M.Panzanaro, "Materiali: nuove tecniche di disostruzione su roccia"
Speleologia, n. 28 (1993) p. 79-80
http://imspc1.epfl.ch/michel/Speleo/ticboum.htm
Questa tecnica e` attualmente sconsigliata dalla Commissione
Disostruzioni del CNSAS (Speleologia, n. (199 ) p. ).
Questa tecnica di disostruzione utilizza piccole cariche a salve, del tipo
usato per le pistole chiodatrici, o scacciacani.
Sono disponibili cariche di svariati diametri (in particolare ci sono
quelle da 8 mm) e diversa potenza (contraddistinta dal colore:
verde-extra debole,
giallo-debole, arancio-media, rosso-forte, nera-extra forte).
Si pratica un foro profondo 15-20 cm nella roccia (se e` poco profondo
si produce solo un cratere e tante schegge di roccia).
Il diametro del foro deve essere tale da inserire appena la carica
(fino in fondo).
La carica siene percossa con un tampone in buon acciao elastico; il tampone
non deve deformarsi con l'uso.
E` conveniente asportare uno strato (0.2-0.3 mm) di materiale dalla
superficie del tampone, eccetto per la parte terminale (pochi
millimetri) che deve "chiudere" la carica.
L'esplosione non rincula tanto il tampone, ma piuttosto cede prima
la roccia che si fessura e frantuma.
Se il foro non e` sufficientemente profondo, i gas dell'esplosione
riescono a sfogare attraverso lo spazio fra tampone e foro e l'effetto
e` ridotto, come detto sopra.
E` bene proteggere l'operatore dalle scheggie di roccia coprendo la parte
attorno al foro con un telo o altro materiale che funga da riparo.
Si possono usare piu` cariche sovrapposte, per ottenere un maggior
effetto dirompente.
Per quanto riguarda il "dosaggio" delle cariche valgono le considerazioni
generali sui lavori da mina.
http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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Introduzione
Indice
Cap.1
Cap.2
Cap.3
Cap.4
Cap.5
Cap.6
Cap.7
Cap.8
Cap.9
Cap.10
Bibliografia