AA.VV., "Il sogno in fondo al pozzo", GSV Varese, 1989
Alessandro Uggeri, "Analisi geologico-ambientale di un massiccio
carbonatico prealpino (M. Campo dei Fiori, Varese): geologia,
geologia del quaternario, idrogeologia", Tesi di dottorato,
Universita` degli Studi di Milano, 1991.
Poligrotta, Nr. 3, Ott. 1995
Poligrotta, Nr. 4, Mar. 2001
Il monte Campo dei Fiori e` un massiccio carbonatico disposto a dorsale orientata Est-Ovest rappresentante il fianco meridionale di una grande piega, l'anticlinale di Brinzio Maroggia, costituita da roccie sedimentarie (in genere marine), i cui strati si immergono verso Sud con una pendenza di 30-40o. La faglia di Marzio separa il settore settentrionale (M.te Martinello) che rappresenta il fianco meridionale della sinclinale della Valganna, da quello meridionale (anticlinale di Brinzio Maroggia).
Poiche` la pendenza del versante sud del massiccio e` inferiore a quella degli strati, andando da nord verso sud si incontrano formazioni rocciose di eta` via via piu` recente. Nel settore occidentale l'immersione degli strati ruota gradualmente verso ovest fino a disporsi in assetto Nord-NordOvest in corrispondenza della faglia di Marzio.
L'origine sedimentaria marina delle rocce e` confermata dalla presenza di fossili marini come gusci, molluschi, coralli e alghe depositati in un mare caldo e poco profondo che esisteva nella zona prima dell'orogenesi alpina. E` proprio il corrugamento del fondo di questo mare che ando` a formare le alpi e le prealpi di cui il Campo dei Fiori e` una delle ultime propaggini.
L'analisi della fratturazione mostra molti sistemi di fratture, con prevalentemente alto angolo di inclinazione (circa 70o) e direzione Nord-Sud (10-20o).
A settentrione del massiccio affiora il basamento cristallino costituito da rocce metamorfiche (felsiche) intruse entro vulcaniti e micascisti durante il periodo Permiano.
Al di sopra di questo basamento si trovano le serie Verrucano -Servino. Si tratta di conglomerati fini, nella parte basale, e arenarie e peliti, disposte in strati e banchi, nella parte superiore. Sono quindi depositi di un ambiente di terra emersa e di litorale, rispettivamente. Lo spessore di questa formazione e` di circa 70 m e l'eta` e` Scitica.
Durante il Triassico si depositarono prevalentemente fanghi calcarei che andarono a costituire poi le potenti serie carbonatiche formate da litotipi dolomitici, calcareo-dolomitici e calcarei. La prima formazione carbonatica che si osserva e` la Dolomia di San Salvatore che affiora estesamente sul settore nord orientale del Campo dei Fiori e, con discontinuita`, nel versante nord. Presenta una stratificazione massiva ed indistinta ed e` spesso intensamente tettonizzata. In Valganna questa formazione e` sede di fenomeni carsici ipogei di cui pero` non si hanno tracce nel Campo dei Fiori.
Verso la fine del Triassico le piattaforme carbonatiche si riducono, ed il mare si assotiglia: si instaura un ambiente litorale con frequenti maree in cui vanno a depositarsi i materiali erosi dalle terre emerse (Formazione di Cunardo). Questa formazione e` costituita da dolomie marnose e marne dolomitiche ben stratificate. Affiora sul versante nord.
Le successive marne del Pizzella sono costituite da dolomie marnose relativamente compatte intercalate a marne dolomitiche scagliettate. Il colore varia dal bruno rosato, al rosso, al verde. Il periodo e` il Carnico superiore e affiorano raramente perche' coperte da depositi di versante della sovrastante Dolomia principale. Lo spessore varia da nullo a 20 metri.
Queste ultime due formazioni sono importanti per il carsismo in quanto a causa della ridotta carsificabilita` formano un orizzonte impermeabile, proponendosi come livello di base delle manifestazioni carsiche che si generano nelle rocce sovrastanti. E` infatti in corrispondenza di queste marne che si trovano molte sorgenti tra le quali la piu` conosciuta e` la sorgente del Vellone.
