe.

 

Meikyo

 

un altro kata di origine tomari, non molto difficile, tranne che per il salto finale. Sembra come se questo kata voglia ripassare tecniche semplici per vedere se il praticante a sviluppato cattive abitudini.

 

Wankan

 

l'origine di questo kata e' sconosciuta si crede addirittura che sia monco di alcune tecniche

 

Chinte

 

Questo kata che significa 'mano misteriosa o mano stravagante' contiene tecniche insolite come attacchi agli occhi con due dita, ed altre che forse danno il nome al kata

 

IL DECALOGO DEL KATA

1)  LO STATO MENTALE (YIO NOKISIN)                                                  La   concentrazione in cui il karateka deve avere nel momento che esegue il kata, l'atteggiamento marziale che l'individuo assume quando si sente attaccato.

2) L'ATTIVO E IL PASSIVO (INYO)                                                        Ricordarsi nell'esecuzione del kata  il momento dell'attacco e della  difesa.                                     

3) LA FORZA ( CHIKARA NO KIOJAKU)                                                Il modo di utilizzare la potenza e la forza  nell'esecuzione del kata.

4) LA VELOCITA' (WAZA NO KANKYU)                                                                   

5) LA CONTRAZIONE (TAINO SHIN SHOKO)                                            Il grado di contrazione ed espansione del corpo in ogni posizione e tecnica del kata.

6) LA RESPIRAZIONE (KOKYU)                                                                  Si riferisce al controllo della respirazione sempre in perfetta sintonia con ogni movimento del kata.La respirazione corretta è fondamentale nel karate.

7)IL SIGNIFICATO (TYAKUGAN)                                                    Il significato delle varie tecniche. Il karateka per rendere realistico il kata deve eseguire ogni tecnica come se stesse effettivamente combattendo, ricordare il significato di ogni movimento e visualizzarlo mentalmente.

8) UNIONE DI CORPO E MENTE (KIAI)                                                    Attraverso il kiai il karateka esprime la sua massima concentrazione.

9) LA POSIZIONE (KEITAI NO HOJI)                                                       Si riferisce alla corretta posizione da tenersi in ogni azione del kata. In maniera tale da tornare esattamente al punto di partenza (en - busen).

10) LAGUARDIA (ZANSHIN)                                                         Restare nella guardia è lo stato mentale di allerta che si deve tenere a fine kata prima dello yoi.