Le Ere Geologiche | ||||
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Era | Periodo | Anni (milioni) |
||
Neozoico (Quaternario) |
Olocene | 0.01 | Ominidi | |
Pleistocene | 1.8 | |||
Cenozoico (Terziario) |
Pliocene | 5.2 | Orogenisi alpina |
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Miocene | 26 | Erba | ||
Oligocene | 37-38 | Scimmie antropomorfe | ||
Eocene | 53-54 | Elefanti | ||
Paleocene | 65 | |||
Mesozoico (Secondario) |
Cretaceo | 136 | Piante con fiori Serpenti Mammiferi |
|
Giurassico | 190-195 | Dinosauri Ammoniti Uccelli |
Apertura Oceano Atlantico |
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Triassico | 225 | Dinosauri Mammiferi Tartarughe Lucertole |
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Paleozoico (Primario) |
Permiano | 280 | Palme e conifere Rettili |
|
Carbonifero | 345 | Piante Pesci Anfibi Insetti Rettili Ammoniti |
Orogeneci Ercinica |
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Devoniano | 395 | |||
Siluriano | 435-437 | Anfibi | ||
Ordoviciano | 500 | Pesci Cefalopodi Brachiopodi Briozoi Coralli. Vegetali |
Orogenesi Caledoniana |
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Cambriano | 570 | Trilobiti Spugne Vermi |
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Archeozoico (Arcaico) |
Algonchiano | ... | Vermi Meduse |
|
Archeano | 4500 | Batteri Alghe |
Date queste premesse, in sostanza più speculative e filosofiche che operative, passiamo ora a descrivere i principali tipi di rocce in relazione a quello che chiamiamo carsismo. Che cos'è o come si può definire il carsismo? Anzitutto qualche cenno etimologico: carsismo deriva dalla parola slovena kras che indica pietra, roccia, poichè questo è l'aspetto che balza immediatamente agli occhi a chi percorre un territorio carsico: un paesaggio piuttosto aspro, articolato, con molti affioramenti di roccia che si presentano in forme tormentate, spesso solcate da profonde fratture su cui agisce l'acqua corrosiva, accentuando le discontinuità originarie delle rocce, la loro eterogeneità. Più complessa è invece la definizione seria di carsismo, se si considera la varietà delle situazioni geologiche, morfologiche, climatiche e biologiche su cui agisce il carsismo. Cercando di essere i più semplici possibili, si può definire carsismo come un processo chimico-fisico di smantellamento di rocce, con la formazione di una struttura (interna alle rocce) ove avvengono fenomeni di trasferimento di materia (in sostanza acqua ed aria), dalla superficie terrestre nel sottosuolo e da lì di nuovo in superficie. In soldoni, nella definizione appena data, vengono introdotti due termini chiave, a nostro giudizio complementari ed irrinunciabili :
7.1.1 Rocce Magmatiche
Derivanti dalla solidificazione di materiale fuso (il magma), in genere a
base di silicio, le rocce magmatiche sono tra le rocce più diffuse in
assoluto, presenti in enormi volumi, al fondo degli oceani o al di sotto della
copertura sedimentaria più superficiale.
Abbiamo 2 ampie categorie:
I tunnel lavici si formano quando la lava scende su un pendio in una
colata lunga e stretta. Quando termina l'apporto di lava, la parte
esterna si raffredda prima e forma un guscio al cui interno la massa
fluida continua a colare, lasciando alla fine pareti e volta.
Altre cavita` laviche sono i pozzi. Quando una colata lavica incontra
una torbiera ricca d'acqua, questa viene repentinamente surriscaldata
ed esplode generando una cavita` verticale.
Denominazione | Minerali | Carattere | Colore | Intrusive | Filoniane | Effusive |
---|---|---|---|---|---|---|
Sialiche (Si, Al) | Quarzo SiO2 | acido | chiaro | graniti | ||
Ortoclasio KAlSi3O8 | dioriti | |||||
Plagioclasio NaAlSi3O8
CaAl2Si2O8 |
sieniti | gabbri | ||||
Feldspato | foiditi | |||||
Femiche (Fe, Mg) | Biotite | basico | verde scuro | rioliti | ||
Anfiboli | trachiti | |||||
andesiti | basalti | |||||
nefeliniti | ||||||
Ultrafemiche | Pirosseni | fortemente basico |
verde scuro | pirosseniti | ||
Olivine | peridotiti |
Le diverse specie minerali hanno temperature di fusione differenti percio` durante il processo di solidificazione esse si fromano dal fuso in tempi diversi (cristallizzazione frazionata). Le prime specie a cristallizzare presentano forme piu` regolari (idiomorfe), le successive vanno a riempire gli interstizi (allotriomorfe).
