dove F e` la forza (verso il basso) dovuta al peso dello speleologo.
Aggiungendo le condizioni sulla tensione della corda (E e` il
coefficiente di elasticita` della corda),
per cui si ha
Supponiamo che la corda sia tesa fra due armi a distanza L e formi
un angolo T0 con l'orizzontale.
Le equazioni dell'equilibrio statico relativa ad uno speleologo attaccato
al punto a distanza X dall'armo di sinistra (misurato lungo la
corda quando e` libera) sono:
dove T e` la tensine della corda (senza lo speleologo appeso).
Lavorando sulla equazione (9), usando la (4) e la (2), si ottengono
e con la (1),
(12) F = T cos(T0) [ tan(T1) + tan(T2) ]
La (3) fornisce una relazione fra Ti e Fi. Da queste si ricavano
Finalmente possiamo scrivere l'espressione delle forze che agiscono sugli armi in funzione delle variabili note (distanza fra gli armi L, e dislivello T0, tensione della corda T, peso dello speleologo F, e sua posizione X),
Da queste si vede che in ogni caso
Tuttavia la teleferica e` efficace se l'angolo che si forma, quando lo speleologo si appende non e` troppo grande, cioe` se non diventa un scendere e risalire da un pozzo. Dunque valutiamo anche la condizione per cui la corda resta "abbastanza tesa". Con un poco di altra algebra si trova
(18) sin(T1) = 1 / SQRT[ 1 + cos2(T0) / { sin(T0) + F/T (L-X)/L }2 ]
da questa relazione si vede che affinche` l'angolo formato dalla corda sotto il peso dello speleologo sia inferiore ad un valore fissato piccolo, eps, e` necessario che
In pratica se vogliamo un angolo non superiore a 10 gradi, la tensione dovra` essere quasi tre volte il peso dello speleologo, quindi gli armi dovranno sostenere una forza pari a quattro volte il peso dello speleologo.
Da prove pratiche la tensione sugli ancoraggi, durante il tensionamento arriva a 600 daN. Dopo si hanno tensioni di 120 - 200 daN. Quando lo speleologo si appende questa cresce del 80 - 120 %.
Consideriamo le forze in giuoco quando si cade su un tratto di traverso.
Supponiamo, per semplicita`, che i due punti di ancoraggio sono
alla stessa altezza.
Con una caduta di lunghezza H la velocita` nel momento in cui
si tende la corda e` V = sqrt( 2 g H ) (e diretta verticalmente
perlopiu`). Essa e` anche la velocita` con cui viene sollecitata
la corda; puo` essere scomposta in due componenti lungo i due pezzi
di corda V1 nella direzione L1 e
V2 nella direzione L2.
Risulta
Percio` l'energia dissipata su ciancun pezzo di corda (scriviamo solo la formula per il primo)
e la forza massima sull'armo
dove X e` l'elasticita` della corda. La formula nella seconda riga si riferisce ad una caduta dalla quota della corda (come in figura). In questo caso si vede che la forza massima su ciascun armo e` comunque inferiore a sqrt( 2 M g / X ) cioe` quella di una caduta a fattore di caduta 1.
Il tempo di caduta di un sasso da` anche una stima approssimata della profondita` del pozzo. Nella Sez. 4.1 abbiamo riportato la formula approssimata valida per stimare la profondita` dei pozzi compresi tra 25 e 100 metri,
La velocita` di caduta del sasso cresce per l'accelerazione di gravita`
G
ma e` contrastata dal frenaggio dovuto all'aria, che e` proporzionale
alla velocita` stessa: -a v.
Per la legge di Stokes il coefficiente a e` proporzionale
alla viscosita` dell'aria (circa u =
2 10-5 N/sec m2)
e a caratteristiche geometriche del corpo in caduta.
Per una stima qualitativa possiamo prendere il valore teorico per un
oggetto sferico (6 Pi R, dove R e` il raggio).
Quindi a risulta (dobbiamo dividere per la massa del sasso, dato
che consideriamo accelerazioni invece di forze)
6 Pi R u / (4/3 Pi R3 d), che a conti fatti
e` dell'ordine di 0.1, per un sasso di 5 cm di diametro.
Un valore accettabile e` a=0.25 Hz.
Ne risulta che lo spazio di caduta e` x = (g/a) (t - (1-e-a t)/a ) dove t e` il tempo di caduta (v. figura, linea tratteggiata). Al tempo di caduta t bisognerebbe aggiungere quello che il suono impiega a ritornare t' = x/vs, ma questo e` una frazione di secondo (la velocita` del suono e` circa 331 m/sec a 1 atm e 0oC), e puo` essere trascurato in una valutazione approssimativa. In figura la linea continua tiene conto anche del ritardo di ritorno del suono.
In un armo doppio (cioe` a "Y") l'angolo fra le due gasse deve essere inferiore ai due angoli che la corda forma con esse. In questa condizione la fiorza su ognuno dei due punti d'ancoraggio e` inferiore alla tensione della corda.
Dal diagramma delle forza (v. figura a sinistra) la forza sull'ancoraggio
numero "1" risulta
Se imponiamo che questa sia inferiore a F si ha che deve essere
Similmente considerando la forza sull'ancoraggio numero "2" deve essere c > Pi/2 - 2 b . Queste due condizioni corrispondono all'area tratteggiata nel diagramma a destra). E` facile vedere che queste due condizioni sono equivalenti a dire che l'angolo A e` inferiore sia a B che a C.