Una comprensione di come e` fatto l'accendino piezoelettrico e` utile
per affrontare problemi di malfunzionamento inaspettati.
A tale scopo presentiamo questa anatomia dell'accendino piezoelettrico
(d'ora in poi chiamato semplicemente "piezo").
In questa descrizione "anatomica" consideriamo il modello "vecchio"
del piezo. Nel modello attuale sono intervenute alcune migliorie.
Queste non cambiano comunque il principio del funzionamento dell'accendino.
Il piezo e` forse il conmponente tecnologicamente piu` complesso
dell'atrezzatura speleo individuale.
Esternamente si vede un corpo in plastica nera con una punta metallica
avvolto in una protezione metallica, fissata dal ribattino (R).
Da una parte c'e` una manopola (K) quadrata;
dalla parte opposta alla punta metallica si trova un martelletto
(M) tenuto in posizine da una molla (in blue in figura).
Nel modello vecchio il piezo e` montato su un perno (P) attorno
cui puo` ruotare ed e`
tenuto da una molla (non disegnata in figura).
Nel modello nuovo il perno di sostegno coincide con quello della manopola.
Ruotando la manopola, si ruota prima il piezo fin sopra il beccuccio,
quindi, ruotando ulteriormente la manopola, si solleva il martelletto.
Quando questo viene rilasciato, scocca una scintilla fra la punta
metallica e la protezione esterna, e il piezo ritorna in posizione di
partenza.
Per ottenere questo comportamento sono necessari alcuni accorgimenti
meccanici.
La molla che tiene il piezo e` meno forte (ha una costante di forza inferiore)
della molla che tiene il martelletto.
Il martelletto (M) e` imperniato nel corpo del piezo, ed ha una camma che
alloggia in un tamburo (T) pressoche` quadrato. Questo viene ruotato
dal movimento della manopola.
Il tamburo e` sagomato in modo da sollevare il martelletto e rilasciarlo
improvvisamente e completamente cosi` da rendere possibile la sua azione
battente.
Il martelletto ha un corpo metallico (m) all'interno che ne aumenta la massa.
Il tamburo contiene al suo interno due molle (k), una per parte, che si
stringono attorno al perno della manopola. Le due molle terminano esternamente
ritorte in fuori con una piccola propaggine che entra in una scanalatura
del tamburo. In tal modo le due molle non possono ruotare liberamente
all'interno del tamburo, ma sono solidali con esso.
Il perno della manopola e` bloccato da due fascie elastiche, una per parte
(figura precedente).
La parte superiore del corpo del piezo contiene un foro cilindrico
in cui alloggiano i componenti piezoelettrici.
Da una parte del foro e` fissata la punta metallica (P).
Accanto ad essa si trova un cilindretto metallico (C1), poi il cristallo
di quarzo (Q), e quindi un secondo cilindro metallico (C2), con una
corta sporgenza sulla quale batte il martelletto.
Questa sporgenza passa attraverso una lamina metallica che esce dal corpo
del piezo fino a fare contatto elettrico con la copertura metallica esterna.
La punta metallica alla base e` avvolta dalla plastica (isolante) per
prevenire possibili contatti con la copertura esterna che inibirebbero
il funzionamento del piezo.
Una differenza fra il modello vecchio e quello attuale e` che la protezione
isolante della punta arriva, nel modello attuale, fino alla apertura sotto
la punta. In tal modo viene facilitata la pulizia del piezo quando si
infanga.
Il cilindro piezoelettrico di quarzo e` uguale a quelli che si trovano
negli accendigas da cucina. Di tutte le parti del piezo e` forse
quella piu` semplicemente rimpiazzabile
(a parte il perno su cui e` montato).
Le altre parti sono invece
costruite particolarmente per il piezo.