La temperatura di fusione delle rocce varia tra 1000 e 1300 oC, in dipendenza della pressione e del tipo di roccia. Rocce ricche di silicati risultano molto viscose, poiche` si formano catene di gruppi (SiO4)4-; la presnza di ioni metallici, K+, Na+, Ca2+, Fe2+, ..., tende ad ostacolare la formazione di queste catene e rende il magma piu` fluido.
[FIXME Dove stanno porfidi e ossidiane in questa tabella ?]
7.1.2 Rocce Metamorfiche
Le rocce metamorfiche (dal greco antico metamorfosis: trasformazione)
generate da preesistenti rocce magmatiche, sedimentarie, metamorfiche
sottoposte a condizioni di pressione e/o temperatura diverse dalle
condizioni iniziali. Anche questa è una categoria vastissima, con
minerali costituenti di composizione silicea e pertanto non carsificabili.
Esistono comunque delle eccezioni, talora con cavità lunghe 2 Km ed
oltre (come nel caso di grotte aprentesi in micascisti cloritici, in
Brasile..).
Sulla base dei minerali costituenti queste rocce metamorfiche, dobbiamo fare una particolare eccezione per due categorie di rocce alquanto diffuse:
Nel caso delle quarziti, esse possono dare luogo a manifestazioni carsiche peculiari poichè il quarzo tende ad essere molto solubile sotto l'attacco di soluzioni acquose acide, ricche di anidride carbonica e sostanze contenute nel suolo vegetale (acidi organici, tannini, etc..). Queste situazioni sono peculiari di climi equatoriali e derivano dalla associazione dei seguenti fattori:
In precedenza abbiamo accennato ai marmi come roccia carsica. In effetti in Italia la grotta più estesa (l'Antro del Corchia con circa 50 km di sviluppo) si apre proprio nei marmi delle Apuane. Queste rocce in genere si presentano molto pure e sono attraversate da un fittissimo reticolo di fratture, due fattori che in associazione tendono ad esaltare le manifestazioni carsiche, con una presenza di vuoti talora impressionante. In Italia i marmi, a parte le Alpi Apuane, non sono molti diffusi, a differenza di paesi come la Norvegia dove le uniche grotte esistenti si trovano proprio in queste rocce. Nel complesso, per via della loro purezza , i marmi offrono forme carsiche molto estetiche ed esasperate, talora molto interessanti per i rapporti tra morfologia e discontinuità strutturali- in questo caso l'originario insieme di granuli di calcite subisce profonde modificazioni strutturali (ordinamento degli atomi secondo nuove direzioni) con trasformazioni delle iniziali impurità (ad esempio argilla) in minerali micacei, lamellari, che tendono a concentrarsi in orizzonti ben definiti ed ad essere asportati meccanicamente dall'erosione delle acque. Nelle Apuane il campionario di tali forme è pressoché completo.
Per quanto riguarda le zone marmifere più vicine a noi, ricordiamo il territorio dell'Ossola meridionale con lenti di marmo impuro cavate ancor oggi per il Duomo di Milano (zona di Candoglia ed Ornavasso), con limitate manifestazioni carsiche.
Un distinguo va poi posto al termine generico marmo. Per i cavatori il marmo è definito come qualunque pietra atta ad essere lucidata e pertanto la categoria risultante è molto vasta, senza distinzione con le rocce sedimentarie. Invece, dal punto di vista scientifico marmo è un'esclusiva roccia metamorfica, anche se va detto che i calcari (vedi terminologia più avanti) in profondità subiscono trasformazioni tali da risultare veri marmi o quasi. Un esempio molto classico per i geologi delle Alpi Liguro-Piemontesi è offerto dai Calcari di Val Tanarello, vecchi di ca 150 milioni di anni. Mano a mano che ci si sposta dalle zone meno deformate delle Alpi al settore interno, inizialmente sottoposto a temperature e pressioni elevate, si osserva la transizione dei calcari a veri e propri marmi candidi o di aspetto mandorlato: i Marbres di Guillestre. Un settore magnifico per osservare affioramenti estesi di tali marmi è certo il Massiccio del Marguareis, tra Francia, Liguria e Piemonte. Qui i Marbres di Guillestre offrono manifestazioni carsiche estesissime, con campi di lapies (vedi più avanti) molto suggestivi a cui corrispondono in profondità colossali verticali scavate nella massa pura dei marmi (ad es. il P180 dellAbisso Cappa).
