Y.Quinif, " Sedimenti e Spelogenesi", Speleologia 13 (1985) p. 36-42
7.C.1 Erosione e deposito
I depositi sotterranei sono vari per caratteristiche (detritici,
depositi chimici, biologici), meccanismo di deposizione e origine
(alloctona, autoctona).
Essi formano un importante elemento per la comprensione della
speleogenesi della cavita`.
Si distinguono in
depositi chimici. Soprattutto carbonato di calcio (calcite e aragonite),
ma anche solfato di calcio (gesso), solfato di magnesio e ossidi di ferro.
Di questi solamente il primo e` veramente abbondante, costituendo le
concrezioni.
Le stalattiti hanno scarso ruolo per l'analisi speleogenetica.
Stalagmiti, crostoni e colate sono invece
importanti per le sequenze sedimentarie sotterranee.
depositi detritici. Sono caratterizzati da caratteristiche meccaniche
(massi di crollo, ciotoli, ghiaie, sabbie, silt, argille) le quali dipendono
dal meccanismo di deposizione e dall'origine.
La dimensione degli elementi del deposito e` correlabile alla velocita`
ed alle modalita` di trasporto (v. diagramma di
Hjulstrom in Figura).
I depositi
alloctoni
sono costituiti da elementi non
calcarei derivati dall'erosione superficiale di rocce e
trasportati nelle cavita` prevalentemente dall'acqua.
I depositi
autoctoni comprendono
le sabbie dolomitiche (da dolomie), le argille (da calcari marnosi),
e, in parte minore, i
residui della decalcificazione.
Anche i massi di crollo e i blocchi sono depositi detritici,
testimonianza di fattori strutturali e meccanici.
I blocchi vengono poi rimodellati dall'acqua di scorrimento, e
presentano
scallops
e arrotondamento piu` o meno accentuato.
Lo schema di deposizione dipende dalla tipologia del sistema carsico.
Sistemi ad elevata pendenza hanno depositi grossolani.
Sistemi di plateau hanno depositi fini.
La suddivisione non e` cosi` netta tuttavia.
Nelle gallerie orizzontali della zona di percolazione si possono trovare
sabbie grossolane (dovute a glaciazioni).
I massi di crollo sono tipici delle grandi sale, ma si trovano pure
nelle gallerie. Questi sono associabili ad una rapida distensione meccanica.
La sovrapposizione dei depositi in serie verticali e` indicativa dei differenti
successivi periodi di attivita` ed e` fondamentale per lo studio della
evoluzione della grotta.
La differenza fra la velocita` dell'acqua sufficiente per erosione di un
deposito e quella massimna per cui si ha deposizione ha importanti
conseguenze sulla morfogenesi delle cavita`:
Se la velocita` e` tale da impedire il depositarsi delle particelle
trasportate la erosione si esercite su tutto il perimetro della condotta.
Questa evolve quindi secondo fattori litologici (tipologia di roccia)
e strutturali (stratificazioni, fratture). Si ha una
condotta forzata.
Se le particelle fini (argille) possono depositarsi, esse formano
uno strato che inibisce la corrosione sul fondo. Inoltre diminuisce
la sezione libera della condotta e aumenta conseguentemente la velocita`
dell'acqua. La corrosione agisce sulla volta e la condotta cresce
verso l'alto (galleria
paragenetica).
7.C.2 Forme e Microforme dei depositi
Molteplici sono le forme associate alla deposizione e corrosione.
Una stessa microforma puo` essere il risultato di piu` processi.
Le gallerie paragenetiche
presentano sulle volte forme dovute all'azione corrosiva del lento
scorrimento dell'acqua:
Se il riempimento e` formato da ciotoli, si instaurano facilmente turbolenze
nel flusso dell'acqua che generano
scallops, forme incavate a cucchiaio.
La dimensione degli scallops e` correlata alla velocita` del flusso
(legge di Curl).
Si puo` usare questa relazione per stimare la portata del corso
d'acqua che ha modellato il condotto.
Nicchie di meandro
si formano intaccate dall'acqua che scorre sopra un riempimento.
Marmitte
si formano scavate dall'acqua sul fondo di gallerie.
7.C.3 Studio dei depositi
Lo studio dei depositi avviene attraverso
la litostratigrafia: descrizione degli strati e della loro disposizione
(colore, tessitura, caratteristiche);
granulometria: dimensione dei grani.
Si fa passare il deposito in vagli di dimensioni sempre piu` piccole
e si misurano le percentuali che restano in ciascun valio.
Da queste si ottiene la curva di frequenze cumulate.
I principali indicatori sono la madia (misura dei granuli corrispondende
a 50%) e l'indice di classificazione
(radice quadrata del raporto fra le misure a 75% e 25%).
Anche la forma della curva della frequenza cumulata e` utile per
evidenziare caratteristiche del deposito (per esempio una distribuzione
bimodale indica una mescolanza di due sedimenti).
morfologia: forma dei granuli ed aspetto superficiale;
petrografia: composizione dei grani;
mineralogia: distribuzione dei minerali costituenti.
La neve e l'acqua che congela possono generare depositi in diverse forme:
accumuli di neve occupano in genere gli ingressi dei pozzi
in alta montagne (pozzi a neve),
a volte penetrando per svariate decine di metri.
ghiaccio compatto.
L'acqua di scioglimento che filtra nella grotta puo` solificare
formando depositi di ghiaccio sul fondo di pozzi e gallerie.
Possono arrivare allo spessore di parecchi metri.
accumuli di ghiaccio si trovano anche nelle
sacche fredde (figura).
Si accrescono in inverno quando si apre la circolazione e penetra
aria fredda dall'esterno, e permangono durante l'estate quando la
circolazione dell'aria della cavita` e' chiusa.
le concrezioni di ghiaccio sono simili alle concrezioni di calcite, e
presentano forme analoghe: cortine, stalagmiti e stalattiti (anche
col canalicolo interno).
il ghiaccio traslucido (o ghiaccio trasparente) consiste in enormi
depositi di ghiaccio monocristallini e quindi molto compatti ed
estremamente trasparenti.
i cristalli di ghiaccio hanno forma esagonale, alcuni centimetri di lato,
e si accrescono per deposizione di particelle di vapore che
solidificano.