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7.G Fisica del clima ipogeo

G.Badino "Fisica del clima sotterraneo", Memorie SSI, Bologna 1995.
Ranald V.Giles, "Fluid mechanics and hydraulics", McGraw-Hills 1962.
http://webbook.nist.gov/ N.I.S.T. Chemistry WebBook

Questa e` una sezione di "Fisica Tecnica", e sarebbe tutta scritta in caratteri piccolissimi se non fosse per l'importanza che ha nella comprensione della speleogenesi e dell'evoluzione delle grotte.

7.G.1 Simboli e unita` di misura

Questa sezione e` piena di formule; per facilitare la lettura elenchiamo i simboli usati per le varie variabili e le unita` di misura.

A area, sezione m2
C calore specifico, capacita` termica KJ / Kg oK
C capacita` ...
D diametro m
d densita` Kg/m3 = gr/l
E energia J = Kg m2 / sec2
1 cal = 4.186 J
1 eV = 1.60 10-19J
f coefficiente d'attrito  
F flusso (volumetrico) m3/sec
FM flusso (di massa) Kg/sec
FR perdite di carico m
G gradiente termico oK / Km
g accelerazioen di gravita` 9.81 m/sec2
H altezza m
H entalpia J
h coefficiente di convezione  
K condicibilita` termica Kcal / m oK ora
KB costante di Boltzmann 1.381 10-23 J/oK
k esponente politropico ( Cp / Cv )  
L lunghezza m
L induttanza ...
M massa molare gr/Moli
m massa Kg
N numero  
n numero di moli Moli
P pressione Pa = Kg / m sec2
1 atm = 101325 Pa = 104 Kgp/m2
Q calore Kcal = 4.186 KJ
R costante dei gas 8.31 J/ oK Mole = 1.987 cal/oK Mole = 0.0826 atm l / M oK
R resistenza ...
R, r raggio m
Re numero di Reynolds 2 R v d / u
S costante di Stefan-Boltzmann 4.96 10-8 Kcal/m2 ora oK4
T temperatura oK
t tempo sec
u viscosita` N sec / m2
V volume m3
v velocita` m/sec
W potenza J / sec
w frequenza sec-1
X elasticita` N-1
Y larghezza m
Z, z altezza m

7.G.2 I fluidi

L'aria nelle condizioni di grotta e` un gas quasi ideale, per cui vale la legge dei gas ideali

P   V = N   R   T

dove P e` la pressione, V il volume, N il numero di moli, T la temperatura (misurata in gradi assoluti), e R e` una costante (detta appunto costante dei gas) che vale 0.0821 l atm/oK Moli = 8.31 J/oK Moli. Una mole di gas occupa in condizioni normali circa 22.4 l, percio` ci sono 44.64 moli per metro cubo.

Dividendo per la massa M e usando la densita` d=M/V questa legge si scrive

P = d Ra  T = d R T / Ma

dove Ra = R / Ma e` la costante dei gas divisa per la massa molare dell'aria (massa effettiva che vale 28.9 g/Moli), per cui Ra = 2.84 atm/oK   l/Kg. Per il vapor acqueo Rv = 4.56 atm/oK   l/Kg.

La legge di Dalton esprime la pressione parziale di un gas in una miscela. Essa e` proporzionale alla pressione totale, con il coefficiente pari alla frazione (molare) del gas nella miscela. Per esempio la pressione di vapore acqueo nell'aria e`

Pv = Nv / N   P

La legge di continuita` esprime la conservazione della materia: per un fluido in movimento il prodotto della densita` d per la sezione del condotto A per la velocita` v e` costante:

FM = d A v = cost.

Se il fluido e` quasi incomprimibile (come l'acqua) la densita` resta costante e` questa equazione si semplifica (conservazione del "volume"):

F = A v = cost.

La legge di Bernoulli esprime la relazione fra le velocita` di un fluido (per esempio l'aria) in due punti di una condotta (galleria o strettoia), le quote di questi, e la pressione del fluido nei due punti,

g Z1 + P1  / d + v12  /  2 + U1 = g Z2 + P2  / d + v22  / 2 + U2 + E

dove E e` l'energia "scambiata" durante il movimento dal primo punto al secondo. Da notare che l'energia viene espressa in m2/sec2 poiche` e` divisa per la massa unitaria. Questa relazione esprime essenzialmente la legge di conservazione dell'energia. Il primo termine e` l'energia potenziale, il secondo la pressione interna, il terzo l'energia cinetica, il quarto l'energia interna. Il termine E contiene il contributo di lavoro L e gli effetti dissipativi (viscosita` e attriti) Q. L'energia degradata e` Ediss = U2 - U1 + Q e risulta sempre non-negativa. Cambiamenti di stato (riscaldamento, evaporazione/condensazione di vapore, ...) complicano notevolmente questa relazione.

Il moto di un fluido avviene secondo due differenti modi:

Il numero di Reynolds esprime il rapporto fra la forza di inerzia (d Pi r2 v2) e quella di viscosita` (u 2 Pi r L dV/dr) e` definito come

Re = 2 r v d / u

dove u e` la viscosita` e r e` la dimensione tipica del condotto. Esso determina il tipo di moto: laminare per Re < 2000, turbolento per Re > 2500. La transizione fra i dui tipi di moto avviene per valori fra 2000 e 2500. Per l'acqua il valore di r v per cui si ha la transizione corrisponde a circa 0.015 m2/sec, per l'aria e` 0.002.

Viscosita` dinamica (N sec/m2) 0oC 10oC 20oC
acqua 1.80 10-3 1.31 10-3 1.01 10-3
aria 1.70 10-5 1.75 10-5 1.80 10-5
O2 1.92 10-5   2.03 10-5
N2 1.67 10-5   1.75 10-5
CH4     1.09 10-5
C02     1.46 10-5

Le perdite di carico rappresentano la dissipazione di energia a causa di attriti col movimento del fluido. Si misurano in metri secondo la relazione

d g FR = dP

che esprime la caduta di pressione dovuta alle perdite di carico.

In un condotto lungo e stretto, quale un tubo, in regime laminare il profilo di velocita` dipende dalla distanza radiale,

v(r) = dP/(4 L u) (R2 - r2)

La velocita` media, definita in modo che la portata sia Q = A vM, risulta

vM = dP/(8 L u) R2

Le perdite di carico sono proporzionali alla velocita` media del flusso (formula di Hagen-Poiseuille)

FR(m) = 32 (u L / d g D2)   vM (m/sec)

dove L e D sono le dimensioni (lunghezza e diametro) del condotto, u e` la viscosita` (dinamica) del fluido e d e` la sua densita`. Per l'aria d=1.24 Kg/m3 e u=0.0000018 Kg sec/m2 (a 10 oC, dato che entrambe questi coefficienti dipendono dalla temperatura), percio` le perdite di carico in un tubo in regime laminare sono

FR(m) = 0.0000465 (m sec) L(m)/D(m)2   v (m/sec)

Per una fessura bassa (altezza H) e larga (Y) (e di lunghezza L) il profilo di velocita` in regime laminare vale

v(x) = (dP/2 L u) (H z - z2)

La velocita` media e` vM= dP H2/12 L u. Le perdite di carico sono

FR = 12 (u L / d g H2) vM (m/sec)

dove L ed H sono lunghezza ed altezza della fessura.


coeff. di attrito E` raro che l'aria abbia un moto puramente laminare in un condotto naturale, percio` la formula sopra riportata rappresenta solo un valore indicativo per le perdite di carico. Solitamente il moto dell'aria in grotta avviene, in prossimita` delle pareti, in regime turbolento a causa delle disuniformita` di queste. In regime turbolento le perdite di carico sono proporzionali al quadrato della velocita`, (formula di Darcy-Weisbach)

FR (m) = f L /(2 g D) v2

dove f e` il coefficiente d'attrito. La letteratura abbonda di formule empiriche per il coefficiente di attrito. Per tubi lisci citiamo la formula di Blasius

f = 0.316 Re-0.25

che e` inferiore a circa 0.04. Una formula piu` generale e` quella di Colebrook

1/sqrt( f ) = -2 log( 0.27 e + 2.51 /(Re sqrt(f) )

dove e e` la rugosita` relativa del condotto (rapporto fra la dimensione delle irregolarita` e il diametro). La figura a lato riporta i valori di f per alcuni tipici valori della rugosita` al variare del numero di Reynolds. Per le grotte dunque possiamo assumere f=0.1 - 0.2 come ordine di grandezza.

Queste sono tanto piu` importanti quanto piu` l'aria scorre velocemente, e quindi nelle strettoie dove la velocita` del flusso cresce inversamente proporzionale alla sezione (per mantenere uguale portata nella condotta larga come nella strettoia; trascurando la compressibilita`),

F = v   A = costante

Anche nelle curve si hanno perdite di carico (v. sez 9.3),

FR = c v2 / 2 g

dove il coefficiente c e` prossimo all'unita`. Slarghi e restringimenti repentini inducono perdite di carico analogamente alle svolte.


Dal grafico delle perdite di carico in funzione del numero di Reynolds (ovvero della velocita` del flusso), v. figura, si vede che per piccole velocita` le perdite di carico in regime laminare sono maggiori che quelle in regime turbolento, mentre per grandi velocita` avviene l'opposto. Il fluido spinto dalla forza dP/L si pone nello stato di moto che piu` efficacemente riesce a contrastare (mediante le perdite di carico) questa forza.

Una galleria lunga ha un numero di svolte approssimativamente pari al numero di tiri di rilievo, N=L/D dove D e` la distanza media di un tiro di rilievo. L'ampiezza media delle curve e` stimabile in base al rapporto fra lo spostamento S e la lunghezza della galleria: a=2 arcsin(S/L). Il valore medio del coefficiente c per le curve e` (1-a/Pi)/(1+2a/Pi) (Questa formula esprime il fatto che c vale 0 per curve a 180 gradi, 0.25 per curve a 90 gradi e 0.50 per curve a 45 gradi). Pertanto le perdite di carico per una galleria sono

FR = (1-a/Pi)/(1+2a/Pi) L/D v2/2 g

7.G.3 Il calore

Quando un corpo cede calore si reffredda, e si riscalda quando ne acquista. Il calore si misura in calorie, ma dato che e` una forma di energia si puo` esprimere in Jaule: 1 cal = 4.186 J. La variazione di temperatura e` proporzionale al calore scambiato, Q, e alla massa del corpo, m:

Q = C m dT

Il coefficiente di proporzionalita` C e` chiamato capacita` termica (detto anche calore specifico a pressione costante, per essere precisi). La tabella sottostante riporta alcuni valori di C (alla pressione di 1 atm; da tener presente che C varia con la temperatura). La capacita` termica dell'acqua e` molto superiore a quella dell'aria, pertanto quando aria ed acqua sono insieme l'aria tende ad assumere la temperatura dell'acqua, a meno che la quantita` d'aria non sia molto superiore a quella dell'acqua. Questo avviene, per esempio, per la pioggia: le goccie di pioggia attraversano cosi` tanta aria che la loro temperatura e` determinata da questa, percio` la pioggia arriva al suolo ad una temperatura prossima a quella ambiente.

Capacita` termica cal/g oK KJ/m3 oK KJ/Kg oK
acqua (liquida) 1.00 4186 4.186
ghiaccio (tra -40 e 0oC) 0.505 + 0.00186 T[oC] 1800  
vapore d`acqua 0.45 1.51 1.93
aria 0.24 1.28 1.00
aria satura 0.48 ??? ???
CO2 0.15 1.23 0.62
calcare 0.20 2257 0.87
terra 0.3 - 0.4    
alluminio 0.217    
acciao e ferro 0.12    

Quando l'acqua fonde, (cioe` passa da ghiaccio ad acqua liquida) essa assorbe calore, ma la sua temperatura non varia. Il calore necessario per cambiare di stato un grammo di una sostanza e` detto calore latente (di fusione, o evaporazione, o sublimazione). I calori latenti per l'acqua sono riportati nella seguente tabella. L'espressione del calore di evaporazione in funzione della temperatura e` detta formula di Reynolds.

Calori latenti per l'acqua cal/g KJ/g
Evaporazione 598 - 0.55(T-273) 2.26
Fusione 80 0.334
Sublimazione 678 2.83

Il calore si trasmette per

Il flusso di calore trasmesso per conduzione e`

dQ/dt = K (A/L) DT

dove A e' l'area di contatto e  L e` lo spessore attraverso cui avviene la trasmissione. Il coefficiente K e` la conducibilita` termica della sostanza. Questa relazione esprime la proporzionalita' fra il flusso di calore e la differenza di temperatura, ed e' simile alla legge di Ohm. Il termine K A/L si chiama conduttanza termica, e il suo reciproco e' la resistenza termica. Per la composizione di conduttanze e resistenze in serie e/o in parallelo valgono relazioni analoghe a quelle dell'elettrotecnica.

Conducibilita` Termica kcal/m oK ora
basalto 1.1 - 2.4
granito 2.7 - 3.5
calcare 0.6 - 0.8 [FIXME 1.1 ?]
arenaria 1.1 - 1.5
marmo 1.8 - 3.0
terra 0.5 - 1.0
argilla (10% acqua) 1.0 - 2.0
ghiaccio 1.2 - 1.9
acqua 0.48 ( 1 + 0.003 T[oC])
aria (secca) 0.0203 ( 1 + 0.0006 T[oC])
anidride carbonica 0.0121 ( 1 + 0.0004 T[oC])
alluminio 178
acciaio 9 - 25
ferro 40 - 50

Il calore e` trasmesso per convezione quando la trasmissione e` dovuta al movimento di masse, a diversa temperatura, all'interno di un fluido. Un fluido e` in convezione naturale quando il suo moto e` dovuto solo a differenze di densita` indotte dai gradienti di temperatura al suo interno. Si parla di convezione forzata quando il moto del fluido e` indotto da altre forze esterne. Percio` l'aria dei moti convettivi che coinvolgono tutta la grotta e` in convezione forzata rispetto allo scambio termico con le pareti. Piccoli moti convettivi locali possono essere invece considerati come convezione naturale.

Il calore emesso per irraggiamento e`

Q = E   A   S   T4

dove A e` l`area del corpo, e S=4.96 10-8 Kcal/m2 ora oK4 . E si chiama coefficiente di assorbimento del corpo (poiche' ogni corpo emette radiazione tanto bene quanto la assorbe). L'energia irradiata non si distribuisce uniformemente, ma proporzionalmente al coseno dell'angolo che la direzione di emissione forma con la normale alla superficie (legge di Lambert).

Coeff. di assorbimento  
acqua 0.66
superfici bagnate 0.66
alluminio 0.8 (ossidato)
roccia 0.7
ferro 0.4 - 0.9 (ossidato)
stoffe 0.77
terra 0.37 - 0.65
argilla 0.38

Il calore trasmesso per irraggiamento da un corpo a temperatura T1, ad un altro corpo a temperatura T2 inferiore, e'

Q = E' A1 S ( T14 - T24 )

dove E' dipende dalla configurazione geometrica e dai coefficienti di assorbimento dei due corpi. Per pareti vicine e parallele, E' = 1 / ( E1-1 + E2-1 - 1 ) Se il corpo freddo contiene quello caldo (come nel caso della galleria e dello speleologo) E' = 1 / ( E1-1 + (A1/A2) [ E2-1 - 1 ] ) e, trascurando l'area dello speleologo rispetto a quella della galleria, E' = E1 A1.

Il sole ha una temperatura superficiale di 6000oK percio` emette radiazione essenzialmente tra 0.2 e 2.5 micron. La terra con una temperatura di circa 300oK emette radiazione infrarossa con lunghezza d'onda tra 4 e 24 micron. Il flusso netto di energia (energia che arriva alla terra dal sole meno quella emessa) si ripartisce in calore ceduto all'aria, calore trasmesso al suolo, calore utilizzato per l'evaporazione, e calore per la fotosintesi (quest'ultimo vale 1 - 3 % ed e` sovente trascurabile).



Lo scambio di calore tra un fluido e una parete solida, con cui e` a contatto, e` descritto dalla relazione

dQ/dt = h A DT

dove h e` detto coefficiente di adduzione ed e' la somma del coefficiene di conduzione/convezione (o semplicemente coefficiente di convezione) hc, e di quello di irraggiamento hr. Il primo dipende da molti fattori, tra cui la natura e velocita' del fluido, la rugosita' della parete, e la temperatura media. La tabella sotto riporta alcuni valori piu' comuni.

Il contributo dovuto all'irraggiamento e'

hr = 4 ( 1 + T/100 ) a

dove a e' il coefficiente di assorbimento, e la tempertaura e` espressa in oC.

Coeff. di convezione Kcal / m2 oK h  
aria ferma pareti 2 P0.5 DT0.25 P = pressione in kg/cm2
aria ferma galleria P0.5 (DT/d)0.25 d = diametro galleria in m
aria in moto debole   5 + v/1100 v = velocita` in m/ora
aria in moto forte   500  
acqua ferma pareti (3 + DT/10) (40 + T) T = tempertaura media in oC
acqua in moto   200 ( 1 + 0.002 T ) v T = temperatura acqua in oC
v = velocita` acqua in m/ora
vapore condensante   10000 in genere tra 6000 e 40000
vapore non saturo galleria f P v / T f = 0.2 - 0.5, valori bassi per T, v bassi, (dvp) alti
P = pressione in Kg/cm2
T = temperatura in oC
v = velocita` in m/ora

[FIXME: altra formula empirica per il coefficiende di convezione per acqua in moto: 300 + 1800 v[m/sec] da` valori abbastanza simili a quelli sopra.

Per i gas, dalla teoria cinetica si ha h = B u g cv , dove u e` la viscosita`, g=9.8 m/sec2, e B e` un coefficiente che per i gas biatomici e` circa 2. ]

Il coefficiente di convezione h puo` essere espresso, facendo una analisi dimensionale delle quantita` coinvolte, tramite variabili adimensionali. Assieme al numero di Reynolds definiamo altri "numeri":

Nusselt NNu = h L / K
Prandtl: NPr = C u / K
Grashof: NGr = (L3 d / u2)   d g a (T - To)
Rayleigh: NRa = NGr NPr

dove T - To e` la differenza di temperatura fra la parete e l'interno del volume di fluido. a e` il coefficiente di dilatazione isobara: g d a (T-To) rappresenta il campo di forza agente sul fluido. Il Numero di Grashof e` legato a quello di Reynolds: nel caso di convezione naturale la velocita` e` proporzionale all'area D2, al campo di forza, ed inversamente alla viscosita`. Esprimendo la velocita` in questo modo il numero di Reynolds diventa quello di Grashof.

Il numero di Nusselt esprime il rapporto fra flosso di calore convettivo e flusso conduttivo. Il numero di Prandtl esprime il rapporto fra i coefficienti di diffusione della quantita` di moto (u/d) e del calore (K/d Cp). In base alla teoria cinetica, dovrebbe essere pari al rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costanti. In pratica, per i gas reali, e` abbastanza costante in base al numero di atomi nella molecola. Per i gas monoatomici vale 0.67, per i gas biatomici 0.70, e per quelli triatomici 0.89.

Un coefficiente globale e gli esponenti delle relazioni empiriche sono poi determinati sperimentalmente. Per la convezione forzata con moto turbolento si ha

NNu = 0.023   Re0.8   NPr0.3

(Se il fluido non cede calore l'esponente di NPr e` 0.4). In particolare per l'acqua (se non cede calore),

h = 0.023 K0.6 (d v)0.8 (C / u)0.4 D-0.2

Per la convezione naturale, in assenza di accelerazioni e per pareti verticali, si ha

NNu = 0.555 NRa0.25

Per l'aria (su pareti alte Z) si puo` semplificare

h = 1.22 (dT / Z)0.25

Mettendo assieme l'equazione della variazione di tempertaura con quella del flusso di calore, si ottiene una equazione di diffusione (per la temperatura, detta anche equazione di Fourier),

C m dT/dt = q + K d2T / dx2

dove abbiamo inserito anche un termine q che rappresenta la produzione di calore. La soluzione di questa equazione non e` difficile. Per esempio nel caso stazionario (dT/dt=0) senza sorgenti di calore (q=0), per una parete si ha che la temperatura varia linearmente,

T(x) = T1 + (T2 - T1)   x/H

Densita` (gr/l) a 0 oC a 10 oC a 20 oC
acqua liquida 999.84 999.73 998.23
acqua solida ...    
aria secca (1 atm) 1.2928 1.247 1.205
aria umida (1 atm) 1.290 1.241 1.194
roccia 2600    
calcare 2400 - 2700    
dolomia 2300 - 2900    
calcite 1800 - 2800    
aragonite 1800 - 2700    
gesso 2300    
ossido di carbonio (CO) 1.2504    
anidride carbonica (CO2) 1.9769    
acetilene (C2H2) 1.1791    
butano (C4H10) 2.6726    
propano 2.0196    

 

7.G.4 La Roccia

Riportiamo dalla sezione 7.6 i valori tipici di un massiccio carsico (per 1 Km2 di superficie):

La roccia e` un pessimo conduttore di calore. Le variazioni di temperatura si trasmettono all'interno della roccia molto attenuate in ampiezza e ritartdate di fase. Percio` la temperatura della roccia in profondita` e` essenzialmente stabile e costante, e pari al valor medio annuale delle temperature esterne degli ultimi millenni.

Onda termica

L'equazione che modella questo la diffusione del calore nella roccia e` detta equazione del calore,

(C d / K) dT/dt = D2T/dx2

dove K e` la conducibilita` termica, C e` la capacita` termica e d e` la densita`. Questa formula deriva dalla formula della conducibilita` termica e dalla relazione della capacita` termica, che lega la variazione di temperatura con il flusso netto di calore.

Prendendo un sistema di riferimento in cui la roccia occupa la regione con coordinate x positive, la soluzione di questa equazione per una data temperatura esterna (nel punto x=0) oscillante, Test(t) = To + A   sin(w t), risulta

T(x, t) = To + A e-x/Lsin( w t - x / L )

dove L2 = 2 K / w C d .
Se si considera che lo scambio di calore fra aria e roccia avviene per convezione (tipicamente con coefficiente H = 10 Kcal/m2 oC ora), la condizione al contorno sulla superficie aria-roccia e` 1/C dtT = H (Taria cos( wt ) - T ) + K dx T. Questo comporta un coefficiente davanti all'esponenziale, e uno sfasamento [Desio (1959)].

Tipicamente la distanza di penetrazione dell'onda termica vale (in metri) L=0.015 t[ore]1/2, dove t denota il periodo dell'onda. Utilizzando i valori riportati nelle tabelle precedenti si trova che per variazioni giornaliere (w=0.26 h-1, e assumendo una escursione di 10 oC: A=5) L vale circa 0.2, mentre un valore effettivo e` intorno a 0.3. Infatti l'intensita` e` ridotta a 1 oC circa gia` a 60 cm, e a 0.1 oC a 1 m. Per quelle variazioni annuali w e` 365 volte piu` piccolo, (e l'escursione e` maggiore A=15) e il calcolo di L (3.6) e` in miglior accordo coi dati sperimentali: le variazioni risultano ridotte a 1 oC intorno a 12 m.

La roccia influenza i fenomeni termici (a breve scala temporale) della cavita` solo per un piccolo strato "superficiale" (quello in contatto con i fluidi aria e acqua). La capacita` termica effettiva della roccia e` quindi

Ceff = A C d L/2 = A sqrt( C d K t / 2 )

La capacita` per unita` di superficie vale circa 1.6 KJ/oK sqrt(t[sec]).

 

7.G.5 L'aria

Composizione dell'atmosfera

La composizione dell'aria secca consiste di azoto N2 78.1%, ossigeno O2 20.9%, anidride carbonica CO2 0.03%, argon Ar 0.9%, e altri gas. La pressione parziale della CO2 nell'atmosfera esterna vale P(CO2) = 0.0003 P, dove P e` la pressione totale, e decresce quindi leggermente con la quota (secondo la legge di Dalton varrebbe 0.00025 atm a 2000 m, in effetti vale un poco meno, probabilmente poiche` l'anidride carbonica e` piu` densa dell'aria e tende a scendere in basso).

Densita` d(gr/l) PM (g)
CO2 1.98 44
N2 1.25 28
O2 1.43 32
H2O 0.77 18
Aria 1.29 28.9
Argon 1.78 18

L'atmosfera del suolo vegetale risulta invece ricca di CO2 a causa della decomposizione organica. Questa anidride carbonica si forma dunque a spese di O2; percio` la somma delle percentuali di CO2 ed O2 resta pressoche` costante intorno al 21 % (variazioni sono dovute ai fenomeni che coinvolgono consumo e produzione di azoto). La decomposizione organica diminuisce con l'altitudine, percio` anche la percentuale di CO2 nel terreno.

L'atmosfera del suolo e quella esterna sono in contatto e si instaura uno scambio CO2 <--> O2 fra le due. Nel suolo P(CO2) = 0.02 - 0.04 P . Solo una piccola parte di questa CO2 passa in soluzione nell'acqua di percolazione ed entra nella cavita`: circa 0.0020 atm. Questa e` comunque sufficiente a saturare l'acqua di CO2 rispetto alla atmosfera della grotta, ed innesca la chimica del concrezionamento.

Pressione e temperatura dell'aria

Se la temperatura dell'aria fosse costante la pressione avrebbe un andamento esponenziale decrescente con la quota z, P(z) = P(0) exp( -g d z / R T). Questa e` la situazione della parte estremamente alta dell'atmosfera, la stratosfera fra 10 e 50 km. Nella parte bassa dell'atmosfera la temperatura invece cambia e le variazioni dell'aria sono piu` simili a trasformazioni adiabatiche (cioe` senza scambio di calore).

Le trasformazioni adiabatiche permettono di descrivere le variazioni dell'aria, svincolate dagli scambi con fattori esterni (acqua e pareti). Per i gas vale la legge di Laplace,

P  Vk = costante

dove k=Cp / Cv e` il rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costanti (che vale 1.4 per l'aria). Utilizzando la legge dei gas questa formula diviene Tk P1-k=costante. La pressione varia con la quota, dP = -g d dZ, quindi la variazione di temperatura risulta

dT / dz = - (k-1)/k   Ma g / R

Dunque la temperatura decresce linearmente con la quota con un gradiente altimetrico

G = - (k-1)/k   Ma g / R

G (oK/Km) k
aria secca -9.7 1.4
atm. standard -6.5 1.23
aria umida -5.20 1.18
grotta -3.5 1.11
condensazione nulla -1.09 1.033
idrico -2.34  
geotermico -30.0  

Riassumendo abbiamo

P(z) = Po [ 1 + (G/To) Z ]k/k-1
d(z) = Ma/R   Po/To   [ 1 + (G/To) Z ]1/k-1
T(z) = To + G z

Queste formule valgono anche per k diverso dal rapporto fra i calori specifici. In questo caso si parla di trasformazioni politropiche e k viene chiamato esponente politropico. La tabella sopra riporta alcuni valori del gradiente termico altimetrico per differenti k corrispondenti a differenti condizioni dell'aria. Sono inclusi per completezza anche i gradienti idrico e geotermico. In prima approssimazione il gradiente di pressione risulta dP/dz = - Ma g / R To, percio` indipendente dall'esponente politropico.