A rigor di logica, per quanto possa sembrare strano, anche il ghiaccio può essere inquadrato nelle rocce metamorfiche, poichè deriva dalla trasformazione di acqua in condizioni di temperature e pressioni diverse da quelle originali; i cristalli di neve tendono a subire continui assestamenti nella disposizione molecolare tramite processi di fusione (per costipamento del manto nevoso) ed immediata solidificazione, generando una massa omogenea di cristalli di ghiaccio che tendono a fluire creando i ghiacciai veri e propri. Pure nei ghiacciai troviamo sistemi carsici il cui studio speleologico (a parte l'interesse per i glaciologi) è iniziato solo negli anni 80. Da quel poco che ne sappiamo, finora non sono stati scoperti grandi sistemi, pur nelle aree molto glacializzate (Antartide, Hielo Continental [Argentina Meridionale]), sia per problemi ambientali (distanza dalle zone civilizzate, basse temperature, presenza continua di acqua), che per questioni dinamiche interne ai corpi glaciali. Si tratta in effetti di sistemi molto dinamici, con un flusso continuo di ghiaccio che tende a modificare costantemente, di anno in anno, gli eventuali sistemi ipogei presenti.
Grotte si possono sviluppare nel ghiaccio se questo non ha crepacci, che causano assorbimento diffuso, ed e` abbastanza compatto e pieno.
SERIE METAMORFICHE | ||||
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Perdita di plasticita` |
Ricristallizzazione Lastrificazione |
Nuova mineralizzazione (miche, clorite) |
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Argilla | Argillite | Argilloscisto | Micascisto | Fillade |
Marna | Ardesia | |||
Calcare | Marmo | |||
Dolomia | Dolomia saccaroide |
7.1.3 Rocce Sedimentarie
E veniamo ora alle rocce sedimentarie ove si concentrano le rocce più
interessanti per il carsismo. Con il termine di rocce sedimentarie si indicano
tutte le rocce derivate dalla deposizione, accumulo e trasformazione di
sedimenti incoerenti. Il sedimento rappresenta il prodotto della
interazione di fattori fisico-chimici con i materiali preesistenti esposti
alla superficie terrestre; in altre parole l'originaria roccia (magmatica o
metamorfica o sedimentaria stessa) subisce una sorta di degradazione chimica
e meccanica, con parte del materiale originario preso in carico da fluidi
(acqua soprattutto, ma anche aria) che tendono poi a rilasciarlo
e deporlo sotto altre forme e configurazioni.
In seguito si ha la compattazione e consolidamento tramite processi
chimico-fisici (diagenesi).
Dato il tipo di processi coinvolti nei sedimenti, parliamo di tre
grandi categorie:
ROCCE CLASTICHE | |||
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Dimensione granuli |
Cementate | Sciolte | |
> 2 mm | conglomerati breccie (ruditi) |
ghiaie detriti |
|
tra 2 mm e 1/16 mm | arenite | sabbia | |
< 1/16 mm | lutiti | argille | |
tra 62 e 4 micron | siltiti | fango |
I criteri di classificazione delle rocce
psefitiche
(ruditi) comprendono:
Per la classificazione delle rocce
psammitiche
(arenarie)
si considera la composizione mineralogica dei grani (in base al
contenuto relativo di quarzo, calcite, feldspati e fillosilicati)
e si usa una denominazione in cui il nome del costituente principale
viene anteposto alla roccia (es. quarzoarenite).
Per la classificazione delle rocce
pelitiche
(lutiti e
siltiti)
si fa riferimento al contenuto di minerali argillosi, minerali
residuali, e fango carbonatico.
In B troviamo la categoria più importante per il carsismo in assoluto: le rocce carbonatiche, ovvero quelle costituite da carbonati vari: di calcio (i calcari) e di calcio e magnesio (le dolomie). Nel complesso tali rocce sono legate all'azione di organismi marini che estraggono i carbonati dissolti nell'acqua (perlopiù marina) e li fissano, li separano in strutture scheletriche (ad esempio i coralli) che vengono poi trasformate in vere rocce.
In C troviamo le cosiddette evaporiti: rocce generate dalla concentrazione, saturazione e separazone di sali disciolti nelle acque; in questo caso il processo di formazione è esclusivamente chimico, legato al raggiungimento di una soglia di saturazione dell'acqua che porta in soluzione tutti i sali, oltre la quale soglia avviene una brusca separazione dei sali (si parla in genere di precipitazione); tipiche rocce sono: