8.B Pericolo valanghe
W.Munter, "Il rischio di valanghe", Servizio Valanghe Italiano - CAI, 1992
S.Maggiorini, "Nivo-speleologia e valanghe", Speleologia 34 (1996) p. 78-79
E.Bassetti, "I cinque livelli di pericolo nella scala unificata per
tutti i paesi europei", La Rivista del CAI, ???, p. 14-15.
A.Sartori, "Il travolgimento da valanga",
La Rivista del CAI, Mag-Giu 2001, P. 91-93
La ricerca di cavita` sui pendii coperti di neve, o l'attivita` durante il periodo invernale-primaverile, puo` comportare il rischio di incorrere in valanghe.
Se c'e` una situazione di pericolo di valanghe (secondo i bollettini nivo-meteorologici grado maggiore di quattro) e` meglio non avventurarsi alla ricerca di nuove grotte. Invece puo` succedere di essere colti da forti nevicate all'uscita da grotta: in tal caso e` difficile desistere dal tentare di raggiungere il rifugio lasciando quello (piu` sicuro) della grotta. Naturalmente bisogna essere preparati per una attesa dentro la cavita` a poca distanza dall'ingresso: bisogna essersi portati vestiti di ricambio, piumino, cibo, fornelletto, ... E quando viene l'elicottero a soccorrerci, non ci serve l'imbrago: scende uno specialista che ci issa con un imbrago apposito. Puo` capitare che dovremo lasciare gli zaini: prepariamo le piccole cose importanti da portare con noi.
Dal punto di vista speleologico la neve e` una roccia sedimentaria
cristallina. Dal punto di vista chimico la neve e` acqua cristallizzata
con una percentuale d'aria, che va dal 50% (neve bagnata) al 98% (neve
polverosa o "folle"). Durante l'assestamento la percentuale d'aria si
riduce; il ghiaccio in montagna contiene ancora circa il 10% d'aria.
La neve puo` contenere anche una percentuale di acqua disciolta.
La neve fresca ha in media il 10 % d'acqua.
Le tabelle sotto riportano la classificazione della neva in base alla
sua umidita` e i pesi specifici delle nevi.
Per verificare se la neve e` o meno senza coesione si fa il
test della pala: si prende un
blocco di neve sulla pala, se si disgraga con deboli scossoni
la neve e` senza coesione.
La neve senza coesione e` meno pericolosa della neve con coesione.
Nella prima le valanghe sono polverose (pero` le grosse valanghe
"nubiformi" sono molto pericolose), nella seconda sono valanghe
ricoprenti a lastroni e blocchi.
[FIXME percentuali probabilmente in volume]
Classificazione della neve (umidita`) | |
Neve asciutta | Temperatura < ooC
non si riesce a fare palle di neve (neve polverosa) |
Neve poco umida | Temperatura circa 0oC
appiccicosa |
Neve umida | Comprimendola gocciola acqua |
Neve bagnata | Cola acqua |
Neve molto bagnata | Imbibita d'acqua (neve marcia) |
Peso specifico [Kg/m3] | |
Fresca senza coesione | 30 - 50 |
Fresca debole coesione | 50 - 100 |
Fresca forte coesione | 100 - 200 |
Vecchia asciutta | 200 - 400 |
Vecchia bagnata | 300 - 500 |
Scorrevole | 150 - 300 |
Nevato | 500 - 800 |
Ghiaccio | 800 - 900 |
I fattori climatici che influenzano il rischio di valanghe sono
Si hanno precipitazioni nevose fino a circa 1.5oC, e questo corrisponde a circa 300 metri sotto lo zero termico. Lo zero termico e` l'altezza a cui l'atmosfera ha una temperatura di 0oC. Esso si misura con sonde meteorologiche lanciate nell'atmosfera perche` al suolo la temperatura varia con le ore del giorno (insolazione). La temperatura nell'atmosfera decresce con l'altezza di circa 6.5oC/Km (gradiente termico), percui un grado e mezzo corrisponde a circa 300 m.
L'intensita` e` la quantita` di neve che cade in un dato tempo. Intensita` elevate corrispondono a 3-5 cm/ora, oppure 20-30 cm/giorno. Intensita` di 50 cm/giorno sono molto elevate (anche se in casi eccezionali si possono avere precipitazioni nevose molto piu` intense). Una precipitazione intensa dopo un periodo di bel tempo freddo su un manto consolidato produce uno strato superficiale non legato, che puo` generare valanghe.
L'assestamento e la compressione della neve riduce il rischio di valanghe. Esso dipende dalla temperatura; e` alto intorno a 0oC e basso a temperature sotto zero. Il manto nevoso assume una struttura a strati, dovuta ai periodi di deposizione e assestamento. Su un pendio gli strati subiscono anche scorrimenti, percio` la neve ha un moto combinato verticale (assestamento) e lungo il pendio (scorrimento). Questo moto, detto neviflusso, e` in genere di alcuni millimetri al giorno, ma puo` arrivare anche a decimetri. Se gli strati sono di diversa natura, tendono a muoversi in modo diverso e si inducono tensioni fra loro.
L'andamento della temperatura, determinato dalle condizioni climatiche, influenza il rischio di valanghe. Un riscaldameto veloce aumenta il pericolo perche` riduce l'adesione fra strati superficiali e profondi. Un riscaldamento lento invece riduce le tensioni e produce un assestamento. Un periodo di freddo conserva lo stato di tensione presente nel manto nevoso. Un raffreddamento consolida il manto nevoso. Bisogna inoltre tener conto delle variazioni, nel corso della giornata, delle condizioni dovute all'irraggiamento (le ore pomeridiane sono le piu` pericolose).
La neve fresca riflette la radiazione per oltre il 90%, e quella vecchia riflette tra il 40 e il 70 %, percio` la superficie ricoperta di neve assorbe poca energia solare. Inoltre la neve e` abbastanza termicamente isolante perche` contiene aria. Ne risulta un gradiente termico all'interno del manto nevoso, dal suolo verso l'esterno. Questo puo` provocare all'interno evaporazione d'acqua e successiva solidificazione con formazione della brina di profondita` che forma una interfaccia fra strati che ne diminuisce il legame e favorisce il scivolamento.
Basta un vento moderato (velocita` superiore a 25-30 Km/ora) per creare accumuli di neve (la neve trasportata dal vento e` detta "neve ventata") che formano zone favorevoli per le valanghe.
Quello che conta dunque per la generazione di valanghe non e` tanto la formazione della neve (cioe` il tipo di neve, la cristallizzazione, etc.) ma soprattutto
Il profilo stratigrafico e penetrometrico rileva la successione degli strati, la curva di temperatura, e, per ogni strato, spessore, durezza, forma e dimensioni dei cristalli, e umidita`. Questa analisi e` adeguato per la previsione di grosse valanghe (catastrofiche), ma non per piccole valanghe locali perche` manca una misura del valure della resistenza di base (attrito fra gli strati). Questa puo` essere stimata col test del cuneo di slittamento: si tratta di una fetta triangolare di 3 m2 di superficie (un triangolo isoscele di 2.5 m di base e 2.5 m d'altezza, disposto con la base in orizzontale e l'altezza lungo il pendio), e alto quanto il manto nevoso (o almeno 1.5 m) tagliata nelmanto nevoso in un posto indicativo, per pandenza, innevamento, esposizione, etc. Una persona sale sul cuneo e cerca di farlo scivolare. Si definiscono vari gradi di slittamento (tabella). Se poi c'e` un punto in cui il pendio ha una pendenza maggiore di quella dove si e` fatto il cuneo, si segue la regola pratica che cinque gradi di pendenza in piu` corrispondono ad un grado in meno nella tabella.
Test del cuneo | ||
1 | spontaneo prima di salire | Pericolo |
2 | mentre si sale | |
3 | con la persona | |
4 | flessioni sul posto | Precauzione |
5 | salti sul posto | |
6 | salto dall'alto | Sicuro |
7 | compatto |
Le resistenze secondarie sono quelle alla trazione, compressione, e tagli laterali. Queste dipendono dalla durezza degli strati e sono stimate con test di penetrazione, detto test della mano. Nella tabella sotto sono riportati i gradi di compattezza in base alla possibilita` di affondare nella neve, il pugno, le quattro dita, un dito, etc. La terza colonna riporta i valori di pressione corrispondenti.
Test del pugno | |||
molto tenera | pugno | 0 - 2 Kg | neve slegata o legata |
tenera | quattro dita | 2 - 15 Kg | neve legata |
semidura | un dito | 15 - 50 Kg | |
dura | matita | 50 - 100 Kg | |
molto dura | coltello | > 100 | |
compatta | ghiaccio |
Ogni pendio (con inclinazione superiore a 25o) innevato,
puo` produrre una valanga.
La neve poi non resta sempre uguale; cambia con le condizioni climatiche,
temperatura e vento. Sia un freddo molto intenso che un forte caldo
possono innescare fenomeni fisici che rendono instabile il manto nevoso.
Il vento accumula la neve: sia mentre nevica sia dopo. Puo` creare zone
con pochissima neve e accumuli pronti a cadere.
Cambi di temperature dovuti a pioggia, o vento caldo di caduta (phon),
o scirocco.
Su pendii la neve si assesta scivolando a valle. Questo induce tensioni
nel manto nevoso che possono portare al distacco di lastroni indotto
da (anche piccole) sollecitazioni. I lastroni possono sfaldarsi o (se
piu` duri) rompersi in blocchi.
La maggior parte delle valanghe si produce su pendii con inclinazione
compresa fra 28 e 45 gradi.
Le valanghe possono staccarsi anche in boschi radi.
Piccoli arbusti favoriscono le valanghe poiche producono la "brina di
profondita`", un debole strato di coesione sotto il manto nevoso.
Cedimenti improvvisi sotto i piedi indicano la presenza di strati
interni deboli (pericolo valanghe).
Crepe o fratture indicano invece un assestamento del manto nevoso.
I segni premonitori delle valanghe sono
Il vento e` pericoloso in quanto crea cornici e lastroni e trasporta neve
fresca nelle zono sottovento, compattandola, senza che questa leghi agli
strati sottostanti.
Gia` un vento moderato e` in grado di trasportare accumuli di neve.
Per avere poi una valanga ci deve essere sufficiente pendenza, e
uno strato di neve coerente sun un piano di slittamento.
Altri fattori sono l'esposizione (che determina quindi il riscaldamento
e la temperatura) l'accumulo da parte del vento, a forma del terreno
(pendio, canalone, etc.).
Classificazione del vento | |||
Tipo | Velocita` (Km/h) | Pressione (Kg/m2) | Effetti |
Vento debole | 12 | 7 | il fazzoletto si muove debolmente,
si sente sul viso |
Vento moderato | 25 | 13 | fazzoletto teso,
fastdioso |
Vento forte | 50 | 27 | fischi del vento,
con freddo intenso e` doloroso |
Vento tempestoso | 75 | 58 | vento che urla,
vette e creste "fumanti", rami spezzati, difficile procedere controvento |
Vento violento (uragano) |
100 | 90 | impossibile procedere,
danni ad alberi e case |
Dunque
Spesso la copertura nevosa e` instabile: resiste finche` non sopravviene il peso della persona, questa poi induce lo scollamento che genera la valanga. E non occorre che sia una grossa valanga per travolgerla e sommeggerla. Bastano pochi metri cubi di neve. E uno travolto puo` morire a mezzo metro di profondita`. La neve puo` divenire molto compatta nella valanga ed e` quasi impossibile liberarsi da solo.
Quando si procede in una zona con rischio di valange si sta` distanziati (distanza di sicurezza, ma a vista), si porta lo zaino sulle spalle, senza le braccia infilate negli spallacci, e ognuno tiene uno spezzone di circa dieci metri di corda (ma non ci si lega in cordata). Tenere la bocca coperta da passamontagna o sciarpa. Il primo sceglie la via. L'ultimo e` il piu` esperto, e il penultimo lo controlla.
Quando si e` travolti cercare di tenere la bocca chiusa e respirare col naso.
Su come reagire ci sono suggerimenti contrarstanti:
assumere una posizione rannicchiata, oppure cercare di nuotare e creare
una camera d'aria.
La figura mostra le probabilita` di sopravvivenza al passare del tempo
(in minuti)
per una persona seppellita da una valanga.
Trovare un travolto e` una impresa ardua senza mezzi specifici (Arva, sondini, pala) ed adeguato addestramento. I compagni devono cercare di osservare attentamente cosa succede al travolto. Quando la valanga si ferma uno sta fermo e un altro si muove diretto da quello fermo verso il punto dove questi ha visto il travolto per l'ultima volta. Cercarlo piu` a monte e` supefluo.
Poi ci si libera dagli zaini e si cerca il travolto (e` molto utile in questi momenti la pala da neve). Ascoltare eventuali richiami e cercare oggetti. Se non si trova imediatamente, cercare di fare un setacciamento sistematico. Se si trova il travolto entro 15 minuti ci sono buone probabilita` che sia vivo. Dopodiche` questi rischia di morire per asfissia lenta associata ad ipotermia ed arresto cardiaco. Puo` sopravvivere oltre i 45 minuti se ha trovato una sacca d'aria. Su una zona con un fronte di estensione di 50 m e una lunghezza di 200 m si puo` localizzare il travolto in pochi minuti con mezzi appropriati (arva, sondino) e liberarlo velocemente (usando la pala). Con le mani si riesce a scavare solo la neve fresca.
Se lo si ritrova, non "tirarlo" fuori, ma liberarlo scavando, poiche` puo` essere leso. Liberargli prima le vie respiratorie. Controllare la respirazione, etc. : tutte le procedure per gli infortunati.
L'Arva e` uno strumento molto efficace per ridurre i tempi di ritrovamento di un sepolto (in media da 120 min. a 35 min.; questo pero` riduce la probabilita` di morire solo da 76% a circa 62%, poiche` come detto, oltre 15 minuti e` molto improbabile sopravvivere). Naturalmente dev essere in buono stato (batterie cariche e apparecchio rispondente alle caratteristiche della sua classe di funzionamento) e bisogna saperlo usare (non si puo` mettersi a leggere il manuale di istruzioni solo quando occorre cercare uno che sta` sotto la neve). Percio` e` necessaria una conoscenza tecnico-pratica dello strumento.
Un suggerimento per la sicurezza del ritrovamento sotto valanghe e`
l'uso del pallone da valanga che permette una ricerca ottica del
travolto.
[FIXME COSA E` ? UN PALLONCINO ROSSO VOLANTE ATTACCATO CON UN FILO ? ]
Questa sottosezione riporta la scala del pericolo di valanghe per
sci alpinisti, escursionisti e sciatori fuori pista.
Questa scala e` importante anche per lo speleologo che si appresta
ad una uscita di battuta su una zona innevata in tardo inverno.
Naturalmente prima di partire per una escursione sulla neve bisogna
consultare i bollettini nivometeorologici.
Debole (Faible, Gering, Low)
Moderato (Limité, Mässig, Moderate)
Marcato (Marquè, Erheblich, Considerable)
Forte (Fort, Gross, High)
Molto forte (Très fort, Sher gross, Very high)
Per richiedere aiuto si fanno segnali
visivi (agitando panni rossi), luminosi (con torcia elettrica),
acustici (fischi), o altro, con una frequenza di sei al minuto,
intervallati di pause della durata di un minuto.
Per rispondere ad una richiesta di aiuto si fanno simili segnali,
ma con una frequenza di tre al minuto, e sempre intervallati da pause
di un minuto.
L'elicottero per atterrare ha bisogno di una pazzuola di 20 metri di
diametro, con una zona piana di quattro metri di diametro.
Intorno la piazzuola deve essere libera per una una elevazione sopra i
45o, in modo da permettere all'elicottero di avvicinarsi.
Una persona si dispone al margine della piazzuola, inginocchiato, con le spalle
al vento e la braccia
sollevate a "V", e resta li` per dirigere l'atterraggio cercando
ti tenere contatto visivo col pilota.
Tutti gli altri stanno lontano dalla piazzuola (almeno 20 metri).
E` bene ancorare oggetti leggeri che potrebbero svolazzare in giro
a causa delle pale dell'elicottero.
Il manto nevoso e` in genere ben consolidato e stabile.
Il distacco e` possibile solo con un forte sovraccarico (es.
gruppo compatto di speleologi, uso di esplosivo), soprattutto
sui pendii ripidi estremi.
Sono possibili solo piccole valanghe spontanee.
Condizioni generalmente sicure.
Il manto nevoso e` moderatamente consolidato su alcuni pendii,
per il resto e` ben consolidato.
Il distacco e` possibile con forte sovraccarico (vedi 8.B.1)
soprattutto sui pendii ripidi indicati.
Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee.
Condizioni favorevoli per battute, ma occorre considerare
adeguatamente locali zone pericolose (di solito descritte
in modo piu` dettagliato nel bollettino nivometereologico).
Il manto nevoso presenta un consolidamento da debole a moderato
su molti pendii ripidi
(cioe` con inclinazione superiore a circa 30o).
Il distacco di valanghe e` probabile con debole sovraccarico
(es. singolo speleologo)
soprattutto sui pendii ripidi indicati.
In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media
grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe.
Le possibilta` di battute sono limitate ed e` richiesta una
buona capacita` di valutazione locale.
Il manto nevoso e` debolmente consolidato sulla maggior parte
dei pendii ripidi.
Il distacco di valanghe e` probabile gia` con debole sovraccarico
(vedi 8.B.4)
sulla maggior parte dei pendii ripidi.
In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee
di media grandezza, talvolta anche grandi valanghe.
Le possibilita` di battuta sono fortemente limitate ed e` richiesta
una notevole capacita` di valutazione locale.
Il manto nevoso e` in genere debolmente consolidato e per lo piu'
instabile.
Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su
terreno moderatamente ripido.
Le battute non sono generalmente posiibili.
8.B.4 Segnali di emergenza
Il segnale convenzionale internazionale di richiesta di soccorso e`
la posizione con le braccia alzate a "V" (figura).
La posizione con un braccio alzato ed uno abbassato indica che non si
richiede soccorso.