Sopra queste marne si trova la Dolomia principale costituita da dolomie calcaree depositatesi in ambiente marino basso. Il colore e` nocciola chiaro, e l'eta` e` il Norico. Lo spessore arriva a 100 metri. E` costituita da banchi di spessore variabile da uno a 4 metri. Affiora nelle vicinanze dell'abitato di S. Maria del Monte e costituisce le bianche pareti nord del monte Tre Croci. Il limite superiore e` marcato dalla presenza di un banco marnoso verdastro.
Sopra la dolomia principale si osservano altre formazioni dolomitiche: la Dolomia del Campo dei Fiori e la Dolomia a Conchodon. La prima, di colore grigio-nocciola chiaro, e` caratterizzata da alternanze di dolomie a calcari ben stratificati con sottili intercalazioni di marne verdi, depositatesi in acque basse e calde. Ha spessore di 50 metri e strati da 30 cm a un metro. La seconda, costituita prevalentemente da calcari puri (malgrado il nome), e` ricca di fossili e di strutture sedimentarie che testimoniano un ambiente di deposizione di piattaforma carbonatica. Il colore varia da bruno a grigio rosato. L'eta` e` il Retico superiore. Ha aspetto compatto e stratificazione massiccia. Lo spessore varia da nullo (a nord-est) a 40 metri (a ovest).
Al termine della deposizione della Dolomia a Conchodon (nel tardo Retico) tutta la zona si innalza, esce dal mare e viene erosa dalle acque superficiali e dal vento instaurandosi condizioni climatiche tali da permettere la formazione di veri e propri suoli (Terre Rosse).
Nel successivo periodo (Giurassico) il mare torna ad avanzare ricoprendo tutta l'area prima emersa e si ha deposizione della Formazione di Saltrio, costituita da calcari di ambiente marino basso, e della Formazione di Moltrasio, costituita da calcari e calcareniti, talvolta marnosi, con selce diffusa in noduli, lame e straterelli. La stratificazione e` sempre ben evidente con spessore decimetrico. Quest'ultima affiora su tutto il versante sud del Campo dei Fiori ed e` la sede principale del carsismo nell'area. Ha color grigio-nocciola e spessore di alcune cantinaia di metri.
Le formazioni di eta` piu` recente sono quasi totalmente ricoperte da depositi morenici quaternari (che arrivano fino a quota 600-700 m). Nel quaternario la zona e` interessata da imponenti colate glaciali, provenienti dalle Alpi che hanno determinato la deposizione di enormi quantita` di detriti rocciosi andando a mascherare il substarto roccioso.
Il Campo dei Fiori e` ben carsificato in profondita` ma presenta poche morfologie carsiche superficiali. Quasi assenti sono le doline e i karren probabilmente perche' le componenti marnose e selcifera della roccia maggiormente affiorante (il calcare di Moltrasio) non ne favoriscono lo sviluppo. Esse hanno eta` anteriore alle glaciazioni Plio-quaternarie.
Sulle creste si osservano piccole vallette (chiamate zanyon), parallele allungate in direzione del pendio, con fondo piatto e generalmente riempite perzialmente di sedimenti argillosi rossastri.
Terrazzamenti orizzontali, larghi 10-20 metri e lunghi oltre 100 metri, interrompono il pendio. Sono distinguibili due tipi:
Le valli carsiche sono ampie vallette degradanti verso Sud, spesso con aspetto dirupato, fondo ricoperto da detriti e depositi di versante. Queste forre tagliano sovente i sistemi carsici e terminano a contatto con i depositi glacialiche le riempiono parzialmente. Percio' hanno un'eta` posteriore a larga parte del carsismo, e anteriore alle glaciazioni. La loro presenza testimonia un aumento dell'energia del rilievo.
Il sistema carsico ipogeo del Campo dei Fiori puo` essere suddiviso in tre zone:
Le principali risorgenze del massiccio (ad eccezione del settore nord occidentale) sono la Sorgente di Luvinate, il Fontanone di Barasso, la Sorgente di Valle Luna, e il troppo-pieno di Rio Tinello. Si tratta di sorgenti tutte sepolte sotto spessori (10-40 m) di sedimenti fini che inibiscono lo smaltimento di piene e fanno quindi salire il livello della falda in occasione di piene repentine, fino ad attivare il troppo-pieno di Rio Tinello.