Il lavoro per innalzare una massa d'aria di una quota Z risulta

E = Int( n R dT - V dP)
= n R G /(k-1)   Z
= m g Z / k

Quando l'aria scende, le forze che la spingono compiono un lavoro di compressione cha va in energia interna dell'aria. Quando sale e` l'aria che compie un lavoro e perde energia.

Aria umida

L'atmosfera e` raramente composta solo da aria, ma contiene anche una piccola percentuale di vapor d'acqua che ne condiziona pero` molto il comportamento. Si parla di aria umida. Una tale atmosfera puo` essere considerata come una miscela di due "gas": aria e vapor acqueo. Anche se il primo e` a sua volta una miscela, tuttavia esso e` composto da gas con comportamento abbastanza simile (alle temrperature e pressioni ordinarie) e che si differenzia decisamente da quello del vapore d'acqua. Pertanto la descrizione come una miscela a due componenti e` adeguata per lo studio del clima ipogeo.

L'umidita` assoulta si misura in due modi,

Il titolo e` legato al rapporto fra le pressioni parziali di vapore e aria secca,

x = 0.622 Pv / Pa
  = 0.622 Pv / ( P - Pv )

L'umidita` assoluta massima dipende dalla temperatura; una aria piu` calda puo` contenere piu` vapor acqueo. L'umidita` relativa e` il rapporto umidita` assoluta e umidita` assoluta massima (cioe` quella di saturazione) a quella temperatura. Quando l'umidita` assoulta ha il valore massimo si ha una umidita` relativa del 100 %.

Tensione di vapore dell'acqua kg/cm2 gr/m3
0 oC 0.0056 4.84
5 oC 0.0088 6.80
10 oC 0.0120  
15 oC 0.0176  
20 oC 0.0239  
25 oC 0.0327  
30 oC 0.0439  

Esistono formule empiriche per esprimere la quantita` di vapore di saturazione,

msat = 2.17 Pv/T [gr/m3]
Pv = 105+y [Pa]
y = 20.211 - 4.5 lg(T) - 2980.5 / T - 0.00278 T + 2.825 10-6 T2

dove la temperatura e` espressa in gradi assoluti.

Una formula approssimata per la pressione di vapore discende dalla equazione di Clausius-Clapeyron,

dPsat/dT = Q'evap/ ( T DV'evap)

dove Q'evap e` il calore di evaporazione di una molecola e DV'evap e` la differenza di volume nel passaggio dallo stato liquido a quello di vapore. Trascurando il volume allo stato liquido (rispetto a quello di vapore) e usando la legge dei gas perfetti, si ha (usando Qevap, il calore di evaporazione molare)

Psat(T) = Psat,o exp[ Qevap ( T - To ) / ( R T To ) ]
  = 0.0056 exp( 0.07 T[oC] ) [kg/cm2]

Piu` semplicemente, fra -10 e 20oC possiamo approssimare il titolo di vapore di saturazione x=5+0.4 T[oC] (gr/m3).

Il titolo di saturazione dipende dalla temperatura, tramite la pressione di vapore di saturazione Pv,sat,

xsat = 0.622 Pv,sat(T) / ( P - Pv,sat(T) )

percio` abbiamo

dxsat / xsat = P / ( P - Pv,sat(T) )   [ (dPv,sat(T)/dT)   dT / Pv,sat(T) - dP / P ]
  = P / ( P - Pv,sat(T) ) [ 31.2   - k/(k-1)] dT / T

quindi il titolo di saturazione decresce con la temperatura. E` quello che succede quando aria calda ed umida va contro alle montagne e viene innalzata: si raffredda, diventa soprassatura e quindi si ha condensazione e precipitazioni.

La densita' dell'aria (secca), ovvero il volume di una massa d'aria (a pressione costante), dipende dalla temperatura secondo la legge dei gas perfetti,

V = Vo ( 1 + a t )

dove Vo e' il volume a 0oC, t e' la temperatura espressa in gradi centigradi, e a e' detto coefficiente di dilatazione, e per l'aria (come per i gas) vale 1/273 = 0.00376.

Per l'acqua il volume specifico, tra 0 e 20oC, si puo' esprimere V = Vo( 1 + 0.0000075 (t-4)2 ).

La densita` dell'aria umida e`

d = da + dv = (Ma P / R T) ( 1 - 0.375 r Pv sat/P)

dove Ma=0.0289 Kg/Mole, r e` l'umidita` relativa, e il coefficiente 0.375 e` il rapporto (28.8-18)/28.8. Si potrebbe introdurre una temperatura virtuale in modo da scrivere questa formula come la legge dei gas, d R TV = Ma P. La temperatura virtuale e` la temperatura dell'aria secca alla quale la densita` eguaglia quella dell'aria umida.

Entalpia dell'aria umida

Quando l'aria entra dall'esterno in grotta passa dalla temperatura i esterna a quella interna scambiando calore con la grotta. La sua umidita` assoluta resta costante fino a che non raggiunge il punto di saturazione, dopodiche` il vapore comincia a condensare. Questa condensazione rappresenta un ulteriore trasferimento di calore dall'aria alla grotta. Per la stima del calore scambiato occorre valutare la differenza di entalpia dell'aria (e dell'acqua presente come vapore e in sospensione) tra l'esterno e l'interno. L'entalpia descrive il contenuto energetico di un gas quando la pressione non varia.

L'entalpia dell'aria umida e` data dalla formula (questa e` entalpia specifica, cioe` per unita` di massa di aria secca)

h = CP,a T + x   ( 595 + CP,v T )

dove CP sono i calori specifici a pressione costante, CP,a = 0.24 cal/gr oC e CP,v = 0.45 cal/gr oC. Il termine 595 rappresenta il calore di evaporazione dell'acqua, a 0 oC.

Abbiamo trascurato alcuni termini nella formula dell'entalpia:

Calore specifico dell'aria satura

All'interno della grotta l'aria si trova in genere in un ambiente tale da mantenerla satura di vapore, e una variazione di temperatura comporta una variazione della quantita` di vapore che puo` essere presente nell'aria. Dalla formula dell'entalpia si ottiene il calore specifico effettivo dell'aria satura

Ceff = dh/dT = Caria + ( Cevap + Cvap T ) dxsat/dT + xsat Cvap

Per temperature introno a 0oC risulta un calore specifico effettivo di circa 0.48 cal/gr oK.

Gradiente adiabatico umido

Un metro cubo d'aria che scende di 100 m trasforma l'energia potenziale dE = M g dZ = 1250 J. Dal bilancio energetico

dE = Ceff dT

risulta che l'aria umida ha un gradiente termico (adiabatico umido) di - 5.5 oC/Km circa. Questo valore corrisponde ad un gas con esponente politropico k=1.18. La seguente tabella riporta i gradienti termici dell'aria umida in dipendenza dalla quota e dalla temperatura.

Gradiente termico (oC/Km) 100 m 1000 m 2000 m 3000 m
0oC 6.58 6.38 6.14 5.91
5oC 5.90 5.70 5.50 5.25
10oC 5.32 5.11 4.89 4.68
15oC 4.80 4.60 4.40 4.20
20oC 4.35 4.17 3.98 3.80

Il gradiente termico dell'atmosfera esterna e` molto variabile. Nelle giornate assolate e secche puo` arrivare a -10oC/Km; nelle giornate piovose e` vicino a quello dell'aria umida. Il valore dell'atmosfera standard e` -6.5 oC/Km. Esso dipende, oltre che dalle condizioni atmosferiche, dalla latitudine e dal periodo dell'anno. La seguente tabella riporta i valori per l'Italia settentrionale e meridionale.

Gradiente termico (oC/Km) Inverno Primavera Estate Autunno
Italia Settentrionale (> 45o lat.) -5.2 -3.8 -6.1 -5.2
Italia Meridionale (< 45o lat.) -5.0 -3.1 -6.0 -5.2

La stabilita` dell'aria. Una massa d'aria secca se forzata a salire o scendere (per esempio quando va contro un rilievo) si muove in su e giu` in condizione adiabatiche. Pertanto si hanno condizionii di stabilita` (o instabilita`) atmosferica se il gradiente reale e` inferiore (o superiore) al gradiente termico adiabatico della massa d'aria in movimento. Se questa e` aria umida, il suo gradiente e` approssimativamente quello adiabatico secco finche` non si ha saturazione di vapore. Dopodiche` diventa il gradiente umido. Per cui, anche se inizialmente l'aria e` stabile, essa puo` divenire instabile se forzata in salita fino alla condensazione. Un esempio di questo fenomeno e` dato dai temporali in montagna.

7.G.6 L'acqua

Solubilita` dei gas in acqua

L'acqua ha anche un ruolo di equilibratore di atmosfere. Infatti i gas di una atmosfera a contatto con un bacino d'acqua si sciolgono in parte in essa secondo la legge di Henry

C(mg/l) = L P(atm)

dove P e` la pressione parziale del gas nell'atmosfera sovrastante, C e` la concentrazione del gas in soluzione, e L e` un coefficiente (che varia con la temperatura, e il gas).

Solubilita` L(gr/atm m3)
N2 16
O2 9
CO2 1800

Temperatura (oC) 0 5 10 15 20 25 30
Solubilita` CO2 (gr/Kg atm) 3.35 2.85 2.35 2.00 1.75 1.50 1.30
Solubilita` CaCO3 (mgr/Kg atm) 74 69 64 59 55    


Pertanto se un bacino d'acqua collega due ambienti con atmosfere di differente composizione, i gas diffondono attraverso l'acqua tra i due ambienti fino a che non hanno la stessa composizione. In pratica questa diffusione avviene molto lentamente.

Il velo d'acqua sulle pareti

Consideriamo la fisica di uno strato d'acqua di spessore Y depositato su una parete inclinata di un angolo t. La componente lungo la parete delle forza di gravita`, per metro quadro, e` d g sin(t) (Y-y), mentre l'attrito viscoso e` u dv/dz. Eguagliando queste due forze si ottiene il profilo di velocita` (stazionario)

v(z) = (d g sin(t) / 2 u) (2 Y y - y2)

per cui la portata (flusso di massa), per metro di larghezza, e` (d2 g sin(t) / 3 u) Y3, e la velocita` media vM= d g sin(t) / (3 u) Y2.

Considerando l'apporto d'acqua che condensa sul velo, si ha Qevap dFM/dz = (K/Y) DT, per cui il flusso risulta proporzionale alla potenza 3/4 dell'altezza, e lo spessore alla potenza 1/4 dell'altezza,

FM(z) = (4 K DT / 3 Qevap)3/4 (d2 g sin(t) / 3 u)1/4 z3/4
Y(z) = (4 K DT u / Qevap d2 g sin(t))1/3 z1/3

Dimensioni tipiche del velo d'acqua sono 10 micron, per cui v=0.1 mm/sec e FM=10-6 Kg/sec (cioe` 0.1 litri/die). Questo corrisponde ad un flusso di calore, Q = Qevap FM, pari a circa 60 Kcal/die per metro quadro che fluiscono alla roccia portate dall'acqua che condensa sul velo.

Altri aspetti non considerati:

7.G.7 La circolazione dell'aria

I movimenti e le circolazioni dell'aria nella grotta sono indotti dalla sua interazione con l'ambiente esterno.

I processi che generano correnti d'aria sono:

7.G.7.1 Circolazione convettiva

La circolazione convettiva e` generata dalle differenze di densita` dell'aria, fra l'interno della grotta e l'esterno. Se chiudessimo un ingresso della grotta queste indurrebbero una differenza di pressione (pressione motrice) fra i due lati della porta. In pratica questa pressione spinge l'aria a scorrere nella cavita` finche` gli attriti dovuti al moto (perdite di carico) non la controbilanciano esattamente.

Mentre il valore della pressione "interna" resta pressoche` costante, quella esterna varia nell'arco dell'anno, con variazioni stagionali, e nell'arco della giornata (variazioni diurne). In estate la pressione "interna" risulta superiore a quella "esterna" percio` l'aria esce dall'ingresso basso ed entra dall'ingresso alto. In inverno la circolazione avviene nel verso opposto e l'aria calda esca dall'ingresso alto. Per questo si osserva scioglimento di neve in corrispondenza degli ingressi alti. Nei periodi di inversione termica la direzione delle correnti convettive non e` ben definita e risulta variabile nell'arco della giornata.

Pressione motrice

La pressione motrice e` calcolabile come la differenza di peso delle colonne d'aria all'interno ed all'esterno della grotta. Ogni colonna produce una differenza di pressione esprimibile tramite la legge "adiabatica"

dP = Po [(1-H G/To)k/k-1 - 1]

Percio` la pressione motrice (approssimata) risulta

PM = dPe - dPi
= Ha Po [ (1/To,i - 1/To,e) - Ha / 2 ( 1/(kiTo,i2) - 1/(keTo,e2) ) ]

dove abbiamo utilizzato l'"altezza" Ha = Ma g H / R. In questo discorso puo` sembrare che ci sia qualcosa di strano: la pressione e` una funzione di stato e sembra che se la misuro all'esterno ho una certa variazione fra ingresso alto e basso, mentre se la misuro all'interno ottengo un risultato differente ! In realta` non ho tenuto conto delle perdite di carico e delle perdite cinetiche: in condizioni statiche (con una porta chiusa su un ingresso) avrei effettivamente una differenza di pressione ai due lati della porta, pari alla "pressione motrice". In condizioni dinamiche, con l'aria in movimento, le cadute di pressione per perdite di carico (energia dissipata per vincere gli attriti) e per perdite cinetiche (energia trasformata in movimento dell'aria) controbilanciano la pressione motrice.

Notiamo che il calcolo della pressione motrice dovrebbe dare lo stesso risultato sia "chiudendo" l'ingresso alto, come sopra supposto, che quello basso. Usando l'approssimazione adiabatica si ottiene un risultato leggermente diverso:

PM,basso - PM = PM   [ 1 - (1 + G H / To,i)-k/k-1 ]

Questa discrepanza (che in effetti e` piccola) e` dovuta ai limiti della approssimazione.

Resistenza (perdite di carico)

Quale modello delle cavita` aperte consideriamo una condotta di sezione uniforme A (diametro D) e lunghezza L. La pressione motrice eguaglia le perdite di carico e cinetiche

PM = d g FR
= f/2 L/(D A) v (d v A) + d v2 / 2

dove abbiamo evidenziato il flusso di massa FM= d v A = d F. La seconda espressione vale per il moto nei condotti in regime turbolento. Questa relazione si puo` scrivere

PM = R   FM

dove R = d g FR / FM e` la resistenza della condotta, ed e` pari alla somma della resistenza di carico e della resistenza cinetica: R = Rc + Rk. Per il moto in regime turbolento e per curve e restringimenti la resistenza di carico risulta proporzionale al flusso,

Rc = c | FM |

dove

c = f/(2 d) L/(D A2) per il moto turbolento
1 / (2 d A2) per curve e restringimenti

Da notare che la resistenza di una condotta e` tanto maggiore quanto piu` essa e` stretta, percio` sono le strettoie che costituiscono i punti in cui e` concentrata la resistenza.

Nel caso di moto in regime laminare la resistenza di carico risulta indipendente dal flusso. Pero` i flussi nelle grotte sono dominati dal regime turbolento (perche` e` quello che dissipa piu` energia).

La resistenza cinetica e` proporzionale al flusso,

Rk = 1/(2 d A2) | FM |

Possiamo stimare il flusso d'aria nel sistema, a partire da questo risultato.

FM =   sqrt( PM / c )

Per la resistenza cinetica il coefficiente vale c=0.38 Kg m. La pressione motrice vale PM=34 Kg/m sec2 oK dT. Percio`, con una differenza di temperatura di 5oC, il flusso risulta FM=6.6 Kg/sec, cioe` 5.14 m3/sec (in accordo col valore tipico).
In genere una cavita` non e` una condotta uniforme, ma ha restringimenti (strettoie) ed allargamenti (sale), e puo` presentare piu` vie alternative e parallele (almeno per l'aria). La relazione precedente unitamente alla "conservazione del flusso" (per cui i flussi sono "sovrapponibili") (v. figura: il flusso totale e` la somma dei flussi nel ramo "A" e nel ramo "B")

F = FA + FB

e alla "componibilita`" delle pressioni motrici (la pressione totale e` la somma delle due pressioni nel tratto "1" e nel tratto "2")

PM = PM,1 + PM,2

porta a sviluppare un semplice modellamento delle circolazioni dell'aria nelle cavita`:

Il terzo punto e` molto importante perche` mostra come la resistenza alla circolazione d'aria sia essenzialmente concentrata nelle strettoie. Il quarto comporta che nel calcolare i flussi in sistemi complessi abbiamo a che fare con equazioni non lineari (non difficili, ma abbastanza complicate).

I primi due punti sono importanti quando si fanno valutazioni di flussi e perdite di carico. Consideriamo a titolo di esempio due rami paralleli. Abbiamo le seguenti equazioni:

c Fo2 = PM,o
c1 F12 = c2 F22 = PM,1
PM,o = PM,o + PM,1
Fo = F1 + F2

E` facile (anche se abbastanza tedioso) risolvere questo sistema ed ottenere

F2 = PM c1/( c1c2 + c c1 + c c2 + 2 c sqrt(c1c2) )
Fo = PM ( c1 + c2)/( c1c2 + c c1 + c c2 + 2 c sqrt(c1c2) )

Da questa si possono trarre indicazioni su come variano i flussi (totale e in un dato ramo) al variare della resistenza di uno dei rami (esempio allargando una strettoia).

Periodo di rinnovamento

Il periodo di rinnovamento e` il tempo che impiega la grotta a sostituire tutta l'aria in essa contenuta. Esso e` pari al rapporto fra il volume della grotta e il flusso d'aria,

TR = V / F

Nelle cavita` ventilate varia da poco meno di un'ora ad una ventina di ore. Il tempo di rinnovamento varia con la stagione; e` piu` breve in estate che in inverno.

 

7.G.7.2 Correnti barometriche

Le correnti barometriche sono quelle indotte da repentine variazioni di pressione. Queste sono relativamente molto piccole. Le variazioni di pressione valgono tipicamente dP/P=10-5 su tempi dell'ordine del minuto, e arrivano a massimi di 10-3 su tempi dell'ordine di un'ora. Percio` le correnti barometriche sono piu` deboli di quelle convettive, e sono percepibili solo quando queste sono assenti (o quasi). [Oppure come deboli fluttuazioni di esse].

Le variazioni della pressione esterna si riflettono all'interno, con un ritardo (caratteristico dell'impedenza del sistema carsico) ed attenuate.

Capacita` e induttanza

La relazione fra pressione motrice, flusso e resistenza descrive la circolazione dell'aria in condizioni stazionarie (tipiche delle circolazioni convettive). Nelle situazioni non stazionarie bisogna tener conto anche di

Consideriamo prima il secondo punto. Vediamo come varia la pressione di un salone a causa del flusso di aria entrante.

FM = Ma dn/dt = (Ma V P / R T) ( P'/P - T'/T )
= (Ma V / R T) P'/k

dove k e` l'esponente politropico. Se il flusso e` veloce siamo in condizioni adiabatiche, percio` k e` pari al coefficiente adiabatico (rapporto fra i calori specifici a pressione e a volume costante, che e` circa 1.4 per i gas biatomici come l'aria, e 1.33 per i gas triatomici come il vapor acqueo). Se il flusso e` lento siamo in condizioni isoterme, poiche` l'aria ha modo di portarsi in equilibrio termico con la roccia, percio` k=1. In generale possiamo scrivere

FM = C dP/dt

dove abbiamo introdotto la capacita`

C = Ma V / k R T = d V / k P

La pressione e` come la tensione in un circuito elettrico, il flusso e` come la corrente. Un flusso entrante nel salone ne aumenta la pressione proporzionalmente alla sua "capacita`" di immagazzinare aria, e questa e` il rapporto fra il volume e la pressione, se la trasformazione e` isoterma. Se invece devo tener conto dell'aumento di temperatura la capacita` viene ridotta di un fattore k.

Per tener conto anche dell'inerzia dell'aria partiamo dalla equazione di Newton che scriviamo

S dP - S (f/2g) dx/D v2 = d(M v)/dt = d( d S dx v )/dt

dove abbiamo esplicitato le forze attive (pressione motrice) e quelle resistive (perdite di carico). La pressione motrice e` data da PM = dPest - dPint . La caduta di pressione esterna varia nel tempo per cause esterne (arrivo di perturbazioni, variazioni giornaliere, etc.); lasciamo questa dipendenza temporale nel termine della pressione motrice. La caduta di pressione interna abbiamo appena visto che varia anche a causa dei flussi d'aria. Scriviamo questa variazione temporale a parte:

dPint(t) = dPint,o + Int (dPint/dt) dt
= dPint,o + (1/C) Int FM dt

In conclusione otteniamo l'equazione della dinamica del flusso d'aria

PM(t) = L dFM/dt + R FM + 1/C Int FM dt
R = c / (2 d A2) FM
C = k P / d V
L = L / A

Queste equazioni costituiscono la base per il modello "elettrico" della dinamica dell'aria nelle cavita`.

In pratica la differenza fra flusso di massa e flusso di volume e` molto piccola dato che la densita` varia poco. Percio` si possono scrivere queste formule in termini del flusso volumetrico che e` piu` facile da misurare (o stimare).

PM(t) = L dF/dt + R F + 1/C Int F dt
R = c d / (2 A2) F
C = k P / V
L = d L / A

Tempo di risposta della cavita`

Quale modelli teorici consideriamo due tipi limite di cavita`: la cavita` a sfera (i saloni) e la cavita` a tubo (le gallerie). Nel primo caso l'equazione della dinamica dell'aria e` (nell'approssimazione di variazioni di pressione piccole: una decina di mbar rispetto a 1013 mbar)

(Pest - P) = c   | F |   F
= c (V/k)2 |P'/P| P'/P

Nel caso dell'arrivo di una veloce perturbazione le pressione esterna sale bruscamente da Po a P1. La soluzione e` allora

P(t) = P1 / Ch2( b - a t )

dove

Ch ( b ) = sqrt( P1 / Po )
a = (A k / V) sqrt( P1 D / 2 f d L )

La variazione di pressione si ripercuote all'interno con un ritardo, ma la pressione interna arriva comunque ad egualiare quella esterna in un tempo finito t = b/a, che rappresenta il tempo tipico con cui la cavita` risponde a variazioni di pressione esterna. Questo tempo risulta essenzialmente determinato dalle dimensioni fisiche della cavita`, t = L sqrt(L/D) [sec].

Una altra situazione di interesse per la speleologia e` quella di oscillazioni del flusso (correnti oscillanti) non sostente da alcuna pressione esterna (cioe` soluzioni della equazione omogenea associata). Queste oscillazioni sono possibili quando la resistenza e` piccola, ed hanno un periodo pari a circa sqrt(L C), quindi (avendo posto V=L A)

to = sqrt(d/k P) L

cioe` il periodo in secondi risulta all'incirca pari alla lunghezza della cavita` (galleria o salone) in metri. Il termine di resistenza e` dissipativo e comporta sempre uno smorzamento di queste oscillazioni. Possono essere iniziate da repentini cambiamenti della pressione esterna. Percio` sono osservabili sono in condizioni di assenza di altre correnti cioe` nella zona a quota intermedia e in ambienti ampi e facilmente accessibili all'aria. Oscillazioni della pressione esterna si comportano come una forza esterna nella equazione dinamica e quindi possono indurre queste oscillazioni quando hanno un periodo uguale o quasi al periodo proprio della cavita` (cioe` quando la cavita` va "in risonanza").

Consideriamo una grande sala di volume V, connessa con l'esterno da un condotto di area A e lunghezza L. Una raviazione di pressione induce un moto di aria, entrante o uscente, dP/dt = (RT/V) dN/dt e la quantita` di aria entrante e` dN/dt = (d/M) S v, dove d e` la densita` dell'aria, M la massa molare, e v la velocita`. L'equazione di Newton e` d dv/dt = - P / L, per cui si ottiene

d2P / dt2 = - RT (S/VL) P

Quindi la cavita` ha oscillazioni autosostenute con periodo

to2 = RT/M (S/VL)

[FIXME: Il coefficiente risulta 78200, con S, V ed L in m; Cigna ha il valore 2930 ].


7.G.8 Evaporazione e condensazione

L'evaporazione superficiale e' data approssimativamente dalla relazione di Dalton,

M [gr/min] = a S[m2] (Tvs - T)/P

dove Tvs e' la tensione di vapore saturo, T e' la tensione di vapore nell'aria, P la pressione, S la superficie, ed a e' un coefficiente che varia fra 400 (aria calma) e 650 (vento).

Il calore di evaporazione dell'acqua vale

C = 606.5 - 0.695 t

Il calore di evaporazione totale (comprendente il calore per innalzare la temperatura da 0 a t gradi) e' 606.5 + 0.305 t.

Il passaggio dell'acqua da liquido a vapore e` una reazione chimica che raggiunge l'equilibrio quando l'umidita` assoluta e` massima. Per la stima dell'evaporazione sulla superficie di contatto acqua/aria si puo` usare la formula empirica di Lugeon,

E(mm H2O/giorno m2) = 0.00299 (Psat(T) - Pvap ) (T(oK)/ 273) 101325 / (P - Psat(T))

dove tutte le tensioni di vapore e le pressioni sono espresse in pascal. Ricordo che 1 mbar = 100 pascal.

La velocita` di evaporazione dipende da

L'evapotraspirazione sui bacini d'acqua (laghi naturali, corsi d'acqua, etc.) e` data approssimativamente dalla formula

E = 2.25 T1.5 [mm/mese]

dove T e` la temperatura media dell'aria in gradi centigradi.

La condensazione richiede

Questi ultimi possono essere: roccia, polveri, superfici di acque, ferme o correnti, il velo d'acqua sulle pareti, altre goccie sospese nell'aria (nebbia).

Ci sono parecchie formule empiriche per stimare l'apporto idrico dovuto alla condensazione. Ricordo la formula di Dublyansky,

dQ / dt = e V / t (Pest - Pint)

discussa nella Sez 7.6. Per la condensazione all'interno della cavita` c'e` la formula di Mucke-Volker-Wadenitz,

dQ/dt [ gr/m3 ora] = (25 + 20 v[m/sec]) ( Xlim - X )

dove v e` la velocita` dell'aria, Xlim e` l'umidita` di saturazione nello strato limite, e X e` quella nell'aria.

Gradiente a condensazione nulla

Una bolla d'aria satura che sale e` soggetta a variazioni di temperatura, pressione, densita` e quindi anche di umidita`. Dalla formula della variazione del titolo di saturazione con la temperatura risulta che il gradiente di tempertaura a condensazione nulla si ha per k=1.033, per cui Gc.n. = -1.09 oC/Km. Ne risulta che l'aria che sale nella grotta con un gradiente termico di circa -3.5 oC/Km si trova sempre in condizioni di soprassaturazione e percio` tende a condensare.

Anche quando l'aria entra in una strettoia si ha condensazione. La sua pressione cala, percio` si trova come se fosse piu` in alto, quindi anche in questo caso tende a condensare.

Condensazione in ingresso

Se per esempio aria esterna a 20 oC con umidita` del 40% (Pvap=9.6 mbar) entra in grotta a 5 oC (dove la tensione di vapore di saturazione vale Psat = 8.8 mbar) il calore che l'aria cede all'ambiente della grotta

CP,a (Te - Ti) + 0.622 { (Pvap - Psat) / P   595 (cal/gr) + (Pvap Te - Psat Ti) / P   CP,v } - 0.622 (Pvap - Psat) / P   Ti

L'ultimo termine e` l'entalpia dell'acqua condensata. Nell'esempio risultano circa 3.9 cal/gr, pari a circa 3.2 Kcal/m3.

La quantita` di acqua che condensa risulta (il coefficiente e` il prodotto 0.622x44.6x28.9)

802 ((Pvap - Psat) / P   (g / m3 aria)

cioe` circa 0.4 gr/m3. La grotta funziona come un impianto di condizionamento: con un flusso di 5 m3/sec (che e` una bella corrente) sono circa 170 litro al giorno. Questa quantita` e` minima rispetto all'afflusso estivo d'acqua per condensazione diffusa sulla superficie di un'area carsica, che puo` arrivare a un litro/sec per una superficie di 1 Km2 (oltre 86000 l/Km2 al giorno). Per confronto l'apporto di acqua diretto e` 19 litri/sec su un Km2.

Il flusso di calore e` invece considerevole: 16 Kcal/sec = 73 KJ/sec.

La quantita` di condensazione/evaporazione, in un dato intervallo di tempo t, legata ai movimenti dell'aria e` proporzionale al volume V della cavita`, alla differenza fra le quantita` di vapore all'esterno e all'interno, e al tempo di rinnovamento, TR:

dQc / dt (gr) = V(m3) / TR (Pvap - Psat)(gr/m3)

La nebulizzazione

C'e` una relazione fra il raggio R di una goccia d'acqua e la velocita` limite di caduta in aria. Questa si ottiene egualiando la forza peso alla forza di attrito, 6 Pi R u VL = (4 Pi/3) R3 d g, dove u=1.70 10-5 N sec/m2 e` la viscosita` dell'aria e d la densita` dell'acqua.

VL = 0.22 (d g/u) R2

per esempio VL=1 mm/sec per R=2.8 micron, ma vale 10 cm/sec per R=28 micron. Percio` goccie troppo grosse cadono subito al suolo e la dimensione tipica delle goccioline sospese e` un micron.

La densita` di goccie in una nebbia, con visibilita` di 100 m, e` di D = 0.01 - 0.1 gr/m3. La massa di una goccia da un micron e` circa 4 10-12gr. Percio` ci sono 109 - 1010 goccie per metro cubo. La superficie totale delle goccioline e` quindi 0.01 - 0.1 m2 per metro cubo. Ogni goccia ha una energia, dovuta alla tensione superficiale del liquido, 4 Pi R2 TS. Percio` l'energia per metro cubo vale E=3 TS D / R d che risulta circa 0.023 J.

La pressione di evaporazione in una goccia e` data dalla formula di Thompson

Pevap = Pvap exp( 2 TS M / KB T d R )

dove M e` la massa molecolare, e Pvap e` la pressione di vapore nell'atmosfera. Il coefficiente di 1/R all'esponenziale e` molto piccolo (1.13 10-9 m), percio` la pressione di evaporazione comincia ad essere significativamente superiore alla pressione di vapore per goccie di raggio inferiore a 0.1 micron. Dato che in tal caso una goccia tende ad evaporare, le goccie molto piccole (< 0.1 micron) sono instabili e tendono ad evaporare piu` facilmente di quelle grosse, rendendo l'aria sovrassatura e favorendo la condensazione sulle goccie grosse e sulle pareti. Una conseguenza e` che le goccie hanno bisogno di centri di condensazione (polveri, protuberanze di superfici, etc.) per formarsi. Le goccie si formano anche nei pressi di una cascata per nebulizzazione dell'acqua.

Tensione superficiale (N/m) 0oC 10oC 20oC
acqua 0.0756 0.0742 0.0728

Quando una nebbia e` trasportata dall'aria umida nel suo moto, in salita la pressione diminuisce, quindi decresce anche la pressione di vapore e le goccie si accrescono per condensazione di vapore d'acqua. In discesa aumenta la pressione e le goccioline evaporano. Gli aerosol possono dunque avere un ruolo nel trasporto energetico all'interno della grotta. Calcoliamo l'energia immagazzinata in una nebbia nella tensione superficiale delle goccioline. Con 1010 goccie per metro cubo, da un diametro medio di 1 micron, esse hanno una superficie totale di 0.1 m2. L'energie di tensione superficiale e` dunque 0.008 J (per metro cubo d'aria).
[FIXME COSA VUOL DIRE ?
0.75 KJ nei 105 m3 d'aria della cavita`. E un flusso energetico di 0.04 J/sec, per i 5 m3/sec del flusso d'aria (l'aria ha una velocita` media di 4 cm/sec). Pero` questo flusso energetico interessa ogni punto della grotta.]

7.G.9 Il gradiente termico ipogeo

La temperatura nel sottosuolo cresce linearmente (gradiente geotermico) a causa del flusso di calore proveniente dal centro della terra. L'interno della terra emette un debole flusso di calore, Qg = 59 KW/Km2 = 14 Kcal/Km2 sec, dovuto alla compressione gravitazionale che ha portato alla formazione del pianeta. Risolvendo l'equazione della conducibilita` termica otteniamo che la temperatura cresce con la profondita` con un gradiente di circa 30oC/Km. Questo e` il motivo per cui le miniere in genere sono calde.

In un massiccio carsico, l'acqua penetra in profondita` e va ad intercettare il flusso geotermico prima che questi arrivi alla superficie. Con una piovosita` media annua di 1000 mm, si ha che questa acqua si riscalda di 0.45oC. Percio` la roccia carsica e` molto meno affetta dal flusso geotermico e la temperatura delle grotte e` invece influenzata dai flussi (d'acqua e d'aria) che le attraversano.

Supponiamo di avere un massiccio carsico in cui penetra un flusso F d'acqua, con l'acquifero alla base del massiccio che intercetta quasi completamente in flusso di calore geotermico. Quindi ci sara` una differenza di temperatura di 0.45oC fra l'acqua che esce dalle risorgenze e quella che arriva ai sifoni. L'equazione degli scambi di calore (in condizioni stazionarie) e`

F g + Q'g = (F Ca + d Cr v) dT/dx

dove Q'g e` il flusso geotermico residuo. Il primo termine e` l'energia potenziale gravitazionale dell'acqua che scende nel massiccio. A destra ci sono le capacita` termiche di acqua e roccia. Pertanto il gradiente termico risulta

dT/dx = (F g + Q'g) / ( F Ca + dr Cr v)

cioe` ci sono due correzioni rispetto al gradiente termico idrico:

Questa analisi va bene per il reticolo delle fratture in cui l'acqua scorre lentamente e in contatto (anche termico) con la roccia. L'acqua libera dovrebbe avere un gradiente inferiore percio` risultare piu` fredda della roccia. [FIXME ??? SARA` VERO ?]

Il reticolo delle fratture

Le rocce calcaree risultano molto fessurate, tanto che si parla di "reticolo delle fratture", e l'acqua tende a riempire questo reticolo. Questo costituisce il principale deposito di acqua degli acquiferi carsici. Le condizioni termiche di questa zona sono dominate dalla presenza dell'acqua.

[FIXME FINIRE L'ANALISI DELLA ROCCIA+ACQUA]

Le pareti della grotta e l'acqua hanno una grande capacita` termica e stabilizzano termicamente l'aria. Gli scambi di calore dell'aria con le pareti e l'acqua sono abbastanza complessi: si ha conduzione di calore nello strato limite dell'aria a contatto con le pareti, e moti convettivi nell'aria. Inoltre l'evaporazione/condensazione sulle pareti e sui bacini d'acqua contribuisce notevolmente allo scambio di calore. Dato l'elevato valore dei coefficienti di convezione, l'aria diviene ben presto in equilibrio termico con l'ambiente, percio` si raggiunge una condizione di gradiente termico comune per acqua, pareti ed aria intermedio variabile da -3 a -4 oC/Km. Il gradiente termico interno (valor medio annuale dei gradienti termici) vale circa -3.5 oC/Km.

Solitamente il flusso termico globale tra esterno e grotta associato all'aria e` superiore a quello associato all'acqua, poiche` l'aria risulta avere maggiore mobilita` anche se ha una capacita` termica inferiore (circa 4000 volte) a parita` di volume.


7.G.10 Il bilancio energetico

La capacita` termica dell'aria in un grosso sistema (V = 106 m3, su un'area A = 10 Km2) risulta (il fattore 2.5 rende conto dell'umidita` presente nell'aria)

Caria = 106 m3   1.28 KJ/m3 oK   2.5 = 3 109 J/oK

La capacita` termica dell'acqua nell'acquifero (tra falda e reticolo delle fratture ci sono circa 109 litri d'acqua) e`

Cfalda = 109 l   4186 J/l oK = 4.2 1012 J/oK

Quella dell'acqua che scorre nelle gallerie (100 Km di gallerie, con in media 10 litri d'acqua al metro, per un totale di 106 l; con un dislivello di 1000 m e una velocita` media di 0.1 m/sec impiega 3 ore ad arrivare alla falda, se la velocita` e` 1 cm/sec ci mette un giorno)

Cacqua = 106 l   4186 J/l oK = 4.2 109 J/oK

Quella dell'acqua sulle pareti (106 m2 di pareti, con gallerie di 1 m di diametro in media),

Cvelo = 106 m2   10-4 m   4186 J/l oK = 0.4 109 J/oK

poiche` lo spessore del velo d'acqua vale circa 10-4 m.

La capacita` termica dello strato "superficiale" di roccia dipende dalla scala dei tempi:

Croccia = 1200 J/m2 oK   1.4 106 m2   sqrt( t[sec] ) = 1.6 109 J/oK   sqrt( t[sec] )

Percio` la capacita` termica del sistema e quindi la temperatura sono dominate da


[FIXME NON SONO CONVINTO DEI VALORI PER LA ROCCIA]

Prendiamo ora in analisi il bilancio termico di un sistema carsico. L'energia e` portata dai flussi d'acqua e d'aria. Assumiamo che la temperatura interna abbia un gradiente altimetrico Gg e quella esterna un gradiente (dell'atmosfera standard) Ga. Prendiamo ad esempio una cavita` con due ingressi, uno alto ed uno basso. Riferiamoci alla quota in cui la temperatura della grotta eguaglia la temperatura media annua esterna, To. Sia +z1 la quota dell'ingresso alto, e -z2 quella dell'ingresso basso.

Consideriamo gli apporti energetici dovuti ai flussi di aria ed acqua, distiguendo, per semplicita`, la circolazione in due momenti estivo ed invernale.

All'ingresso alto le temperature della grotta ed esterne (estate ed inverno) sono

T1 = To - Gg z1
T1,e = To - Ga z1 + dT
T1,i = To - Ga z1 - dT

All'ingresso basso si ha

T2 = To + Gg z2
T2,e = To + Ga z2 + dT
T2,i = To + Ga z2 - dT

Il flusso tipico di acqua vale (per kilometro quadro) Fw = 0.02 m3/sec . L'acqua puo` entrare a temperatura differente da quella ambiente, poiche` puo` immagazzinare energia assorbita dal calore solare (laghi, ruscellamenti, ...) prima di entrare nel sottosuolo. Questo corrisponde a circa 0.5oK in piu`, che ammontano ad un flusso addizionale di

Qw,risc = 42 KJ/sec.

Il flusso di calore ceduto alla grotta e` proporzionale alla differenza fra la temperatura di ingresso e quella di uscita (temperatura dell'acquifero). Questo flusso e` sempre negativo (dT risulta negativo), percio` l'acqua sottrae calore al sistema.

Qw = Fw Cw   dT
= 84 KJ/sec   dT[oK]

dove dT = (To - Ga z1) - (To + Gg z2) = - Ga z1 - Gg z2 .

Dobbiamo tener in conto anche l'apporto energetico per l'energia potenziale persa dall'acqua nella discesa.

Ew,pot = Fw dw g (z1 + z2)
= 196 KJ/sec (z1 + z2)[Km]

Poi c'e` l'aria, che all'esterno, in estate, e` calda e poco umida ed entrando raffredda e anche se la sua umidita` divente del 100% perde vapore per condensazione, mentre in inverno e` fredda ed acquista vapore. Percio` si ha un flusso di calore verso il sistema in estate, e un assorbimento di calore dal sistema in inverno. In effetti bisogna considerare anche l'evapo/condensazione all'interno del sistema, percio` usare le temperatura dell'aria all'uscita. Supponiamo, per esempio, che l'umidita` dell'aria in ingresso sia del 50%.

Qcond = - Fa Cevap ( 0.5 xsat( T1,est ) - xsat( T2,int )
Qevap = Fa Cevap ( 0.5 xsat( T2,est ) - xsat( T1,int )

Assumendo una legge lineare per il titolo di saturazione, un dislivello di 1000 metri (il risultato dipende poco dal dislivello), e una escursione termica annua di 30o, si ha un flusso calorico netto verso il sistema dell'ordine di

Qevap,cond = 70 KJ/sec

Questo, come pure il flusso calorico addizionale dell'acqua, si fermano ben presto, nelle prime decine di metri di grotta, non oltre il punto in cui i due fluidi divengono in quasi-equilibrio termico con l'ambiente interno. Come fa questa energia a scendere lungo la grotta? Due modi possibili sono:

Il flusso d'aria contribuisce al bilancio energetico principalmente con la sua capacita` termica (effettiva, dato che si tratta di aria in grotta).

Qaestate = Ceff Fa [ dT - Ga z1 - Gg z2 ]
Qainverno = Ceff Fa [ - dT + Ga z2 + Gg z1 ]

Percio` l'apporto calorico dovuto alla capacita` termica dell'aria risulta (un fattore 1/2 tiene conto della separazione di circolazione estiva ed invernale)

Qa = 6.5 KJ/sec 3.0 ( z2 - z1 ]

Quando consideriamo l'aria che scende nella grotta dobbiamo tener in conto anche dell'energia potenziale e del lavoro effettuato per muoverla, che viene dissipato negli attriti (perdite di carico). Assumendo che i flussi estivi ed invernali sono comparabili, i contributi dovuti all'energia potenziale si controbilanciano, percio` possiamo ignorarli. (Se i flussi non fossero uguali si avrebbe un contributo proporzionale al flusso netto pari a d g H DFa).

Il contributo energetico delle perdite di carico e` dato dal prodotto della pressione motrice per il flusso. Si tratta sempre di un flusso energetico che entra nel sistema e dipende essenzialmente dalla escursione termica annua.

Qp.c. = PM Fa
= 2 KJ/sec

La reazione di dissoluzione della roccia calcarea assorbe energia,

CaCO3 + CO2 + H2O + 0.3 MJ/Mole = Ca(HCO3)2

L'acqua nivale entra praticamente senza CaCO3, percio` e` molto aggressiva e puo` sciogliere la roccia. L'acqua che penetra calda, raffreddandosi diventa sottosatura di CO2 e quindi aumenta la sua aggressivita`.

Con una dissoluzione di 1 m3/anno fanno 0.3 KJ/sec. Pertanto questo termine risulta un ordine di grandezza inferiore agli altri.

Mettendo assieme tutti i contributi il bilancio energetico deve risultare quasi nullo: assumendo una variazione di temperatura inferiore a 1oC in 100 anni, con una capacita` termica del sistema dell'ordine 109 J/oK, il flusso netto di calore deve essere inferiore a 0.3 J/sec. Nell'ipotesi di un dislivello totale di un Km (z1+z2=1) si ha z2 = 0.87 cioe` la temperatura in grotta e` uguale a quella media annua esterna poco sotto il suo ingresso alto.

Temperatura media della grotta

La temperatura media di una grotta dipende da

[FIXME SI POTREBBE FARE UN MODELLO DELLA DISTRIBUZIONE DELLE DIMENSIONI DELLE GALLERIE ?
Forse questo appartiene al capitolo sulla speleogenesi. Deve comunque tener in conto:

Si potrebbe trascurare la zona di oscillazione della falda, con una tipologia di gallerie differente (dominata dall'erosione meccanica).

Altre osservazioni "sperimentali":

]

Note aggiuntive.
La velocita` del suono in aria dipende dal grado di umidita` (q pari al rapporto fra massa di vapore a massa d'aria):

v2 = ka Ra T   [ 1 + q ( ka mv / kv ma - 1 ) ]

dove ka e kv sono i coefficienti adiabatici di aria e vapore (1.4 e 1.33, rispettivamente), ma e mv le masse molari di aria e vapore (28.9 e 18, rispettivamente) e Ra e` la costante dei gas divisa per la massa molare dell'aria.

Quindi

v2 = ka Ra T   [ 1 + 0.529 q ]

che differisce dal risultato ottenuto trascurando il vapore acqueo di circa 1%. La velocita` del suono (a temperatura ambiente) vale circa 380 m/sec.


http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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