La Dolomia del Salvatore e' carsificabile, ma non sono note cavita` nel Campo dei Fiori. Il calcare di Cunardo e le marne di Pizzella sono ben poco carsificabili e separano la serie carbonatica del Trias da quella del Norico-Lias. La dolomia Principale e` limitatamente carsificabile, pero` nel Campo dei Fiori presenta numerose cavita` tettoniche (impostate in corrispondenza di fratture) e condotte carsiche nella parte superiore.
La Dolomia del Campo deiFiori e la Dolomia a Conchodon hanno invece una buona carsificazione con gallerie a "gradini", cioe` con alternanza di tratti orizzontali e verticali.
Il calcare di Moltrasio e' la formazione piu` carsificabile del massiccio, con gallerie in genere parallele alla stratificazione. Cio` e` dovuto alla presenza di struture poco carsificabili, quali giunti di strato marnosi e selce. Sono comuni fenomeni di corrosione selettiva, con selce in rilievo. Il contatto con la Dolomia a Conchodon e` la sede preferenziale per lo sviluppo del carsismo ipogeo.
La Maiolica e` ben carsificabile, pero` sono note pochissime cavita` dato che affiora limitatamente e solo nella parte bassa, al di sotto della quota raggiunta dai ghiacciai.
Le cavita` del Campo dei Fiori sono molto ricche di depositi, spesso organizzati in serie deposizionali, la cui analisi permette di ottenere informazioni sull'evoluzione del carsismo nel massiccio. Distiguiamo i depositi secondo il tipo di trasporto:
La prima fase di carsificazione si ha durante l'emersione Cenozioca. In questo periodo si formano le condotte freatiche lungo strato.
Successivi varie tappe di sollevamento e abbasamento sono registrate nei livelli antichi di terrazzamenti e condotte freatiche suborizontali. Si contano quattro tali livelli, diversificati per quota,
La terza fase vede la regressione Messiniana con abbassamenti del livello, disattivazione di valli antiche e condotte freatiche, formazione di valli carsiche e forre ipogee.
Durante il Pliocene superiore si ha emersione del massiccio, con lo sviluppo del sistema carsico in clima caldo, con copertura dei suoli. Questo favorisce l'aggressivita` dell'acqua e quindi l'erosione e la corrosione ipogea, con depositi di argille (rossastre), ghiaie, e speleotemi.
Nella successiva prima fase fredda di glaciazione (dal Pliocene a 250000 anni) nelle gallerie a quota superiore al ghiacciaio si ha deposizione periglaciale: depositi di massa, e decantazione, con materiale erosionale di superficie. Le gallerie sommerse sono allagate e quindi si hanno depositi di torbida.
Nel periodo caldo seguente (da 220000 a 170000 anni) si hanno nuovamente speleotemi.
Nelle glaciazioni recenti (da 170000 a 17000 anni) il ghiacciaio resta ad una quota inferiore rispetto alla precedente glaciazione (270 m slm). Si ha una diminuzione del volume dei depositi superficiali mobilizzabili all'interno delle cavita` per l'ostruzione delle gallerie di accesso. I depositi sono di limo ed argilla.
Infine nel periodo ultimo recente, caldo, si ha erosione di sedimenti ipogei e concrezionamento.
Grotta | Sviluppo (m) | Profondita` (m) | Quota degli ingressi (m. slm) |
---|---|---|---|
Marelli | 5713 | -512 | 1027 |
Schiapparelli | ... | -640 | ... |
Nuovi Orizzonti | 7080 | -228 +11 | 610 |
Remeron (e Remerazzo) | 2330 | -252 +90 | 720, ... |
Scondurava | 650 | -305 | 970 |
Scondurelli | 650 | -263 | 1085 |
Frassino | 2540 | -94 +60 | 900, ... |
Via col vento | 2891 | -236 | 1015, 1045 |
Befanassa | 476 | -254 | 1167 |
Ghiri | ... | -260 | ... |
Tra le cavita` minori ricordiamo